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Autore: Ca7    17/08/2014    1 recensioni
Capita a volte che due persone si cullino nei ricordi quando sanno di non poterne creare altri. E se poi quei ricordi si creano e si eclissano ancora, come si trova la forza per continuare sulla propria strada?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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La sera prima della sua partenza, Alexis preparò la valigia con il rammarico di non poter far visita alla madre che avrebbe rivisto chissà quando. Se a questo non poteva porvi rimedio, si disse che un ultimo tentativo per far ragionare Kate, andava fatto. La sua impulsività l’aveva messa in un sacco di guai un casino di volte e non aveva mai dato peso a questo. Ma aver ferito una delle poche persone alla quale voleva più bene, l’aveva portata a farsi un esame di coscienza.
Entrò senza bussare in camera di Kate che, sdraiata sul letto, stava guardando la televisione.
<< Domani me ne vado. Mi levo dalle scatole così la mia presenza non sarà più un peso per te.>>
Kate non la guardò nemmeno e alzò il volume della TV. Alexis si avvicinò e le strappò il telecomando dalla mano in cui lo teneva.
<< Ridammelo!>>, tuonò Kate.
Alexis spense la TV e poi infilò il telecomando nella tasca destra posteriore del jeans.
<< Che atteggiamento maturo! Brava!>>, continuò Kate con sarcasmo, applaudendola.
<< Ascoltami e la faccio breve.>>, disse Alexis come se le stesse proponendo un accordo.
<< Tanto non ho altra scelta.>>, rispose Kate incrociando le braccia al petto.
<< Mi dispiace per quello che ho fatto. Potrà anche non importartene, però a me sì. Mi odi e non posso biasimarti, perché a dirla tutta… continuo a odiarmi anch’io. Ma Sarah in tutto questo non c’entra. Non ha colpa. Una cosa ho imparato finora, cioè che la vita tira brutti colpi… come quando ti porta via le persone che ami, ma comportandoti così… stai scegliendo di perdere Sarah per un piccolo e insignificante sbaglio. Un mio sbaglio Kate. Mio. Non suo.>>, fece una pausa, << Lei è fantastica e ti ama.>>, concluse guardandola. Poi, prese il telecomando dalla tasca e lo mise sopra il letto della sorella. Uscì dalla stanza subito dopo.
Quello fu il primo discorso serio e a cuore aperto che Alexis fece verso qualcuno.
Il mattino seguente, salutato il padre con un forte abbraccio, prese la valigia, salì in macchina e guidò verso Philadelphia, dove un volo diretto la attendeva per far ritorno a San Francisco.
 
Nel frattempo, a scuola, Kate era appena uscita dall’ufficio del Coach Anderson dopo aver riconsegnato il borsone con tutta la tenuta sportiva delle Warriors. Mentre camminava, ripensò a ciò che le aveva detto la sorella e si rese conto che, se non avesse deciso già da prima di chiarire con Sarah e metterci una pietra sopra, quelle parole così sincere l’avrebbero sicuramente spinta a rifletterci. Nonostante tutto, Alexis, nel tempo in cui era stata lì, aveva cercato di ricucire i rapporti non mollando mai la presa con lei e questo non poteva non riconoscerlo.
Si distolse dai suoi pensieri quando vide Sarah ferma al proprio armadietto e la raggiunse con una certa premura.
<< Ehi!>>, le toccò un braccio con una mano.
Sarah si voltò verso di lei.
<< Ciao!>>
<< Possiamo parlare un attimo?>>
<< Certo!>>
<< Avevi ragione! Ho esagerato. E’ che, quando si tratta di Alexis io, perdo la ragione e vedo tutto nero. Questa volta ci sei andata di mezzo tu e non sai quanto mi dispiace per aver lasciato che accadesse. Non ho mai dubitato di te, né della tua parola. Devi credermi Sarah.>>
<< Ti credo.>>
Kate, con cautela, allungò una mano per accarezzarle il viso. Si sorrisero a vicenda e si abbracciarono. Lei però non era del tutto serena. C’era un’altra questione che andava affrontata... solo che non era il momento adatto per farlo, specialmente dopo l’arrivo improvviso di Marika.
<< Prendetevi una stanza, per favore.>>, esordì con ironia.
Kate rise sotto i baffi.
<< Ciao Marika.>>
Sarah, colta da un pizzico di gelosia, mise un braccio intorno al collo di Kate.
<< Per caso tua sorella ha cambiato numero?>>, chiese senza giri di parole.
<< No. Perché?>>, rispose Kate incuriosita.
<< Niente. E’ solo che provo a chiamarla da ore, ma trovo il cellulare spento.>>, disse Marika come se stesse parlando tra sé e sé.
<< Alexis è partita questa mattina.>>
<< E’ partita?>>, dissero Marika e Sarah contemporaneamente.
Kate annuì con la testa.
<< Ma tu perché hai il suo numero?>>, chiese Kate sospettosa.
<< Non ha importanza.>>, disse Marika andandosene.
<< Marika? Aspetta!>>, la chiamò Kate.
<< Da quando ti preoccupi per lei?>>, chiese prontamente Sarah.
Kate si girò verso di lei e la guardò con sguardo ammonitore.
<< E’ mia amica.>>
<< Oddio! Non dirlo! Mi è appena venuta l’orticaria.>>, disse Sarah facendo una smorfia di fastidio.
<< Ehi! Tu sei l’ultima persona che può criticare le mie amicizie.>>
Sarah strinse gli occhi in una fessura.
<< Questa te la concedo.>>
<< Comunque, ho come avuto l’impressione che stessi marcando il tuo territorio.>>, disse Kate sorridendo.
<< E’ bene ricordare chi sta con chi.>>
Kate avvicinò le sue labbra a quelle di Sarah.
<< Mi sembra giusto.>>, sussurrò e la baciò, << Ti dispiace, vero?>>
<< Cosa? Che tua sorella sia partita senza dirmi niente ancora una volta?>>, disse con ovvietà, << Ma infondo, cosa potevo aspettarmi?>>, fece spallucce.
 
Durante la pausa pranzo, Kate vide Marika a mensa, seduta da sola a uno dei tavolini e la raggiunse.
<< Tutto bene?>>, le chiese mentre si sedeva di fianco.
Marika si voltò verso di lei.
<< Quale onore!>>
<< Fa strano vederti qui da sola, sai.>>
<< Oggi mi va di pranzare da sola.>>
<< Quindi, ti dispiace se ti faccio compagnia?>>
<< No! Con te faccio un’eccezione.>>, rispose Marika sorridendole, << Ma piuttosto, Sarah ti ha dato il permesso? Oppure, aspetta! Ci sta ascoltando tramite cellulare o ti ha messo qualche cimice addosso.>>
<< Non è quel tipo di ragazza.>>
<< Ah già! La sopravvalutata fiducia.>>
<< Tu non hai mai avuto una relazione, vero?>>
<< No! Penso che mi annoierei.>>, rispose Marika con un sorriso malizioso.
<< Ora capisco!>>, disse Kate annuendo.
<< Cosa?>>
<< Perché frequentavi Alexis.>>
<< Come hai fatto a… >>, chiese Marika stupita.
<< Dalla tua reazione di oggi. Subito dopo averti detto che era partita, ti sei volatilizzata.>>
<< Beh, hai fatto centro, Sherlock.>>, Marika distolse lo sguardo e fissò il vassoio.
<< Ne vuoi parlare?>>
<< Non c’è molto da dire.>>, rispose Marika tirando su le spalle tornando a guardarla.
<< Fa lo stesso. Le amiche fanno questo. Ascoltano e consolano.>>, le fece l’occhiolino.
Marika temporeggiò. Poi si lasciò andare anche se con imbarazzo.
<< All’inizio è stato un capriccio. Ci vedevamo soltanto per fare sesso, perché era così che volevamo entrambe. Poi, mi sono resa conto che Alexis mi piaceva sul serio.>>
<< E gliel’hai detto?>>
<< Neanche morta!>>, precisò con decisione Marika, << Presto sarebbe ripartita e restavo comunque un passatempo. E poi, dopo che mi ha lasciata nel bel mezzo della strada, dirglielo sarebbe stata una vera e propria umiliazione.>>
<< Ti ha lasciata in mezzo alla strada?>>, chiese Kate sconcertata.
<< E’ stato il suo modo per dirmi che non voleva più vedermi.>>
<< Mi dispiace che l’abbia fatto!>>
<< Sicura di essere uscite dallo stesso utero?>>
<< Sì.>>, Kate rise.
<< Grazie, comunque.>>, disse Marika tornando seria.
<< Figurati!>>, Kate fece spallucce.
<< Intendo, grazie per avermi dato una seconda occasione. Sei la prima persona che posso considerare amica. La maggior parte delle ragazze qui, mi detesta e quelle che mi parlano, lo fanno soltanto perché sono intimorite.>>
<< Beh, grazie a te per avermi fatto ricredere. Ho scoperto che infondo non sei così male.>>, le sorrise e le fece l’occhiolino.

 
Alcuni giorni più tardi, Kate si trovò a faccia a faccia con il risultato di una scelta compiuta in un momento di profonda amarezza. E non era per niente entusiasta di affrontare una realtà che avrebbe colpito forte come uno schiaffo, la sua storia con Sarah. Ormai il suo destino era segnato e con molta probabilità anche quello con la ragazza che amava follemente.
Dopo un’ennesima giornata a scuola fatta di esami, si ritrovò seduta sulla gradinata dello stadio, a tirare le somme. Giocare nelle Warriors le aveva permesso di rendere concreta la sua passione e anche l’occasione di poter realizzare il suo sogno. E il pensiero che questo capitolo della sua vita fosse finito, le metteva un po’ di tristezza addosso. Di lì a poco, la raggiunse Sarah.
<< Ehi!>>, si sedette accanto, << Sei già preda della nostalgia?>>, strinse la sua mano in quella di Kate.
<< Un po’!>>, rispose Kate quasi con un filo di voce.
<< Beh, ti capisco. Mentre venivo, mi sono fermata un attimo in palestra ed è stato strano.>>
Kate la guardò dritta negli occhi con l’espressione più seria che avesse mai avuto finora.
<< Kate?>>, Sarah raddrizzò le spalle all’istante.
<< Sì.>>, rispose lei deglutendo.
<< Perché mi stai fissando così?>>
Kate esitò un istante, serrò le labbra, chiuse gli occhi per un attimo e quando li riaprì, erano lucidi.
<< Ho fatto una grandissima stronzata, Sarah. E mi sento uno schifo.>>
<< Ehi!>>, Sarah, preoccupata, le accarezzò il viso con la mano libera.
<< Lo sai, no? Il tempo massimo per inviare la risposta alla borsa di studio non era ancora scaduto.>>, deglutì, << E dopo aver saputo di quel fottutissimo bacio… beh, come ti ho già detto, non ci ho visto più e il giorno dopo ho detto di sì all’Università del North Caroline.>>, confessò a fatica.
Sarah si sentì impallidire.
<< Mi dispiace un casino.>>, continuò Kate con voce strozzata.
Presa da una sensazione di panico che le attanagliava lo stomaco, Sarah disse l’unica cosa che in quel momento aveva maggiore importanza.
<< Non voglio che finisca di nuovo.>>, due lacrime le scesero sul viso.
Kate istintivamente la tirò verso di sé e la tenne stretta in un abbraccio.
<< Neanche io. Troveremo una soluzione.>>, le lacrime bagnarono anche il suo viso.
 
La sera successiva si ritrovarono sedute penzoloni sul tetto di casa Davis. Le loro braccia cingevano l’una la vita dell’altra e Sarah teneva la testa poggiata sulla spalla destra di Kate. Per una buona mezz’ora, non parlarono di niente. Era come se volessero sfuggire a una verità scomoda da accettare con riluttanza.
<< Grazie per averlo detto.>>, esordì Sarah
<< Cosa?>>
<< Che troveremo una soluzione. Avevo bisogno di sentirmelo dire e tu l’hai fatto pur sapendo che non sarà così.>>
<< Li chiamerò: m’inventerò qualcosa e dirò loro che ho cambiato idea.>>
<< Non lo farai. Passeresti per una ragazzina immatura e non lo sei. E poi saresti davvero una stupida se ti perdessi un’occasione simile.>>, proseguì Sarah con un nodo alla gola, << Ho controllato il sito internet dell’università e oltre ad essere ottima, ho letto anche che ogni anno da lì escono i migliori atleti del paese. E la squadra di calcio femminile raggiunge grandi traguardi. Quindi, ti proibisco di farlo.>>, deglutì.
<< Io ti amo Sarah.>>, disse Kate guardandola negli occhi.
<< Anch’io. Per questo andrai lì.>>, Sarah fece un mesto sorriso, << Ho sempre ammirato in te due cose: la sincerità e l’onestà. E sai bene quanto me, che…>>
<< Non c’è un rimedio.>>
<< No.>>, Sarah scosse la testa.
<< Saremo ai lati opposti della costa e non potremo far funzionare le cose.>>, disse Kate.
<< Già. Forse all’inizio potrebbe anche andare: ci sentiremmo tramite Skype e ci vedremo durante le vacanze… ma quanto potrebbe durare? Poco. Perché le lezioni, gli esami…>>
<< Gli allenamenti e le partite ci assorbiranno totalmente. Più di quanto l’hanno fatto questi anni di liceo. E poi, faremo nuove amicizie e tu incontrerai sicuramente qualcun’altra che andrà pazza per quelle fossette e…>>, proseguì Kate.
<< Tu incontrerai qualcuna che s’innamorerà di te, perché accadrà… ed io la odierò pur non conoscendola.>>, ammise Sarah ridendo nervosa tra le lacrime.
A fatica, entrambe, presero coscienza della realtà che le attendeva.
<< Ti prometto che vivremo a pieno ogni momento fino al giorno prima della mia partenza.>>
<< Ci puoi giurare!>>, disse Sarah per poi baciarla.
<< Resta qui stanotte.>>
Sarah annuì con la testa e con cautela rientrò in camera di Kate passando dalla finestra. Anche lei fece lo stesso e poi iniziò a baciarla con desiderio finché si ritrovarono sotto le coperte a fare l’amore.
  
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