Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Triz    19/08/2014    3 recensioni
Momentaneamente sospesa, la storia riprenderà verso novembre!
Cinque anni dopo gli avvenimenti di Frozen, Elsa regna con saggezza e giustizia su Arendelle, non temendo più di perdere il controllo dei suoi poteri. Una notizia dal vicino regno di Efesia porterà scompiglio nella vita della regina delle nevi, mentre all'orizzonte si profilano un nuovo amore e un mistero del passato legato ai suoi poteri.
Prima fanfiction su Frozen, spero solo di avervi incuriositi. Buona lettura!
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6
Un vaporoso candore
Dalla finestra della sua stanza, Elsa osservava lo spiazzo sottostante, dove alcune guardie si esercitavano con la scherma. Con la spada in mano, anche re Thomas aveva deciso di unirsi a loro e ora fronteggiava il capitano delle guardie di notte, che gestiva l'esercitazione.
Le armi di Thomas e del suo avversario tintinnarono e, con una certa forza, il re allontanò da sé lo sfidante e lo disarmò. Vedendo Thomas restituire l'arma al compagno, Elsa sorrise e sospirò.
«E siamo a quattro sospiri!» esclamò Anna trionfante: «Ami Thomas, è ufficiale!».
«Ma cosa dici?» ribatté Elsa e Anna sorrise nel vederla arrossire fino alla punta dei capelli biondi: «È molto gentile e affettuoso, andiamo praticamente d'accordo su tutto...».
«Ed è un bel ragazzo, ammettilo».
«Ha il suo fascino» ammise Elsa: «Gli voglio bene, ma non lo amo alla follia come invece tu credi» aggiunse, decisa a non darle quella soddisfazione neanche morta.
«E perché no?».
«Perché... perché ha la barba! Santo cielo, sembra un riccio!».
«Non prendermi in giro, Elsa» disse Anna alzando un sopracciglio: «È un po' deboluccio, come motivo».
Elsa fremeva di frustrazione: mai una volta che sua sorella si arrendesse e le desse ragione! Senza contare che Anna si era fissata con la storia che lei provasse qualcosa per Thomas, cosa non vera, come aveva precedentemente detto.
Quasi non vera, effettivamente.
Perché non riusciva a spiegarsi quell'affinità, quel senso di avere qualcosa in comune che provava ogni volta che parlava con Thomas e che non aveva mai sentito nemmeno con sua sorella Anna, che ultimamente si lamentava del fatto di sentirsi un po' messa da parte con questa scusa del matrimonio.
«Maestà».
Elsa si voltò e vide l'annunciatore inchinarsi di fronte a lei: «Madame Satine è appena arrivata con l'abito da sposa».
«Ah, già. Ditele di raggiungermi qui» ordinò Elsa, lodando il tempismo della sarta più ambita del regno.
«Madame Satine? Madame Satine?!?» balbettò Anna sbiancando. Autoritaria come un generale, la Satine aveva fatto passare ore da incubo quando aveva confezionato il vestito di Anna per il matrimonio e da allora la principessa nutriva timore nei confronti di quella donna piccola e tozza.
Ed eccola che arrivava, seguita da un servitore che trasportava un carrellino coperto da un immenso telo rosa: «Maestà, sono onorata di essere stata scelta per disegnare il vostro abito» disse con un tono mieloso, mentre il servo si allontanava. Elsa sorrise: l'alternativa a Madame Satine erano due sarte che si erano scazzottate davanti alla porta del palazzo per decidere chi doveva occuparsi dei disegni.
Anna approfittò dell'attenzione su Elsa per cercare di svignarsela, ma in quel momento entrarono le tre figlie gemelle di Madame Satine, talmente simili tra loro che non si sapeva chi si occupava degli accessori, chi delle scarpe e chi del trucco e parrucco.
«Salve, principessa Anna!» la salutarono il trio allegramente e la madre le fulminò con lo sguardo, mentre Anna sbiancava ancora di più.
«Siete in presenza della regina e di sua sorella, comportatevi civilmente» sibilò tra i denti, prima di rivolgere nuovamente un radioso sorriso a Elsa, che disse: «Vorrei provare l'abito nella stanza accanto per fare una sorpresa ad Anna».
«D'accordo, come desiderate. Josy, Johanna, Julia, seguitemi!» ordinò risoluta Madame Satine aprendo la porta della stanza indicata da Elsa. La sarta, le sue tre figlie, il vestito e la regina furono risucchiati dalla porta e Anna attese, ammazzando il tempo con il chiacchiericcio che si udiva al di là della porta.
«Signora, trattenga il respiro... Cooosì».
«AHIA!».
«Josy, cosa combini?».
«Mi scusi, maestà».
«Mamma, ha congelato la sedia».
«Non è affar tuo, Johanna, e prendi gli accessori».
«Non è un problema, passatemi i guanti».
«Avevate detto scarpe col tacco o ballerine? Non me lo ricordo».
Anna desiderò essere una mosca per poter vedere cosa stesse accadendo, ma in cuor suo sperò che l'attesa e le sofferenze di Elsa si risolvessero in un buon risultato. La porta si aprì in uno spiraglio e uscirono le tre ragazze, che sorridevano radiose e si scambiarono un cinque sonoramente. Dopo di loro, Madame Satine uscì con un'espressione radiosa sul viso che cercava di nascondere gli occhi lucidi.
Uscì Elsa e davanti a lei Anna rimase a bocca aperta.
«Cosa ne pensi, Anna?».
La principessa non riusciva a esprimere od ordinare pensieri coerenti: il corpetto candido in raso aveva una scollatura a cuore ed emergeva da una vasta gonna che si lasciava alle spalle un lungo strascico. Una tiara argentata reggeva il velo nuziale e i capelli erano raccolti in uno chignon.
«Elsa, sei meravigliosa».
«Sul serio?».
Anna annuì ed Elsa fece un giro su sé stessa.
  
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