APPUNTAMENTO
Lanciò l’ennesima occhiata verso la strada che dal castello portava alle rovine, battendo il piede a terra, spazientita.
Quel baka era in ritardo.
Dove si era cacciato?!
Avere una relazione lì a Kuraigana era davvero difficile, con Mihawk che si aggirava silenziosamente per il castello, incurante del loro bisogno di privacy.
Così avevano deciso di concedersi un appuntamento, come tutte le coppie normali, anche se, certo, loro di normale avevano ben poco.
E così eccola lì, ad aspettare quell’imbecille da ben venti minuti.
Strinse spasmodicamente l’asta dell’ombrellino, mugugnando infastidita, mentre la rabbia le faceva ribollire il sangue, gli occhi fissi sulla strada.
-Ehi?!-
Una voce alle sue spalle la fece voltare.
Lo trovò seduto su una roccia, a gambe incrociate, e ricambiò il ghigno che le stava rivolgendo con uno sguardo inceneritore.
-Dove ti eri cacciato?!- domandò, furente.
Si portò una mano alla testa, grattandosi la nuca con fare imbarazzato.
-Beh ecco… mi ero addormentato!- ammise, allargandosi in un sorriso per sdrammatizzare.
Aveva quel vizio di cercare sempre di sdrammatizzare. Vizio che lei proprio non sopportava.
Fu più forte di lei, un istinto incontrollabile.
-Negative Hollow!- esclamò, scagliandogli contro tre fantasmi che riempirono l’aria con la loro solita filastrocca, dirigendosi verso il petto del ragazzo, ancora immobile sulla roccia.
Non rimase a guardare la conseguenza del suo attacco ma si voltò subito e imboccò la strada che portava al castello, decisa a ignorarlo per il resto della giornata. Si fermò, però, quando nessun lamento raggiunse le sue orecchie.
Perché non lo sentiva piangersi addosso e chiedere scusa per aver osato camminare sulla loro stessa terra?!
Girò solo il busto, inclinando indietro l’ombrellino appoggiato alla spalla per liberarsi la visuale, un’espressione interrogativa sul volto. Corrugò ancora di più le sopracciglia quando non lo vide più, né bocconi per terra né seduto sul masso.
-Ti continui a dimenticare!-
La sua voce, così vicina le fece prendere un colpo. Sobbalzò voltandosi verso di lui, trovandolo a pochi centimetri dalla sua faccia, sempre ostinatamente ghignante.
-Non puoi colpire un fantasma con i tuoi attacchi!- aggiunse, tornando a sorridere come poco prima.
Sorriso che scomparve presto dal suo volto quando la ginocchiata lo raggiunse, precisa e micidiale, là dove il sole non avrebbe potuto battere nemmeno se non si fossero trovati su quell’isola sempre buia, facendolo cadere prima in ginocchio e poi carponi.
-E tu ti continui a dimenticare…- cominciò Perona, riprendendo a camminare verso il castello, soddisfatta -…che io sono l’unica che può toccarti! E, come vedi, ho altri modi per colpirti!- concluse, girandosi appena verso di lui con un sorrisetto vendicativo sul volto.
-Che… botta…- riuscì a mugugnare con voce strozzata il moro.
Già, Perona non sopportava la sua tendenza a sdrammatizzare, soprattutto se a essere in torto era lui.
E la prossima volta che avesse fatto tardi a un loro appuntamento, Ace avrebbe fatto meglio a ricordarlo.
Quel baka era in ritardo.
Dove si era cacciato?!
Avere una relazione lì a Kuraigana era davvero difficile, con Mihawk che si aggirava silenziosamente per il castello, incurante del loro bisogno di privacy.
Così avevano deciso di concedersi un appuntamento, come tutte le coppie normali, anche se, certo, loro di normale avevano ben poco.
E così eccola lì, ad aspettare quell’imbecille da ben venti minuti.
Strinse spasmodicamente l’asta dell’ombrellino, mugugnando infastidita, mentre la rabbia le faceva ribollire il sangue, gli occhi fissi sulla strada.
-Ehi?!-
Una voce alle sue spalle la fece voltare.
Lo trovò seduto su una roccia, a gambe incrociate, e ricambiò il ghigno che le stava rivolgendo con uno sguardo inceneritore.
-Dove ti eri cacciato?!- domandò, furente.
Si portò una mano alla testa, grattandosi la nuca con fare imbarazzato.
-Beh ecco… mi ero addormentato!- ammise, allargandosi in un sorriso per sdrammatizzare.
Aveva quel vizio di cercare sempre di sdrammatizzare. Vizio che lei proprio non sopportava.
Fu più forte di lei, un istinto incontrollabile.
-Negative Hollow!- esclamò, scagliandogli contro tre fantasmi che riempirono l’aria con la loro solita filastrocca, dirigendosi verso il petto del ragazzo, ancora immobile sulla roccia.
Non rimase a guardare la conseguenza del suo attacco ma si voltò subito e imboccò la strada che portava al castello, decisa a ignorarlo per il resto della giornata. Si fermò, però, quando nessun lamento raggiunse le sue orecchie.
Perché non lo sentiva piangersi addosso e chiedere scusa per aver osato camminare sulla loro stessa terra?!
Girò solo il busto, inclinando indietro l’ombrellino appoggiato alla spalla per liberarsi la visuale, un’espressione interrogativa sul volto. Corrugò ancora di più le sopracciglia quando non lo vide più, né bocconi per terra né seduto sul masso.
-Ti continui a dimenticare!-
La sua voce, così vicina le fece prendere un colpo. Sobbalzò voltandosi verso di lui, trovandolo a pochi centimetri dalla sua faccia, sempre ostinatamente ghignante.
-Non puoi colpire un fantasma con i tuoi attacchi!- aggiunse, tornando a sorridere come poco prima.
Sorriso che scomparve presto dal suo volto quando la ginocchiata lo raggiunse, precisa e micidiale, là dove il sole non avrebbe potuto battere nemmeno se non si fossero trovati su quell’isola sempre buia, facendolo cadere prima in ginocchio e poi carponi.
-E tu ti continui a dimenticare…- cominciò Perona, riprendendo a camminare verso il castello, soddisfatta -…che io sono l’unica che può toccarti! E, come vedi, ho altri modi per colpirti!- concluse, girandosi appena verso di lui con un sorrisetto vendicativo sul volto.
-Che… botta…- riuscì a mugugnare con voce strozzata il moro.
Già, Perona non sopportava la sua tendenza a sdrammatizzare, soprattutto se a essere in torto era lui.
E la prossima volta che avesse fatto tardi a un loro appuntamento, Ace avrebbe fatto meglio a ricordarlo.