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Autore: Lullaby1992    18/08/2014    4 recensioni
Bene... nel Nothing#2 i nostri personaggi si sono sistemati e tutto era finito per il meglio... ma è proprio così? è davvero tutto finito? tutti i guai?
Ovviamente no, perchè è proprio nel momento in cui ci si sente più al sicuro che succedono le cose peggiori...
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Obito Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Asuma/Kurenai, Minato/Kushina, Obito/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Nothing#2'
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Aspetto un bambino”

La notizia mi risuonò nel cervello come un gong.

Cosa voleva dire? Lo aspettava da dove? Doveva arrivare in casa? Forse allora era meglio ripulire il pasticcio che c'era in cucina...

E quando arriva? No, perché mi sa che è meglio dare una pulita alla cucina...” commentai.

Lei, per la prima da quando mio padre era scomparso ridacchiò sinceramente, con serenità.

No, caro. Non hai capito. Io sono incinta. Avrai un fratellino... o una sorellina”

Capivo il concetto di 'incinta', avevo visto alcune donne al parco giochi, con la pancia grande come se avessero ingoiato un pallone tutto intero, anche se non comprendevo il 'come' e il 'perché' della cosa.

Questa volta in cervello mi cadde nel caos.

Ma è.. è...”

Mi sedetti in terra per evitare di caderci.

No. Questo era troppo.

Sentii la mano di mia mamma carezzarmi gentile i capelli.

Piccolo mio... cosa ti turba?”

È … figlio suo vero?”

Lei comprese chi intendevo per 'suo' e annuì.

Allora non lo voglio!” dissi con decisione, sentendo le guance che mi si arrossavano per la rabbia e la frustrazione.

I suoi occhi si sgranarono di sorpresa.

E perché mai?”

Rimuginai un momento.

Perché...” cercai di raccattare tutti i termini a mia disposizione per spiegarmi al meglio.

...già io devo... affrontare la mia eredità. Per molte delle persone che incontro sono 'il figlio del traditore' non Raimaru. Non mi guardano in faccia, alcuni fanno finta di non vedermi o non mi considerano. Alcuni insegnati che prima erano gentili... ora non lo sono più.. E... io non voglio. Non voglio per me e non voglio che sia per... per qualcun altro. Già gli somiglio tanto.. troppo e poi... io... io non so come spiegarmi...” dissi cercando di tirare fuori quello che pensavo.

Credo di capire cosa intendi. Ma non sarebbe giusto rifiutare un tuo consanguineo solo per quello Raimaru”

Perché?” chiesi.

Perché lui non ha colpa”

Spiegami” dissi tentando di comprenderla, anche se forse già intuivo cosa stava dicendo.

La gente sbaglia a puntare il dito su di te, vedendo in te solo il figlio di Kakashi, senza contare quello che sei tu.

Sarebbe come se io mi mettessi a odiare te solo perché sei molto simile a tuo padre.

Ma cosa importa? Tu sei mio figlio, non solo suo e ti amo per quello che sei. Una persona vera e distinta.

Inoltre... la folla è come un branco di pecore... seguono quello che bela più forte, poco importa se dice sciocchezze o verità.

Tuo padre... ha molto di buono oltre che il cattivo.

Ha servito fino a poco fa il paese con dedizione e fedeltà... e ha sacrificato molto più di quanto la gente non sappia o non immagini. Fanno in fretta a puntare il dito e a chiamare 'traditore' la stessa persona che il giorno prima chiamava 'eroe'.

È sempre stato un ninja straordinario, e se avessi ereditato anche solo la metà del suo talento... avrai un enorme successo nell'accademia dove so che hai mandato la richiesta di ammissione” disse concludendo con un mezzo sorriso.

Arrossi di colpevolezza questa volta.

Non... non sei arrabbiata?”

No. Era naturale che prima o poi succedesse... speravo solo di avere più tempo. Raimaru... sei figlio di due ninja, e per tua sfortuna o fortuna che sia... temo che sia un mestiere che si tramanda nel sangue. Io sono nata con l'impulso della battaglia e... pure lui era come me.

Solo... due cose.

Uno. Non avere fretta. L'infanzia è una sola Raimaru e quando per ti bagnerai nel sangue di una persona che uccidi... sarà troppo tardi per ripensarci e tornare sui tuoi passi.

Quando... quando rimasi incinta di te avevo solo diciassette anni, ma avevo già ucciso molte, troppe volte. É una cosa che ti cambia la vita... forse necessaria, per il bene del villaggio e dei civili che proteggiamo... ma che ti segna nel profondo, quindi non avere fretta di arrivare a quel giorno solo per smania di raggiungere tuo padre.

Lui può aspettare”

Arrossii ulteriormente per quanto lei fosse riuscita a leggermi sin nel più profondo recesso della mia anima.

Due... la prossima volta prima di fare qualcosa avvertimi. Mi irrita quando si fanno cose alle mie spalle chiaro?”

Si mamma”

Mh, bene. Ora andiamo a ripulire la cucina”

La seguii quindi in cucina, dove iniziammo a rimettere a posto stoviglie e ingredienti.


In seguito mi parve che qualcuno avesse accelerato lo scorrere delle ore.

Il tempo volava, veloce come un falco in picchiata, mentre le mie giornate si dividevano tra la nuova scuola, che appresi era assai più impegnativa della precedente e la casa, dove aiutavo la mamma, che sembrava stare un pochino meglio, almeno moralmente, dato che capitava spesso che al mattino veniva verde in volto e doveva andare in bagno a rimettere.

Però mi disse che era normale e non era malata, e mi fidai della sua parola.

Appresi poi nel tempo, raccogliendo informazioni frammentarie qua e là che oltre a Fugaku Uchiha erano morti altri due componenti del clan, tutti e tre uccisi con sistematica precisione da Kakashi Hatake e Itachi. Le due ANBU erano troppo forti e ben addestrate... non avevano semplicemente avuto scampo.

Obito nonostante tutto difendeva a spada tratta i due, gridando ai quattro venti che, secondo lui doveva per forza esserci un motivo dietro a tutto ciò.

Sasuke invece, il fratello minore di Itachi invece la prese molto sul personale, e arrivò addirittura a guardarmi con astio, e mi divenne presto chiaro che ogni colpa la imputava e riversava su mio padre... e che quindi vedeva male anche me.

Ci misi anima e corpo in questa scuola... e presto compresi cosa voleva dire mia madre quando diceva che era inevitabile che diventassi un ninja anche io.

Ce l'hai nel sangue, sei figlio di due ninja..” era solito dire, con orgoglio e tristezza nella voce.

Ora compresi cosa voleva dire.

Dopo aver capito le basi, come fosse anche solo lanciare kunai e shuriken e ad imparare a bilanciarli nelle mani.. le esercitazioni... compresi.

Il mio corpo sembrava muoversi da solo, quasi fossero i miei stessi muscoli a insegnarmi un qualcosa di atavico sopito nel mio animo, erano loro a muoversi quasi prima del mio pensiero.

Avevo... istinto. Sentivo a pelle cosa dovevo fare e come colpire, e aggiungendo ciò all'istruzione mentale datami dal sensei affinai anche il cervello, imparando a poco a poco a impostare la mente con strategia militare e iniziare a tentare di anticipare i nemici, elaborare i problemi, e analizzare situazioni.

Mia madre mi diede molto aiuto, accettando volentieri di dibattere con me di punti che mi erano sfuggiti o dandomi punti più realistici su cui basarmi, tirando fuori eventi di sua esperienza.

Lì devo ammettere che rimasi piuttosto sorpreso.

Era sempre stata una mamma molto presente, e quando aveva ripreso servizio, da che io sapessi aveva sempre svolto missioni di seconda importanza, e vicino a casa.

Nella mia ingenuità da bambino, non mi era mai passato di mente di chiederle di più su cosa avesse fatto prima della mia nascita.

Questo mio stupore dovette trapelare a una mia domanda perché lei mi pizzicò gentilmente una guancia dicendo “Ehi marmocchio ma per chi mi hai preso?”

Ridacchiò piano “Guarda che sono anche io un jonin di alto livello... sai?”

Il mio sguardo stupito la fece ridere ulteriormente “Ma... non sei mai andata via da casa e..”

E cosa? Io assieme a Kakashi sono uscita dall'accademia con cinque/sei anni, e sono stata allieva di Minato, inoltre ho anche fatto un lungo apprendistato presso Tsunade-sama, una dei tre sennin. Sono il ninja medico più abile dopo Tsunande stessa, e una delle migliori esperte di jutsu della foglia dopo Kakashi.

Credimi se ti dico che nessun nemico oserebbe prendermi troppo sotto gamba.

Semplicemente, quando sei nato tu ho scelto di rallentare il ritmo della mia vita e uscire dalle ANBU per poterti crescere come madre.

Non volevo che mi conoscessi solo come la donna che ti ha generato e che vedevi si e no un paio di volte a settimana”

Oltre a quelle conversazioni, avrei anche voluto chiederle cosa ne pensava lei della scomparsa di mio padre, ma vedevo un tangibile velo di malinconia e dolore avvolgerla ogni volta che veniva evocato il fantasma della sua presenza, per cui esitavo a fare domande.

Però ottenni il suo permesso di andarmi ad allenare con i miei consanguinei a villa Hyuga.

Mi disse che lo avrebbe fatto volentieri lei stessa, ma dato che era incinta, preferiva evitare colluttazioni pericolose, sebbene anche solo con un principiante come me.

Rimedierò più avanti, una volta che tuo fratello o sorella che sia sarà nato” mi disse.

E questo mi aiutò ulteriormente, anche se loro si concentravano di più sull'affinare le mie capacità in quanto Hyuga, ossia lo juken e l'abilità oculare.

Ci volle appena qualche mese perché superassi i miei compagni di corso e si rendesse necessario che mi trasferissero in una classe più avanzata.

Assorbivo ogni insegnamento come un terreno da tempo asciutto raccoglie avidamente ogni goccia di pioggia.

Nel frattempo osservavo anche con curiosità sempre crescente il ventre mi mia mamma farsi ogni giorno più rotondo e voluminoso.

Una volta accettata la questione che sarei diventato il maggiore di un nuovo fratello, attendevo ora quasi con una certa ansia l'arrivo del nuovo coinquilino.

Oltre a tutto ciò legai anche di più con Naruto.

All'inizio della sua accademia sembrava davvero un caso perso. Non seguiva le lezioni, era birichino e furbastro, faceva dispetti e sembrava non capirci nulla di ciò che gli insegnati gli spiegavano.

Ma, dopo le sfuriate della madre, e viso il mio “successo” quando entrai nella scuola, sebbene lui fosse più avanti di me dato che aveva quattro anni in più, lo spronò a migliorarsi, se non altro per dimostrasi all'altezza di suo padre e non volendo essere da meno di me.

Presi l'abitudine di allenarmi anche un poco con lui, e ripassando le lezioni insieme, lo aiutai a colmare le lacune formate dagli anni precedenti dove aveva bigiato la scuola.

Anche se, non brillava mai negli esami scritti, presto compresi che lui era un tipo “fisico”. Imparava con il corpo, più che con la mente. Si affidava più a sensazioni e istinto che non ad una strategia premeditata.

E con questo iniziai quindi un nuovo capitolo della mia vita.

Anche se... l'immagine di mio padre rimase nel centro del mio cuore, dilaniata e circondata da una bufera di emozioni diverse.

Decisi che prima di riprendere l'argomento avrei dovuto parlarne con la mamma, ma non ora.

  
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