48 ORE PRIMA
Ero uscita dall'ospedale, avrei visto Nicholas più tardi, e dovevo dirglielo. Dovevi dirgli che andavo due anni in California per le cure alle gambe, che probabilmente quando sarei tornata a Londra lui avrebbe avuto un'altra vita e un'altra ragazza.
Mi aprì sua madre, che già lo sapeva. Mi abbracciò forte.
< E' in salotto. Mi dispiace molto Holly.>
< Grazie signora.>
Nicholas era attaccato alla televisione, ma appena mi vide mi saltò in braccio.
< Amore mio! Come stai? Dio quanto mi sei mancata.>
Scoppiai a piangere. Non ce la poteva fare. Non ce la potevo fare.
< Oddio Holly cosa c'è? Siediti qui.>
Mi sedetti sul divano. Da qualche parte dovevo iniziare.
< Nicholas, le mie gambe sono in un'orribile stato. Avrei bisogno di cure speciali, cure che a Londra non ci sono. Però ci sono in California. Nicholas, io ti amo. Ma devo andare capisci? Devo riacquistarmi le gambe.>
< Va bene, ti aspetterò. Quanti mesi starai via massimo?>
< Due anni, Nicholas.>
< No. No. No.>
Scoppiò a piangere. Piansi anch'io.
< Ti amo, più della mia stessa vita. Sei l'amore della mia vita. Ma io devo lasciarti. Io andrò in California per due anni o forse più, e tu devi rifarti una vita, una storia. Dove io non esisto.>
< No. Non te lo lascio fare da sola, vengo con te. Andiamo insieme.>
E scappai. Così, mi chiusi la porta dietro le spalle.
Lo sentivo urlare, imprecare. Io piangevo. Lo amavo, questo non era giusto. Noi eravamo destinati.
La mattina dopo preparai i bagagli, mettendoci dentro praticamente tutto l'armadio. Mio padre abitava precisamente a Newport, località caldissima con l'oceano come sfondo.
Sinceramente non ho molto da raccontare su quel giorno, piansi e basta. Mi sentivo morire, non doveva finire così. Quel giorno ruppi una mensola tirando calci e pugni in camera. Odiavo tutta questa merda, tutto.