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Autore: _Laine    18/08/2014    1 recensioni
Mi accarezzò delicatamente una guancia, ma già sapevo che quel tocco così leggero non aveva nulla a che fare con ciò che voleva realmente.
“Ti voglio…” la sua mano scese ad accarezzarmi il collo, per poi muoversi fino alla scollatura, ma lo fermai. “Aspetta, andiamo via di qui.”

Credevo di essere destinata ad una vita infelice e alquanto squallida. Non ero assolutamente preparata all'avventura che avrei vissuto di lì a poco; non sapevo che tutto stava per cambiare radicalmente.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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- Capitolo sedicesimo -



Dana mi accolse in casa con un abbraccio.

"Sono così felice che tu sia qui! Ma perché hai deciso di tornare così presto?"

"Perché alla fine abbiamo raggiunto l’epilogo di questa strana storia: Richard ha trovato il coraggio dire tutta la verità ai suoi genitori."

Mi sdraiai sul divano, esausta per il viaggio, mentre Dana si sedette su una poltrona poco distante.

"Peccato però, avresti potuto fare quella vita ancora per un po'..."

"A dire la verità sono contenta che sia finita, almeno da ora potrò tornare ad essere me stessa, e comunque se avessi continuato avrei finito per abituarmici, e tornare alla vita reale sarebbe stato veramente difficile."

La mia amica sembrò rifletterci qualche istante, poi decretò che avevo ragione.

"Dimmi una cosa, mio padre si è fatto vivo di nuovo?" chiesi poi, cercando di non perdere la calma.

"È stato qui praticamente ogni giorno. Ieri l'ho fatto salire e abbiamo parlato a lungo. Ovviamente non sa cosa facciamo per vivere, ma abbiamo parlato di molte altre cose. Ha detto che ha chiuso con l'alcol da diverso tempo e che non si darà mai pace per quello che ha fatto a te e a tua madre. Mi ha anche detto che lavora in un negozio di antiquariato, che la paga è buona ed ha trovato una certa stabilità. Ah, mi ha pregato anche di darti una cosa..."

Si diresse verso la sua camera,  per poi tornare con una busta bianca.

La afferrai, nonostante una parte di me mi suggerisse di stracciarla.

"Grazie, la leggerò questa sera. Ora però mi riposerò, farò una bella doccia e poi uscirò: ho una cosa importante da fare.”

 
***

Avevo il cuore gonfio dalla tristezza e sapevo che, nonostante non ci saremmo più rivisti, era necessario incontrare Adam per un ultimo confronto.

Quando aprì la porta fu chiaramente sorpreso.  "Ciao, Jill! A cosa devo questa visita inaspettata?"

"Posso entrare?" domandai a mia volta, senza far trasparire alcuna emozione.

Mi fece cenno di accomodarmi e mi sedetti sul divano.

"Non voglio rubarti del tempo, ma ho alcune cose da dirti."

Il modo migliore per togliermi quel peso dallo stomaco era dire tutto e subito, non tanto nella speranza che ricambiasse i miei sentimenti, ma perché sapevo che se volevo lasciarmi Adam alle spalle avevo bisogno di tirare fuori tutto quello che provavo.

"Ci conosciamo da diverso tempo ormai, ma recentemente mi sono resa conto di provare qualcosa per te, che va ben oltre il legame fisico che abbiamo instaurato. Mi ero persino convinta che tu provassi la stessa cosa, e l'ho fatto basandomi su alcune piccole attenzioni che mi hai dedicato, ma ora ho scoperto che non è affatto così."

Adam sembrò sorpreso da quella confessione e, prima di rispondere, pensò alle parole giuste da dire.

"Mi dispiace di averti dato questa impressione, avrei dovuto mantenere la nostra relazione esclusivamente sul piano ‘professionale’. Ma i gesti che ho fatto erano semplicemente per gentilezza e non significavano nulla di più..."

Per la prima volta lo vidi parlare apertamente in modo chiaro e sincero, e per di più sembrava davvero dispiaciuto.

"Ma dimmi, cos'è che hai scoperto?"

Gli raccontai allora di Eden, di quello che era accaduto alle Hawaii e di quanto la ragazza fosse presa da lui.

"Non so bene cosa abbia passato negli ultimi mesi e forse non lo saprò mai, ma non importa, perché tu l'hai salvata. Ha ricominciato a ridere, sorridere, scherzare e chiacchierare con tutti, mentre quando l'ho conosciuta era letteralmente chiusa in sé stessa e non parlava con nessuno. "
"Anche lei in un certo senso mi ha salvato e mi sta cambiando in meglio di giorno in giorno. Riesce a capirmi e farmi parlare, riesco ad esternare i miei sentimenti con più facilità e mi sento davvero una persona migliore."

"Per fortuna" commentai. "Una volta eri veramente impossibile da capire. Ti prego, trattala bene, è davvero una ragazza stupenda."
Allora mi alzai dal divano, chiaro segno che mi stavo congedando.

"Puoi giurarci, Jill. Tengo molto a lei, ma sappi che tengo molto anche a te, nonostante il mio modo di dimostrarlo sia stato alquanto strano."
Sorrisi, triste ma anche sollevata.

Lo salutai con un abbraccio. "Credo che questo sia un addio."

"Mai dire mai nella vita." rispose, con una punta di quella malizia che in fondo non l'avrebbe mai abbandonato.
"Certo, contaci."

Gli diedi un veloce bacio sulla guancia ed uscii senza più guardarlo negli occhi, in quei bellissimi ma ora meno incomprensibili occhi glaciali.
Ora arrivava la parte difficile. Dovevo dimenticarlo.
  
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