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Autore: Callitmagic    17/08/2014    2 recensioni
“Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza.
Per ogni fine c’è un nuovo inizio.” -Il Piccolo Principe
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Questa è una semplice storia che ne racchiude tante. La Figlia Di Ecate vuole scavare nel passato, e attraverso un’impresa con i suoi amici dovrà salvarsi dalla morte. Ognuno di noi ha peccati, segreti e perdite lasciati ormai alle spalle ma che minacciano ogni giorno di tornare.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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La sposa sfortunata



 
|Magic - Coldplay|
|Into a Fantasy - Alexander Rybak|

 




Nella chiesa del castello tutti gli invitati attendevano la sposa con ansia. Donne dai cappelli sgargianti e gonne lunghe sedevano sulle panche di legno stringendo la mano del loro gentiluomo. Lo sposo –moro e di bella corporatura- sorrideva nervoso poiché la sua amata stava ritardando. Fuori le finestre era una bella giornata e in lontananza si scorgeva il mare splendente. Sembrava tutto perfetto, si. Se non fosse per lo spaventoso urlo proveniente da una delle finestre laterali. La donna si era alzata ed era svenuta tra le braccia del grassoccio signore, mentre la sposa faceva ingresso. O dovrei dire, il corpo della sposa. Accasciata a terra in una pozzanghera di sangue era ancora viva, ma strisciava a terra il corpo pesantemente. Le ciocche nere e ricce cadevano sulla faccia, appiccicate dal sudore, mentre gli occhi erano diventati gialli, pieni di luce e tenebre.
«Tu.» Sussurrava «Traditore». Nessuno correva ad aiutarla, neppure il  consorte, che se ne stava adesso rilassato sull’altare, tutto sorridente. Le persone si scambiavano sguardi perplessi, ma nessuno piangeva o soccorreva la sposa.
«Ti maledico. Diventerai immortale…» cominciò ad urlare la donna tra un singhiozzo e un altro.
Adesso lo sposo non era tanto sorridente, quanto terrorizzato. Prese una brocca e fece per lanciarla verso la sposa, quando lei urlò: «E soffrirai in eterno negli Inferi!». E poi, nella stanza, il caos.

Come al solito il risveglio non è dei migliori, e questa volta sono completamente sola nella casa. Si, sono nella casa di Ecate. Sembra ci sia passato un uragano... Rimango nel letto ancora un po’, come mi piace fare quando posso, e chiudo gli occhi pensando alla sposa. Chissà chi era…

 Solo quando mi alzo per vestirmi mi rendo conto che sono le quattro del mattino. Era ancora tutto buio.  Non avendo sonno, indosso la maglia del campo mezzo-sangue e i pantaloni. Preferisco sempre qualche taglia in più per le magliette, così le mie ‘curve’ posso anche andare a quel paese; lego i capelli in una coda e noto allo specchio che gli occhi sono verde chiaro, risaltati dalla mia pelle olivastra.

La casa di Ecate è vero e proprio un ‘incrocio’. L’ingresso da spazio ad altre tre camere : la camera da letto – comoda per sei sette persone-, una biblioteca piena di pagine, libri e specchi – la stanza più disordinata, come se ci avesse vissuto qualcuno per molto tempo-  e un salottino dove posso osservare il paesaggio, incluso il bagno –che è il più forte di tutti i tempi!-. Mi alzo e vado in biblioteca, l’unica stanza ancora non esaminata. Non che non mi piaccia leggere, ma la dislessia non mi ha permesso neanche una volta di godermi un libro in pace. Eppure… riuscivo a comprendere ogni parola. Questo non è la mia lingua penso scuotendo la testa. Erano strani rituali, esami del corpo, esperimenti ricorretti a penna e riscritti mille volte, carte ripiegate.
Dopo un po’ di tempo riesco a trovare informazioni su mia madre:

Ecate era una divinità psicopompa, in grado di viaggiare liberamente tra il mondo degli uomini, quello degli dei ed il regno dei Morti. Spesso è raffigurata con delle torce in mano, proprio per questa sua capacità di accompagnare anche i vivi nel regno dei morti.”

«Magnifico, parlo con i morti. Molto eccitante» borbotto.

Ecate la giovane e l’anziana, Ecate l’esploratrice della psiche, Ecate levatrice e accompagnatrice dei morti, Ecate la potente  e la saggia, Ecate la multiforme. Il nome deriverebbe dal termine greco per "desiderio, volere", in riferimento al suo potere di realizzare i desideri dei mortali. Per altri ancora il suo nome avrebbe la stessa radice della parola greca “cento”, allude alle molte forme che lei può assumere: Ecate, discendente dei Titani, la “multiforme.”

Questo spiega perché posso trasformarmi in varie persone penso soddisfatta.
Continuo a leggere, sedendomi sulla poltrona e passandomi una mano tra i capelli.

Fu a Lei riconosciuto un potere posseduto da Zeus : quello di concedere o vietare all’umanità la realizzazione dei desideri. Nei papiri di magia della Tarda Antichità è descritta come una creatura a tre teste: una di cane, una di serpente e una di cavallo. E’ considerata la madre delle streghe.”

Avrei continuato a leggere, se non fosse per un rumore proveniente dal salotto. Sobbalzo dalla poltrona, dirigendomi verso la stanza e mi ritrovo davanti a un ragazzo alto che cerca di entrare dalla finestra del bagno. Lo guardo con fare interrogativo.
Lui, colto di sorpresa, mi guarda con la bocca aperta e  rimane immobile tra la finestra e la camera. Aveva il cappuccio, ma mentre salta e poggia i piedi a terra lo solleva in modo da scoprire il volto. Gli occhi erano di un marrone talmente scuro da sembrare nero, e i capelli erano scuri e setosi. Oh dei penso Sembra un angelo delle tenebre. La gola mi si blocca all’improvviso vedendolo e perdo la sfacciataggine che mi è nota. Aveva una cicatrice enorme che andava dalla bocca fin sotto il mento. Stranamente, la cicatrice gli donava un fascino misterioso e quando sorrise, si mosse seguendo la linea della bocca.

«Scusami se non ho mandato il biglietto di avviso» dice e si toglie la felpa, rimanendo solo con una maglietta nera molto aderente.
Ancora meravigliata chiedo: «Perché sei nel mio bagno?»
Ride e per poco non gli saltavo addosso. Non cominciare mi diceva la testa E’ entrato a casa tua e tu lo guardi con la bava alla bocca?
Gonfio il petto e lo scruto con aria più seria e arrabbiata che posso.
«Ripeto la domanda, Robin Hood. Perché sei qui? Chi diamine sei?» ripeto.
«Un curiosone che voleva tanto conoscerti» dice sogghignando.
«Quindi… certo, andiamo alle quattro di mattina mentre sta dormendo e usiamo il suo bagno lasciando qualche bisognino» ribatto irritata, stavolta.
«Era l’unica finestra che hai lasciato aperto. La cena deve essere stata abbondante se…»
Lo guardo con gli occhi spalancati.
«Okay.» scoppio a ridere «Cosa vuoi? Che ti faccio apparire magnifico? Vuoi volare? Non so, che magia devo usare su di te? Perché io non so fare un bel niente…» mi sbrigo a dire.
«Ma come, non lo sai? Sei famosa, tutti ti temono…» dice serio. «Io sono Scar». Ironia della sorte.
«Mi temono?» domando sconvolta «Io non ho fatto letteralmente niente. Ho solo alzato un coltello in aria e mi sono trasformata in un ragazzo rosso. Ci sono semidei che hanno poteri peggiori dei miei.»
«Allora non ti hanno detto proprio niente» dichiara sconvolto – e certamente divertito-. «Sbagli. L’oracolo ha detto un po’ di giorni fa che la figlia di Ecate avrebbe messo in subbuglio la vita di alcuni semidei. Tra cui, me.» Sorride e si siede sul divano «Sono curioso di sapere come potrai interferire nella mia vita. Sei così…»
«Così?» chiedo curiosa. Perché Ryan non mi ha detto niente? Contavo almeno su di lui.
«Enigmatica» pronuncia dopo averci pensato un po’.
«Chi erano gli altri ragazzi?» chiedo, e la mia voce sembra più distante di quanto abbia immaginato.
Fa per aprire la bocca ma sentiamo un rumore proveniente dalla biblioteca.

Corro per vedere cosa sia e appena entro in biblioteca mi cade un libro tra le mani, facendomi sobbalzare e scivolare tra i fogli. Alzandomi a fatica, prendo il libro tra le mani. Adesso Scar è appoggiato allo stipite della porta e guarda curioso il libro. Non ha un titolo ma la copertina è grigia e blu, con stelle disegnate a mano. All’interno erano scritte pagine e pagine da una calligrafia elegante e curata, come se avesse passato tutta la vita in quelle parole. A pagina 739  era ripiegata una carta gialla di giornale.
Scar si avvicina dietro di me, talmente vicino da sentirne il fiato sul collo.

 

Uccisa la giovane Principessa Dalia, prossima erede al trono

Trovata morta nella chiesa, gli abitanti del Regno del Nord sono sconvolti e nel panico: la loro principessa, Lady Dalia Green, prossima erede al trono, avrebbe preso la mano del principe Philip Owen (22 anni), a pochi secondi dall’omicidio. E’ stata accusata da più invitati la sorella minore della principessa Dalia, Lady Poole Green (14 anni). Molti abitanti sceglieranno come prossimo erede lo stesso sir. Philip Owen.

 


«Oh, dei» sussurro sconvolta. Muovendomi velocemente- faccio trasalire anche Scar- mi arrampico sulla libreria per vedere chi è stato a lanciarmi il libro. Non vedendo nessuno mi guardo furtiva intorno ma non avvisto nessuno.
«Magia» bisbiglio a Scar. «C’è traccia di magia sul libro»
«Beh, considerato che siamo nella casa di Ecate…» ribadisce.
«No, intendo che la traccia è stata usata da poco. Non è antica come le altre».
Lui annuisce lentamente. Mi guarda un attimo, e sono sicurissima che anche lui sa di cosa parla il giornale.
«Lo hai…sognato anche tu?» chiedo sempre sottovoce, come se ci stessero sentendo.
«Si, proprio stanotte» risponde. «Cosa facciamo?»
Sorrido, eccitata dall’idea che avevo avuto: «Si parte per un’impresa».



 


Gwen era sulla comoda sedia della scrivania. Nella camera le sue compagne dormivano ancora. Erano solo le tre di notte, e non riusciva a prendere sonno. Col suo computer cercò informazioni su una possibile principessa uccisa. L’aveva sognata quella notte; era in una chiesa, il vestito era strappato e macchiato di sangue, le sue urla contro lo sposo mentre lo malediceva la fece rabbrividire. Le faceva ricordare tanto quell’episodio di undici anni fa, nella sua vecchia casa in New York.

Suo padre era giornalista e quel giorno non era in casa. La sua tata era andata in bagno poiché non si sentiva molto bene. Nel breve tempo che rimase da sola, bussarono alla porta. A soli quattro anni era capace di finire il puzzle di Winnie the Pooh senza aiuto, ma quella volta era davvero concentrata. Bussarono ancora di più alla porta e improvvisamente si trovò due donne in casa, coperte da neri mantelli. Urlò in preda al panico- era solo una piccola bambina- e corse sotto il letto. Da lì vide, orribilmente, che le donne fluttuavano e non avevano i piedi. Le signore la presero e, stringendole forte il braccio con le unghie, le sussurrarono una maledizione con voce roca e profonda. L’amore per un ragazzo ti farà piangere e dimenare. Perché più sarà grande il vostro affetto, più le tue paure saranno spaventose.
La lasciarono a terra sola e tremante, mentre il sangue si mescolava col veleno, e penetrava nel suo corpo, rendendola un mosto.

Si alzò dalla sedia, in preda ad attacchi d’ansia e si diresse verso la finestra. Per undici anni si era chiesta cosa avesse fatto per meritarsi una maledizione. Non lo aveva detto mai a nessuno. Suo padre era troppo impegnato con il giornale e lei non aveva nessuno su cui contare se non i suoi fratelli della casa di Atena. Provando un improvviso dolore, si guardò le gambe: le facevano ancora male dopo quella sera, mentre saliva l’albero per posizionare la bandiera. Non lo avrebbe mai ammesso a un suo compagno o chiunque altro. Improvvisamente pensò alla Figlia di Ecate, e immaginò come dovesse sentirsi confusa: Gwen riusciva a capire le persone e spesso metteva da parte i metodi acidi per fare spazio alla gentilezza. Si chiese cosa avesse pensato Meg vedendola cattiva nei confronti di Duff. Che te ne importa? si chiese Non potrà mai capire. Lei non ha una maledizione, per lei è tutto più semplice.
Eppure era stanca di aspettare, stanca di sopportare la maledizione. Voleva scoprire perché quel pomeriggio le donne sono entrate a casa sua, perché lei non può amare semplicemente come le altre ragazzine, o essere semplicemente sé stessa. Stanca, prese lo zaino e lo mise sulle spalle. Sarebbe partita, le aveva detto l’oracolo. Un’impresa gli avrebbe cambiato la vita.






 Angolo di Callitmagic (autrice)


*fangirla* Lo so, lo so... non sono normale a fangirlare per la mia stessa ff. Sto leggendo anche altre ff su Percy Jakcosn e devo dire che la mia autostima si abbassa del tutto HAHA. Apparte questo, non mi arrendo e continuo a scrivere. Ho messo il primo pezzo su Gwen perchè era l'ora di conoscerla, e con lei ho finito la presentazione dei miei eroi.
Fatemi sapere una cosa: Scar vi piace??  Che idea vi siete fatti? Dovrebbe partecipare alla missione? (Ammetto che LO SHIPPO CON MEG, ma non dovrebbero avere più di un'amicizia)
Riguardo la canzone, la conoscete sicuramente :)

   
 
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