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Autore: justapunk_rock    19/08/2014    2 recensioni
Io e Andy avevamo solo qualche mese di differenza, ci conoscevamo da quando suo babbo e mia mamma decisero di frequentarsi per poi decidere di convivere. A quel tempo avevamo soltanto 6 anni ed era come avere sempre il mio migliore amico in casa con cui giocare ed ero davvero felice in sua presenza. Siamo sempre andati d’accordo, abbiamo gli stessi gusti in tutto, abbiamo caratteri tremendamente simili e persino i nostri volti si somigliano, soprattutto per gli occhi chiarissimi. Molti ci scambiavano per veri fratelli ed era divertente vedere la loro reazione quando poi dicevamo loro che non c’era nulla che ci legasse. Io invece lo vedevo sempre più come un migliore amico oltre che come fratellastro: sa tutto di me e io so tutto di lui, so che posso contare su di lui tutte le volte che voglio e viceversa. Non possiamo stare una sola giornata senza l’altro, anche perché sarebbe molto difficile evitarsi sotto lo stesso tetto.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andy Biersack, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IIII.


Un raggio di sole solleticava la mia guancia da qualche minuto, il che aveva reso impossibile continuare a dormire, così aprii gli occhi. Mi ritrovai a pochi centimetri dal volto di Andy che ancora dormiva beatamente.
Sussultai leggermente, afferrai il cellulare che avevo ancora nella tasca dei jeans e guardai che ore si erano fatte: le dieci e mezza del mattino.
Sbuffai dopo essermi accorta di non essere riuscita ad aspettato il moro, poi decisi di lasciarlo riposare ed andare a mettermi dei vestiti più comodi.
“Come mai ti sei addormentata in camera mia?” la voce roca di Andy mi fece venire i brividi e mi voltai ad osservarlo. Lo vidi sorridere leggermente mentre teneva ancora il volto sul cuscino con i capelli che ne nascondevano qualche dettaglio.
“Volevo chiederti com’è andata e parlarti dell’uscita con Oliver.” Sorrisi leggermente in imbarazzo iniziando poi a giocare con il piercing. Lui si fece improvvisamente serio e si alzò a sedere lasciando che il leggero lenzuolo lasciasse scoperto il suo petto nudo.
“Ti ha fatto del male?” il suo tono di voce era serio e preoccupato.
“No, tranquillo… è andato tutto a gonfie vele. Allora, che ha detto la donna?” tornai a sedermi sul letto vedendo Andy sorridere a 32 denti.
“Stasera verrà in studio con noi per sentire qualche canzone. Se le piaceranno… il contratto sarà nostro!” urlai di felicità e mi buttai sul moro abbracciandolo il più forte possibile mentre lui si mise a ridere.
“E tutto questo affetto da dove viene fuori?” chiese ancora ridendo. Mi allontanai leggermente arrossata e risi anche io.
“Beh, devo un po’ arruffianarmi, almeno se diventerete famosi mi porterai in tour con voi!” mi tirò un cuscino in faccia attirandosi lo stesso gesto da parte mia.
“Vuoi venire anche te stasera?” spalancai gli occhi per lo stupore e non persi altro tempo per accettare l’invito.

“Con Oliver dove siete andati dopo essere usciti dal pub?” chiese tornando serio e alzandosi dal letto. Indossava soltanto dell’intimo nero, e rimasi per qualche secondo imbambolata ad ammirare il suo corpo.
“Alissa?” mi rivolse un’occhiata confusa e scossi la testa. Non potevo mettermi a sbavare per il corpo del mio fratellastro.
“Mi ha riportata a casa..” avrei voluto dirgli del bacio, ma avevo paura della sua reazione.
“Non ti ha baciata? Non è successo nient’altro?” intanto si mise una maglia aderente nera ed io raccolsi tutto il coraggio che avevo e sputai tutto.
“Mi ha baciata.”

Silenzio. Andy si era bloccato a fissare la finestra dandomi le spalle. Notai le sue grandi mani stringersi in due pugni che non promettevano nulla di buono.
“Buon per te. Adesso devo andare da Christian, ci si vede.” Senza nemmeno guardarmi in faccia uscì dalla camera lasciandomi sbalordita.
Mi aspettavo una sfuriata, una raccomandazione, una presa in giro, qualcosa, ma non che se ne andasse senza dire niente a riguardo.

Feci una doccia veloce e mi misi i primi panni che trovai nell’armadio per poi scendere e trovare mia mamma indaffarata a preparare il pranzo.
“Alissa, sai per caso dove stesse andando Andy? Sembrava abbastanza nervoso.” La donna si voltò preoccupata verso di me attendendo una risposta.
“Ha detto che andava da Christian.” Le sorrisi leggermente e poi decisi di buttarmi sul divano a guardare qualche programma, fino a quando sentii il cellulare squillare nella tasca dei calzoni della tuta.

“Andy?” Risposi accettando la chiamata.
“E’ la signorina Alissa?” una voce mai sentita prima rispose dall’altro capo del cellulare, dove invece mi aspettavo di udire quella roca del moro.
“Sì, come mai mi sta chiamando dal cellulare di mio fratello?” mi alzai dal divano e iniziai a torturarmi il piercing al labbro con la mano libera.
“Suo fratello ha fatto un incidente, abbiamo chiamato l’ambulanza e il suo numero è il primo che ho trovato in rubrica.”

Il cuore batteva all’impazzata. Non riuscivo più a connettere i pensieri, e tanto meno le parole.
“Cosa?” le lacrime iniziarono a vacillare sui miei occhi, la voce si fece fragile e i respiri corti.
“Lo stanno portando al St. Nicholas, lo raggiunga lì e le spiegheranno tutto.” Riattaccai la chiamata e avvisai mia mamma che appena riuscì a comprendere il tutto spense i fornelli e prese le chiavi della sua vettura dal tavolino.

“Cos’è successo ad Andy?” arrivata al corridoio che mi avevano indicato mi precipitai dai dottori che erano lì fuori.
“Il ragazzo stava guidando ad una velocità molto elevata. Ad uno stop è stato travolto in pieno da un’altra vettura.” Disse l’uomo sistemandosi gli occhiali sulla testa e osservandoci.
“E come sta?” Amanda iniziò ad agitarsi sul serio e la sua voce iniziava ad essere spezzata dal pianto.
“Si è rotto due costole, un braccio ed ha dato una forte botta con la testa sul finestrino che gli ha causato vari tagli. Momentaneamente non sembra nulla di grave, potrete andare a trovarlo non appena l’operazione sarà terminata e si sarà svegliato, ma solo una alla volta.” Tirai un respiro di sollievo e mi accostai ad un muro, scivolando lentamente a sedere.

Appena i miei respiri tornarono ad essere regolari decisi di avvisare gli altri con un sms, ed in meno di 20 minuti erano tutti e quattro in quel bianco corridoio a farmi compagnia.
“Mamma, se vuoi ti chiamo appena si sarà svegliato. Che ne dici di andare a casa ad avvisare Rob?” La donna ci pensò un po’ su per poi annuire e raccomandarmi di chiamarla subito appena avessi avuto delle notizie.

Il tempo passava. I dottori andavano avanti e dietro per quel corridoio. Ma di Andy non ce n’era l’ombra.
Mi sentivo terribilmente in colpa. Lo avevo fatto innervosire e per colpa mia è finito per andare a schiantarsi contro un’altra macchina.
Ciò che non riuscivo a spiegarmi era come mai avesse avuto quella reazione così esagerata, come mai non si fosse sfogato con me a parole invece di rischiare di perdere la vita.

Il rumore di una porta che si aprì con violenza mi portò alla realtà facendomi accorgere che mi stessi conficcando le unghie nei palmi della mano.
Una barella uscì dal corridoio che portava alla sala operatoria e si infilò nella camera accanto a dove ci eravamo messi a sedere noi.
Intravidi i i lunghi capelli corvini del ragazzo ed il suo viso pallido e pieno di bende.
“Com’è andata l’operazione?” Ashley balzò in piedi davanti al dottore che sorrise soddisfatto.
“Siamo riusciti a rimuovere tutte le schegge di vetro dal volto ed è tutto apposto. Due settimane e potrà essere fuori di qui.” Tirammo un sospiro di sollievo e anche Purdy tornò a sedersi vicino a me.

Mi affacciai dalla finestra che dava sulla stanza di Andy e sbirciai tra le tapparelle: era stato adagiato su un letto con degli immacolati lenzuoli bianchi. L’unica cosa che spiccava lì dentro erano i ciuffi neri dei suoi capelli che gli ricadevano dolcemente sul viso. Avevo una voglia pazza di chiedergli scusa, di sentire come stava e di capire il perché della sua reazione, così tanto che i secondi iniziavano a sembrarmi ore.

“Hey Ali… ma cos’è successo prima che partisse di casa?” Ashley si voltò verso di me scrutando il mio volto visibilmente preoccupato.
“Lui mi ha raccontato dell’incontro con la donna dell’etichetta discografica di ieri ed io… dell’uscita con Oliver. Gli ho detto che mi ha baciata ed è sembrato subito particolarmente nervoso. Non mi ha detto nulla e se n’è andato.” Il suo volto si trasformò in un’espressione alquanto disperata e tornò ad appoggiare l’intera schiena sulla sua scomoda sedia.
“Come mai quella faccia?” se lui sapeva qualcosa in più, avrei dovuto saperlo anche io, a tutti i costi.
“Niente, ho paura che se la sia presa per il fatto che pur avendoti ripetuto più volte di non frequentarlo… tu non lo abbia ascoltato.” Si grattò distrattamente un braccio e mi sorrise amaramente.

Forse aveva ragione, avrei dovuto ascoltarlo per una volta. Ma infondo non mi aveva fatto nulla di male. Non ancora. E sapeva che se lo avesse fatto non avrei esitato a chiamarlo.
Mi massaggiai le tempie con entrambi gli indici cercando di capire qualcosa di quel caos che si era creato.

“Ragazzi, si è svegliato. Potete iniziare ad entrare.” Dopo circa quattro ore passate seduta malamente sulle sedie scomode di quell’ospedale, un’infermiera ci diede la buona notizia, scacciando via tutti i pensieri che non avevano smesso di tormentarmi per un secondo.
“Entrate prima voi, io avviso mia mamma.” I ragazzi annuirono e iniziarono a fare a turno per entrare dal moro.
Mentre attendevo l’arrivo di Amanda, iniziai a sbirciare di nuovo Andy dalla finestra.
Sembrava triste. Sorrideva, ma non emanava la sua solita allegria che mi contagiava sempre. Gli altri gli parlavamo di chissà cosa e gli davano amorevoli pacche sulle spalle, abbastanza leggere da non recargli dolore.
Fu proprio dopo qualche minuto che era entrato Ashley che il cantante si girò verso di me, incrociando il mio sguardo e facendomi rimanere senza fiato. I suoi occhi erano spenti, più profondi e freddi del solito. Ma trasmettevano dispiacere e tristezza.
Quelle emozioni mi provocarono un lungo brivido sulla schiena. Scossi la testa e tornai a guardare il corridoio, scorgendo in lontananza Amanda e Rob avvicinarsi.

 

E non sono morta nemmeno questa volta!
Sono un bradipo, lo so. Ci ho messo una settimana per scrivere sto capitolo perché non sapevo proprio come svilupparlo... ma mi ci sono un po' impegnata e questo è quello che ne è uscito. Scusate se fa schifo :(
Comunque Andy è nei guai, uh!

Alla prossima e spero non vi siate scocciate di attendere sempre i miei capitoli :c 

justapunk_rock

 
   
 
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