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Autore: Siranne    19/08/2014    2 recensioni
Si diresse in cucina, aprì il frigo e prese un piatto coperto da una pellicola. Sopra, troneggiava un post-it giallo con su scritto “riscaldare in microonde per cinque minuti”.
Sospirò lievemente, cercando di ignorare il leggero aumento del battito del suo cuore.
Da quando era stato male, il suo capo aveva colto l’occasione per introdursi sempre più nella vita del giovane editore. Lo costringeva a mangiare con lui almeno un pasto al giorno- la cena preferibilmente, così magari poteva restare anche per la colazione. E quando Takano non poteva mangiare con lui, gli preparava il cibo, scrivendogli delle brevi istruzioni sulla cottura.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Masamune Takano, Nuovo personaggio, Ritsu Onodera | Coppie: Takano/Onodera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tuo peggior rivale viene dal passato...

Perché il riso cucinato dall'uomo che ami è sempre il migliore!


Ritsu scese dall’ascensore, più morto che vivo e con le ultime forze che aveva in corpo, infilò una mano nella borsa e, quando sentì qualcosa di freddo, cacciò fuori le chiavi ed entrò in casa.
 
Dire che si sentiva stanco era un eufemismo. Per lo meno quel giorno era riuscito ad evitare di farsi il ritorno insieme a Takano, riuscendo a scampare il pericolo di essere trascinato nella sua stanza per passare la notte.
 
Il suo capo era rimasto a controllare alcuni manoscritti e Ritsu ne aveva approfittato per filarsela.
Con fatica si sfilò le scarpe e appese il cappotto all’appendiabiti, lasciando la borsa per terra vicino al comò.
 
Si diresse in cucina, aprì il frigo e prese un piatto coperto da una pellicola. Sopra, troneggiava un post-it giallo con su scritto “riscaldare in microonde per cinque minuti”.
 
Sospirò lievemente, cercando di ignorare il leggero aumento del battito del suo cuore.
 
Da quando era stato male, il suo capo aveva colto l’occasione per introdursi sempre più nella vita del giovane editore. Lo costringeva a mangiare con lui almeno un pasto al giorno -la cena preferibilmente, così magari poteva restare anche per la colazione- e quando Takano non poteva mangiare con lui, gli preparava il cibo, scrivendogli delle brevi istruzioni sulla cottura.
 
Erano queste le cose che lo facevano vacillare sempre più. Non tanto quando gli saltava addosso come un animale in calore, ma quando ad esempio gli chiedeva di potergli tenere la mano, o quando lo chiamava col suo primo nome, quando gli sussurrava parole dolci all’orecchio, quando gli diceva di volerlo conoscere meglio… attraverso le cose più piccole che faceva per lui poteva percepire chiaramente il suo sincero amore. Ritsu cercava con tutte le sue forze di ignorare queste sensazioni, di non pensare di essere felice per ogni piccolo gesto di quell’uomo. Eppure il suo cuore non ne voleva sapere di smettere di dimenarsi nel suo petto.
 
Aprì il microonde e seguendo le istruzioni aspettò cinque minuti spaparanzato sul divano, cercando di recuperare un minimo di energia.
 
Quando il forno lo avvisò della fine della cottura, si fece forza e prese una tovaglietta all’americana in plastica con su stampato il famoso coniglietto alato della Marukawa. Restò a fissare perplesso il coniglietto con la bacchetta magica puntata in alto.
                                                                                                                         
‘Ah… di questo passo faranno anche un servizio di piatti completo con la mascotte dell’azienda… cosa non si fa per un minimo di pubblicità…’
 
Poggiò la tovaglietta sul tavolo e ci mise sopra il piatto. Prese le bacchette e le affondò nel riso, ne prese un boccone, ma quando stava per portarselo alla bocca il telefono squillò.
 
Maledisse la persona che lo stava chiamando a quell’ora mentre si voltò verso il divano per cercare di scorgere la borsa. Si ricordò di averla lasciata vicino al comò dell’ingresso e si mise a correre per non perdere la chiamata. Per un attimo pensò che solo una persona poteva essere così precisa al punto da riuscire a disturbarlo proprio nei momenti peggiori.
 
Afferrò la borsa e, dopo aver cercato un po’, trovò il cellulare.
«Pronto?» rispose seccato, senza neanche aver guardato il display per vedere chi lo stesse chiamando. Rimase un po’ interdetto quando non sentì la voce calda e profonda di Takano.
 
«Ritsu, ti ricordi di me?» l’editore rimase qualche istante in silenzio, facendosi un elenco mentale di tutte le persone che lo chiamavano con il suo primo nome. Non erano poi così tante, se non contava le persone che aveva conosciuto durante il periodo inglese.*
 
«Prego?»
 
«Sono Leonard, davvero mi hai dimenticato?» si lasciò sfuggire una risatina.
 
Onodera questa volta riuscì a percepire un leggero accento inglese, nonostante il suo interlocutore sembrava sapesse parlare il giapponese fluentemente.
 
‘Leonard… Leonard?... Oh…’
 
«Ah, Leonard quanto tempo!» disse dopo essersi ricordato chi fosse. Poggiò la borsa di nuovo per terra e ritornò in cucina.
 
«Eh, già. E’ parecchio che non ci si sente!» continuò a parlare con un tono allegro.
 
Perché diavolo mi sta chiamando?’
 
«Sì, scusami. Il lavoro mi assorbe completamente, già non sento quasi mai i miei genitori, figurati le altre persone» si misero a ridere entrambi.
 
«Capisco. Sei ancora un editore, giusto?» Ritsu sentiva delle voci di sottofondo provenire dall’altro lato del telefono. Leonard doveva trovarsi in un posto affollato.
 
«Oh sì, più o meno» si sedette di fronte al suo piatto di riso «diciamo che svolgo la stessa professione, ma in un ambito diverso. Ma Leonard dove ti trovi? Sento un sacco di rumore…»
 
«E’ questo il motivo per cui ti ho chiamato»
 
«Eh?» mise le bacchette nel piatto e ne estrasse qualche chicco di riso.
 
«Mi trovo in un aeroporto»
A Ritsu parve che volesse fargli qualche indovinello e che fosse da solo a capire… nemmeno lui sapeva cosa.
 
Si portò le bacchette alla bocca chiedendosi di nuovo cosa volesse da lui.
‘Ma...cavolo, è davvero buono!! Non che non  sapessi che cucina bene… a dire il vero sembra che gli riesca tutto alla perfezione… Eh?... M-ma perché diavolo sto pensando a lui?!’
 
Si maledisse mentalmente, anche per il fatto che ormai solo pensare a lui di sfuggita lo destabilizzava così tanto.
 
«Pronto, Ritsu? Ci sei?» lo richiamò l’altro, dal momento che non parlava più da qualche secondo.
 
«Ah… ehm… s-sì, scu-scusami» gli disse, con la bocca piena e rosso dall’imbarazzo a causa dei pensieri da cui era stato appena risvegliato «dicevi?»
 
«Ti ho disturbato? Stavi mangiando?» disse con una punta di rimorso.
 
«E-ecco, sì. Ma non ti preoccupare, non mi disturbi» si affrettò a dire.
 
«Scusami, allora sarò breve. Sono a Tokio e mi piacerebbe farti visita»
 
«Davvero? Per me va ben-»
 
«Magari mi puoi fare da guida per visitare la città» lo interruppe.
 
«Questo è un po’ più problematico perch-»
 
«La domenica sei libero, giusto?»
 
‘Lasciami finire di parlare almeno una volta!’
 
«S-sì, però…»
 
«Andiamo, non vuoi proprio rivedere un tuo vecchio amico?» gli chiese, leggermente offeso.
 
‘Amico?’ Ritsu ci pensò su qualche secondo.
 
«Ok» sospirò «ci vediamo dopodomani, in che hotel alloggi?»
 
«Grazie mille!» disse soddisfatto «Sono al Teito Hotel, lo conosci?»
 
«Sì, certo. Ci vediamo lì alle dieci dopodomani, d’accordo?»
 
«Yeees! A domenica, allora! Bye!»
 
«Bye» ricambiò il saluto inglese e riattaccò.
 
Inspirò profondamente e lasciò andare un lungo sospirò.
 
Ma perché si ritrovava sempre a fare cose che non voleva? Era così facile fregarlo?
 
Pensò alla tipografia, che finiva sempre per vincere contro di lui quando si trattava di decidere le scadenze; pensò ai suoi colleghi che gli affibbiavano gli incarichi più ridicoli come comprare un regalo a Isaka-san; e anche a Takano che faceva sempre quello che gli pareva, anche se in questo caso sotto sotto non è che gli dispiacesse poi così tanto.
 
‘Non che non voglia rivederlo… certo dire che siamo amici è un po’ eccessivo, però dopo quella faccenda è stato piuttosto gentile con me, qualsiasi altra persona si sarebbe comportata diversamente…’
 
Sospirò ancora. Rassegnandosi al suo destino, finì il piatto, si fece una doccia e andò a dormire.

 
Note dell’idiota:
Konnichiwa, minna-san! (^O^)
Nonostante abbia già una long su Naruto in corso e la traduzione di una fanfiction su Sekai (angolo della pubblicità occulta: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2636331&i=1  e  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2764245&i=1  ) e nonostante in teoria debba rimettermi a studiare visto che settembre incombe
(╥﹏╥),  eccomi qui con la mia prima personale fic su Sekai, partorita direttamente dalla mia mente perversa (ecco perché mi dò dell’idiota XD).
Adesso dovrei un po’ spiegarvi questa fanfiction, ma non lo faccio visto che voglio tenervi sulle spine XD
Sappiate solo che questo Leonard mi serve solo per dare una  spintarella al nostro Ritsu per farlo cadere definitivamente tra le braccia del caro Takano-san.
Gli aggiornamenti potrebbero essere non velocissimi, dipende dai miei impegni e dalle altre fic di cui mi sto occupando^^
Spero vi piaccia e ricordate di lasciarmi una recensione per dirmi cosa ne pensate^_^
Ja ne
                                                                                 ()()
da Maki e Twinkle, il coniglietto della Marukawa  =(°;°)=/*
                                                                             (‘ ‘)_(‘ ‘)
 
*Ho messo l’asterisco perché, come già saprete, in Giappone si tende a chiamare le persone per cognome invece che per nome. Però ho pensato che, nel periodo inglese, Ritsu si sia adattato agli usi del posto e che quindi si lasciasse chiamare per nome.
   
 
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