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Autore: Dangerina15    19/08/2014    1 recensioni
Avevo affrontato centinaia di battaglie, avevo visto scene orribili ma...quel giorno sembrò segnare un nuovo inizio, un inizio che avrebbe cambiato per sempre le sorti della mia vita...Mi chiamo Joe e la mia, anzi la nostra storia comincia in quel torrido giorno del 1248 a.C...
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV JOE


Dovevamo trovare il modo di uscire da palazzo e dovevamo trovarlo in fretta. Aprii cauto la porta e mi affacciai sul corridoio, controllando che né membri della famiglia reale né servi si trovassero in giro per i corridoi proprio in quel momento. Cosi tornai da Esione e delicatamente la misi a cavalcioni sulle mie spalle; portarla in braccio sarebbe stato troppo faticoso per entrambi e avrebbe rallentato solo l'operazione così come farla camminare; fare uno sforzo così grande avrebbe solo peggiorato le sue già cattive condizioni.
<< Dobbiamo raggiungere...i giardini.>> esordì Esione con una voce debole.
<< Non ti sforzare, piccola.>>
<< Ascoltami, invece...a quest'ora mio fratello sarà impegnato ad attuare una nuova strategia per lo scontro di domani contro i Greci e si troverà sicuramente nella sala riunioni, ben lontana dai giardini. Vicino all'albero dove ci siamo allenati vi è un passaggio nascosto...>> continuò lei respirando affannosamente. Dovette fermarsi per riprendere fiato e darmi le ultime indicazioni. << Dovrebbe condurci direttamente in città...>> concluse. Così, senza perdere ulteriore tempo, sgattaiolai fuori dalla sua stanza e, con un passo spedito ma controllato, scesi le scale e mi avviai velocemente verso i giardini. Per strada sentii i passi di qualcuno che avanzava nella nostra direzione; non dovevamo essere visti da nessuno. Mi nascosi dietro una parete che faceva ad angolo e lasciai che l'individuo misterioso attraversasse il corridoio indisturbato. Non appena scomparve, ripresi il cammino verso l'esterno. Le condizioni di Esione sembravano peggiorare; aveva cominciato a tossire ripetutamente e continuava a tremare come una foglia. In men che non si dica, attraversai tutto il palazzo fino a giungere il luogo indicatomi dalla principessa. Mi avvicinai all'albero che aveva visto ripetuti allenamenti di battaglia lontani dalla famiglia reale e lì Esione, alzando debolmente il braccio, mi indicò una parete piena di rampicanti; mi fece cenno di spostarli e lì si materializzò una porta di legno piuttosto malconcia, segno che non veniva utilizzata da molto tempo. La spinsi lentamente per evitare di far rumore e quando fummo all'interno del passaggio, richiusi la porta alle mie spalle e cominciai a correre alla cieca, sperando di vedere presto l'uscita. Il luogo in cui avevo deciso di condurre la mia amata era un luogo sicuro e non lontano dal palazzo; era una famiglia di umili origini ma con grande senso di onore, umiltà e bontà. Più volte, durante le nostre passeggiate, mi aveva parlato molto di Asterios e di sua moglie Polissena, ma soprattutto di come avesse stretto amicizia con la loro figlia, Briseide; non avevano molte occasioni per incontrarsi ma la loro amicizia restava salda e forte. Briseide era un'esperta di cure mediche e soltanto lei avrebbe potuto aiutare Esione e tenere al sicuro il nostro segreto. Finalmente riuscii a intravedere la luce del giorno e l'uscita di quel passaggio, così mi diressi immediatamente alla casa di Asterios. Quando giunsi, affaticato per la corsa, vidi sull'uscio della porta una ragazza dai capelli scuri, intenta a sistemare delle piantine. Le corsi incontro, facendola spaventare.
<< Chi sei?>> mi domandò in fretta.
<< Tu sei Briseide? La figlia di Asterios e Polissena?>> chiesi respirando affannosamente. Lei, sorpresa del fatto che conoscessi i nomi dei suoi genitori, mi fece cenno affermativo.
<< Devi aiutarmi.>> ripresi, poggiando a terra il corpo di Esione e prendendola in braccio, svenuta. Briseide sgranò gli occhi nel riconoscere che la sua amica giaceva esanime tra le mie braccia.
<< Cosa le è successo?>> disse preoccupata.
<< E' una lunga storia che ti racconterò, ma adesso, ti prego, salvala.>> la implorai con le lacrime agli occhi. Lei non si perse in chiacchiere; mi fece entrare in casa e adagiare Esione sul suo letto, in maniera tale da poter esaminare la ferita che aveva macchiato la sua veste di sangue. Eseguì delle procedure particolari, che non avevo mai visto usare ad Esione: la cosparse di un unguento simile a quello che aveva realizzato lei ma di un colore diverso; poi le ricucì lentamente la ferita per evitare di infettarla ancora e la bendò con delle garze. Le poggiò sulla fronte una pezza bagnata e la coprì con una coperta di lana, così da riscaldarla. Poi si avvicinò a me.
<< Andrà tutto bene, Esione è forte e tenace. Se la caverà con qualche giorno di assoluto riposo.>> mi disse Briseide sorridendo. Le ricambiai quel gesto e la ringraziai con tutto il cuore.
<< Ma adesso dimmi, chi sei e perchè Esione aveva quella brutta ferita?>>. Le raccontai per filo e per segno la nostra storia, quello che Esione aveva fatto per difendere il suo popolo e ciò che Ettore e la sua famiglia non sapevano.
<< Devi promettermi di tenere questo segreto per te. E' già un miracolo che Ettore non si sia accorto che la sorella fosse ferita.>> sospirai.
<< State tranquilli. Con me il vostro segreto è al sicuro.>>
Il tempo trascorso in casa di Briseide non mi fece notare il fatto che fosse arrivata la sera e che era giunto il momento di tornare a palazzo. Così mi diressi da Esione, caduta in un profondo sonno, e cercai di prenderla in braccio per riportarla indietro ma Briseide mi fermò.
<< Non puoi ripotarla a palazzo, Joe. E' troppo debole per sopportare un altro viaggio e poi devo occuparmi personalmente di lei. Ha ancora bisogno di cure mediche, deve rimanere qui.>> rispose lei. Sgranai gli occhi; così facendo Ettore avrebbe scoperto tutto e non riuscivo neanche ad immaginare cosa sarebbe successo poi. Cercai di dissuadere Briseide da quelle parole ma inutilmente: Esione doveva rimanere con lei.
<< D'accordo. Verrò a portarti cibo e ingredienti per le tue cure ogni sera al tramonto e vedrò di tenere Ettore e la famiglia di Esione il più lontano possibile dai luoghi frequentati dalla principessa.>> risposi sospirando; non avevo altra scelta se non proteggere il suo segreto a costo di farmi punire da colui che mi aveva trattato come uno di famiglia. Mi avvicinai ad Esione, le accarezzai la guancia dolcemente e le sfiorai le labbra con un bacio quasi impercettibile. Salutai Briseide e mi diressi a palazzo, pronto a difendere colei che amavo anche da coloro che le erano più vicini.


POV ESIONE


Mi svegliai di soprassalto, completamente bagnata di sudore, respirando affannosamente; avevo fatto un sogno orribile e per la paura avevo gridato, svegliandomi completamente. Sentendo le urla, Briseide si precipitò da me, preoccupata per cosa stesse succedendo, quando mi vide seduta sul letto con gli occhi sgranati.
<< Dove sono?>> mi chiesi perplessa. << Cosa ci faccio qui?>> continuai terrorizzata. Briseide corse ad abbracciarmi, facendo calmare l'agitazione che man mano cresceva dentro di me.
<< Sta calma, Esione, va tutto bene, sei al sicuro.>> rispose con una voce calma e tranquilla. Solo allora capii chi avevo accanto, cosi mi voltai a guardarla, sorridendo.
<< Briseide...sei tu?>>
<< Si, cara, in carne ed ossa.>> rispose lei ricambiando il sorriso ma non potè abbracciarmi perchè una fitta al fianco mi fece sdraiare nuovamente, dolorante. Briseide, tempestivamente, slacciò la garza che mi teneva stretta la ferita,ormai cicatrizzata ma molto arrossata, e vi passò un unguento giallognolo per poi rifasciarmi con le garze.
<< Da quanto tempo mi trovo qui?>> chiesi alla mia amica.
<< 4 giorni...hai dormito parecchio.>> rispose lei sorridendo. Non potevo crederci; ero li da 4 giorni e non avevo fatto altro che dormire!
<< Dov'è Joe? Devo parlare con lui.>> ripresi cercando di alzarmi dal letto ma Briseide mi rimise a sedere.
<< Sta bene, non preoccuparti. E' giorno, sarà fuori sul campo di battaglia insieme ai tuoi fratelli.>>
Mi sorpresi a quelle parole; Paride sul campo di battaglia contro i Greci?
<< Come...i miei fratelli?>> domandai perplessa.
<< Sono successe diverse cose in questi giorni, Esione.>> esordì il mio medico, mettendosi a sedere; cominciò a raccontarmi di come Paride avesse deciso di mettere fine a questa guerra sfidando personalmente Menelao, cosi che il vincitore avrebbe finalmente conquistato Elena. Mi disse anche che Ettore aveva tentato di dissuaderlo ma, cosi come era successo la prima volta, anche in questa occasione il tuo tentativo fu vano; Paride era testardo più di un mulo e quando si metteva in testa una cosa nessuno riusciva a fargli cambiare idea. Mi disse che Paride aveva mandato un messaggero all'accampamento acheo per definire la data dello scontro.
<< Per quando è stato fissato il duello?>>
<< Oggi.>> mi rispose seria Briseide. Sbarrai gli occhi incredula; anche se ero arrabbiata con lui, questo non significava che avrei perso mio fratello per mano di un greco. Menelao era spietato e Paride non era in grado di fronteggiare un avversario così tremendo; dovevo tornare a palazzo e scendere in campo per assistere personalmente al duello, forse insieme a Joe avrei potuto fare qualcosa per fermare questo suicidio. Mi alzai di scatto, scendendo dal letto con una mano sul fianco; mi reggevo a stento in piedi ma non potevo restarmene lì con le mani in mano.
<< Dove pensi di andare?>> mi disse Briseide arrabbiata.
<< A salvare la mia famiglia.>> le risposi fredda. La ringraziai per tutto, per avermi curata ed accudita ma era giunto il momento di tornare in azione, ne valeva della vita di Paride.


POV JOE


Ettore e Paride erano particolarmente in tensione. Ero riuscito, in un modo o nell'altro, a tenergli nascosta la verità su Esione e sul fatto che da ben 4 giorni si trovasse da Briseide; sapevo che era in ottime mani e che finchè fosse rimasta lì sarebbe stata al sicuro. Quello che mi preoccupava era il duello che Paride avrebbe affrontato quella mattina; non sarebbe stato affatto facile per lui vincere contro un avversario come Menelao, che sapevo non avrebbe avuto pietà di un ragazzo appena ventenne. Mi avvicinai ad Ettore.
<< Stanno per arrivare.>> gli sussurrai indicando la folla di soldati che avanzava nuovamente verso di noi.
<< Spero solo che mio fratello sappia quello che fa.>> rispose Ettore preoccupato; sapevo che avrebbe difeso il fratello in qualsiasi modo ma avrebbe dovuto lasciare inizialmente che Paride conducesse il gioco. Tornai al mio posto aspettando il da farsi quando improvvisamente qualcuno mi prese la mano. Mi girai di scatto, sorpreso da questo gesto e mi ritrovai Esione che, con una piccola smorfia di dolore, mi sorrideva.
<< Cosa ci fai qui?>> le sussurrai. Lei mi zittì e indicò l'esercito avversario.
<< Non possiamo permettergli di uccidere mio fratello. Dobbiamo fermarlo.>>
<< Non c'è modo di poterlo fermare. Ettore interverrà non appena la situazione sarà insostenibile.>>le risposi serio.
<< Vado a parlare con lui.>> disse con fermezza ma la fermai da un braccio.
<< Esione, ti prego, non fare mosse azzardate. Dobbiamo solo aspettare.>> ripresi stringendole la mano. Una lacrima le scivolò sulla guancia e si voltò dall'altra parte, vedendo che l'esercito nemico era giunto a pochi metri da noi e i suoi fratelli si avviavano lentamente verso Agamennone e Menelao. In poco tempo avremmo saputo se la sorte e gli dei ci erano stati propizi o se quel momento fosse l'inizio della fine.
  
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