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Autore: marcella92    20/08/2014    2 recensioni
E se Lori tornasse a Honolulu? E se i Five-0 avessero messo su famiglia e, oltre ai casi, dovessero districarsi anche con i problemi di casa? Cosa succederebbe se Steve si innamorasse davvero?
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Finalmente Suarez ha parlato, ha ammesso tutto. Voleva vendicare le due sorelle e la madre, che si era suicidata dopo l'incidente, e voleva farlo per ricordare tutto al deputato.” disse Steve, sedendosi nel suo ufficio, togliendosi il tutore dal braccio.

“Come hai fatto a farlo parlare? Io ho fatto fatica con Freedman!” disse Danny.

“Ho i miei metodi, e ti assicuro che sono molto persuasivi.”

“Non chiedo altro, perchè immagino che questi metodi implichino la violenza fisica e la tortura. Senti, con il deputato che facciamo?”

“Niente. Cioè, non possiamo, ormai il reato è caduto in prescrizione, sono passati più di vent'anni. Ma credo che gli basterà il rimorso per aver ucciso due bambine e aver provocato la morte di una povera donna.”

“Già, sono d'accordo, anche se avrei preferito sbatterlo dentro e buttare la chiave. Ma Reed cosa c'entrava?”

“Doveva un favore a Suarez. Quando ancora non lavoravano assieme, Reed aveva provato a fregare una partita di cocaina al cartello di Suarez, così, dopo aver preso informazioni, i capi si sono resi conto che gli sarebbe servito più da vivo che da morto e lo hanno arruolato.”

“Cretino due volte, davvero.”

In quel momento squillò il telefono del comandante, era Lori.

“Lori, dimmi.”

“Steve, sono in macchina, sto scappando da Brian, sono quasi al Five-0, potreste uscire a darmi una mano? Ho paura che possa fare qualcosa di folle.”

“D'accordo, Lori, stai calma, dimmi dove sei.”

“All'inizio della strada, vedo la statua di Kamehameha.”

“Arriviamo.” riattaccò, e chiamò la squadra.

“Ragazzi, usciamo subito ad aspettare Lori, Brian la sta seguendo e non è molto allegro.”

Velocemente i quattro uscirono, appena in tempo per vedere il SUV bianco di Lori inchiodare a pochi passi da loro, e una macchina nera a poca distanza. La donna scese velocemente, andando a mettersi accanto ai colleghi, mentre dall'auto nera uscì un Brian furioso, rosso in faccia.

“Torna subito qui, razza di stronza! Non ti darò mai il divorzio!”

“Ehi, amico, calmati. Forza, entriamo così ne parlate con tranquillità.” disse Steve, mettendosi tra Lori e l'uomo.

“Levati dalle palle, idiota! Fammi parlare con quella lì, e anche voi, andatevene!”

“Brian, ti ho già detto che è finita! Te la sei spassata per sei mesi con Jolene, e chissà prima, e tu pretendi che io ti perdoni e torni a Washington con te? Non ci penso nemmeno, qui ho la mia famiglia, loro mi rispettano e mi vogliono bene, qui sono felice.”

“Non dire cazzate, tu torni a casa stasera con me, a costo di legarti e imbavagliarti!”

“Bene, direi che parla proprio come un cavaliere d'altri tempi, che ne dite?” intervenne Danny.

“Zitto tappetto!”

“Ehi, ehi, ehi, adesso basta! Non ti permetto di insultare ancora la mia squadra! Sparisci immediatamente!” disse Steve, alzando la voce.

“Cosa c'è comandante, eh? Non ti piace che parli male di voi o di lei in particolare? Dimmi, te la sei già portata a letto?” chiese sprezzante Brian, caricando il pugno per colpire Steve.

Il colpo fu deviato prontamente, e l'uomo cadde rovinosamente a terra. Kono e Danny furono i primi a scoppiare a ridere, seguiti anche da Chin e da Lori, mentre Steve alzava di peso Brian e lo ammanettava.

“Scusa amico, ma sembravi un criceto che prendeva a pugni un orso!” disse Danny, con le lacrime agli occhi.

“Ehi, mollami, non potete arrestarmi, chiamo il presidente, lavoro alla Casa Bianca!”

“Possiamo, non preoccuparti. Come prima cosa aggressione a pubblico ufficiale, e poi guida pericolosa, giusto Lori?”

“Esatto, superava i novanta all'ora in centro.”

“E poi il presidente capirà, gli abbiamo salvato la vita una volta, in più è hawaiano...che ne dici, chi vincerà?”

Arrivati in ufficio, Steve chiamò Lukela, chiedendogli di trattenere Brian fino all'indomani, quando aveva il volo di ritorno per Washington, poi propose alla squadra di prendere un pomeriggio libero per andare in spiaggia.

“Steve, sei sicuro di sentirti bene?” chiese Chin.

“Certo che si, mai sentito meglio. Perchè?”

“Beh, non è da te proporre una giornata in spiaggia, visto che i tuoi giorni liberi li passi arrampicandoti per dei sentieri sconosciuti anche agli animali.” rispose Danny.

“Possiamo sempre tornare a Koʻolau se vuoi.”

“Piuttosto la morte. Allora, dove andiamo?”

“E se andassimo a Pipeline?” propose Kono “E' troppo che non cavalco un'onda giusta!”

“Ottima idea. Allora facciamo tra mezz'ora a casa di Chin?”

“Sì, ci sto. Lori, provi anche tu a surfare vero?”

“Assolutamente no, quelle sono onde da professionisti, io non sto in piedi neanche sulla tavola ferma!”

“Dai, ti insegno io. Forza, costume e tavola per tutti, anche per Danny.”

“Credo che mi limiterò a guardarvi mentre rischiate di morire annegati, grazie.”

Il gruppo si separò e, mentre Danny andava verso il centro a prendere Grace a scuola, gli altri si dirigevano verso l'imbocco della highway.

Arrivata a casa di Steve, Lori, che abitava ancora lì a causa di un disguido con la consegna dell'appartamento, si precipitò in camera a cambiarsi; si stava infilando il reggisendo del bikini quando bussarono alla porta. Svelta si infilò una maglietta.

“Sì?”

“Ehi, Lori, sei pronta?” le chiese Steve.

“Sì, ho finito, arrivo subito.” infilati anche un paio di shorts di jeans e afferata la borsa da spiaggia, la donna scese al piano di sotto, dove trovò l'uomo prendeva la tavola dal sottoscala.

“Senti, volevo ringraziarti per prima. Ho avuto davvero paura, non avrei mai immaginato che Brian potesse reagire così.”

“Non preoccuparti. L'hai detto anche tu, no? Siamo la tua famiglia, e in famiglia ci si sostiene sempre. E poi, noi siamo i Five-0, e nessuno tocca i Five-0” disse Steve ridendo.

“Grazie.”

“Forza, andiamo.”

Dopo circa un'ora le macchine della squadra raggiunsero il parcheggio accanto alla spiaggia. Tutti, tranne Danny e Lori, scaricarono le tavole e, appena dopo aver appoggiato i vestiti e gli asciugamani in spiaggia, stavano già pagaiando alla ricerca dell'onda perfetta.

“Grace, sta attenta!” gridò Danny alla figlia, che gli sorrise da lontano.

“Danny, tranquillo! Kono mi ha detto che è bravissima, e se lo dice lei devi fidarti.” lo tranquillizzò Lori, che si era tolta maglietta e calzoncini e aveva sistemato l'asciugamano sulla sabbia calda.

“Lo so, ma hai visto quelle onde? Potrebbero spazzarla via come uno stuzzicadenti!” rispose l'uomo preoccupato, sedendosi.

I due amici si divertirono a guardare i colleghi alle prese con le onde, notando che Kono era ancora la campionessa di un tempo: difficilmente mancava un'onda, e ci rimaneva sopra fino alla fine, mentre Steve e Chin, anche se erano molto capaci, spesso non riuscivano a rimanere sulla tavola per tutto il tempo.

“Ehi, Lori, volevo dirti che se hai bisogno di qualcosa, qualunque cosa, io ci sono, ok? So cosa vuol dire divorziare, urla, liti, avvocati...quindi, per ogni cosa...”

“Grazie Danny, sei un'amico. Comunque, credo che ci vedremo il meno possibile, perciò le litigate dovrebbero essere ridotte al minimo...e poi, pensavo, ho fatto bene a lasciare uno che si comporta così, e per fortuna che me ne sono accorta presto, altrimenti chissà quante cose mi starei perdendo.”

“Sai come la penso in fatto di matrimoni, basta solo nominarli perchè la gente cominci a scannarsi.”

I due si girarono verso l'acqua giusto in tempo per vedere Grace che cavalcava un'onda con grande maestria, e Steve che cadeva, con davvero poca grazia: Danny scoppiò a ridere così fragorosamente che diversi bagnanti lo guardarono, imitandolo. Nel frattempo, Steve era tornato a riva, e, dopo essersi slacciato il laccio dalla caviglia, corse dai colleghi.

“Danno, grazie per la magnifica figura che mi hai fatto fare.”

“Come siamo permalosi Steven! Era solo una caduta da una tavola di poliuretano e fibra di vetro da un cavallone potenzialmente mortale in mezzo all'oceano, cosa vuoi che sia!” rispose l'uomo ridendo.

“Quanto sarcasmo Danny! Se non ricordo male ci avevi provato anche tu, vero?” intervenne Lori.

“Si, ma poi mi sono reso conto che, durante una normale giornata in ufficio, ho occasioni più allettanti ed eroiche per morire rispetto al cavalcare di un'onda di quattro metri.”

“Giusto, ma devi adeguarti, vivi alle Hawaii da un sacco di anni ormai.”

“Non porto più la cravatta, mi sembra già una cosa abbastanza drastica, non ti pare?”

“Va bene, va bene. Sentite, qualcuno ha portato qualcosa da mangiare?” chiese Steve, asciugandosi.

“Ehi, abbiamo fame anche noi!” dissero Kono e Grace, piantando i surf nella sabbia, seguite da Chin.

“Si, ci sono panini e frutta per tutti, poi succhi e acqua.” disse Lori, aprendo la borsa. Cominciò a distribuire qualcosa a tutti, ma Chin, Danny e Steve la guardarono sconsolati.

“Si bambini, c'è anche la birra, ma è in macchina al fresco, quindi qualcuno deve andarla a prendere: fate a chi arriva primo.”

“Io ci rinuncio in partenza, altrimenti il SuperSeal si metterebbe a piangere se non vincesse, e visto che la macchina è la sua, direi che ci va lui, senza ulteriori discussioni.” ma Steve si era perso metà del discorso, perchè era già sulla strada del ritorno, portando una borsa frigo arancione.

“Stavi dicendo qualcosa Danno?”

Si sedettero tutti in cerchio, mangiando voracemente i panini, ridendo e scherzando e, mentre Grace raccontava che un ragazzo, a scuola, continuava a starle intorno, (con sommo orrore di Danny), Steve si ritrovò a fissare Lori, pensando a quanto era bella quando rideva: i suoi capelli, mossi dalla brezza, incorniciavano il volto in ciocche ribelli, e gli occhi guizzavano divertiti verso chi stava parlando. Del pulcino bagnato fradicio e in lacrime di qualche mese prima non rimaneva nient'altro che qualche momento di tristezza che la prendeva ogni tanto, ma si vedeva che faceva di tutto per dimenticare. Lo sgardo di Steve si fece più audace, scivolando in basso, verso il seno piccolo, ma perfettamente proporzionato al corpo, abbronzato grazie alle giornate passate in spiaggia.

“Vero Steve?”

“Cosa? Che stavi dicendo?.”

“Ho detto che è strano che ci capitino dei pomeriggi liberi dal lavoro, e, soprattutto, che sia tu a promuoverli.”

“Beh, ogni tanto bisogna staccare un pò, giusto? Se poi ci si può divertire insieme, è ancora meglio.”

“Giusto capo. Sentite, che ne dite di un'ultima surfata? Sono quasi le cinque, devo tornare a casa, altrimenti Adam mi darà per dispersa. Chi viene con me?” propose Kono.

Subito Grace e Chin si alzarono, recuperando le tavole.

“Lori, vieni almeno a fare il bagno!”

“Assolutamente no, voglio godermi ancora un pò di sole, chissà quando mi ricapiterà.” rispose la donna, stendendosi nuovamente sull'asciugamano, chiudendo gli occhi.

“Ehi Steve, non vieni?” chiese Chin, assicurando la tavola alla caviglia.

“Sì, vi raggiungo subito.” Approfittando di un momento di distrazione di Lori, il comandante fece un segno a Danny. Insieme, all'improvviso, afferrarono la donna, che si divincolava, e Steve se la caricò in spalla, poi, correndo, entrò in acqua, dove si buttò con una Lori urlante avvinghiata addosso.

“Steven McGarrett, non fare mai più una cosa del genere! Te la farò pagare molto cara! Anche a te Danny!” disse la donna, riemergendo furente dall'acqua, mentre i due ridevano sonoramente.

“Ma dai, era uno scherzo! Così hai fatto almeno il bagno!” disse Steve, rincorrendola mentre usciva.

Lori stava si stava voltando per rispondergli, ma aveva appoggiato male il piede, così si era sbilanciata. Steve, prontamente, l'aveva afferrata al volo, prima di cadere a terra assieme a lei, fortunatamente non troppo forte da schiacciarla, ma nemmeno troppo distante da non sentire il suo alito caldo sul viso.

I due rimasero in quella posizione per qualche secondo, che a loro sembrò un'eternità, poi Lori provò a muoversi.

“Comandante, perchè sei sopra di me? Non riesco a respirare.”

“Scusami, ora mi alzo.” disse Steve, senza muoversi, come ipnotizzato.

“Sbaglio o sei ancora qui sopra?”

L'uomo fece forza sulle braccia, e si rialzò, aiutando Lori, che, nel frattempo, si spolverava dalla sabbia; Steve si stirò, ma subito si ritrasse, sentendo che i pantaloncini da surf cominciavano a stargli stretti sul basso ventre.

“Ehi, ehm, allora, siamo pronti ad andare?” chiese, un pò imbarazzato, infilandosi una maglietta.

“Sì, Kono e gli altri si stanno asciugando, nel frattempo io porto le cose in macchina, dammi le chiavi.” rispose Lori, finendo di pulirsi dalla sabbia.

“Ecco. La tavola lasciala, la porto io.”

In quel momento si avvicinò Danny.

“Da quanto ci pensi?”

“Come scusa?”

“Ti ho chiesto da quanto fai pensieri non proprio angelici su Lori Weston.”

“Non dire sciocchezze Danno!”

“Ah no? Allora perchè prima le hai fatto la radiografia completa? E perchè, dopo che vi siete alzati dalla sabbia, sembrava che tu avessi una pistola nel costume? Cosa senz'altro probabile, conoscendoti.”

Sul volto di Steve apparve l'ombra di un sorriso imbarazzato.

“Da quanto non hai una donna, da Catherine?”

“E' che non ci riesco, mi ha fatto troppo male, faccio fatica a fidarmi.”

“Sarà, ma vedi di sbrigarti a trovarne una, perchè la scusa del 'Oh, scusa ti sono caduto addosso' non funziona sempre.”

I due amici si guardarono e, in silenzio, si diressero verso le auto, dove li aspettavano gli altri. Si diedero apputamento per l'indomani in ufficio, alla solita ora.



Eccomi di nuovo, un pò in ritardo! Dopo l'avventura del precedente capitolo, un pò di svago ci stava. Non ho nuovi followers, così non mi rimane che ringraziare infinitamente quelli "vecchi"! Buona lettura, a presto!

  
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