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Autore: fra_piano for ever    19/08/2014    4 recensioni
La vita a volte può essere complicata e particolarmente difficile. Questo i ragazzi dello Studio On Beat lo sanno bene perchè ciascuno di loro quotidianamente si confronta con una realtà più o meno dura e la affronta nel modo che ritiene più giusto. Quest'anno, però, sembrano tutti intenzionati a raddrizzare un po' le cose e a migliorare la propria situazione. Piano piano i protagonisti impareranno a leggere tra le righe del cuore e comprenderanno che, nascosti nel profondo, tra disperazione e dolore, si trovano ancora amore e speranza.
Pairings: Leonetta, Pangie, Diemilla e altri
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angie, Leon, Pablo, Un po' tutti, Violetta
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Federico finì velocemente di mangiare il gustoso hot-dog che aveva ordinato e che costituiva il suo pranzo. Davanti a lui, Dj tirava di tanto in tanto un morso ad un enorme trancio di pizza, immerso nella contemplazione del suo nuovissimo e costosissimo cellulare. Entrambi i ragazzi indossavano vestiti di marca e avevano un'aria spavalda e quasi annoiata che li faceva sembrare già da lontano dei viziati, probabilmente figli di qualche personaggio influente nella città di Buenos Aires. Ed era proprio così: Federico e Dionisio, detto anche Dj, Juárez erano due gemelli italo-messicani, figli di un gioielliere e di una proprietaria di un'importante farmacia. I due venivano esauditi in ciascun loro desiderio e col tempo avevano finito con l'annoiarsi di quella vita piena di ogni lusso e avevano cercato vari modi, non esattamente appropriati, per svagarsi e ammazzare il tempo. I genitori, preoccupati della piega che avevano preso le vite dei loro ragazzi, avevano deciso di farli studiare allo Studio On Beat, la scuola di musica piú prestigiosa di tutta la cittá. Ben conoscendo la passione dei figli per il canto e il ballo i due avevano creduto che l'iscrizione in quel posto avrebbe potuto porre un freno alle loro sregolate abitudini. Mai speranza era stata piú vana! I due gemelli erano fin troppo furbi e riuscivano sempre a trovare un modo per infrangere le regole. Innumerevoli volte Pablo li aveva richiamati ed altrettante erano finiti in presidenza da Antonio, accompagnati da un furioso Gregorio, al quale usciva il fumo dalle orecchie per la rabbia. Tuttavia i rimproveri e i castighi non funzionavano a dovere con loro: un attimo prima i fratelli Juárez apparivano sinceramente pentiti e subito dopo tornavano a combinare guai ancora piú grossi. I genitori, ormai disperati, non sapevano piú cosa fare con loro. "Che ne dici di andare al parco?" Domandò Federico, prendendo ad osservare l'enorme orologio a muro del locale dove si erano fermati a pranzare."E me lo chiedi? Certo!" Esclamò subito Dj, terminando la sua fetta di pizza in fretta e furia. I due gemelli si alzarono in contemporanea e lasciarono velocemente il locale. Mancava solo mezz'ora alle tre. Se volevano arrivare in orario alle lezioni pomeridiane allo Studio dovevano affrettarsi. Dopo neanche dieci minuti Federico e Dj erano giunti davanti ai giardini comunali, il luogo di ritrovo di tutti i giovani di Buenos Aires. A parere dei due Juárez quello era il posto migliore per divertirsi e, soprattutto, per rimorchiare le ragazze piú carine della città e perció erano dei frequentatori abituali del parco. Federico e Dj si diressero subito verso la gelateria posta sulla destra e circondata da una miriade di panchine dove coppie di innamorati si scambiavano tenerezze e  bambini stanchi si riposavano dopo i loro giochi, osservati attentamente dai genitori. I due gemelli ordinarono due coni gelato enormi e stavano proprio per sedersi quando due ragazze dal volto a loro ben noto attirarono la loro attenzione. "Hei! Ma quelle non sono la Torres e la Cauviglia?" Domandó infatti Dj. "Hai ragione!" Esclamó Federico, riconoscendo le due compagne dello Studio On Beat. "Non sono affatto male in effetti..." Osservó il bruno. "Già, non mi dispiacerebbe provarci con una di loro..." Mormoró sottovoce il castano. "Hei ragazze!" Esclamó poi per farsi notare dalle due. "Ciao..." Salutarono timidamente quasi in contemporanea Francesca e Camilla. I guai combinati dai gemelli Juárez erano ben noti allo Studio e le giovani avevano cercato sempre di tenersi lontano da loro, specialmente la rossa che si infastidiva non appena li vedeva. La Cauviglia, invece, era sempre stata affascinata da Federico ma non aveva mai avuto il coraggio di avvicinarglisi, ben conoscendo la sua reputazione di Don Giovanni. Intimidite dal comportamento fin troppo spavaldo dei due, le amiche stavano per andarsene quando Dj propose loro di prendere un gelato. "Non possiamo. Tra poco riprendono le lezioni allo Studio e se non ci sbrighiamo arriveremo in ritardo." Declinó l'invito Camilla. "Potremmo fare la strada insieme." Affermó il castano scompigliandosi il ciuffo. Camilla e Francesca si guardarono poco convinte, ma rifiutare sarebbe stato scortese, perció, seppur controvoglia, accettarono. Federico si affiancó a Francesca, cominciando a discutere con lei del piú e del meno, mentre Camilla e Dj rimasero un piú indietro. "Non ce la vedo bene la tua amica..." Mormoró scuotendo la testa il bruno. "Che vuoi dire?" Domandó la Torres. "Intendo che quando Federico decide di rimorchiare una ragazza non si arrende fino a quando non ci riesce..." Spiegó Dj. "Proprio tu vuoi fargli la morale! Ma se tu sei il primo a comportarti come un Don Giovanni!" Esclamó la rossa piuttosto alterata. Non sopportava coloro che non sapevano riconoscere i loro errori e invece incolpavano gli altri di comportarsi nel modo sbagliato. "Hai ragione, ma io non sono come mio fratello... Sfortunatamente" Dj scosse la testa sconsolato. Già, lui non era come Federico. Gli sarebbe piaciuto esserlo, ma purtroppo non era cosí... A lui dispiaceva ingannare le ragazze fingendo di essere interessato a loro solo per poter vantare una reputazione da rubacuori. Imitava il comportamento del fratello solo per cercare di farsi notare, di essere accettato. Federico era quello forte, quello bravo nel canto e nel ballo, quello bello, insomma il castano era sempre migliore di lui, in tutto. Allora Dj, consapevole della sua inferioritá, si limitava a vivere all'ombra del gemello, sperando di poter diventare come lui in futuro. Non passava giorno in cui non si maledisse per la sua debolezza, ma continuava a comportarsi in quel modo, appoggiandosi al fratello. Nessuno aveva mai sospettato nulla. Tutti credevano che lui fosse la fotocopia di Federico in quanto a carattere, ma non era cosí, era semplicemente un bravo attore. Ecco, se c'era una cosa che gli riusciva bene era mentire. In quello neppure suo fratello poteva batterlo, ma quella non poteva certo essere fonte di merito.
Camilla osservava il ragazzo di fianco a sé con aria turbata. Ricordava di aver sentito dire che in una coppia di gemelli uno dei due è sempre piú debole del fratello e che quindi in alcuni casi quello piú insicuro imitasse il comportamento dell'altro per sentirsi forte. Se quello si fosse verificato anche per i fratelli Juárez forse si sarebbe potuta spiegare quella strana frase del bruno. Ma quello non poteva essere il caso di Dj... O forse sí? Insomma lei non conosceva per niente bene quel ragazzo e lo aveva subito classificato come un Don Giovanni da cui tenersi alla larga. Poteva essersi sbagliata? Non lo sapeva ma aveva intenzione di andare a fondo a quella faccenda. Intanto Federico e Francesca si erano avvicinati a loro e avevano iniziato a discutere degli ultimi esercizi assegnati dagli insegnanti per cercare di intavolare conversazione. I due sembravano molto affiatati, cosa che non sfuggí a Camilla, la quale, ricordando le parole di Dj e le varie voci che correvano allo Studio sul conto del castano, assunse un'espressione preoccupata. Era molto affezionata a Francesca e non voleva vederla soffrire. Appena arrivata allo Studio le avrebbe fatto un bel discorsetto e forse, giá che c'era, avrebbe potuto parlare anche con Federico e metterlo in guardia dal giocare con i sentimenti della sua amica. Sí, quella era una buona idea. Rasserenata dalla sua pensata la rossa cominció a chiaccherare vivacemente e, nonostante tutto, dovette ammettere che i due gemelli Juárez sapevano essere davvero simpatici e divertenti.









Violetta entró nell'aula di danza per provare un po' prima delle lezioni. Accese lo stereo e inizió a ballare con grinta ma al tempo stesso con una dolcezza che non le apparteneva da molto. La base che aveva scelto era piuttosto movimentata, proprio quello che le serviva per sfogare tutto quel malumore che ultimamente l'accompagnava sempre. I suoi movimenti erano sempre piú veloci e il suo corpo sempre piú stanco, ma non le importava. Continuava a ballare con i capelli che le sfuggivano dall'ordinata coda di cavallo in cui li aveva raccolti e con la fronte sudata. Si sentiva libera, le sembrava quasi di poter spiccare il volo da un momento all'altro. In quel periodo tanto complicato della sua vita la musica era la sua unica consolazione, la sua ancora di salvezza in quel mare burrascoso. Terminó la coreografia alla perfezione e un sorriso illuminó il suo volto. Non uno dei soliti ghigni che esibiva di fronte agli altri, un sorriso vero, dolce e sincero. Un battito di mani la riscosse e girandosi verso la porta incontró gli occhi verde smeraldo di Leon che la fissavano con grande ammirazione."Ero sicuro che ci fosse del buono in te." Affermó il giovane Vargas con un sorriso, avvicinandosi a lei. Violetta si incantó a guardarlo. Non riusciva ancora a credere che potesse esistere un ragazzo tanto bello... Come aveva potuto non notarlo prima? Si rimproveró mentalmente per quei pensieri: si era ripromessa di non cedere all'attrazione che provava per quel ragazzo e mai l'avrebbe fatto. Non credeva piú nell'amore e in quelle cavolate. Aveva sempre dato affetto ai suoi genitori e loro invece cosa avevano fatto? L'avevano abbandonata a Buenos Aires per il loro lavoro che, evidentemente, consideravano piú importante di lei. Non avrebbe rifatto lo stesso errore. "Che cosa ci fai qui?" Sbottó quindi la Castillo. "La mia intenzione originaria era quella di provare, ma dato che l'aula era già occupata mi sono fermato a guardarti." Spiegò il giovane Vargas. "Bene, d'ora in poi non fare mai più una cosa simile. Non voglio che mi guardi, non voglio che mi parli e soprattutto non voglio che mi tormenti seguendomi ovunque io vada!" Lo assalì la ragazza, puntandogli un dito contro. "Ho capito: non é una buona giornata. Me ne vado..." Decise Leon, lasciando l'aula di danza a passo veloce. Violetta si imbambolò a fissare la porta da cui era uscito il giovane Vargas, tanto da non accorgersi che una persona si era posizionata alle sue spalle. "Vilu!" La castana sobbalzò spaventata e voltandosi incontrò gli occhi scuri di Lara, che la squadravano con aria confusa. "Cos'é quello sguardo da pesce lesso?" Chiese la sua amica. "Niente..." Mormorò Violetta. L'altra la guardò con aria perplessa, ma fece finta di niente. Dopotutto se era lì era solo per avere una conferma da parte della Castillo, non per parlare del più e del meno con lei. Prese un profondo respiro e prese a pettinarsi nervosamente i capelli, prima di porre la domanda che le stava tanto a cuore. "Senti, sei sicura che non ti piace Leon?" Domandò Lara. "Ancora con questa storia? Mi sembrava di averti già che detto che di quello non mi importa niente!" Esclamò stizzita Violetta. Perché la sua amica continuava a insistere con quell'argomento? Non sopportava che le venisse chiesta più volte la stessa cosa! Il suono della campanella la riportò alla realtà, mentre i suoi compagni iniziavano ad entrare nell'aula di danza, pronti per riprendere le lezioni. Tra tutta quella folla la castana individuò subito un paio di occhi smeraldo che sembravano illuminare l'intera aula con la loro luce splendente. Perché iniziava ad essere ossessionata da quel ragazzo? Con uno sbuffo si sistemò un po' i capelli, per poi cominciare a pensare ad una soluzione. Aveva bisogno di allontanare da sé il giovane Vargas, ma come poteva fare? Con un tempismo perfetto Nata entrò nell'aula, guardandosi attorno con aria nervosa, probabilmente sperando di evitare la Castillo e il suo gruppetto di bulli. Un ghigno soddisfatto si dipinse sul volto di Violetta. Eccola lì la soluzione a tutti i suoi problemi, personificata nella timida e impacciata Natalia. Leon non aveva forse detto che non sopportava le ingiustizie? Bene, allora sapeva cosa fare. Con un'espressione che non prometteva niente di buono la Castillo si avvicinò alla riccia e le circondò le spalle con un braccio. "Tesoro, mi sembri eccessivamente spaventata da me. Guarda che io non voglio farti del male, anzi... Vorrei che fossimo amiche." Affermò la castana con sorriso che appriva stranamente sincero. 
"A... Amiche?" Domandò Nata, sicura di aver capito male. "Sì, amiche. Ti va?" Chiese Violetta, tendendole una mano. Nata la guardò scioccata. Com'era possibile che la Castillo, la bulla più temuta di tutto lo Studio On Beat volesse la sua amicizia? Ci doveva essere un qualche trappola, la riccia ne era sicura. Quello era solo l'ennesimo modo ideato da Violetta per umiliarla davanti a tutti. Però lo sguardo della ragazza sembrava così sincero... Poteva fidarsi di lei? La mora rimase immobile, incerta sul da farsi. Poi, improvvisamente si decise e afferrò la mano della Castillo, stringendola debolmente. Le labbra di Violetta si piegarono in un ghigno: come aveva previsto Nata aveva creduto al suo imbroglio. Certo che era proprio ingenua quella ragazza! Era un vero spasso prenderla in giro! "Sciocca illusa. Hai pensato davvero che una come me si sarebbe abbassata a stringere amicizia con una sfigata come te? Idiota!" La Castillo spinse con forza Nata, facendola cadere rovinosamente. Gli altri allunni osservavano immobili quella scena, alcuni ridendo fragorosamente e incitando la Castillo a infierire sulla sua sfortunata vittima e altri guardando la castana con aria di disapprovazione. "Smettila di prendertela con lei! Che cosa ti ha fatto di male?!" Le urló contro Leon, che si era fatto avanti per aiutare la riccia a rialzarsi. Lo sguardo del ragazzo appariva indignato e il volto era rosso per la rabbia. Come poteva una persona dall'aria angelica come la Castillo nascondere un carattere tanto crudele? Quel pomeriggio, guardandola ballare, aveva creduto davvero che dietro alle apparenze in lei si nascondesse qualcosa di buono, ma con quello che aveva la castana appena fatto aveva dovuto ricredersi. Violetta sorrise soddisfatta: a giudicare dal viso infuriato di Leon, il suo piano stava funzionando alla perfezione. Ora il giovane Vargas l'avrebbe odiata a morte e non le si sarebbe avvicinato mai più, o almeno così sperava lei. Le urla di Leon e il fracasso che si era creato attirarono l'attenzione di Gregorio, che proprio in quel momento stava entrando nell'aula di danza.
"Che cosa sta succedendo qui?" Domandó adirato l'insegnante. Vedendo Violetta e Leon che discutevano proprio nel centro della sala, l'uomo si avvicinó ai due con aria minacciosa. "Castillo! Vargas! In presidenza! Subito!" Sbraitó Gregorio, incenerendo con lo sguardo i due malcapitati. I due ragazzi seguirono il professore di danza nell'ufficio di Antonio con la testa bassa e lo sguardo preoccupato, ben consapoveli di essersi cacciati veramente nei pasticci quella volta.









Angie camminava a passo svelto per i corridoi dello Studio, progettando di sfruttare quell'ora libera per riposarsi un po' in aula professori. In quegli ultimi tempi aveva avuto molto da fare con il lavoro e soprattutto a casa, con la nipote che, esaperata dall'ennesimo viaggio dei genitori, aveva assunto un comportamento ribelle e incotrollabile. Sapeva bene quanto Violetta stesse soffrendo e per questo non gliene faceva una colpa, ma per lei era sempre più faticoso gestire quella situazione. Sperava che sua sorella Maria e suo marito tornassero presto a Buenos Aires, perché lei non ce la faceva proprio più a badare a quella ragazza. Arrivata in aula professori, la bionda insegnante si sedette sulla prima sedia che trovò, appoggiandosi stancamente al tavolo. Chiuse un attimo gli occhi, giusto per riposarsi un po', e sprofondò in un sonno profondo e senza sogni.
Una volce gentile che chiamava con dolcezza il suo nome la svegliò, riportandola alla realtà. Ancora intorpidita Angie sollevò la testa e incontró il volto preoccupato del direttore dello Studio On Beat. "Pablo..." Mormorò con la voce impastata di sonno la bionda Saramengo. "Angie, finalmente ti sei svegliata. Ero così in ansia." Disse l'uomo, accarezzandole dolcemente una guancia. "Oddio! Mi sono addormentata!" Realizzò l'insegnante di canto, entrando in panico. "Sarò in ritardo per le lezioni! Scusami Pablo, io non volevo. Mi sono appoggiata un attimo al tavolo con l'intenzione di riposarmi un po' e invece..." Mormoró affranta la donna. "Non ti preoccupare, non c'é problema. E poi non sei affatto in ritardo: alla tua prossima lezione manca ancora un quarto d'ora." La donna tirò un sospiro di sollievo, ringraziando il suo amico per averla svegliata in tempo. "Angie, tu qualche giorno fa mi hai detto che potevo contare su di te, ricordi?" Le domandò Pablo. "Certo che mi ricordo! Perché?" La bionda guardò interrogativamente. Cosa voleva dirle il direttore dello Studio. Aveva forse deciso finalmente di raccontarle cosa gli stava capitando in quell'ultimo periodo? Sperava proprio che fosse così, perchè non le piaceva affatto che ci fossero dei segreti tra loro. Erano amici, d'altronde... "Volevo farti sapere che per me vale lo stesso: se senti il bisogno di parlarmi di qualcosa io sono qui." Pablo interruppe le sue riflessioni, guardandola dritto negli occhi mentre pronunciava quella frase e rivolgendole un gran sorriso. "Come mai sei così stanca da addormentarti sul tavolo dell'aula insegnanti?" Le domandó poi il direttore dello Studio. "Il fatto é che non ce la faccio piú... A casa la situazione con Violetta sta diventando sempre più insostenibile!" Esclamò Angie, esasperata dal comportamento della nipote. "É un'adolescente, vedrai che passata questa fase tornerà ad essere la solita ragazza dolce e solare di sempre." La rassicuró l'uomo. "No Pablo, la sua non é una semplice crisi adolescenziale. Da quando German e Maria sono partiti, lei si comporta in modo sbagliato solo per ripicca nei loro confronti. Penso che lei creda che i suoi genitori preferiscono il loro lavoro a lei." Spiegò la bionda insegnante. Pablo non disse niente, limitandosi ad accarezzare con movimenti circolari il palmo della mano sinistra della sua amica, come a volerla consolare. "Basta, sono stanca di questa situazione. Ho bisogno di uscire e staccare per un po' la spina." Affermò Angie. "Ti va di andare a fare una passeggiata in centro questa sera?" Domandó subito dopo. Pablo assunse un'aria rammaricata. Desiderava davvero molto uscire e svagarsi un po' insieme alla sua migliore amica, ma proprio non poteva. A casa sua aveva davvero un grave problema ed era impensabile mancare in quella abitazione proprio di sera... "Mi dipiace, ma non posso proprio." Affermó l'uomo rammaricato. "Va beh, non fa niente possiamo fare un altro giorno." Il tono di voce di Angie a primo impatto poteva sembra allegro come sempre, ma Pablo riuscì a scorgere un velo di tristezza in quella parole.











"Leon, mi hai deluso incredibilmente con il tuo comportamento. Capisco che tu volessi difendere una compagna vittima di bullismo, ma urlare così in un'aula dopo il suono della campanella, e quindi a lezione già iniziata, é un comportamento indegno di un ragazzo educato come te." Il preside, dopo aver ascoltato con attenzione il resoconto di quanto era successo nell'aula di danza, aveva iniziato a rimproverare i due ragazzi che, a testa bassa, annuivano alla parole dell'anziano uomo, consapevoli di essersi meritati quella partaccia. Antonio guardò severamente il giovane Vargas, uno degli alunni migliori di tutto lo Studio. Successivamente il preside spostò le sue attenzioni sulla Castillo e si rivolse a lei. "Quanto a te, io non so più cosa fare: sei ribelle, sfacciata e te la prendi con i tuoi compagni più deboli... Questo è il mio ultimo avvertimento, Violetta. La prossima volta sarò costretto ad espellerti. Per il momento penso che due giorni di sospensione ti aiuteranno a riflettere sulla gravità del tuo comportamento." La ragazza abbassò la sguardo. Questa volta aveva proprio esagerato. Angie la aveva avvertita che stava oltrepassando i limiti ma lei, come sempre, l'aveva ignorata. Adesso si trovava proprio in un bel pasticcio! Osservò Leon che, accanto a lei, aveva uno sguardo forse ancora più mortificato del suo. Dopotutto lui era un alunno modello. Non aveva mai causato problemi, non un solo richiamo o una sgridata e invece adesso, anche per colpa sua, aveva ricevuto una ramanzina dal preside. Sentiva un leggero rimorso nel vedere quegli occhi verde smeraldo, solitamente pieni di luce e di energia, così tristi e spenti. "Bene, potete andare." La voce di Antonio spezzò il pesante silenzio che si era creato nella stanza. I due giovani a quelle parole si alzarono e, rinnovando le loro scuse sottovoce, uscirono chiudendo la porta. L'anziano preside, una volta rimasto solo, si appoggiò allo schiena della sedia, sfinito. Sospirò rumorosamente: nell'ultimo periodo i suoi ragazzi avevano ancora più problemi del solito. Che fosse dovuto al fatto che stavano crescendo? Già, ma a che prezzo... Violetta, dotata di una voce melodiosa e dolce proprio come quella di sua madre Maria, era diventata un sorta di teppista, Leon, da quanto aveva appreso dal ragazzo stesso in privato all'inizio dell'anno, aveva dei problemi in famiglia, Ludmilla era fin troppo magra... E l'elenco dei disagi degli studenti sarebbe potuto continuare all'infinito. Stancamente l'uomo si passò una mano sul volto. Doveva imparare ad accettare la realtà: i suoi ragazzi stavano iniziando a maturare e a confontarsi con la vita che, putroppo, con molti di loro era stata tutt'altro che generosa.







NOTE AUTRICE: Dunque, in qeusto quinto capitolo conosciamo nuovi personaggi, in particolare Dj, Federico, Camilla e Francesca. I primi due sono dei gemelli viziati e combina guai. Se all'inizio possono sembrare uguali, però, più avanti si scopre che non è affatto così e che Dj si sente inferiore al fratello e per questo lo imita. Camilla forse se ne accorta ed è decisa ad andare a fondo in questa faccenda e soprattutto a proteggere la sua amica Francesca da Federico. Violetta intanto viene spiata da Leon mentre sta ballando e quando se ne accorge caccia via il ragazzo in malo modo. Ma ecco che riappare Lara! Quella strega sembra sempre più determinata a conquistare Leon! Eh no, sposta le tue attenzioni altrove idiota che non sei altro! Nel frattempo Violetta mette in atto un piano per allontanare da sè Leon e a rimetterci è la povera Nata. I Leonetta iniziano a litigare, ma interviene un furioso Gregorio che li spedisce in presidenza, dove la Castillo rimedia ben due giorni di sospensione. Intanto una sfinita Angie si addormenta sul tavolo dell'aula professori e viene svegliata dal suo migliore amico che le offre il suo conforto per la questione della nipote. La Saramengo allora gli propone di uscire per distrarsi un po' ma lui rifiuta per il fantomatico problema in famiglia del quale si è accennato nello scorso capitolo.
Bene, ringrazio tutti voi che recensite e mi fate sentire il vostro appoggio,
Hugs and kisses,
_Francy99_











 
  
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