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Autore: ciccina_chan    17/08/2014    2 recensioni
e non vuole assolutamente avere a che fare con il bellissimo ragazzo della porta di accanto!
Ecco questa è la mia prima fiction...spero vi piaccia!! Sennò dovrò fare fagotto e partire per mete sconosciute haha... quindi siate buoni!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Mi godevo il sole stesa sulla sdraio, mentre le urla dei bambini e i rimproveri dei genitori risuonavano nell'aria. Quella mattina ero scesa da sola in spiaggia, dato che Tadase aveva le prove, Yaya si era dileguata e Rima aveva un appuntamento con Nagihiko... il giorno prima era stato una scossa per quei due, ed ero convinta che c'era del tenero tra loro, nonostante l'aria noncurante di Rima durante le mie insinuazioni, ma ero convinta di averla vista arrossire e sorridere un paio di volte....ahh che carini erano.
Un'ombra aveva interrotto i miei pensieri, oscurando il mio amato sole
< Scusa, puoi spostarti? > avevo chiesto mentre mi mettevo a sedere sulla sdraio
< Mi scusi, credevo ti sarebbe piaciuto venire a fare una partita a pallavolo > davanti a me c'era Ikuto in costume da bagno, con il torace scolpito in bella mostra... mi ero persa nel guardare i muscoli, non eccessivi ma ben definiti, salendo a guardare la gola chiara, le labbra sottili, il naso appuntito e, infine, gli occhi che avevano il colore di mille pietre preziose
< I – io non sono molto brava …. > avevo cercato di dire, deglutendo rumorosamente
< Lo sapevo che ero meglio di te > aveva annunciato trionfalmente, con il suo sorrisetto storto, passando la palla che aveva in una mano ( che non avevo minimamente notato ) da una mano affusolata all'altra < Ah si? Dammi quella palla va! > e mi ero alzata di scatto, rubandogli la palla e correndo ridendo verso il campo da pallavolo mentre lui mi inseguiva urlando un  < Tanto vincerò io ! >.
Una volta arrivati in campo, una voce familiare ci aveva fermato < Ragazzi, state per fare una partita? > Kukai ci correva incontro, accompagnato da... Yaya?!
< S – Si > avevo detto, mentre la mia amica scuoteva la mano per salutarmi, gridando < Heeeeey Amu ! >.
< Scuate se ve lo chiedo ma.. come mai voi due siete insieme? > avevo nascosto la mia sorpresa con un sorrisetto malizioso e una gomitata scherzosa a Yaya
< Amu cosa vai a pensare?! Siamo cugini! > aveva esclamato arrossendo e sorridendo
< Mmm va bene dai ci credo haha volete partecipare anche voi? > avevo detto ridendo, rubando la palla ad Ikuto che mi aveva preso in braccio e mi aveva portato sul campo dicendo < Ragazze contro ragazzi? >
< Certo! > avevano esclamato in coro i due cuginetti, posizionandosi ciascuno in una metà del campo; Ikuto mi aveva posato a terra, e mi aveva baciato la mano < Buona partita principessa, ci andrò piano > e si era allontanato, lasciandomi lì a sfiorarmi la mano assorta.
Aspetta, aveva detto che ci sarebbe andato piano... io potevo benissimo competere in uno scontro pari, che sbruffone!
< Tesoro, usa pure tutta la tua forza, vi stracceremo! > avevo urlato verso Ikuto che, anche se mi dava le spalle, sapevo aveva inclinato le labbra in un sorriso, mentre Kukai ridendo aveva urlato < Per la palla! > battendo.
Dopo tanta fatica e sudore ci trovavamo a 15 a 10 per loro, e avevamo stabilito che avrebbe vinto la squadra che sarebbe arrivata per prima a 20 mannaggia!
Mi ero girata verso Yaya, che aveva la fronte sudata e il fiatone < Ci stanno stracciando > avevo constatato, appoggiando i palmi delle mani alle cosce
< Lo so Amu, e non vorrei darti la colpa, però ti sei lasciata scappare di mano la palla tre volte e, quando ti sei lanciata per prenderla, hai finito per lanciaremla in faccia e quasi rompermi il naso! >
avevo sorriso, imbarazzata < Scusa Yaya, è che io sono una frana in questo gioco... però non voglio farlo vincere! > avevo esclamato, guardando alle mie spalle Ikuto che parlottava con Kukai
< Che carini siete > aveva esclamato, dandomi una gomitata maliziosa sul braccio
< Yaya  > avevo mormorato, con la voce da “ Cosa stai dicendo !? Attenta che te lo spezzo davvero il naso “
< Sisi... allora, Amu ora stai sotto rete e concentrati, non pensare a quei muscoli da modello, al viso da favola e agli occhi che ti ipnotizzano okkey? > aveva detto, a voce un po' troppo alta, dato che sia Ikuto ( sorpreso e malizioso ) che Kukai ( ridendo ) si erano girati verso di noi,
< Yayaaa! > avevo urlato, mentre lei mi spingeva ridendo verso la rete.
Era vero, lui aveva tutte queste caratteristiche, e anche molto di più, però Yaya poteva evitare di urlarlo al mondo, come se fossero mie confidenze... cioè io lo pensavo assolutamente, a partire dal fisico da “ modello Abercrombie ” fino agli occhi ipnotici, ma non gliel'avrei mai detto in faccia!
< Allora, il modello è pronto a battere > aveva urlato quello spaccone, lanciando la palla in aria.
Dopo una mezz'ora, avevamo perso 20 a 16... quattro punti sono nulla dai!
C'era stato un momento memorabile poi, in cui mi ero sentita una pallavolista: la palla era alta, e neanche Yaya sarebbe riuscita a prenderla da fondo campo ( o come si chiama ) quindi avevo preso la rincorsa e saltato, allungandomi verso la palla, che avevo schiacciato nel campo avversario.
Tutti erano rimasti a bocca aperta, io compresa, che osservavo la palla sbalordita.
Il mio sguardo si era spostato automaticamente a Ikuto, che mi guardava sbalordito, neanche fossi stata Venere scesa in terra. Avrebbe potuto prendere la palla, dato che era a una decina di centimentri dai suoi piedi, ma era troppo concentrato a guardare... me!
Oddio, non aveva preso la palla perchè stava guardando me! M – E !
“ Aspetta Amu, hai fatto un salto di un metro, ci credo che ti guardava “
la mia voce interiore mi riportò alla realtà, sgonfiandomi come un palloncino...comunque non ero riuscita a trattenermi e avevo urlato < Ah – ah e voi che dite che non sono brava! > .
Ovviamente poi non avevo preso le seguenti due palle, ne avevo tirata una in testa a Kukai e un'altra sulla gamba di Yaya, facendola cadere... davvero un mito.
Una voce strafottente si era avvicinata < Ho vinto > aveva detto Ikuto, con il suo sorrisetto storto, scandendo bene le parole, prima di essere assaltato da una me stessa urlante, che gli saltò in spalla, facendolo cadere; gli avevo fatto una linguaccia e mi ero messa a correre come una pazza, evitando ragazzi e bambini che mi guardavano scocciati o divertiti, mentre Ikuto mi inseguiva agitando in aria la mano
< Se ti prendo... vendetta! > aveva urlato, prima di fare uno scatto e afferrarmi, facendoci cadere entrambi in acqua. Mi tirai su, corrucciata, ma quando lo sentii ridere ogni speranza di fingere di essere arrabbiata si dissolse, mentre ridendo continuavo a guardarlo: gli occhi riflettevano la luce del sole, ed erano pieni di una spensieratezza che non vi avevo mai visto, il viso era rilassato e, mentre rideva, una fossetta deliziosa era sbucata sulla guancia; il sorriso bianchissimo contrastava con la pelle pallida leggermente abbronzata dal sole, e i capelli erano adornati di perline d'acqua che riflettevano i colori dell'arcobaleno... era bellissimo.
Se non ci avessi trascorso l'ultima settimana, avrei creduto che fosse un angelo o una qualche specie di creatura sovrannaturale.
Persa nei miei pensieri avevo allungato un braccio, posandogli una mano sul viso. A quel contatto si era irrigidito, e aveva smesso di ridere, concentrandosi su di me. Mi ero avvicinata piano, fino a sfiorargli le labbra. Sentivo il profumo della salsedine sulla sua pelle mischiato a quel profumo che solo lui aveva.
Sentivo il calore della sua pelle nonostante l'acqua fredda.
Sentivo ogni parte del mio corpo reclamare un suo bacio, un contatto.
Sentivo il mio cuore battere fortissimo.
Mi ero avvicinata ancora di più schiudendo le labbra, e mi ero fermata di colpo.
Che diavolo stavo facendo?!
Noi eravamo amici, lui mi voleva come amica, e io? Io stavo incasinando tutto!
Mi ero sforzata di fare un sorrisetto malizioso, mentre guardavo i suoi occhi profondi e ora innocenti, e avevo assunto un tono scherzoso < Bu > avevo sussurrato, per poi alzarmi di colpo e schizzarlo con l'acqua salata.
Lui era rimasto stupito, fermo lì a fissarmi, ma poi aveva scosso la testa e si era alzato, riniziando a schizzarmi.
Eravamo rimasti così a giocare, mentre cercavo di calmare la tempesta che avevo dentro.
Lui voleva fossimo amici, io volevo stargli vicina, non avrei rovinato tutto.
  
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