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Autore: Yume_no_Namida    17/08/2014    8 recensioni
Sono trascorsi tre anni dalla fine del quarto grande conflitto tra ninja.
Qualcuno si è sistemato, qualcun altro è in procinto di farlo, altri ancora si trovano alle fasi iniziali, poi ci sono Kiba e Ino. Che si frequentano da un pezzo come amici (mi sembra di averla già sentita) e realizzano in un ritardo disdicevole quanto i loro stomaci avevano già realizzato: galeotto fu un rubinetto, un ‘urgentissimo’ affare di Stato da risolvere a Kumo e l’incapacità di Ino di continuare a mentirsi.
Il loto ha un profumo appena percettibile, ci vuole un intuito come quello di Yamato per svelarne la presenza.
E la destinazione.
[Kiba/Ino in divenire, note iniziali non inserite a caso!]
[Prima classificata, a parimerito con Ayumu7 **, al contest "Cosa vi assegnerà la sorte?" indetto da Mokochan sul forum di EFP e vincitrice dei premi 'Miglior personaggio maschile (Kiba)' e 'Miglior pairing (KibaIno)']
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka, Yamato | Coppie: Kiba/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Autore: Yume_no_Namida
Titolo: I fiori di loto profumano appena.
Personaggi e Pairing: Kiba Inuzuka, Ino Yamanaka, Yamato, Kiba/Ino
Genere: Sentimentale, Generale, Comico
Rating: Verde
Avvertimenti: One-shot
Introduzione: Sono trascorsi tre anni dalla fine del quarto grande conflitto tra ninja.
Qualcuno si è sistemato, qualcun altro è in procinto di farlo, altri ancora si trovano alle fasi iniziali, poi ci sono Kiba e Ino. Che si frequentano da un pezzo come amici (mi sembra di averla già sentita) e realizzano in un ritardo disdicevole quanto i loro stomaci avevano già realizzato: galeotto fu un rubinetto, un ‘urgentissimo’ affare di Stato da risolvere a Kumo e l’incapacità di Ino di continuare a mentirsi.
Il loto ha un profumo appena percettibile, ci vuole un intuito come quello di Yamato per svelarne la presenza.
E la destinazione.
NdA: A Konoha ci sono i rubinetti, li ho visti!
Partiamo da questo presupposto XD
Poi, come al solito, ci sarebbe anche del Comico ma non straborda dai lati, per cui ero indecisa se indicarlo ufficialmente o meno. Alla fine l’ho segnalato che non fa male e ti crei un’idea di cosa andrai a leggere.
Che altro aggiungere? La storia è semplice, per certi versi sperimentale, vuole risultare leggera e senza troppe implicazioni psicologiche: al contrario di quanto preannunciato sul forum ne sono soddisfatta, è pur sempre una piccoletta cresciuta da materiale vorticante e informe *quasi si commuove, oddei*
Kiba è un uomo, per cui è naturale che determinate cose sfuggano alla sua comprensione, mentre Ino è in fase di transizione, sta ancora accettando di essersi rincitrullita e ciò la irrita, la spinge a reazioni estreme. Ovviamente i contrattempi vogliono la loro parte u.u”
Ma basta, che mi sembra di stare spoilerando tutto!
Solo: si vede che Yamato deve controbilanciare il proprio dono con la sfiga XD *cosastascrivendo*
A presto, dunque, ti auguro una buona lettura!



Cosa vi assegnerà la sorteKIbaIno <3Kiba **
(Non sono bellerrimi? ** Grazie, MiZUUMi <3)





I fiori di loto profumano appena.





“Vuoi calmarti? Lascia fare.”
Ino lascia volentieri fare, avendo già testato la propria incompetenza in materia idraulica, quanto al tranquillizzarsi è tutta un’altra questione. Una questione dall’esito poco piacevole.
“Kiba, sei sicuro di saper maneggiare quel coso?”
“Cacciavite” precisa lui senza degnarla di attenzione, preparandosi a intraprendere una lunga e sanguinolenta battaglia contro la manopola del rubinetto in cucina.
“Va bene, cacciarobo. Il che non modifica la domanda: hai la più pallida idea di come accidenti utilizzarlo?”
“Perché tanta ansia, Yamanaka?”
In quel preciso istante, un colpo ben assestato col retro di quell’aggeggio demoniaco sfila via la sommità delle tubature e un violento getto d’acqua prende a invadere il lavello.
“Ah già, dimenticavo che bisogna chiudere il collegamento alla rete idrica!”
Ne rimarrà soltanto uno.
 Ino ha come l’impressione che non si tratterà di lei, né tantomeno di Kiba.




L’ansia è perché mancano meno di tre giorni alla partenza.
Perché le stupide piante dell’ancor più stupido palazzo del Raikage soffrono di un morbo apparentemente incurabile alla vigilia dell’evento dell’anno, il matrimonio di Naruto e Hinata, e lei dovrà perderselo! Perché a Kumo si rinsecchiscono quattro foglie e si prospettano futuri apocalittici.
E nessuno a cui venga in mente di prendere in mano un dannatissimo annaffiatoio.
Oltretutto dovrà viaggiare con Yamato, con Yamato e basta, l’inquietantissimo surrogato del primo Hokage, la moltitudine delle turbe psichiche di Orochimaru in provetta, d’improvviso sono tutti impazienti di partecipare alla cerimonia - per liberarsi dell’appiccicosa presenza di Naruto e delle sue pressanti richieste o per naturale indole entusiastica e aperta alla condivisione.
Mai che lo tirassero fuori al momento opportuno, il loro fervente spirito comunitario!
Così, quando i preparativi per il viaggio hanno cominciato a essere scanditi da uno snervante ticchettio gocciolatorio e lei si è vista costretta a prendere coscienza dell’ennesimo problema, un rubinetto che perde, le è toccato invocare aiuto per deviare dall’ormai prossima esplosione delle proprie psicosi.
Richiesta fortunosamente accolta da Kiba.
“Tutto ok?”, azzarda Ino, quando l’inondazione pare essere stata arginata.
“Mh”, mugugna l’altro, intento ad armeggiare con un anellino elastico dall’aspetto molto poco stabile.
Hanno trascorso parecchio tempo insieme, dopo la fine della guerra, dato che il resto di Konoha sembrava essere stato colto da una forma oltremodo acuta di Imbecillite Sentimentaloide, per cui non c’era abitante che non si fosse precipitato a confessare a un altro il proprio amore imperituro. Persino Shikamaru si era fatto incastrare da Temari!
A suo modo, certo, sbuffando e lagnandosi e con tutta una serie di maschili corbellerie d’accompagnamento che Ino non era riuscita a capacitarsi di come Temari avesse potuto non spiaccicarlo contro le porte del Villaggio con una possente ventagliata. Eppure era successo, si era legato volontariamente i polsi. Quasi contento.
Quindi erano rimasti in due, l’una impegnata a collocare un colossale macigno sugli squilibri nevrastenici di Sasuke e sull’irrecuperabile atarassia di Sai, l’altro professantesi “uno spirito ribelle che non vuole saperne di vincoli” - ma Ino aveva sospettato che il quadretto di Naruto mano per la mano con Hinata non gli fosse risultato tanto idilliaco, una sorta di micidiale calcio negli stinchi quando non direttamente sui gingilli.
A tratti lo sospetta ancora, il che basta a bloccarle la respirazione in maniera insolita; in fondo è da parecchio che si tengono compagnia a vicenda, che condividono i pensieri come le giornate...
“Che hai da guardare?”
Kiba la scruta torvo, la maglietta grondante sudore e tra il pollice e l’indice il gemello tumefatto dell’anello di poco prima.
“Niente” replica Ino, piccata per essere stata - ed essersi - scoperta con gli occhi fissi dove non si sarebbe aspettata di trovarli, avvenimento abbastanza frequente da un paio di mesi a questa parte “piuttosto, te la sei cavata?”
Un accenno di ghigno eloquente.
“Il bastardo ha opposto resistenza, ma siamo riusciti a stipulare un accordo.”
Ino non ne comprende la ragione, ma persino quando Kiba parla di oggetti e animali come fossero persone, l’impulso di sorridere è più forte e più veloce dei dubbi sulla sua igiene mentale.
Motivo principe di ansia perenne.




“E così” Kiba manda giù un onigiri* senza nemmeno masticare, provocandole una reazione a metà tra lo stupefatto e l’orripilato, “andrai a Kumo.”
Ino annuisce sospirando di rassegnazione, l’argomento non le è gradito.
“Beh, sarà piacevole, no? Sei specializzata nel trafficare con piante e roba simile.”
“Sì, Kiba” l’invisibile pugnale celato nelle sue parole è indirizzato a trafiggere la mano di lui, portata in aria a roteare con sufficienza. L’intento è privarla del moto ab aeterno “ma devo andarci con Yamato. E perderò il matrimonio.”
“Sbaglio o non ne eri entusiasta? Sasuke ci andrà con Sakura, Lee con Tenten, tutti felici tranne me, cos’è questo esasperato esibizionismo del sentimento... cito dalla fonte.”
Perché gli uomini non afferrano la differenza tra il presente dello sfogo e il passato del ripensamento?
Quelle sono state parole sue!

Adesso forse le va di andarci, a quel matrimonio, forse forse avrebbe un accompagnatore e si sentirebbe persino felice...
“Senza contare che Yamato è una presenza rassicurante e in ogni caso non dovresti subire troppo la sua presenza. Quanto credi che disti, da qui, Kumo?”
Tasto dolente.
Ino non ha intenzione di svelare la propria inettitudine geografica, non davanti a lui. Non dopo anni di onorata dissimulazione e salvataggi per il rotto della cuffia grazie a colpi di tosse inscenati ad arte, inesistenti moscerini negli occhi  e interventi tempestivi di Chouji o Shikamaru.
“Kumo dista quanto dista, non è questo il punto” tono di voce appena esacerbato e sguardo altrove.
“Ah, no?”
Kiba la conosce abbastanza da fiutare il disagio dietro quell’improvviso mutamento, la osserva assottigliando le pupille per una manciata di minuti che pare interminabile.
“No” conferma Ino, guardandolo fisso e sfidando il crescente, sotterraneo imbarazzo.
“Perciò sarai pronta a camminare per giorni sotto il sole cocente dell’Ovest, patire l’afa e assistere al lento inaridirsi della tua pelle...”
“Certo” esala lei, tremando impercettibilmente e sfiorandosi una guancia, quasi temendo si sfaldasse “per chi mi hai presa? Per il bene del Villaggio questo e altro.” E mentre lo dice non ne è davvero troppo convinta.
“Naturalmente. Vale anche il profondersi in una miriade di stronzate?”
Kiba scoppia in un riso sguaiato che a Ino suona strafottente oltre il sopportabile, lo fissa con astio e un pizzico di sorpresa.
“Kumo è raggiungibile in meno di una giornata e non ho idea di dove tu ti sia informata sul clima, dal momento che è umido e piovoso” un irritantissimo principio di lacrime gli si accumula al limitare delle palpebre “per di più bisogna proseguire verso Nord. Ti faccio un disegno?”
Ino sta per afferrare il contenitore dei nigiri e ficcarglielo su per una ben definita parte del corpo, quando un rumore attutito e cadenzato si fa strada fino alle orecchie di entrambi.
Plic.
Angosciante dubbio di Ino, terrore di Kiba.
Plic.
“Cos’è stato?”
La risposta si para loro innanzi in tutta la sua annichilente evidenza quando si spostano in cucina, dove il rubinetto ha ripreso il proprio martellante stillicidio e Kiba per poco non ha un mancamento: i lineamenti di Ino non hanno nulla di umano.
“Questo come lo spiega, sensei?”**
“Ecco” un grumo di saliva gli scende giù per la gola “è che in genere servirebbe un collante, ma ho ritenuto che col chakra...”
Hai ritenuto?
Stanno percorrendo un cammino accidentato, Kiba opta per una brusca deviazione: “Sistemo.”
Forse è per l’agitazione, forse si tratta di una spiacevole casualità o forse qualcuno, molto in alto, lo detesta a morte, fatto sta che Kiba non fa in tempo a sfiorare il lavello che un cilindro di metallo gli penzola tra le dita. Quando si volge nuovamente verso Ino avverte una serie di spaventevoli crampi intestinali che nemmeno al periodo della guerra contro Kaguya.
“... Scusa?” tenta.
“Sparisci” esala lei, e non è necessario altro perché Kiba si precipiti in direzione della porta. Poco prima che questa gli si richiuda dietro con un botto sordo, Ino soggiunge, col suo tono più mellifluo e le labbra tirate in una smorfia terrificante: “Ah, sensei del mio Sandaime?*** Per tua informazione io so benissimo dov’è Kumo, è dove abitano i Kumocosi e si discutono le Kumoquestioni. A te invece serve una mappa anche per trovare il tuo culo! E questo ha conseguenze ben più gravi” occhiata sprezzante in direzione dell’interlocutore “le ha già avute.”
Kiba non sa se sta più male per i timpani perforati dal boato dell’uscio, per essere stato esageratamente umiliato o per l’ennesima presa d’atto dell’incapacità di comprendere lo strambo essere che ha nome Ino Yamanaka.
E’ la prima volta che discutono con tanta violenza, se quella può definirsi una discussione, di parole ragionevoli lui ricorda di averne udite poche; eppure, nonostante la certezza della propria innocenza, perlomeno nelle intenzioni, avverte il bisogno di chiarire, di comprendere le motivazioni profonde. Perché se c’è una cosa che ha imparato è che una donna non si inalbera mai a caso: anche quando svalvola in maniera spudoratamente aleatoria e priva di senso, c’è sempre una ‘motivazione più profonda’. E se non ci arrivi passi guai doppi.
D’improvviso ha voglia di massacrare il primo venuto.
Merda!
Da quando l’umore di Ino ha cominciato a incidere sul suo?




Domani si parte, ma Ino si gira e si rigira stancamente sul divano, non vuole saperne niente: Kiba è uno stronzo.
Ok, magari lei ci ha preso un tantino la mano, si è comportata da posseduta con probabili manie omicide, però non è concepibile che passino due giorni senza farsi sentire, non dopo tre anni di esistenza a stretto contatto!
Non quando si è prossimi al non vedersi per un discreto arco temporale e ci si è salutati nel peggiore dei modi, eppure quell’imbecille non capisce.
Non capisce che ad averlo accanto con espressione serena al matrimonio di Hinata - la stessa Hinata che gli è stata vicino all’epoca in cui Ino ancora lo riteneva un botolo pulcioso indegno di attenzione - lei acquisirebbe sicurezza, che non è bene infierire sulle carenze di una ragazza quando per la testa le frullano certi pensieri, che Yamato sarà pure un accompagnatore impeccabile ma non è lui, non è Kiba!
E, soprattutto, non capisce di non capirne un cazzo, di tubature.
Kami.
Com’è successo? Quand’è che l’ha contratta?
Imbecillite Sentimentaloide.
Spacciata.
Un lieve picchiettare contro l’ingresso le provoca un sobbalzo, la tentazione è di fingersi morta ma ormai tanto vale, non fa alcuna differenza.
“E’ aperto”, biascica, rannicchiandosi su un fianco e aspettandosi un’ultima raccomandazione dell’Hokage, la solita visita sgradevole da parte di Sakura.
“E-ehm” un gracchio sconvolgentemente familiare.
Ino si volta e Kiba è lì, lo sguardo fermo e tra le mani un mazzo di fiori bianchi: crisantemi.
“Ecco” esita, nel tentativo di formulare un discorso adeguato “non ho ben capito le dinamiche dell’altro ieri e non sono neppure troppo sicuro di avere qualcosa da farmi perdonare...”
“Mi hai sfasciato il lavello” lo interrompe Ino, inchiodandolo sul posto.
“A parte il lavello, certo. Tuttavia non credo basti a scatenare un tale putiferio, nemmeno nella più isterica delle persone! E non sto insinuando che sia tu la più isterica” precisa, anticipando le più che certe proteste di Ino.
“Comunque, qualunque cosa sia mi dispiace” e nel dirlo prende a grattarsi il mento con l’indice, “tieni.”
Ino afferra i fiori e ne accarezza delicatamente qualche petalo, il suo animo è ricolmo di tenerezza ma il suo corpo avverte il fortissimo desiderio di bastardeggiare.
“Una giornata e mezzo per questi, ottimo. Sai cosa sono?”
Kiba risponde al sarcasmo con una tensione silente.
“Crisantemi. In Occidente si lasciano sulle salme dei defunti. Davvero una gran trovata, sensei!” non crede che rinuncerà a quel nomignolo tanto in fretta.
“Non costringermi a farti notare che qui non siamo in Occidente.”
“Inoltre” rimarca Ino, indignata per quell’accenno di ilarità trattenuta in ricordo della sua incompetenza topografica “non mi sembra che provengano dal mio negozio: favorisci la concorrenza?”
“Potresti, per favore” Kiba sbuffa esasperato, portando gli occhi al cielo “accettare e basta? Non ti faccio una sorpresa sbandierandotela sotto il naso, e una giornata e mezzo è esattamente il tempo che mi ci è voluto per individuare un altro maledettissimo negozio di fiori nelle vicinanze. Il cui proprietario, tra l’altro, mi ha assicurato che questi sono i fiori della pace.”
Ino è lì lì per cedere, Kiba è uno di quegli imbecilli che ci sanno fare. La maschera di supponenza sta per sgretolarsi in una patetica rivelazione della propria malattia.
“Oltretutto se devo starti vicino preferisco farlo prendendo delle precauzioni, ho bisogno di sapermi al sicuro.”
“Nel senso?”
 “Nel senso” geme Kiba, quasi pentito delle proprie decisioni “che non mi sento tranquillo a pensarti da sola con Yamato sulla strada per Kumo. Non che dubiti delle sue capacità, ma la tua inimicizia con la geografia è a livelli problematici...”
Ino è divisa tra l’impulso di prenderlo a schiaffi e quello di baciarlo selvaggiamente.
“Quindi ho fatto richiesta di accompagnarvi. E mi auguro che il gesto di oggi sia sufficiente a risparmiarmi contusioni non nemiche lungo il tragitto.”
Ino spalanca la bocca, notandolo indirizzare altrove le pupille in un imbarazzo privo di rossore.
“Ma” tentenna, ancora stordita “e Hinata? Si sposa, è tua amica!”
“Proprio perché è mia amica mi ha concesso una settimana di proroga” ridacchiare sommesso “a lei e Naruto non cambia nulla, dovrò soltanto fare i conti con un nuovo tipo di ostilità da parte di Hiashi per i prossimi venti anni.” un brivido inconsistente lungo la spina dorsale “E poi non volevi andarci? So parlare chiaro con le persone a cui tengo, io.”
Il cuore sta per balzarle fuori dal petto e Ino vorrebbe ridere, piangere, abbracciarlo e urlare di entusiasmo, poi chiedersi cosa sia andato storto nel proprio processo di crescita perché alla sua età si ritrovi ad avere delle reazioni da infante al parco giochi, invece resta zitta.
Resta zitta e poi ribatte, con scetticismo misurato e un’inconfondibile luce negli occhi: “Parlare? Credevo abbaiassi.”
“Questa” replica Kiba “è una cosa che avremo presto modo di verificare.”
A quel punto la messinscena cede, la stanza si riempie di risate.
“Pace?” domanda Kiba, porgendole una mano.
“Pace” accondiscende Ino, stringendogliela.
Inuzuka ogni tanto ha disdicevoli maniere da animale, non si ferma mai al momento opportuno e magari non è in grado di capirla fino in fondo, però ci prova.
Dieci, cento, mille volte.
E con le dita avvolte nelle sue, Ino non ha preoccupazioni per il futuro.
Persino Kumo le sembra meno stupida.




Il mattino seguente Konoha riposa nel soffuso chiarore dell’alba, e il capitano Yamato vorrebbe tanto potersi annoverare tra quei sonnacchiosi fortunati. Credeva perlomeno di averne tratto un vantaggio, di aver barattato bambini schiamazzanti e interminabili monologhi di Gai sulla giovinezza dell’amore in boccio con la propria parziale, confortevole libertà... sarebbe tornato da Kumo e tutto sarebbe stato finito; non vanno d’accordo, lui e le cerimonie nuziali.
Invece scruta dritto davanti a sé e ciò che vede gli dà da pensare: non fanno che battibeccare, quei due poco distanti, si rinfacciano idiozie e a tratti arrivano addirittura a spintonarsi. Eppure non si distraggono un attimo, quando per caso l’uno sopravanza l’altro, come se al mondo non ci fosse niente di più interessante che osservare una schiena - Yamato comincia a ipotizzare che sotto i vestiti si celino un neo enorme, ridicoli disegni o delle orrende cicatrici, qualcosa di ragionevolmente degno di attenzione.
Studia il contesto, concentrandosi sull’atmosfera, è a malapena percettibile ma nell’aria avverte odore di loto.**** Socchiude le palpebre, rassegnato al proprio destino: due volte su due non riuscirà a scamparla.








Note
*Dai, su, questa è facile, polpetta di riso!
**”Maestro”, giustamente Kiba si atteggia a sapientino e Ino sbrocca, inizia a sfottere u.u”
***Niente, è la seconda storia in cui Ino ce l’ha col terzo Hokage. Placatela (placatemi?)! XD
****Ho letto che i fiori di loto sono i più usati in Giappone per i bouquet matrimoniali, ergo è come se Yamato pensasse “Ucci ucci sento odor di sposaliziucci” (?). Da cui la rassegnazione finale.




Crisantemi&fiori di loto: Risparmiatemi, non sapevo in che altro modo chiamare questo angolo.
Per di più una storia scritta mooolto tempo fa si intitolava proprio “Il crisantemo e il fiore di loto” e nell’elenco sul PC è subito sotto questa, quando me ne sono accorta ho provato inquietudine - il prompt “crisantemo” me l’ha assegnato la giudicia, cavolo! E io l’ho associato ancora una volta - anche se in modo diverso - ai fiori di loto, si vede che ho delle fissazioni psichiche inconsce *sbigottimento*
L’altro prompt era “rubinetto”, mentre la citazione scelta “E per tua informazione io so benissimo dov’è la Germania. A te invece serve una mappa anche per trovare il tuo culo!”, da Bridget Jones. Dal momento che non mi andava di scrivere una AU ho trascorso qualche giorno a informarmi sulla conformazione e il collocamento delle Terre ninja, le competenze che mancano a Ino adesso le ho acquisite io *sigh* Per non parlare del “come riparare un rubinetto” digitato su Google, conosco persino i termini tecnici - ma all’atto pratico ho il sospetto che risulterei comunque penosa XD
Grazie a chiunque leggerà o soltanto aprirà per curiosità questa storia, a chi sentirà il bisogno di comunicarmi qualcosa o meno, grazie alla giudicia e in bocca al lupo alle altre partecipanti!
Alla prossima,
Yume.
  
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