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Autore: giuliabaron    16/09/2008    4 recensioni
CICLO STORIE IMPOSSIBILI - Hermione J. Granger era una persona terribilmente abitudinaria. In fin dei conti nonostante fosse dotata di un così grande ingegno, non era per niente difficile sapere dove fosse o cosa facesse in ogni momento. Ci aveva fatto caso solo quell’ultima settimana, quando l’aveva osservata di nascosto.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hermione Granger
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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LA BELLA E… IL BESTIONE

LA BELLA E… IL BESTIONE

 

Ciao a tutti!

Ultimamente le mie perversioni sono le coppie impossibili… dopo la Daphne/Neville (in fondo a questo i ringraziamenti per Aiutami a conquistarti), ecco un’altra One shot su due improbabili personaggi della Saga…

Spero che questa pazza idea vi possa piacere;)

Buona lettura,

Giulia

 

 

 

Hermione J. Granger era una persona terribilmente abitudinaria.

 

Ogni mattina alle 7 precise si presentava in Sala Grande.

Da brava inglese prendeva un the al limone corretto con un goccio di latte, poi tirava fuori dallo zaino il libro della materia che avrebbe avuto la prima ora e ripassava, nell’attesa che scendessero i suoi migliori amici. Quando anche Potter e i pezzenti Weasley erano seduti, prendeva tre pezzi di pane nero e li ricopriva di un leggero velo di miele d’Acacia accompagnati da un succo d’ananas.

 

Era sempre la prima ad entrare in classe e tutti sapevano che i banchi centrali della prima fila di ogni aula erano una sua prerogativa, non che qualcuno facesse a botte per stare sotto gli occhi dei professori.

La maggior parte dei ragazzi se ne stava lì a farsi i fatti propri, chi a giocare al Poker Magico, chi a fare aeroplanini di carta che faceva volare sulla chioma di qualche compagna, chi… semplicemente a dormire.

Lei invece imperterrita prendeva appunti su appunti, stando curva sulla pergamena con la mano che scorreva febbrile. L’uno vezzo era quello di scostarsi dietro l’orecchio la solita ciocca ribelle che di tanto in tanto le scendeva sul viso.

 

A pranzo non la si vedeva spesso.

In giro dicevano che si facesse portare direttamente alla Torre Grifondoro qualcosa dai suoi amici, mentre lei era troppo occupata per prendersi avanti con le lezioni per poter anche solo pensare di perdere tempo col pranzo.

 

Dopo le lezioni del pomeriggio, passate al solito a non perdersi nemmeno una sillaba di quello che dicevano gli insegnanti, si rintanava in Biblioteca, il suo ambiente naturale sino all’ora di cena, per ripassare e studiare tomi di libri antichi e voluminosi riguardanti gli innumerevoli corsi che seguiva.

Era solita sedersi sempre nel banco più solitario e lontano dall’entrata e dallo sguardo indiscreto degli altri studenti, tra il reparto dei Libri Proibiti e lo scaffale dell’Enciclopedia Storica della Magia, che tra l’altro aveva consultato così spesso da saperne i fatti più rilevanti a memoria.

 

La sera in Sala Grande arrivava sempre con lo sguardo stanco ed i capelli spettinati, ma camminava con portamento fiero verso il suo Tavolo, quasi ne fosse la Regina.

Prendeva quasi sempre una zuppa per sciacquarsi lo stomaco, poi un bel piatto di verdure ed in base a quello che c’era, costolette d’agnello o fish and chips. Il mercoledì, non disdegnava di prendere il pasticcio di rognone.

 

Quando finiva, si congedava e filava verso i suoi alloggi.

Prendeva tutto quello che le serviva per lavarsi, andava al Bagno dei Prefetti e dopo circa un’ora ne usciva per tornare nella sua camera.

Probabilmente leggeva o ripassava ancora un po’ e quando sentiva le palpebre farsi pesanti, spegneva le luci e addormentava.

 

Sì, in fin dei conti nonostante fosse una persona dotata di un così grande ingegno, non era per niente difficile sapere dove fosse o cosa facesse in ogni momento.

Ci aveva fatto caso solo quell’ultima settimana, quando l’aveva osservata di nascosto.

 

 

 

 

 

 

Era strano per uno come lui interessarsi così tanto ad una Sanguesporco sapientona quale era lei.

Il fatto era che l’aveva piacevolmente sorpreso il suo caratterino, dopo quel gancio ben assestato degno d un pugile, che aveva mollato a Malfoy.

 

Normalmente per lui le ragazze non rappresentavano altro che delle scocciature dalla voce lagnosa e stridula, che non facevano altro che ridacchiare ed atteggiarsi per attirare i ragazzi.

 

Lei invece era… una tosta.

Se ne fregava di truccarsi o di mettersi quintali di asfissianti profumi come facevano Pansy e Daphne e nemmeno la trovava in giro a spettegolare per i corridoi come quell’oca della Brown o le gemelle Patìl.

Hermione Granger era una persona semplice e seria, e a lui questo piaceva.

Stava sempre in mezzo ai libri ed il suo unico interesse era la conoscenza.

Mai si sarebbe immaginato di provare una strana simpatia per lei, che era così diversa da tutto quello che rappresentava il suo mondo.

Gli ricordava tanto Belle, la protagonista di quella fiaba babbana che la sua balia gli leggeva di nascosto prima di andare a letto quando era piccolo, l’unica storia che lo faceva dormire senza fare i capricci.

 

La Bella e La Bestia.

 

Segretamente ne teneva la copia nel Baule.

Era di certo strano per un duro come lui, non voleva nemmeno sapere cosa ne sarebbe stata della sua reputazione se gli altri lo avessero scoperto. Probabilmente i suoi genitori l’avrebbero diseredato ed i suoi amici gli avrebbero dato della checca filobabbana.

Ma era più forte di lui, quello era l’unico bel ricordo della sua infanzia.

 

Belle la libraia era di gran lunga il suo personaggio preferito.

Rappresentava tutto quello che aveva sempre desiderato, dolcezza e gentilezza.

E, sebbene si rendesse conto che era solo frutto della fantasia di uno scrittore, ne era anche un po’ innamorato.

 

Magari fu proprio per quest’ultima ragione che venerdì fece quello che fece.

 

 

 

 

 

 

La sua squadra di Quidditch si sarebbe allenata per tutto il pomeriggio in vista della partita più importante della stagione: Serpeverde vs Grifondoro.

Con la scusa di un’indigestione di dolci, evitò di presentarsi al campo e si diresse verso un luogo per lui certamente improbabile, la Biblioteca.

Come previsto la Granger non c’era ancora.

Guardò l’ora. 16.25: tra 5 minuti sarebbe arrivata.

Prese un bel respiro e si sedette sul banco.

 

Hermione quel pomeriggio aveva una marea di compiti da fare.

Entrò in Biblioteca alle 16.30 precise nascosta da una pila altissima di libri, passò davanti la scrivania di Madama Pince e la salutò, avviandosi verso la sua postazione consueta. Poggiò i volumi lasciandoli cadere con un forte tonfo, senza accorgersi che la sua panca fosse occupata. Si asciugò con la manica della divisa la fronte imperlata di sudore per quella faticaccia. Ah, il peso del sapere…! – ridacchiò tra sé e sé.

 

Era incantato da quella visione, senza rendersene conto stava lì a fissarla con la bocca aperta.

Era proprio una giusta, spostare tutto quel peso da sola, nonostante la sua gracilità.

Quella sì che era una donna! – si trovò a pensare.

 

In quel momento Hermione si accorse che qualcuno che mai si sarebbe aspettata la stava fissando con un’espressione da ebete stampata sul volto.

 

“Per tutte le mutande di Merlino! Goyle che ci fai tu qui? Dì al Furetto del tuo capo che questo posto è mio e solo mio, non può togliermelo, e riservato a me. Chiedi alla Pince se non mi credi!”

 

Per tutta risposta lui le fece un sorriso sghembo, si alzò e se ne andò.

 

“Mah… valli a capire questi scimmioni…”

 

Fece per sedersi sulla panca, quando notò un libricino di una fiaba per bambini. Doveva essere babbano perché le figure non si muovevano.

Sulla copertina sbiadita una ragazza bellissima leggeva un libro ad una mostruosa creatura.

Sorrise.

Era La Bella e La Bestia.

Che l’avesse dimenticato lì quel troglodita cervello da nocciolina di Goyle?

Spinta dalla curiosità, si guardò in giro e lo aprì.

 

Vi trovò uno splendido segnalibro magico con una rosa rossa che sbocciava ad intermittenza. Dietro ad esso, con una grafia da bambino di quinta elementare c’era scritta una frase che fece lievemente arrossire e sorridere di tenerezza la ragazza.

 

“Vorresti essere la mia Belle, Hermione?”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice

 

Forse ho esagerato, nel senso che ho dipinto Goyle come uno con più cervello di quanto abbia nella Saga… ma mi andava troppo di farlo!;)

 

Come già detto, ecco i ringraziamenti di Aiutami a conquistarti:

 

JDS: ti ringrazio per la recensione. In effetti forte ho fatto svolgere il tutto troppo in fretta, è che preferivo non “rovinarla” con la presenza di altri personaggi. Doveva essere il momento magico di Daphne e Neville;)

 

_ale23_: grazie mille;) per quanto riguarda la lunghezza della fic hai ragione, ho corso troppo nel finale, ma cercherò di fare meglio (come spero di aver fato in questa…). A presto;)

 

_BellaBlack_: grazie mille, tutti i tuoi complimenti mi riempiono di orgoglio!(…ecco che faccio la ruota…) Spero anch’io che continuerai a seguirmi;)

 

HermyKitty: sono stata in dubbio su quella frase fino alla fine. Poi l’ho messa. In effetti, a lettura postuma risulta di troppo e un po’ buttata là. La rimuoverò sicuramente. Grazie del consiglio;)

 

Grazie anche a tutti quelli che hanno letto ed inserito Aiutami a conquistarti tra i preferiti e quelli che lo faranno per La Bella e… il Bestione;)

  
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