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3 - But
then it stopped and I was in the darkness
Con molta fatica apri gli occhi,
colpiti immediatamente da una forte luce.
Li richiudi
subito, aprendoli
appena in modo da lasciarli abituare al forte chiarore.
Il costante bip di un monitor
ti costringe a
guardare alla tua sinistra.
Sembra uno di
quegli strumenti
che controllano le pulsazioni in ospedale.
Ospedale?
Cerchi di
riacquistare lucidità
e sì, sei in un letto d’ospedale con dei piccoli
tubicini che ti escono da
entrambe le braccia.
Sono
svenuta?
Ricordi di
essere stata invasa
dal dolore nel bagno della vostra camera da letto nella casa degli
Hamptons.
Gli occhi ti si
inumidiscono al
solo pensiero ma quando cerchi di portarti le mani al volto ti accorgi
di non
riuscire.
Ti fanno male.
Hai dolori
ovunque a dire il
vero.
Come se ogni tuo
muscolo del
corpo fosse stato preso a pugni.
Senti il bip
aumentare di velocità.
Sei agitata e
spaventata.
Perche
mi fa male tutto?
Un mugugno alla
tua destra ti
fa voltare di scatto.
C’è
un altro letto accanto e
te.
Il suo occupante
pare in
procinto di svegliarsi.
Quando il suo
viso si volta verso
il tuo vorresti urlare.
Urlare il suo
nome. Urlare di
gioia. Urlare e basta.
Ma persino le
corde vocali ti
bruciano.
La
velocità delle tue
pulsazioni cardiache rischia di mandare in tilt
l’elettrocardiografo e ti
sembra che il cuore ti stia per scoppiare dal petto.
Un’infermiera
compare allarmata
davanti a te.
“Signorina,
la prego... deve
restare calma”.
Si è
messa proprio davanti a te
e l’altro letto.
Non riesci
più a vederlo e il
monitor segna che sei vicina all’arresto cardiaco.
“Ci
vuole un tranquillante”,
esclama l’infermiera ma un’altra voce le impedisce
di somministrarti alcunché.
Una voce che ben conosci.
“Kate,
guardami... Kate, tesoro
ti devi calmare, ok?”, Lanie ti accarezza il viso, fissandoti
con fermezza
negli occhi.
E nel suo
sguardo trovi
qualcosa di inaspettatamente rassicurante.
O forse non poi
così
inaspettato. È la tua migliore amica, ti fidi di lei.
“Guardami.
Respira con me”, ti
dice ancora.
La vedi prendere
dei lenti e
lunghi respiri e, come ipnotizzata, le dai retta.
Una, due, tre
volte, fino a che
il tuo battito torna regolare.
Poi
però ti ricordi del letto
accanto al tuo e ti volti verso di lui cercando di scendere e
raggiungerlo.
Ovviamente il
resto del tuo
corpo non ti segue.
“Tesoro,
ascoltami. Sei troppo
debilitata per muoverti”.
Ti senti inerme
e non ne
conosci il motivo.
Guardi di nuovo
verso l’unica
cosa certa.
Castle
è vivo, nel letto
accanto al tuo.
“Sta
bene”, ti rassicura Lanie
“Beh... diciamo che sta nelle tue stesse
condizioni...”.
Non capisci.
L’incidente...l’auto
in fiamme...
“Continua
a respirare”, ti
ammonisce intuendo la tua confusione “Riesci a dirmi qual
è l’ultima cosa che
ti ricordi?”.
Provi a parlare
ma ti brucia la
gola e nessun suono esce dalla tua bocca.
“Va
bene così, non ti sforzare,
ti sei appena ripresa...fammi solo un cenno con la testa”
annuisci e lei
prosegue “Ti ricordi che ti ho portato il vestito di tua
madre e ti ho lasciata
sola con Martha?”.
Fai segno di
sì con la testa.
“Bene”,
Lanie ti accarezza una
guancia e continua “Ti ricordi dell’incidente di
Castle con l’auto?”.
Annuisci ancora,
con le lacrime
di nuovo pronte ad uscire.
“Ricordi
di essere tornata alla
villa a cambiarti?”.
Resti ad occhi
chiusi mentre le
dai un altro sì.
“E
dopo? Ricordi qualcosa
dopo?”.
No.
L’ultima cosa che ricordi è
che sei crollata mentre ti stavi cambiando.
Scuoti la testa
mentre inizi a
piangere silenziosamente.
“Nient’altro?”,
domanda ancora,
asciugandoti le guance.
Scuoti di nuovo
la testa.
Lanie invece
annuisce a sguardo
basso, come se la sua domanda fosse solo una formalità e la
tua risposta le
avesse confermato quanto lei già sapesse.
Un altro mugolio
annuncia
l’imminente risveglio di Castle.
Lanie lo guarda
per un attimo e
poi torna a rivolgersi a te “Tesoro, abbiamo molte cose di
cui parlare non
appena si sarà svegliato anche Castle. Ma ora ti lascio
riposare ancora un
po’”.
La tua amica
cerca di
allontanarsi ma riesci a prenderle la mano, fermandola.
“Lanie”,
sussurri il suo nome
con appena un filo di voce, provocandoti una dolorosa fitta alla gola.
Sono gli occhi
della dottoressa,
ora, ad inumidirsi “Tesoro...non so proprio come
dirtelo”.
Insisti, con gli
occhi fissi
nei suoi, supplicandola di darti una risposta e di placare la tua
confusione.
Lanie si siede
con attenzione
vicino a te “Kate, da quel
giorno...dall’incidente...”, si asciuga veloce le
lacrime e con un sospiro si fa forza e quello che dice ti lascia senza
fiato
“...è passato un anno”.
Ivi’s
corner:
*tatatataaaaaan* musichetta
tipica dei colpi di scena, ahahahahahah :)
Ora, non mi
cacciate subito nel
bunker >.< non c’è nessuna hostess
incinta quindi non vedo perché vi
dovreste arrabbiare con me u.u
Alla prossimaaaaa :-**
Ivi87