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Autore: DarrenCrissArmy    19/08/2014    4 recensioni
"Alessio...io ti dico si"
Questa è la storia di Alessio, 25 anni, romano. Alessio ha un sogno: vuole partecipare a XF14. Per farlo e dimostrare a suo padre che essere gay non è un errore, avrà bisogno dell'aiuto di sua cugina e dell'amore per un cantante straordinario: Mika!
enjoy!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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mika 25

Cap 25

Countdown in 3..2..1..

 

 

Come volevasi dimostrare… Mika aveva cambiato la scaletta. Ora, Tiziano Ferro sarebbe andato per secondo e Somewhere only we know dei Keane  per terza. Sempre se ci fossi arrivato alla terza manche.

Almeno aveva avuto la decenza di avvisare le costumiste.

Mi sarei ritenuto già l’essere più fortunato del pianeta perché ero arrivato fin lì, avevo trovato una persona come Mika che sapeva capirmi e supportarmi ed amarmi-cosa non facile, lo ammetto-  ma soprattutto riusciva a spronarmi a non arrendermi mai.

Perciò, per cause di forza maggiore – vedasi sotto la voce di Michael Holbrook  Penniman-  non mi era permesso di dire che mi sarei accontentato, che potevo vivere benissimo così e che avrei voluto vincesse qualcun altro. Non me l’avrebbe mai permesso, e neanche io mi sarei accontentato. Volevo la vittoria, ma mi stavo comunque facendo sotto quando ci chiamarono tutti per la prima eliminazione.

Mika non sapeva bene cosa fare quando mi vide così abbattuto una volta che Alessandro richiamò tutti e quattro i finalisti sul palco. Le esibizioni degli altri ragazzi mi erano passate davanti agli occhi ma non vi avevo prestato attenzione.  Ricordavo vagamente Katia, la concorrente di Simona, cantare un pezzo di Britney Spears, ma degli altri proprio nulla. Il vuoto totale.

A distrarmi da quei pensieri, seppur di poco, fu la consapevolezza di avere le telecamere puntate addosso e il braccio di Mika attorno alle mie spalle, la sua mano che disegnava pigra dei cerchi sul mio braccio per calmarmi.

Mi girai ad incrociare il suo sguardo, mentre un sorriso timido si apriva sulle mie labbra. “Grazie” sussurrai, e lui mi rivolse la sua solita smorfia a metà tra il  preoccupato e il coraggioso. Nonostante tutte le sue spacconate, sapevo che anche lui aveva una paura matta e che sperava che il pubblico avesse capito le sue scelte.

Con un sguardo risoluto, mi girai e prestai attenzione ad Alessandro.

“Il primo concorrente a salvarsi e ad andare avanti nella gara è … Alessio!”

Il sospiro di sollievo che mi uscì non fu paragonabile all’urletto contento del mio ragazzo, che mi abbracciò e mi fece girare, per poi lasciarmi e guardarmi, gli occhi scintillanti fissi nei miei.

Fortuna volle che Alessandro ci chiese di scendere dal palco, altrimenti avrei perso il controllo davanti a tutta l’Italia e oltre.

Appena fummo nel backstage, lo baciai con forza, e lui rispose altrettanto entusiasticamente, prima di staccarsi,  affermare “Dio, quanto ti amo”  e correre via, al suo posto.

Spiai da dietro le quinte e cercai mio padre. Guardava nella direzione in cui era arrivato Mika, come sapendo che mi trovassi lì, e sorrise in segno di incoraggiamento quando mi vide.

Ricambiai il cenno e andai nel backstage iniziando a cambiarmi per la seconda performance.

Quando arrivò di nuovo il mio turno, ero un fascio di nervi. Non avevo mai cantato in italiano e lo so, si può anche pensare che sia una passeggiata, ma anche se quella era la mia lingua, non ero abituato ad esprimermi in quel modo. Dire che me la stessi facendo sotto era un eufemismo. Stavo morendo.

Per fortuna amavo quel pezzo. Avevo praticamente rotto le palle a tutti durante  quelle settimane, provandolo e riprovandolo fino allo sfinimento. E poi Mika me l’aveva dedicato.

Non sarebbe stato così male.

“Cade la neve ed io non capisco che sento davvero,

mi arrendo

ogni riferimento è andato via

spariti i marciapiedi e le case e colline

sembrava bello ieri

ed io, io sepolto da questo bianco

mi specchio e non so più che cosa sto guardando”

Mentre canto, però, io so benissimo cosa guardare. Prima mio padre, poi Cristina e  Rosy catturano la mia attenzione. Infine lui, che è il centro del mio tutto, il Sole del mio universo e che ora mi sta sorridendo complice, le lacrime agli occhi.

“Ho incontrato il tuo sorriso dolce

Con questa neve bianca adesso mi confonde

La neve cade e cade pure il mondo

Anche se non è freddo

Adesso quello che sento e

Ricordati, ricordami,

tutto questo coraggio non è neve

e non si scioglie mai, neanche se deve”

I suoi occhi. Quelle due pozze color cioccolato che mi fissano e mi rapiscono, facendomi scordare tutto, persino il mio nome, tali sono  la loro intensità e il messaggio che trasmettono.

La forza e la dolcezza, l’amore e la promessa di qualcosa di forte e duraturo che non finirà tanto facilmente. La determinazione e la passione, poi l’orgoglio. Senza neanche accorgermene sto piangendo anch’io, ma ancora non mi stacco, non posso.

“Non darsi modo di star bene senza eccezione

Crollare davanti a tutto e poi sorridere

Amare non è un privilegio, è solo abilità

È ridere di ogni problema, mentre chi odia trema”

Ecco il mio messaggio, tutte le cose belle e importanti che vorrei dirgli sono in questa canzone, racchiuse nei miei 2 minuti di spazio. Ma, in qualche modo, bastano. Sposto impercettibilmente l’asta del microfono verso di lui, niente coreografie per questo pezzo, solo io, la mia musica e lui.

Solo il mio amore.

“Il tuo sorriso dolce è così trasparente che dopo non c’è niente

È così semplice, così profondo

Che azzera tutto il resto e fa finire il mondo

E mi ricorda che il coraggio non è come questa neve”

E sull’ultima nota dolce, finisco il mio pezzo. Ci sarebbe stato l’ultimo ritornello, ma proprio non ce lo volevo mettere. Mi piaceva l’idea di chiudere così, era quel qualcosa in più che mi aveva dato una spinta verso questo brano.

Il mio giudice si alza in piedi per primo e anche il resto del tavolo lo fa. Simona è  senza parole  sia per la performance che per la velocità con la quale Mika ha saputo, testuali parole “Rispondere alla sua provocazione” e a queste parole lui mi guarda, sopracciglia aggrottate e ribatte “Provocazione? Pff, era già tutto pronto, ho solo cambiato la scaletta”

“Come al solito” ribatto invece io tra i denti, però non così piano come vorrei, infatti lo sentono tutti e lui scoppia a ridere “Sweetheart” mi dice poi, facendo il finto severo “Fila a cambiarti!” ordina.

Io metto su una faccetta spaventata e corro dentro. Anche questa è andata.

Incrocio le dita mentre mi lascio scivolare addosso le altre performances, ho paura che la mia scelta di cantare in italiano mi penalizzi, gli altri hanno cantato in inglese e sinceramente non vorrei uscire proprio adesso dopo aver dimostrato che so cantare in italiano. Rabbrividendo, mi prometto di non rifarlo mai più. Si, ho deciso , farò tipo Elisa. L’italiano mette troppa pressione addosso per i miei gusti.

Mi riscuoto giusto in tempo per assistere all’esibizione di Katia, ancora lei. Stava cantando Dove si Vola di Marco Mengoni, e io avevo sempre amato quella canzone, perciò ebbe il potere di rilassarmi. Non ero l’unico in quella situazione allora.

“Fammi respirare ancora,

Portami dove si vola

Dove non si cade mai

Lasciamo lo spazio e il tempo

E cerca di capirmi dentro

Dimmi ogni momento che ci sei, che ci sei...”

 

Ah, l’italiano. Ma che andasse a quel paese.

L’unico pensiero che riuscivo a formulare prima che ci richiamassero sul palco per la seconda eliminazione fu proprio quello e fu solo grazie a Mika che io riuscii ad arrivare effettivamente sotto i riflettori.

Il mio amore, infatti, era venuto dritto filato a recuperarmi dal backstage “Sapevo che saresti stato sul punto di svenire” aveva commentato, divertito. Gli avevo fatto una linguaccia molto signorile e lo avevo preceduto, ignorando le sue risatine.

Quando fu Katia la prima a salvarsi, ne fui al contempo felice e terrorizzato. Strinsi forte la mano di Mika e chiusi gli occhi fino a quando non sentii il mio nome, accompagnato da uno sbuffo soddisfatto del mio giudice, il quale aveva trattenuto il respiro fino a quel momento e da un bell’applauso.

Me la filai nei camerini rincorso da Mika, che riuscì ad afferrarmi e a farmi il solletico fino alle lacrime, per poi sbattermi al muro senza tanti complimenti e baciarmi profondamente. Mi persi  in quel bacio, nel suo sapore, nell’effetto calmante che aveva su di me. Quando mi staccai, parecchio controvoglia, lui rise.

Lo guardai incuriosito e lui mi mostrò le sue mani, completamente sporche di glitter. “Oh, dio!” risi anche io, mettendomi le mani nei capelli “Cosa hai fatto al mio make up? E pensare che il mio ragazzo me lo aveva fatto con così tanto amore, ora cosa gli dirò?” chiesi, fingendo una preoccupazione che in realtà non avevo “Oh, non ti preoccupare” mi rispose, ammiccando “Sono sicuro che ti ama così tanto da rifartelo, anche più bello di prima” concluse, prima di baciarmi e contemporaneamente spingermi nel suo camerino.

Mi fece riaccomodare sulla poltrona e raccolse le sbavature, aggiungendo dei dettagli qua e là. Alla fine, mi ritrovai con dei complicati ghirigori sopra l’occhio destro, frutto del suo esperimento con le matite andato in porto. Non contento, replicò lo stesso disegno sotto il sinistro applicando- perché no?- una dose abbondante di brillantini.

Era bellissimo “Mi correggo” dissi, senza fiato “Ora è questo il trucco che ho paura di rovinare”

Mi studiai ancora “Michael” lo chiamai “Mh?” mi chiese, mentre metteva a posto i pennelli “Ti amo”

“Ti amo anche io” replicò, sorridendomi.

Non ebbe tempo però di aggiungere altro, perché mi buttai di slancio sopra di lui, facendolo scontrare con il muro mentre riprendevo a baciarlo. Gli slacciai la cravatta mentre lui faceva sparire la mia giacca, e chissà dove saremmo arrivati se non avessimo sentito il conto alla rovescia.

“10 secondi al rientro dalla pubblicità!”

Ci staccammo di colpo, guardandoci intontiti, per poi rimetterci a cercare i nostri vestiti finiti chissà dove, mentre maledicevamo quella benedetta pausa pubblicitaria in almeno cinque lingue differenti.

 

“I walked across an empty land

I knew the pathway like the back of my hand

I felt the earth beneath my feet

Sat by the river and it make me complete”

Mika, come ultima prova, aveva scelto una delle mie canzoni preferite. Non avevo mai amato molto i Keane come gruppo, ma questo brano in particolare mi era rimasto nel cuore e volevo rendergli omaggio come si deve.

 

“Oh simple things, where have you gone?

I’m getting old and I need something to rely on

So tell me when you’re gonna let me in

I’m  tired and I need somewhere to begin”

Col mio nuovo super- make up volteggiavo tra fasci di luce e veli colorati scesi dal soffitto, entrandoci dentro, camminandoci attraverso.

 

“And if you have a minute why don’t we go

Talk about it somewhere only we know?

This could be the end of everything

So why don’t we go somewhere only we know?”

E questa sarebbe stata davvero l’ennesima canzone da dedicare a Mika, se non altro per ribadirgli quanto l’amassi, ma non lo feci. Questa me la sarei auto-dedicata. Era un bel grazie a me stesso, per aver superato dei limiti, in quei mesi, che non sapevo neanche di avere o che avevo pensato non sarebbero mai venuti allo scoperto.

 

“Somewhere only we know?”

Grazie a X Factor ora ero diventato  una persona più forte, determinate e migliore rispetto a cinque mesi prima e non avrei mai ringraziato abbastanza per tutto quello che avevo ricevuto in cambio della mia voce e di ciò che sapevo trasmettere da un palco.

 

“And if you have a minute why don’t we go

Talk about it somewhere only we know?

This could be the end of everything

So why don’t we go somewhere only we know?”

X Factor mi aveva davvero regalato tanto e io  volevo quella vittoria più di ogni altra cosa al mondo, lì in quel momento. Quest’arena sarebbe sempre stata casa mia, e non c’è posto migliore in cui vedere riconosciuti i propri meriti che casa propria. Nulla sovrasta quell’emozione.

 

“Somewhere only we know… somewhere only we know”

Tutto ciò che segue la mia ultima esibizione lo ricordo come fossi in un sogno. Vedo Katia sul palco, ebbene sì, anche lei è qui con me e ci abbracciamo dopo che ha concluso la sua versione di Lego House.

Alessandro dà la pubblicità e immediatamente Simona e Mika si precipitano nel backstage. Nella confusione generale, nessuno nota noi due che ce la filiamo e raggiungiamo un angolino appartato per stare un po’ da soli.

Non parliamo, ci limitiamo a guardarci negli occhi, cioccolato nel grigio per l’ennesima volta. Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima e mai affermazione mi è sembrata più vera.  Guardando Mika negli occhi posso specchiarmi in lui, leggere i suoi stati d’animo, ammirare quanto repentini siano i suoi cambi d’umore, quanto questo mi sconvolga e mi faccia innamorare di lui ogni volta di più.

Lui abbassa lo sguardo sulla mia giacca, mi aggiusta il fazzoletto nel taschino, fischietta un motivetto da un’opera lirica mentre mi stringe a sé, con dolcezza, come se avessimo tutta la calma del mondo e io non stessi per affrontare la parte più delicata di tutta la finale.

Il suo sguardo si posa infine sul grande orologio digitale appeso al muro e i miei occhi lo seguono, mentre reprimo l’istinto di mostrargli il mio, che è analogico. Ha le lancette, non riuscirebbe a leggerlo.

Mentre riesce a studiare benissimo quello digitale e poi si gira verso di me “ È mezzanotte meno dieci” mi comunica, trionfante “Ancora dieci minuti e poi tutto sarà finito e poi potrò prenderti la mano in pubblico, abbracciarti, baciarti e nessuno potrà dire che ti ho favorito” spiega, tutto contento.

Sorrido, mentre poi un dubbio si fa strada in me “Perché, tu mi hai favorito?” chiedo e la mia mente corre subito all’eliminazione di Rosy e inizio a chiedermi se l’abbia fatto apposta, ma lui interrompe le mie pippe mentali con una risata cristallina.

“Io? Ma se hai fatto tutto da solo! Non avevi certo bisogno di me. Tu non hai bisogno di me se sei su un palco”

Io lo guardo ancora più sbalordito “Ma cosa dici? Io sono così solo perché ci sei tu a guardarmi, a sostenermi! Senza di te non so come farei” gli confesso a mezza voce.

La luce nei suoi occhi divampò, e si trattenne dal baciarmi giusto perché eravamo in pubblico, ma io avevo adocchiato questo corridoio che portava alle sale di regia e lo imboccai tenendo  Mika  per un polso.

Lo baciai nel buio, e amai ogni secondo del nostro contatto, le nostre lingue che giocavano, i muscoli che guizzavano sotto la pelle al contatto con i miei palmi, l’intera essenza di Mika nelle mie mani.

La fine della pubblicità arrivò- ancora una volta- troppo presto, ma lui non si staccò da me. Rimanemmo fronte contro fronte fino a quando la voce di Rosy ci diede un ultimo avviso, poi tenendoci per mano, andammo davanti allo schermo con Simo e Katia.

Alessandro ci chiamò sul palco, la busta già in mano. La mia attenzione venne calamitata su quel rettangolo di carta rosso e non capii più niente. Solo la mano di Mika ancorata alla mia schiena  mi teneva in contatto con la realtà.

Alessandro ci mise quelli che mi parvero secoli ad aprire quella dannata busta, e anche quando l’ebbe fatto, il non riuscire a leggere in trasparenza mi uccideva. Mika doveva esserci riuscito, invece, perché sussultò e mi strinse di più a lui.

“E il vincitore di XFactor 14 è ………. Alessio!”

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

Ciao a tutte! Cosa ne dite di questo penultimo capitolo? Io personalmente non vedevo l’ora di arrivare alla finale e di riuscire a scrivere il mio epilogo, il vero finale di questa storia. Ce l’ho in testa da quando ho iniziato questa storia che ormai  è come se fosse mia figlia.

Grazie per continuare a seguirmi, spero che il finale vi piaccia!

Xoxo Bea

  
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