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Autore: neesama    18/08/2014    0 recensioni
A volte sembra un sogno, a volte sembra reale. A volte non sembra proprio un cazzo e ci rimane di merda.
Rimane lì e pensa, pensa di continuo, anche mentre balla.
Cazzo se gli piace.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: L/Kim Myungsoo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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“ Hyung, gredi sia … sbagliato se ti piace una persona... del tuo stesso sesso?”

 

Quelle parole gli arrivano dirette al cervello, come un campanello d'allarme. Sa che non è verso di sé poiché Sungjong guarda con occhi adoranti una persona sola e non da poco tempo, ma sa anche che questo cambierà molte cose.

Cazzo.

 

Hoya non è solito a dire troppo o troppo poco, Hoya dice sempre le cose giuste al momento giusto. E proprio mentre pensa questo, non può fare a meno di pensare a cosa sia effettivamente il “ giusto” . E guarda Dongwoo.

 

Gli occhi preoccupati del piccolo, che nel frattempo gli si è avvicinato, lo distolgono dai propri pensieri e cerca, in qualche modo, di apparire più sereno possibile mentre distende le labbra in un dolce, quanto falso, sorriso.

 

“ Non so se può definirsi sbagliato o giusto. Credo però sia più importante capire se ciò che senti è sincero e profondo.” un profondo sospiro, prima di parlare, e gli accarezza la testolina castana, mentre quegli occhioni vagano sul proprio viso. E no, quella risposta non basta al piccolo e Hoya lo sa bene, dato che è più un parlare a sé stesso, per convincersi di “sbagliare” o “fare la scelta giusta”.

 

Fa un sospiro, un altro; effettivamente è il caso di gettare nel cesso i propri problemi e pensare al piccoletto. Sta per piangere, se lo sente. E' sotto tensione per qualcosa che non sa spiegarsi e lui, in qualche modo, lo deve aiutare.

Con le mani gli afferra i polsi e lo costringe ad avvicinarsi, per farlo sedere accanto a sé, in modo tale che nessuno degli altri possa sentire quello che loro due hanno da dirsi.

Non che a loro importi, insomma, dato che Dongwoo ha già acceso la tv che, poco prima, Myungsoo fissava – spenta - e con Woohyun sta pensando di giocare alla Play.

Solito loro.

 

Sungkyu invece non sembra più preoccupato dell'amico che è uscito, anzi, sta bellamente parlando degli affaracci suoi con Sungyeol, della sua ragazza, di dove la poterà l'indomani e, ovviamente l'altro gli da retta, raccontandogli della sera prima, della ragazza con cui è uscito.

 

Meglio così, sono tutti impegnati.

 

Un ultimo sguardo a tutti ed Hoya ritorna a concentrarsi sul più piccolo. Emette un sospiro, a metà tra il preoccupato ed il dispiaciuto e finalmente può provare ad aiutarlo.

 

“ Amare non è mai sbagliato, sia che sia una persona del tuo stesso sesso o meno. L'importante è che questa situazione non faccia del male a te, mhn?” cerca di essere più convincente possibile ed intanto si chiede da dove gli siano uscite quelle parole.

Anche lui, in fondo, si stava facendo del male con “qualcuno” e questa persona, invece era tranquilla. Non sapeva neanche quanto gli stesse provocando uno scombussolamento a livello mentale eppure sembrava rilassato.

Un altro sospiro, un'altra carezza sulla testolina castana del piccolo e rimane in ascolto.

“ Io non ho parlato di amore.” e Sungjong avvampa nell'affermare quelle parole, confermando al maggiore che il sentimento è proprio quello. Tentare di nasconderlo, proprio ora, sarebbe inutile.

Gli occhi di Hoya assumono una leggerissima curvatura triste, una nota grave e dolorosa, ma che tenta di camuffare ancora con quel sorriso finto di poco prima, mentre il piccolo abbassa il viso per non fargli vedere nient'altro di quel volto che sta dicendo tutto il contrario della sua affermazione di pochi attimi prima.

 

“ Non c'è nulla di cui vergognarsi nel parlare d'amore.” avvicina il viso e preme le labbra sulla sua fronte, in un gesto puramente protettivo.

E Dio solo sa come sarebbe andata a finire. Lui lo sa, o meglio, sa come vanno queste cose. È per questo che anche lui ha paura: prima di tutto per il piccolo perché vederlo soffrire sarebbe straziante, e poi per sé stesso; non è semplice affrontare qualcosa del genere, che sconvolge tutto ciò che è lui stesso. E poi ha lei, che lo aspetta per tre quarti della giornata, magari anche solo un messaggio. E poi...

 

***

 

“ Mi da al cazzo.”

 

“Ah--?”

 

“Questa merda.”

 

“Che merda--?”

 

Quanto sei coglione.”

 

La faccia più idiota e sofferente che potesse fare Woohyun, la sta facendo ora. Non ha capito con chi, Dongwoo, ce l'abbia, ma non è sicuramente quel Joystick che gli sta passando con malagrazia in mano. D'improvviso ha assunto un'espressione da stronzo e Woohyun inarca le sopracciglia, cercando di capire.

E' un po' tonto, ma anche se volesse non ci arriverebbe comunque. Dongwoo non ha detto mai nulla a nessuno dì sé, né tanto meno di quella punta di gelosia che gli si è piantata tra il cuore e lo stomaco. Tipico suo, del resto, non dire nulla o far intendere nulla.

Quella scena, però l'ha vista e si sta mangiando il fegato. Chissà perché. Intanto Woohyun parla, da solo ovviamente, e riesce a far partire il giochino con il quale, anche se a fatica, Dongwoo riesce a distrarsi.

 

“E che cazzo, era ora.”

 

Woohyun lo guarda, scrolla le spalle e fa una faccia da cretino, iniziando a giocare.

 

***

 

Si è incantato a guardarlo in viso, mentre sul proprio volto appare un dolce sorriso. Si espande sempre un po' di più, fino a mostrare quelle fossette meravigliose.

Per lui è stupendo, molto più che nel sogno. E' un po' più basso di lui, sicuramente il viso più dolce che abbia mai visto in tutta la sua vita e ha anche un nasetto piccino. L'ha visto perché ha spostato la mano, perciò può ammirarlo come gli pare e piace.

 

“Può essere, sì.”

“Però... non sembra una cosa recente, cioè... non poco tempo fa. Comunque scusami per esserti venuto addosso.”

“Camminavi ad occhi chiusi. Ti fa ancora male il naso?”

“No! No, no... mhn mi dispiace, a volte sono distratto...”

“Non preoccuparti, piuttosto sei uscito da lì?”

 

Ed il piccoletto si gira verso la porta del super market, annuendo visibilmente imbarazzato. È certo che gli toccherà spiegare per quale assurdo motivo sia uscito senza prendere nulla, ma a Myunsoo sembra non importare un bel niente.

È intenerito da quella espressione imbarazzata, sconsolata, perciò capisce che chiedere qualcosa ora, equivale a metterlo ancora più in imbarazzo.

Si limita ad accarezzargli il braccio, gesto che lui non fa quasi mai, a meno che non conosca piuttosto bene la persona, ed a sorridergli ancora una volta.

 

“Piacere, Kim Myungsoo.” esclama infine, porgendogli la mano destra. Il ragazzino sorride e tutto il resto, come il dolore al naso, la figuraccia e la brutta sensazione dei giorni scorsi, è scomparsa. Da lì ad afferrare la sua mano, rimanere a guardarlo e a sorridere, sentendo una strana sensazione impadronirsi di sé e sconvolgerlo, il passo è breve.

Poi arriva il braccio di Myungsoo che, come se si conoscessero da sempre, come se tutto fosse già successo prima di ora, gli avvolge le spalle più esili.

Nient'altro importa ora. Le mani si sciolgono, ma loro sono ancora vicini, probabilmente molto più di prima, ed il ragazzo più alto si lascia travolgere da quella dolcezza del sussurro del nome del più piccolo.

Ora sa come si chiama.

Ora può dare un nome al suo sogno.

Ora può andare insieme con lui, a fare un giro, a conoscere un po' di più quello che per lui è la cosa più preziosa che esiste.

La vita gliel'ha già sconvolta.

 

***

 

“Vorrei sapere che cazzo fa, ah-”
“Chi?!”
“Niente, niente.”

   
 
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