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Autore: _joy    20/08/2014    4 recensioni
«E di me ti fidi?»
«Posso fidarmi?» rispondo «Dimmelo tu» 
«Sì» risponde senza esitazione. 
 
Gin/Ben
[Serie "Forever" - capitolo IV]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Forever'
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Buon compleanno, Ben






Il tempo che passa non ha più importanza.
 
La mia vita scorre in modo ripetitivo.
Ed è molto strano, considerando il lavoro che faccio.
Per fortuna avevo ancora qualche contatto e sono riuscita a trovare un posto di assistente in uno studio di comunicazione.
In sei mesi ho seguito due campagne stampa.
Rientro nella meccanicità della vita di un ufficio.
Non lesino le forze, né gli straordinari.
Ma non mi appassiono più al lavoro.
Non mi interessa più.
Sono brava, ma neppure questo mi importa.
I miei colleghi sono abbastanza simpatici, ma io mi tengo alla larga da loro.
Ogni tanto vedo qualcuno dei vecchi amici che avevo a Milano, ma è difficile: tutti vogliono sapere cosa ho combinato, perché ero partita, come mai sono tornata.
Altre spiegazioni.
Altre bugie.
Naturalmente ho parlato con i miei genitori, ma per il resto evito il più possibile di rivangare il passato.
Tranne che con Serena, naturalmente.
Quando sono tornata in Italia sono corsa da lei e sono rimasta in casa sua per tre giorni, a piangere.
Lei era preoccupatissima e furiosa e ci è voluto del bello e del buono per impedirle di comprare un biglietto aereo per Los Angeles e spaccare la faccia a Ben.
E magari, al ritorno, passare da Londra per avvisare i suoi genitori di che imbecille hanno messo al mondo, in caso non se ne fossero resi conto.
So che, a parti inverse, avrei fatto lo stesso per lei, ma solo sentire il nome di Ben mi fa venire i crampi allo stomaco.
La supplico di smetterla e alla fine la spunto.
Serena è talmente preoccupata per me che quasi manda a monte il suo viaggio di lavoro in Austria.
Quando non glielo permetto, mi lascia le chiavi del suo appartamento a Milano.
E da qui cerco di ricominciare.
 
Ma non mi interessa più.
 
*
 
Due mesi dopo il pranzo con Lidia sto rientrando a casa e parlo al cellulare con Valeria, un’amica che cerca di convincermi ad andare a mangiare una pizza da lei.
Non ne ho voglia.
Non ho mai voglia di fare nulla, né di vedere gente.
Non riesco a fingere di essere felice e rilassata e detesto l’idea di avere gli occhi preoccupati di tutti sempre addosso.
Non ho fame, non ho voglia di uscire.
Mi tengo alla larga da ogni giornale di cinema o gossip e vivo in un bozzolo fatto di…
Bè.
Di me e basta.
 
Ringrazio fermamente Valeria e rifiuto di uscire.
Svolto nella via di casa e il cellulare mi suona di nuovo.
Lorenzo.
Alzo gli occhi al cielo.
È uno dei miei amici e io non mi ero mai accorta che avesse un debole per me…
Ma tant’è.
Per quanto al momento io non sia interessata al mondo esterno, le sue intenzioni sono palesi anche alla sottoscritta.
È sempre gentile ed educato, ma parecchio insistente.
Ma anche se non lo fosse io non voglio nessuno.
E ieri sera, quando me lo sono trovato fuori dall’ufficio, gliel’ho detto chiaro e tondo, in faccia.
E allora perché oggi mi chiama di nuovo?
Se me ne fregasse qualcosa non risponderei, ma al momento il mio senso di delicatezza scarseggia.
 
«Pronto» rispondo, secca.
Lui mi saluta, chiede come sto, lo sento tergiversare imbarazzato.
Io sono quasi al portone e con una mano frugo nella borsa alla ricerca delle chiavi.
«Dimmi, ti serve qualcosa?» lo esorto, brusca.
«Mmm… No… è che ieri spero di non averti spaventata e…»
Spaventata?
«Perché dovresti avermi spaventata, scusa?» chiedo.
Lo so, sono stronza.
So anche che non se lo merita… Ma davvero non ce la faccio.
«Eh, perché… Magari sono stato precipitoso e allora…»
Sospiro.
«Senti» lo interrompo «Mi dispiace. Dico davvero. Ma ieri non scherzavo: io non sono disponibile ad avere una storia, una relazione o quello che è. Non scherzo e non faccio giochetti. E se vuoi che restiamo amici, ti prego: non tirare più fuori questa storia»
 
È il discorso più lungo che faccio da un mese a questa parte e Lorenzo dovrebbe ringraziarmi, visto che l’ho fatto solo in nome dell’amicizia che ci lega.
Sarei stata tentata di urlargli addosso e poi di bloccare il suo numero, ma… Non è colpa sua.
Nemmeno mia, a dirla tutta.
Comunque.
 
Spingo il cancelletto mentre lui balbetta qualche scusa e trattengo un altro sospiro impaziente.
E poi non sento più nulla perchè il cellulare mi cade di mano.
 
Davanti a me, con le mani in tasca e la schiena poggiata al muro, c’è Ben.
 
Per un secondo che mi paralizza temo di avere le allucinazioni.
Lui si raddrizza e mi fissa, in silenzio.
Sento il mio cuore battere furiosamente e mi chiedo se per caso non sta per venirmi un infarto.
 
È qui.
Com’è possibile?
 
Indossa dei jeans scuri, le scarpe da tennis, la giacca di pelle su una maglietta chiara.
Fa un passo verso di me e io, automaticamente, ne faccio due indietro.
Ben si ferma e alza una mano come a dire che è tutto a posto.
Ma non è così.
Per niente.
Non è affatto a posto.
Ammetto che, per i primi due mesi, ho fantasticato che tornasse da me.
E, pur rimproverandomi per la mia debolezza, sognavo di sentirmi di nuovo euforica, come è sempre stato con lui.
Non avrei mai immaginato che sarei arrivata a sentirmi male fisicamente, ma è così.
Mi sudano le mani e mi sento debolissima.
Mi passo una mano sugli occhi e cerco di respirare per non cadere stesa a terra.
 
Poi lui parla.
«Gin…» dice, muovendo un altro passo.
Io arretro ancora e sbatto contro il cancelletto.
Siamo immobili, entrambi.
Non so quanto tempo passa, quando, alla fine, faccio un giro molto molto largo per evitare di passargli vicino e con mano tremante accosto le chiavi alla serratura.
Tremo talmente tanto che non riesco ad infilarle.
Lo sento alle mie spalle, che allunga una mano per aiutarmi.
Io mi rannicchio contro il portone e non giro il viso.
Lui mi prende di mano la chiave e la infila nella serratura, poi apre.
Si scosta di un passo, ma mi sfiora la schiena con la mano.
Io trasalisco.
«Immaginavo che non volessi vedermi, ma…» sembra spaventato «Non pensavo che… bè, che non mi avresti nemmeno salutato»
 
Non rispondo.
Obbligo i miei piedi a muoversi e spingo il portone.
Ben sfila delicatamente la mano dalla chiave e la porta gli si chiude in faccia.


***
Buongiorno carissimi lettori!
Sono tornata dalle ferie e quindi la mia latitanza è ufficialmente terminata!
E, guarda caso, torno oggi, giorno del 33esimo compleanno del mio diletto Ben Barnes!
Mi scuso per i ritardi, ma ora - salvo impedimenti lavorativi - sarò molto puntuale!
E anche quando sarò in trasferta (cosa che - ahimè - capiterà prestissimo), ritarderò massimo di un giorno, ma non sparirò più!
Come sempre, vi ricordo di controllare la mia pagina Facebook per tutti gli aggiornamenti:
 https://www.facebook.com/Joy10Efp?ref=bookmarks
E, finite le ferie, è tempo di darsi da fare con il blog: http://dreamerjoy.blogspot.it/
Spero di esservi mancata!
Buona lettura,
Joy
 

 
 
 
 
 
 

   
 
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