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Autore: Bent    17/08/2014    8 recensioni
Può la vita di un ragazzo diciassettenne, che ama cantare sotto la doccia e da solo in casa quando non c'è nessuno, cambiare d'improvviso? Quali sono i desideri di un teenager? Ed i suoi valori? In che cosa è giusto credere? Vale la pena inseguire le proprie ambizioni? Si possono ottenere dei risultati completamente da soli?
Una storia che parla di sogni e di amicizie perse e acquistate. Una storia che parla della voglia di vivere.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ed é in questo modo che siamo giunti alla musica pop di oggi. Questa è la storia della musica moderna- concludo io, chiudendo così la mia tesina. È stato complicato scegliere l’argomento da portare, ma poi ho deciso di parlare di ciò che ormai rappresenta la mia vita. Alla fin fine si chiama “maturità”, no? Bene, io voglio mostrare cose ho raggiunto in questi anni. 

Le domande dei professori si susseguono velocemente, sebbene qualche problema nasca con le richieste di quelli esterni. Però ho imparato una cosa: se sei davvero cresciuto, non hai paura di mostrare anche le tue debolezze e ammettere che siano tali. Così affronto anche il tema della Guerra Fredda, la struttura atomica, Marx ed in poco tempo le materie finiscono. 
-Grazie, ha finito- mi dice il commissario esterno. Mi sto alzando dalla mia sedia, per uscire da quella classe che non rivedrò più, quando una delle mie insegnati mi ferma.

-Aspetta Federico- mi dice, poi guarda il commissario, che annuisce e se ne va.
-Raccontaci di più, dicci la tua avventura, le tue sensazioni…vogliamo, o perlomeno voglio, conoscere i particolari…- continua, con un grande sorriso sulle labbra. Non mi aspettavo una richiesta del genere, non certo dalla mia professoressa. Mi volto verso un istante ed incontro gli sguardi dei ragazzi, poi quello di Rachele, l’unica che ovviamente ha capito cosa mi abbia chiesto la donna. Con uno sguardo mi incoraggia e poi la vedo spiegare ai ragazzi e a Mary cosa è successo. D’improvviso tutti e cinque si alzano, prendendo con loro una sedia, e si mettono accanto a me. 
-Beh…a questo punto…non credo di avere altre scelte-.

Inizio a spiegare cosa è successo al concerto di giugno e cosa è seguito: Harry malato, Simon in Italia, il mini contratto per il tour, l’incontro con Mary, la delusione di Roberto, che decido di non omettere, visto che ormai lo sanno tutti, Rachele ed il suo incidente, il ritorno a Milano, il contratto vero e proprio, gli One Direction, la decisione di continuare il liceo.

-Così abbiamo passato quasi tutte le vacanze di Natale insieme ad i ragazzi. Ormai non riesco più a sognare qualcosa di meglio. Stare con loro, Rachele e Mary è diventato per me essenziale, rappresenta la mia ricetta della felicità…altro che Coca-Cola. Per il compleanno di Louis abbiamo deciso di non fare nulla di veramente particolare. Alla fin fine l’unica cosa che manca ad un ragazzo, che ha ottenuto quasi tutto, è giusto un po’ di normalità e di quiete. Abbiamo festeggiato semplicemente tra di noi, aggiungendo ovviamente anche i suoi genitori. In questo modo anche i suoi ventitré anni hanno lasciato il segno. 

Natale…Natale non è nemmeno da commentare. Ho sempre amato questa festività per la magia che rappresenta. So che può sembrare un discorso di un bambino piccolo, ma non ci posso fare nulla. E’ una di quelle poche occasioni in cui veramente la famiglia si riunisce, in cui l’affetto è palpabile nell’aria. E’ un momento di condivisione estrema, è un momento di felicità, che va oltre le mille preoccupazioni ed inquietudini che possono attanagliarci nella vita di tutti i giorni. E la cosa più bella consiste proprio nel fatto che abbiamo passato quel fatidico giorno solo noi sette. Non poteva esserci conferma più commovente, sebbene io sappia che le conferme non servivano più. E’ stato senz’altro un simbolo, il simbolo della nascita di un nuovo gruppo, di una nuova famiglia. Mi ricorderò per sempre quel pranzo, tramutatosi in merenda ed in cena nel giro di poche ore. 
Era un tavolo piuttosto semplice, apparecchiato con una bella tovaglia bianca con sopra disegnato del vischio e un servito di piatti tutti dipinti di rosso. Mi avevano lasciato l’onore di sedermi a capotavola, sebbene all’inizio la cosa non mi piacesse tanto, in quanto avrei dovuto lasciare la mano di Rachele. Mentre le portate si susseguivano parlai poco, ero come incantato davanti a quello spettacolo magnifico. Tutti ridevano, scherzavano e si prendevano in giro a vicenda. La mascotte del giorno diventò Louis, sopratutto a causa del suo maglione fatto a mano dalla madre. Era un po’ ridicolo in effetti, ma poi Tomlinson ci spiegò che era stato fatto per avere sempre una parte di casa anche durante i tour e questa cosa ci scaldò immediatamente il cuore. Liam brindava e beveva spumante come se fosse acqua. Non avevo mai visto quel ragazzo così spensierato, lui sempre solito a fare attenzione a tutto. Harry beh…lui poveraccio faceva avanti e indietro con la cucina, visto che aveva deciso di improvvisarsi cuoco provetto. Ammetto che non ci ha delusi. Siamo sicuri che la sua vocazione sia per la musica? Oh sì, siamo sicuri. Zayn si divertiva a prendersi gioco di Rachele e del suo inglese ancora un po’ dubbioso. Le parlava velocissimo e poi le chiedeva cosa avesse detto. Lei ci provava, ma sbagliava sempre qualcosa e venivano fuori alcune frasi che è meglio non ripetere. Niall e Mary ridevano sempre, costantemente. Forse era per quello che si trovavano bene insieme quei due. Riuscivano ad estraniarsi anche in mezzo ad una folla di migliaia di persone, bastandosi l’uno all’altra.
-Fede che fai?- mi chiese Liam, dopo aver svuotato l’ennesimo bicchiere.
-Sto creando…- risposi io di getto, senza pensare.
-Cosa?- continuò Payne, ma orma tutti si erano girati verso di me.
-Uno di quei ricordi da portarsi dietro per tutta la vita.-
Inutile dire le grida di approvazione che ci furono ed il brindisi finale che non poteva di certo mancare. Ed in realtà non facemmo molte foto quel giorno, ma non servono: nella mia mente quel Natale è stampato con l’inchiostro più indelebile che ci sia, la felicità assoluta.

Capodanno? Non so bene cosa dire per la verità… All’inizio ero quasi dispiaciuto di lasciare il 2014, quell’anno così simbolico per me. Tuttavia non potevo esser più voglioso di cominciare una nuova avventura, soprattuto visto che con me c’era Rachele. So che è scontato, ma baciarla sotto i fuochi d’artificio sul Tamigi è stata la cosa più azzeccata in quell’istante: il suo sorriso sul mio, il conto alla rovescia nelle orecchie e una cascata di luce nel cielo.

In seguito abbiamo lanciato l’album, il quarto della band in generale, ma il primo per me.Ricordo solo che anche io segnavo sul calendario i giorni che mancavano all’uscita del disco. I ragazzi sorridevano nel vedermi così agitato, sembravo un fan. Ho deciso di comprarlo, in fondo ho gli altri tre, perché non comprare questo? Le vendite sono andate benissimo e molto probabilmente riusciremo ad aggiudicarci il premio per l’album più venduto dell’anno. Il pubblico ha amato moltissime alcune canzoni in particolare, tanto che crediamo di farle diventare dei singoli. Purtroppo non abbiamo ancora avuto il tempo per pensare ai video e tantomeno per girarli. Del resto si sapeva che quest’anno sarebbe stato di assestamento. Abbiamo intenzione di scrivere un’altra biografia, ovviamente incentrata maggiormente su me e sulla mia avventura personale. A dir la verità mi imbarazza un po’ la cosa…raccontare nei particolari la mia storia…mi sembra di buttarmi nelle fauci dei leoni, però mi hanno spiegato che è inevitabile se vogliamo che il pubblico mi accetti fino in fondo. Abbiamo intenzione anche di lanciare un altro tour mondiale a settembre, questa volta si chiamerà “Who we are”, con il chiaro richiamo a quello precedente.- finisco, spiegando tutto ciò che ho fatto negli ultimi mesi. Mentre racconto, i miei occhi diventano lucidi. Nemmeno io riesco a non commuovermi per tutto ciò.

-Sai Federico, io ho comprato subito il vostro disco- mi dice la professoressa.
-Ah, davvero? Non credevo si interessasse a questo genere di musica…-
-Secondo te mi facevo scappare il primo album pubblicato da un mio studente? Mai- conclude lei, ovvia. La vedo aprire la borsa.
-Però, se mi faceste un autografo non sarebbe male eh…- continua lei. Subito inizio a ridere, seguito a ruota dagli altre cinque, che almeno la parola “autografo” la sanno distinguere.
-L’altro giorno, al suo esame orale, Rachele ha affermato che andrà a studiare a Cambridge. Avete meditato insieme questa scelta?-

Ma siamo proprio sicuri che non voglia scriverlo lei il libro della mia biografia? Fra un po’ mi chiederà anche quanti capelli ho in testa.

-A dir la verità si, ma non è stato così difficile. I sogni di Rachele vedevano comunque nel futuro universitario l’Inghilterra, quindi il fatto che mi trasferirò là da domani è solo la la conferma che forse è la strada giusta per entrambi. Io vivrò a Londra e prenderò una casa con Niall, lei si trasferirà con Mary nella stessa città, visto che dista solo 87 km da Cambridge. Abbiamo deciso di non convivere perché sarebbe troppo triste per lei stare da sola quando noi saremo in tour, ma nulla ci vieta poi di stare sempre insieme quando invece ci troveremo a Londra. Possiamo sempre fare uno scambio tra me e Mary, dunque queste sono cose abbastanza semplici.-
-Va bene Fede, adesso puoi andare davvero! Grazie per aver condiviso con me la tua storia. Ora vai a continuarla- mi dice la donna, stringendomi la mano con fare formale, solo per rispetto dei ruoli. 
Così mi alzo e, seguito da tutta la gente che è venuta a vedere il mio orale, esco dall’aula. Tutti mi abbracciano subito, per primi ovviamente i miei genitori e Martina. 

Mamma vorrebbe piangere, ma cerca di contenersi, e papà invece sfoggia un sorriso così grande, come segno del fatto che sia orgoglioso. I ragazzi si congratulano con me, per il diploma ottenuto e mi promettono di festeggiare domani sera a Londra, che diventerà la mia nuova città. Mary mi dà un dolce bacio sulla guancia, per poi stringermi forte e sussurrarmi qualcosa all’orecchio.

-Sei pronto per questa nuova vita da affrontare tutti insieme?-
-Certo che lo sono, più che mai.-
-Ha mai notato una cosa buffa del nostro gruppo?-
-Oh…ce ne sono tante…a quale ti riferisci?-
-Ora con Rache siamo in sette…-
-E allora?-
-E allora siamo come quei colori che tu mi hai insegnato a far entrare negli occhi. Grazie non sarà mai abbastanza.-

Parole del genere mi scaldano il cuore. Credevo che quella notte fosse andata dimenticata, credevo che quel paragone con i colori fosse passato quasi inosservato…ed invece l’attenzione a questi dettagli non può che rendermi felice. Improvvisamente le parole di Mary rievocano ancora una volta tutta la storia nella mia testa ed il racconto, che prima ho fatto alla professoressa, ora sembra prendere forma davanti ai miei occhi. 
Con gli occhi della mente riesco a rivivere il tutto, tutte le sensazioni…e questa è la cosa più importante. Ho sempre avuto paura di crescere, perché crescere significa anche dimenticare. Non voglio arrivare a quaranta anni non ricordandomi più delle emozioni vissute a diciassette. Voglio poter risentire le voci delle persone a me care, il contatto fisico di due labbra o di due mani che si toccano, voglio poter ricordare anche i dolori, i pianti e le litigate. In poche parole voglio semplicemente poter portare con me nel futuro ciò che mi ha reso vivo nel passato. E ancora non riesco a credere a tutto ciò che è cambiato in questo ultimo anno. 

Ero solo un ragazzo adolescente che cantava sotto la doccia o in casa, quando non c’era nessuno, con il manico di un ombrello. Ero solo un ragazzo con la grande capacità di sognare. E adesso? Ho cambiato città, amici, prospettive future e, molto probabilmente, sono anche cambiato io. Il mio migliore amico è scomparso nel nulla ed il suo posto è stato preso da cinque ragazzi da sempre miei idoli; la mia migliore amica è diventata la mia ragazza ed il suo posto è stato preso da Mary, conosciuta semplicemente in discoteca, dopo una notte di fuoco; io, prima studente in un liceo, ora sono un cantante internazionale con lo scopo e la pretesa di rendere più allegre le giornate ad alcuni, con la voglia di far sognare gli altri. 
Rachele si avvicina a me, visto che voleva essere l’ultima a congratularsi con me. Le sue labbra incontrano velocemente le mie, senza che nessuno ostacolo venga interposto. Per mancanza di ossigeno siamo costretti a staccarci e lei mi guarda negli occhi.

-Sei pronta per Londra?- chiedo, mantenendo fisso il contatto visivo e accarezzandole la guancia, leggermente umida per qualche lacrima.
-E’ tempo di cambiamenti, vero?- chiede lei, con l’accenno di un sorriso sul volto.
-Sì, ma questa volta per tutti noi.-





Angolo autore:
Io…non so bene cosa dire. Mi starete odiando come pochi, perché ho deciso di pubblicare solo ora e perché ho deciso di finire ora anziché tra un capitolo. Lo so…avevo detto due, ma ho pensato tanto a come questa storia dovesse finire…ed ho deciso di fare una cosa più concentrata…era meglio secondo me. Così ho fatto dei due capitoli uno solo. Spero solo di non avervi deluso con la fine, lo spero con tutto il mio cuore.
Io non riesco ancora a credere di aver concluso questa storia, forse non ci speravo nemmeno io. Purtroppo non posso sapere se le varie riflessione all’interno dei capitoli vi abbiano portato a pensare e a ragionare, ma lo spero. DI sicuro io posso dirvi che questa storia è servita molto a me, per imparare a conoscere meglio il mio stile ed il mio pensiero. Il vostro supporto è stato di un’importanza che nemmeno potete immaginare. Mi avete aiutato a capire gli errori ed i punti forti della storia e, alcune volte, mi avete addirittura sollevato l’umore con le vostre recensioni. 
Vi ringrazio anche per non esservi fermati all’apparenza…in quanto ho imparato a mie spese che un ragazzo che scrive suona strano. Spero di avervi dimostrato che ognuno di noi può scrivere, quando ha bisogno di esprimere qualcosa al mondo. 
Purtroppo mi sembra giusto dirvi che credo non pubblicherò più nulla su questo profilo, che, forse, verrà anche cancellato. E’ una storia un po’ complicata da spiegare…anzi, forse è proprio un’altra storia quella. Onestamente sono affezionato a Bent e a tutti voi…quindi, se lo farò, mi farà senz’altro male.
L’unica cosa che davvero mi dispiace è pensare che la storia verrebbe eliminata…e aver fatto tutto questo sforzo per poi non permettere ad altri di leggerla mi sembrerebbe brutto. Quindi devo ancora pensarci, però io vi avvisati. In ogni caso lo farei tra circa un mesetto, per dare il tempo anche a me stesso di stampare la storia…
Se qualcuno vorrà chiarimenti, può scrivermi in privato :)

Adesso però è giunta l’ora di entrare nello specifico con i ringraziamenti…

Come potrei non cominciare da te, Ale?
Non sto a scrivere il tuo nome su efp perché lo trovo troppo lungo e complicato. Sebbene tu sia del tutto latitante come persona, sopratutto come lettrice, io non smetterò mai di dirti grazie. Grazie perché sei stata la prima a recensire It’s time of changes, grazie perché probabilmente senza il tuo appoggio ed il tuo impegno questa storia non avrebbe avuto un futuro e dei lettori. Grazie perché mi hai fatto tanto ridere e mi hai dato anche tanta fiducia, oltre ad insegnarmi che anche le ragazzine di 14 anni hanno qualcosa nel cervello.

Poi c’è lui…Davide. Che ti devo dire, bro? Come Ale e grazie a lei sei stato uno dei primi a supportarmi ed il tuo appoggio è stato uno dei più importanti. Del resto in questo mondo di fangirl con gli ormoni a mille c’era bisogno di qualcuno che avesse un po’ più di ragionevolezza. TI ringrazio per aver letto la mia storia e per avermi sempre fatto ridere con i tuoi commenti tipicamente da noi uomini. Ti ringrazio per aver visto il lato pervertito anche dove non c’era ahahhahahahahah Ti ringrazio anche per avermi fatto entrare nel tuo mondo, raccontandomi tante cose.

Giulia…pensavi mi dimenticassi di te? Come potrei non citare la mia lettrice diciottenne, che è sempre stata una criticona, ma alla fine le si è sciolto il cuore? Ti ringrazio tanto per tutto quello che mi hai detto ed hai fatto. Ti ringrazio per aver ogni tanto condiviso con me i tuoi ragionamenti cinici e razionali. Ti ringrazio per aver litigato con me per una virgola, perché senz’altro anche quello è stato formativo.

Ringrazio anche Delia e Mary, che da quando hanno scoperto la storia non mi hanno mai lasciato. Grazie ragazze, perché i vostri commenti hanno sempre avuto la capacità di farmi sorridere.

Grazie anche ad Anto, che, sebbene non abbia mai recensito, a quanto pare mi ha sempre supportato. Sei grande, ragazza!

Infine ringrazio tutti gli altri, tutti coloro che hanno qualche volta recensito o che hanno comunque letto la storia in silenzio. Grazie perché avete creduto in me e nelle mie capacità.

Ups…stavo commettendo un errore…mi stavo dimenticando della persona più importante, forse, da ringraziare. Vogliamo dire chi è? Tanto lo sapete tutti ahahahahahaha
Ali grazie non sarà mai abbastanza. 
Grazie perché mi hai seguito nella stesura della storia passo dopo passo, volendo di tanto in tanto qualche spoiler come ricompensa.
Grazie per aver recensito la storia ad ogni capitolo, cercando di essere la prima e di fare commenti decenti, che però non lo risultavano mai.
Grazie per avermi dato una fiducia difficile da trovare.
Grazie per aver fatto entrare un razionale come me nel tuo mondo, pieno di sentimenti. 
Grazie perché hai sopportato tutti i miei messaggi e le mie prese in giro, sempre e comunque.
Grazie per aver condiviso con me e tue idee ed i tuoi pensieri, accettando anche il mio parere e la mia mentalità. 
Grazie per esserti fatta conoscere, per aver fatto tanti passi verso di me, che forse io non avrei mai compiuto. 
Mi fermo qui, ma potrei andare avanti all’infinito e lo sai. In poche parole Ali GRAZIE, sempre per quello che vale.

Adesso ho finito…
Con tanto tanto affetto,

Fede :)
  
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