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Autore: Sebs    18/08/2014    2 recensioni
Dal momento in cui Sebastian Moran viene cacciato dall'esercito, crede di non avere un grande futuro davanti a sé, e non crede di averne bisogno.
Ma quando un distinto sconosciuto in Westwood gli si avvicina, tutto il suo mondo comincia a girare in senso contrario...
Chi è questo tipo? E perché sostiene di aver bisogno di lui?
Genere: Angst, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Irene, Adler, Jim, Moriarty, Quasi, tutti, Sebastian, Moran, Sebastian, Moran
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Due.
 
Sebastian Moran si prese tutto il tempo che gli serviva.
Venerdì, tornato a casa, buttò il fascicolo sul tavolo di quella che chiamava cucina, ma che in realtà era solo due fornelli e un rubinetto, si fece una doccia e poi era andato a dormire. Sentire le mani di quei tipi sulle spalle per tutto quel tempo gli aveva lasciato un senso di sporco che non sentiva da tanto tempo.
Scrollò la testa cercando di lasciar stare il suo passato, ma ogni tanto sprofondava in quei brutti ricordi e non poteva fare altro che lasciarsi trasportare.
Sabato non fece molto di diverso. Dormì fino a tardi, guardò un po' di televisione, pranzò e si preparò per uscire.
Ed in quel momento decise di leggere cosa sapeva del suo passato.
Si accese una sigaretta e iniziò a leggere. Il tipo sapeva che suo padre era un uomo molto facoltoso, e che grazie a lui era riuscito ad entrare nell'arma così giovane e senza molte difficoltà, ma che, nonostante la spintarella, era un ragazzo portato per quel genere di cose.
Aveva le pagelle delle elementari, i risultati degli esami e i giudizi delle missioni. E documenti riservati su documenti riservati che neanche lui stesso poteva vedere perché proprietà dell'esercito. Sembrava al limite tra il film horror e il comico.
Al lavoro non riuscì a pensare ad altro. Quel tipo doveva essere molto bravo con le chiavi o essere un fantasma, se era riuscito ad arrivare fino a quel punto.
Nelle carte però non si faceva parola del suo problema, né del motivo per cui era stato mandato via con disonore. C'era scritto solo "sospetta partecipazione ad atti illeciti contro la nazione". Non suonava così male detto così.
Domenica sia alzò presto, invece. La sera prima era tornato tardi dal lavoro ed era stremato, ma, abituato com'era a sfruttare le poche ore di sonno che aveva, si svegliò di buon'ora e cercò il tipo su internet.
Vicino al numero di telefono scritto a matita e sul bordo di ogni pagina c'era scritto "J. Moriarty's Web", ma su internet non c'era niente. Letteralmente niente: ogni volta la pagina diventava completamente vuota e tornava indietro in automatico. Il tipo doveva avere dei veri e propri problemi di fiducia o una buona sicurezza.
Decise che se quel tipo non l'avesse legato per polsi e caviglie e trascinato nel suo covo molto segreto da super cattivo non si sarebbe mosso dal suo appartamento. Almeno finché funzionava l'acqua calda.
Quando martedì sera, però, vide entrare nel locale dove lavorava dei tipi in completi neri, non fece altro che sospirare. A quanto pare, quel tipo si era preso anche il fastidio di cercare informazioni di routine tipo il lavoro che faceva.
Quella situazione gli sembrava così assurda che quasi iniziava a ridere.
Il telefono iniziò a squillare. -Se ha pensato che quei due tipi sono lì per lei, ci ha visto giusto. Sa, è proprio da maleducati non richiamare dopo il primo appuntamento.
Andò nel retro, per parlare al telefono evitando di essere visto da qualcuno più in alto di lui nella graduatoria del bar.
-E lei è qualche sorta di polizia della gentilezza?
-Accidenti, se non avessi già dato un nome alla mia professione, sarebbe stato perfetto. Vede, ho davvero bisogno di lei.
Le sopracciglia di Sebastian si aggrottarono. Quel tipo stava… flirtando con lui?
-Beh… io sto… lavorando al momento, quindi…
-No, non stai lavorando. Stai guadagnando qualche centesimo per sopravvivere. Io ti offro un vero lavoro.
-Solo per quel paio di cose che ho fatto nell'arma?
-Per quello, e per il tuo bel faccino. Vuoi che ti porti delle referenze, o credi di poter venire da me sulle tue gambe?
-Potresti offrirmi una cena prima di passare al piatto forte…
Sentì ridere dall'altro capo del telefono. Stava flirtando con un pazzo sconosciuto?
-Okay, allora facciamo così: appena finisci il turno, ti aspetto a quel ristorante a tre isolati verso sud da casa tua.
-Ma io stacco alle due.
-Vai a casa, ti vesti come si deve e andiamo a cena. Ti va bene?
Un ristorante aperto alle due di notte di mercoledì? Certo, come no.
-D'accordo- disse. Voleva provare quale fosse il suo limite.
L'altro attaccò, e quando tornò in sala, i damerini erano andati via.
 
Tornato a casa, si mise l'unica camicia bianca pulita che aveva e i jeans. Perché si metteva in tiro per un tipo che non gli interessava, non lo sapeva. Solo che… "Ehi, è il nostro primo appuntamento, devo essere elegante", pensò, buttando l'ennesimo mozzicone di sigaretta.
Sceso in strada non poté fare a meno di accenderne un'altra, che gettò prima di constatare che, in effetti, il ristorante era aperto, nonostante l'ora.
Entrò e trovò il tipo seduto al tavolo nel bel mezzo del locale. Era un tipo strano, ma a quanto pareva pieno di soldi.
-Benvenuto, Sebby!
-Sebastian, al massimo.
-Come siamo freddi… Allora, cosa prendi?
Ordinarono e iniziarono a mangiare in silenzio. -Non sarà avvelenato?
L'altro sorrise. -No, il dessert è avvelenato, nel caso in cui rifiuti l'offerta.
-Sembra giusto.
-Però, ascolta. Il lavoro che ti sto offrendo ti porterà a fare ciò che ami. Sparare un po' di gente, lavorare per il bene maggiore. Beh, "bene" è un concetto un po' grande.
-Ma io sono stato cacciato dall'esercito.
-Appunto, "bene" è un concetto relativo. Comunque, sarai retribuito come si deve, come un uomo della tua carica, o come dite voi imbalsamati dell'esercito. E lascerai quell'appartamentino fatiscente che chiami casa.
Sebastian fissò il piatto mentre pensava alla proposta. Non si sarebbe allontanato molto dalla nuova idea che aveva lui per giustizia. Dopotutto, era quello, essenzialmente, il motivo per cui era stato cacciato.
-Beh, se il dessert è avvelenato non potrò dire di no, vero?
-Già. Firmiamo le carte?
-Però… Dovrò essere informato di tutto ciò che concernerà i miei casi. E li accetterò solo se mi convincono abbastanza.
-Facciamo i paladini della giustizia? Una specie di Captain America inglese?
Sebastian alzò gli occhi al cielo. Quel tipo aveva la capacità di fargli saltare i nervi in pochi secondi. Alla fine se lo sarebbe trovato morto e sarà stato perché, fondamentalmente, era un idiota.
-Sì, una specie.
Prese le carte e le firmò dopo averle lette superficialmente.
-E un'altra cosa, Sebastian bello. Dammi le sigarette. Hai fumato la tua ultima sigaretta entrando qui.
  
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