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Autore: allison742    17/08/2014    1 recensioni
Un omicidio sbagliato. Una Detective con un passato che sembra non finire mai. Un assassino che uccide vittime troppo vicine. Un amore che verrà finalmente esplorato. Un pericolo per tutti. Chi sarà il prossimo?
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Aria Miller, la miglior Detective di tutta Los Angeles, viene svegliata bruscamente dal suono del suo cellulare: un cadavere è stato trovato in obitorio. Nulla di strano, se non fosse per il fatto che la vittima è l'anatomopatologa.
Aiutata dalla sua squadra, da uno strambo consulente e dalla sua migliore amica, cerca di risolvere il caso.
Nessun indizio rilevante, nessuna pista, nessun testimone. Solo un inquietante biglietto scritto a mano, lasciato dall'assassino.
Mentre tutto diventa sempre più strano, si verrà a sapere che sono le ultime parole di un personaggio famoso.
Ma cosa c'entrano con l'omicidio?
Tra dubbi e incertezze arriva un secondo cadavere: stesso modus operandi.
La faccenda si fa pericolosa per la squadra e, mentre Aria riscopre l'amore, il suo passato minaccia di tornare a galla...
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 19
 


Una bellissima donna


 
 
 
Aria si avvicinò alla scrivania, terrorizzata da ciò che avrebbe potuto scoprire.
Vide la scrittura fitta di Collins riempire quel foglio bianco che conteneva la soluzione di tutto.
Lui alzò gli occhi e le prese una mano, che Aria strinse, incitandolo a parlare.
«Guarda…» disse prendendo i fogli. «Questo è l’ordine temporale in cui abbiamo trovato le ultime parole. La frase, di per sé, non ha importanza. Dovevamo concentrarci sui personaggi che hanno pronunciato quelle parole. Se noi mettiamo in ordine questi nomi esce un elenco del genere.» Spiegò porgendole il foglio.
 
 
Richard Feynman
Edgar Allan Poe
Groucho Max
Che Guevara
 
 
«Sì, e allora?»
«Ok, adesso prova a leggere questo. Qui ho messo inserito i personaggi con le vittime che il killer voleva spaventare. Guarda cosa salta fuori! La soluzione è sempre stata lì, sotto i nostri occhi, fin dall’inizio…» le porse un altro foglio.
 
 
Richard Feynman
Renard
 
Edgar Allan Poe
Evans
 
Groucho Max
Green
 
Che Guevara

COLLINS!
 
 
A quel punto capì… le iniziali!
Ogni frase corrispondeva ad un personaggio, e la lettera iniziale del nome di quel personaggio corrispondeva a sua volta con l’iniziale del cognome dell’obiettivo successivo del killer.
Si diede della scema per non averlo capito prima… poi finì di leggere la lista e si rese conto che il prossimo, a rigor di logica, era Collins!
Le vennero i brividi al solo pensiero che Mason venisse ucciso, poi però si ricordò del fatto che il killer voleva solo spaventarli, non ammazzarli… Ma ciò non la fece sentire affatto meglio.
Il foglio le scivolò di mano e volteggiò fino a toccare il pavimento.
Posò lo sguardo su di esso e rilesse quel nome… il suo nome.
Collins.
Scritto con una calligrafia perfetta risaltava in mezzo agli altri. No, non poteva essere…
Si voltò di colpo e lo abbracciò forte, allacciandogli le braccia intorno al collo.
«Non lo permetterò, non succederà mai!» gli sussurrò.
Lui la strinse forte a sé, facendole sentire il suo ringraziamento.
Poi pianse.
Pianse perché aveva paura per sé stesso, per Aria, per la sua scombinata famiglia, i suoi amici…
«Io ci sono. Sempre.» gli confidò.
Lui allentò la presa per guardarla negli occhi.
«Lo so Aria, lo so.» Rispose accarezzandole un guancia.
Si avvicinò per un bacio, sentendo il sapore delle sue lacrime. Lo prese per mano, conducendolo in camera.
Il viaggio per il corridoio buio sembrava non finire mai, portandoli attraverso un’atmosfera paradossale di pace e inquietudine.
Lo fece sdraiare e si accomodò accanto a lui, posando la testa sul suo petto e avvolgendogli la vita con la braccia.
Mason le baciò la fronte.
«Sei la miglior cosa che mi sia capitata.» Riuscì a dire prima di addormentarsi, cullato dal respiro della donna che amava.
 
«Come sarebbe a dire che Collins è il prossimo obbiettivo?» Urlò la Green disperata. Quella situazione stava distruggendo tutti.
Aria le spiegò ciò che avevano scoperto la sera prima, facendole vedere gli schemi di Mason.
Intanto i Detective osservavano la scena dalle loro scrivanie, ancora sconvolti per nuova scoperta.
«Capisco… e ora dov’è il signor Collins?»
«È a casa sua. Non uscirà finché non troveremo quel bastardo figlio di puttana!»
«Si calmi Detective. Ed ora vada.» Rispose indicando la porta.
Un attimo prima che questa venisse chiusa il capitano la chiamò.
«Lo prenderemo, Aria, e poi saremo noi a sentire le sue ultime parole.»
Annuì accennando un sorriso e lasciò l’ufficio.
«Renard, Evans… novità?»
«Negativo. Non abbiamo più niente su cui indagare… non sappiamo più da che parte girarci!»
All’improvviso il telefono di Aria squillò.
Collins.
«Tutto bene?» chiese spaventata.
«Sì, certo, tranquilla… cosa potrebbe succedere ad un uomo circondato da praticamente metà del distretto?» sdrammatizzò.
«Non si sa mai. Perché mi hai chiamata?»
«Perché… volevo sentire la tua voce?» tentò.
«Non ci provare… cosa vuoi?»
«Sto per uscire.»
«COSA? NO! Non se ne parla! Tu resterai in casa finché non sarò sicura che non correrai più pericoli!»
«Non posso… ho una conferenza oggi! Non te l’avevo detto?»
«No, e chiama il tuo agente: oggi passi!»
«Ma non posso… sono mesi che organizzano per me! E poi cosa vuoi che mi succeda? Sarò in una libreria a parlare per gente noiosissima talmente ricca da pagare per venire ad ascoltare un critico di film che spiega come ha…»
«Non ci andrai.» Lo interruppe calma, con autoritaria sicurezza.
«Ti prego! Ti dico che non succederà niente… facciamo un compromesso, ok?»
«Sentiamo…»
«Io vado e tu, Charlotte ed Evans mi fate da scorta, tipo guardie del corpo… che dici?»
Ci pensò un attimo: in fondo, non avevano niente su cui indagare.
«D’accordo.» acconsentì sbuffando.
«Grazie! Tra un ora alla libreria! Ti mando l’indirizzo… Ti amo!» e chiuse.
Aria sospirò, mettendosi la giacca.
«Forza ragazzi, andiamo!»
«E dove?»
«A fare i bodyguard!»
 
Arrivarono davanti alla libreria, quando furono travolti da un ragazzo moro di circa vent’anni.
«Il signor Collins vi sta aspettando!» urlò tutto eccitato.
Li accompagnò all’interno per poi portarli in una saletta. Trovarono Mason seduto sul divano a bere un caffè.
«Eccovi!» si alzò.
«Ciao, fratello!» lo salutò Matthew.
«Tra cinque minuti comincio, volete unirvi al pubblico? Vi ho fatto riservare posti in prima fila.»
«Che onore…» commentò Aria sarcastica.
«Detective, non le ricapiterà mai più un’occasione del genere!» ammiccò avvicinandosi.
«Signor Collins, è pronto?» Aria venne salvata dal programmatore dell’evento.
«Certo! Arrivo!» rispose.
Si diresse verso la porta, le fece occhiolino e sparì nel corridoio.
«Non dovremmo seguirlo?» chiese Charlotte, indicando l’uscita.
Aria si risvegliò dalla trance e annuì, uscendo a sua volta dalla stanza, seguita dai due Detective.
 
«…perché, come sapete, il segreto per scrivere un buon libro, di qualsiasi genere si tratti, è avere una fonte ispirante. E questa fonte può essere un oggetto, una persona, una situazione, un ricordo, una canzone… qualcosa che, in ogni caso, generi all’interno di voi uno spirito creativo in grado di sistemare nell’ordine giusto ogni singola parola che esce dalla vostra testa.» spiegò Collins, che era inaspettatamente passato a parlare dai film ai libri. Il tutto perché, durante l’esordio, aveva ingenuamente deciso di pubblicare un romanzo e, ovviamente, qualche curioso in quella sala era venuto a saperlo.
Fece una pausa per bere, e un signore sulla sessantina ne colse l’occasione per interrompere: «Signor Collins, mi scusi, e qual è la sua fonte di ispirazione?»
Si aspettava quella domanda; cercò Aria nel pubblico e le sorrise.
«Un donna. Una bellissima donna.» Rispose senza staccare gli occhi dalla Detective, la quale arrossì di colpo.
Dal pubblico si alzò una risatina compiaciuta. Collins sorrise e riportò l’attenzione sull’interlocutore.
«Ecco, per me è una donna, ma è soggettivo. Chiunque scriva qualcosa ne ha una, è inevitabile: dall’autore famoso al bambino di sei anni che fa il suo primo tema; anche i critici di film che un bel giorno decidono che la vita è troppo monotona per non scrivere il libro.» Concluse sorridendo.
Nel pubblicò calò un silenzio di ammirazione. Alcuni annuivano, altri sorridevano.
«Mr. Collins! Tornando nel suo campo, potrebbe parlarci dell’ultimo film che le hanno sottoposto?» questa volta fu una donna a parlare.
Lui si rilassò, sollevato dal chiudere per sempre l’argomento “libri”.
«Certo, per quello che posso. Probabilmente saprà che sono vincolato da un contratto di segretezza per quanto riguarda i film di cui non è ancora uscita la…»
«AIUTATEMI! QUALCUNO MI AIUTI!» urlò un ragazzo facendo irruzione della sala.
Tutti si voltarono verso di lui. Era lo stesso che aveva accolto i Detective.
«VI PREGO! AIUTO!» continuò, scatenando le braccia.
Aria si fece avanti.
«Si calmi. Cosa è successo?»
«LEI DEVE AIUTARMI!»
«Mi dica cosa succede!»
«C’È UN CADAVERE! NELLA SALA 3, UN CADAVERE!» urlò come impazzito, prima di cadere svenuto per terra.
Aria ordinò di chiamare un medico e affidò il ragazzo ad un uomo seduto vicino a lei.
Poi fece cenno a Charlotte di andare da Collins, e a Evans di seguirla.
Lo sapeva. Aveva il presentimento che sarebbe successo qualcosa. E non si sarebbe sbagliata a dire che tutta questa storia aveva a che fare con Collins.
E con delle ultime parole famose. Dopotutto, lui era il prossimo della lista.
Varcò la porta della sala 3 seguita da Matthew. I suoi dubbi divennero realtà.
Non si era sbagliata. Neanche di una virgola.
«Oddio…» mormorò Evans
«Chiama la Green.»





 
   
 
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