Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: FiammaBlu    20/08/2014    3 recensioni
I desideri del cuore sono quelli che maggiormente influiscono sulle nostre decisioni, spesso portandoci in direzione completamente opposta proprio per non veder sparire quel sogno.
Seguite Maya e Masumi in questo 'finale' immaginario del manga ancora incompiuto!
Ultima REVISIONE Luglio 2016.
Una nuova Dea Scarlatta sarebbe sorta dalle ceneri di quella di Chigusa Tsukikage come una fenice, che avrebbe ereditato i diritti di quell'opera meravigliosa e imparato da lei tutte quelle nozioni per portarla in scena nella prima del due gennaio.
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Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10



Masumi applicò ai pochi secondi che lo separavano dall’apertura della porta tutto il sangue freddo e l’autocontrollo acquisiti sotto la ferrea educazione di suo padre. Interruppe la chiamata di Hijiri, rientrò in salotto, prese il vaso con le rose e lo appoggiò sul tavolo della cena. Chiuse a chiave le due porte che davano su quella sala dall’interno e uscì dalla terza che portava alla cucina. Il cuoco impallidì e lui gli ordinò un tè e fece cenno al cameriere di tenersi pronto. Imboccò il corridoio, tornò in salotto e aprì la porta con il cuore in fermento.

- Buonasera Masumi - lo salutò Shiori con le guance arrossate.

- Shori... - e finse una meraviglia praticamente perfetta, dosata ma non troppo.

Dovevo fare l’attore…

- Scusami per questa visita improvvisa - abbassò la testa e lui la invitò ad entrare.

- Ero al piano di sopra, stavo per uscire - si giustificò lui per il ritardo nell’aprire. Lei lo squadrò per un attimo.

- Sei molto elegante -

- Devo partecipare ad un evento… - precisò mentre la faceva accomodare sul divano.

Shiori si guardò intorno come se cercasse qualcosa, poi tornò con lo sguardo su di lui.

- Non ti porterò via molto tempo, prometto - gli assicurò, ma il suo sguardo congelò Masumi.



Al piano di sopra, Maya si tolse le scarpe dopo aver salito le scale di corsa e nel buio quasi totale cercò di orientarsi. C’era un lungo corridoio con alcune porte. Aprì la prima e la chiuse di scatto con il cuore in gola.

Questa è la sua stanza… oh… mi brucia la pelle…

Proseguì e aprì la seconda, ma era spoglia, aprì la terza e c’era un letto con lenzuola bianche e degli asciugamani. Era così terrorizzata che non pensò neanche di accendere la luce per paura che qualcuno la vedesse anche se non sapeva niente di ciò che stava accadendo. Poggiò le scarpe a terra e cercò la sua borsa, ma non la trovò da nessuna parte. Uscì sollevando il vestito per non inciampare e tornò all’inizio delle scale con il cuore che martellava veloce.

- Non ti porterò via molto tempo, prometto - è la signorina Shiori Takamiya! Che ci fa qui? Ah… no, veramente l’intrusa sono io…

Si accovacciò sul primo scalino con gli occhi sulla luce che filtrava dal corridoio in basso cercando di calmare i sussulti del suo cuore con ampi respiri.

- Vuoi bere qualcosa? - sentì dire Masumi, che chiamò il cameriere; lo vide passare in fondo alla scalinata, lo stesso che li aveva serviti fino a pochi minuti prima.

Udì le tazze picchiettare e loro sedersi. Saranno seduti vicini? Lei lo toccherà? E lui? La bacerà? Affondò la testa fra le ginocchia stringendo gli occhi per l’angoscia.

Quel silenzio prolungato era inquietante e scese qualche gradino poi sentì un rumore e si fermò con il cuore in gola.

- Come mai sei venuta a trovarmi senza avvisarmi? Ti avrei accolta in modo diverso - Masumi si era alzato e Maya sentì il rumore di una bottiglia di vetro e di un liquido che veniva versato. Notò che usava un tono cordiale ma distaccato, non le parlava come aveva fatto con lei fino a poco prima.

- Ho pensato molto a quello che mi hai detto - Maya sentì che Shiori posava la tazza - E sono mortificata per i gesti che ho fatto contro Maya Kitajima e contro di te io… non avevo capito -

Seguirono altri interminabili secondi di silenzio. Masumi non disse niente, Maya sentì che Shiori si era alzata dal divano. Scese qualche altro scalino tenendo la mano sul muro.

- Parlerò con mio nonno e gli dirò che anche per me va bene rinunciare al matrimonio - Maya trattenne il fiato con il cuore le batteva così forte che lo sentiva rimbombare nelle orecchie.

- Sono felice di sentirtelo dire, Shiori - era Masumi e la sua voce era veramente velata di genuina meraviglia. Maya appoggiò il piede nudo su un altro scalino e scese ancora.

- Hai ragione, non posso costringerti ad un matrimonio che non desideri - la voce di Shiori invece era affranta e piena di tristezza. Maya scese un altro scalino, era praticamente all’angolo con il salotto all’entrata.

- Shiori, costringeresti davvero te stessa ad una vita accanto a qualcuno che non ti amerà mai? - com’è dolce la sua voce, pacata e malinconica…

Maya sentì ancora il rumore della bottiglia di vetro, tremando si affacciò all’angolo sbirciando e rimase pietrificata da ciò che vide.



Alla fine Takamiya aveva accettato il nuovo accordo. Eisuke Hayami si accasciò stancamente sulla grande sedia del suo studio, fuori la notte aveva preso il sopravvento. Sollevò la rivista aperta davanti a lui dove il volto di Maya Kitajima campeggiava a tutta pagina accanto a quello di Yu Sakurakoji.

Perfino questo scadente fotografo è riuscito a catturare quella luce nei tuoi occhi. Posso solo immaginare come sarà la tua Dea Scarlatta… intensa, coinvolgente, magica… Sotto la guida di Chigusa potrai esprimere al meglio tutto il tuo talento. Non c’è alcun modo per me di redimermi né ai suoi occhi né a quelli di mio figlio. Troppi anni di acredine e di torti, di errori imperdonabili ci separano, ma quello che ho fatto oggi l’ho fatto per te, perché l’ardore del tuo amore possa aiutarti a creare la tua Akoya, e perché tu possa essere l’erede di Chigusa anche grazie ad un mio piccolo intervento. Abbandono in questo istante la mia caccia spietata alla Dea Scarlatta e tutto il peso di ciò che ho fatto mi grava sulle spalle. Tutto inutile. Ma io sono vecchio e mi resta poco da vivere tu, invece, sarai una stella che brillerà a lungo e mio figlio ti proteggerà sempre, l’ho visto nei suoi occhi. Proteggerà una Dea Scarlatta di carne e sangue, non un’illusione…

Prese il telecomando e accese lo schermo piatto. La grande bambola immobile di “Sorriso di pietra” occupò il centro, gli occhi fissi, la posizione rigida.

L’indomani avrebbe chiamato Masumi per dirgli che il matrimonio era annullato.



Shiori aveva sollevato un lungo coltello, Masumi era di spalle e non l’avrebbe mai vista in tempo! No!

Maya si lanciò nella stanza, rapida, i piedi scalzi che battevano sul pavimento di legno. La sua mente era vuota, non stava pensando a niente, ogni cosa era occupata dalla lama luccicante che calava inesorabile.

- No! - gridò con forza.

Masumi si voltò di scatto, vide Maya che si gettava fra le sue braccia e nello stesso istante il volto stravolto di Shiori che abbassava un coltello.

Reagì d’istinto, con un braccio protesse Maya stringendola a sé e con l’altro afferrò il polso di Shiori.

- Non fargli del male, ti prego! - gridò disperata Maya abbracciandolo e anche se Masumi non aveva compreso appieno cosa fosse accaduto, strinse il polso di Shiori e il coltello cadde. La fissò con sguardo gelido e lei forse era ancora più meravigliata di lui, gli occhi spalancati, tutto il corpo che tremava come una foglia, gli occhi puntati su Maya.

- Lei… - balbettò accasciandosi a terra.

- Maya, stai bene? - le sussurrò dolcemente in un orecchio.

Si è messa in mezzo senza timore, l’avrebbe trafitta sicuramente... se non avesse gridato non avrei avuto il tempo per voltarmi… Maya…

Lo teneva stretto e avvertiva tutto il suo peso, ma voleva assicurarsi che stesse bene. La staccò leggermente e quando la guardò negli occhi ci vide terrore, ma anche sollievo. Le tremavano le labbra, ma niente gli avrebbe impedito di baciarla. I loro cuori battevano all’unisono spinti dall’adrenalina e dall’amore profondo che provavano. Si abbandonarono l’una nelle braccia dell’altro fondendosi in un’anima sola.

Shiori con gli occhi spalancati si portò una mano alla bocca incapace ancora di accettare l’amore che legava Masumi e Maya. Non ha mai guardato me così, mai! E lei… lei si è messa in mezzo, io l’avrei…

Alzò le mani coprendosi il volto e pianse sommessamente evitando di guardare il bacio appassionato che si stavano scambiando, completamente dimentichi di ciò che gli stava intorno. Shiori capì che il desiderio del suo cuore non si sarebbe mai avverato.

Masumi poggiò un ginocchio a terra e le porse una mano.

- Alzati, Shiori -

Lei sentì la sua voce dura che sibilava quell’ordine e fu costretta a togliere le mani dal volto. Si lasciò tirare su e si accorse che nella stanza c’era un ragazzo con un abito scuro e gli occhiali. Chissà chi era e da dove era venuto. Teneva in mano il coltello con un fazzoletto. Vicino a lui c’era Maya Kitajima, gli occhi rossi, ma fieri e determinati, in un abito nero lungo che si adagiava a terra. Li ho interrotti… L’amarezza le riempì la bocca come fiele, abbassò lo sguardo incapace di reggere il suo.

- È meglio che torni a casa, Shiori, c’è la tua auto che ti aspetta fuori. Dimmi, devo parlare di questo con tuo nonno? - la sua voce era tagliente e piena di rabbia trattenuta.

Lei riuscì solo a scuotere la testa senza trovare il coraggio di guardarlo negli occhi.

- Bene, perché non ti permetterò mai più di influire sulla mia vita, sono stato chiaro? - Masumi strinse la sua mano per rafforzare l’intento.

Shiori annuì di nuovo, svuotata e annullata.

L’accompagnò all’esterno assicurandosi che salisse in macchina e avvisando l’autista di riportarla a casa.

Quando rientrò venne colpito da tutta la tensione accumulata e si appoggiò al legno della porta reclinando la testa e chiudendo gli occhi.

- Vai da lui Maya, ha bisogno di te, ha sempre avuto bisogno di te. Sei il tuo balsamo erano le sue rose scarlatte, per lui, le rose, eri tu - sussurrò piano Hijiri avvicinandosi. Lei sollevò lo sguardo, annuì con un meraviglioso sorriso, raccolse l’abito tirandolo un po’ su, lo raggiunse e lo abbracciò posando un bacio sul suo petto.

Come fa a sorridere in quel modo in una situazione drammatica come questa? Maya sei davvero straordinaria… Hijiri avvolse il coltello nel fazzoletto e sparì oltre l’arco della sala in silenzio.

Masumi restò in quell’esatta posizione mentre l’angoscia defluiva, lenita dalla vicinanza di lei, allungò le braccia e la strinse a sé. Aprì gli occhi, li fissò nei suoi e quel calore dissipò ogni paura.

- Maya… perché ti sei buttata così…? Avresti potuto… - ma non riuscì a terminare la frase né il pensiero, era troppo inaccettabile, un nodo doloroso gli serrò la gola.

- Non potevo permettere che ti facesse del male, assolutamente non lo potevo permettere - sussurrò lei con un sorriso che avrebbe riportato in vita un morto.

- Ma cosa c’entra questo…? Maya, tu… - ma lei si aggrappò alla sua giacca e lo tirò verso di sé.

- Ti amo, sei l’altra metà della mia anima... - si alzò sulla punta dei piedi e lo baciò. Lui l’abbracciò stretta e Maya venne avvolta da tutto il suo corpo sentendosi protetta e al sicuro e per un brevissimo istante si ricordò della sensazione che aveva provato all’idea di perderlo e di come, senza alcuna paura, si era messa sulla traiettoria del coltello. L’amore è sacrificio e lei era stata disposta a morire per lui… come Akoya per Isshin. E lui aveva fatto la stessa cosa con lei la sera dell’aggressione.

- Avevo pensato che la mia presenza nella valle dei susini e tutto ciò che avvenne fosse stata in assoluto una delle cose più incredibili che mi fossero mai capitate, ma anche la giornata di oggi è stata davvero strana… - sussurrò Masumi ridacchiando sulle sue labbra.

- Molto strana - concordò lei crogiolandosi nel suo abbraccio.

- Stai bene? - le chiese, e si fece serio. Lei annuì con un sorriso.

- Lo so che può sembrare assurdo, ma sto bene… - ammise rendendosi conto che era vero. Sicuramente non era spaventata, anzi, in realtà aveva probabilmente colto l’ultimo tassello della Dea e poteva definirsi emozionata…

- Vai su e fatti una doccia, io devo fare qualche telefonata per sistemare questa situazione - e le diede un bacio lieve. Ma come fa a superare le cose così in fretta…? Io ho ancora una rabbia che mi brucia dentro…

- Sì, signor Hayami - uscì dal suo abbraccio e usò l’abito per fare un inchino come aveva imparato ne “Le due regine”. Masumi scoppiò a ridere mentre lei si dirigeva alla scala che portava al piano di sopra.



In realtà gli occorse quasi un’ora per parlare con Hijiri e chiamare l’avvocato. Era sicuro che questo avrebbe posto fine a quell’assurdo matrimonio combinato e quando chiuse il telefono espirò completamente tutta l’aria.

C’è troppo silenzio… dov’è Maya? Realizzò che ore fossero e che non l’aveva più vista da quando era salita. Si affrettò su per le scale mosso da un’inspiegabile panico. Sentiva il cuore battere furiosamente. Corse fino al bagno in fondo al corridoio, ma era deserto. Aprì la porta della camera che aveva fatto preparare per lei, ma era buia e vuota. L’angoscia gli serrò il cuore e aprì con forza anche la stanza centrale, ma lei non c’era. Si diresse nella sua camera più per abitudine che perché credesse di trovarla lì e la vide.

Si era addormentata sulla poltrona con indosso una sua camicia. Si avvicinò mentre il panico defluiva sostituito da un’emozione incontrollabile. Si inginocchiò accanto a lei e la osservò dormire. La camicia era lunga per lei e l’idea che la indossasse lo fece impazzire di gioia. Non doveva aver trovato la sua borsa. Le scostò una ciocca ribelle di capelli e lei sospirò in modo così dolce da farlo gemere.

Maya si mosse e la camicia salendo rivelò il pizzo nero della sua biancheria. Masumi spalancò gli occhi pietrificato.

Tutte pessime idee quelle che mi stanno affollando la testa… Non ho mai avuto problemi a guardare una donna, ma con lei… Non posso restare qui a osservarla, mi sento come un ladro che la deruba nel sonno…

Si alzò stringendo i denti. La sollevò delicatamente in braccio e la mise nel letto sotto le coperte. Si allontanò in silenzio gettandole un ultimo sguardo.

- Non andare per favore, resta con me - sentì la sua voce nel buio della camera e si pentì di averla spostata e svegliata.

- Maya… - cercò di replicare lui, ma lei lo interruppe.

- Abbracciami e basta, ti prego - era una supplica con voce tremante, forse si era spaventata più di quanto avesse voluto ammettere.

Abbracciarti e basta eh? Non hai proprio idea, ragazzina, di ciò che mi provochi, vero?

Sospirò rassegnato, non era mai stato capace di negarle niente e non avrebbe iniziato ora. Si spogliò e indossò i pantaloni di una tuta e una maglietta. Raggiunse l’altro lato del letto e le si affiancò.

- Vieni qui - sussurrò attirandola verso di sé e avvertendo la sua schiena contro il petto. Maya si lasciò tirare e avvolgere dalle sue braccia mentre il cuore le batteva all’impazzata.

- Perché l’ha fatto? - gli domandò nelle tenebre.

- Non lo so, Maya, gelosia? - improvvisò lui cercando di non pensare al suo corpo così vicino.

- L’ho provata anche io, sai? - gli confessò grata all’oscurità che celava la sua vergogna.

- Cosa? -

- La gelosia. La prima volta che ti ho visto insieme a lei, e anche la seconda alla Daito quando l’ho conosciuta, è bellissima Shiori Takamiya… e quando ho letto che ti saresti sposato su un giornale… avrei voluto farlo a pezzi… -

- Mi spaventi… - ridacchiò lui, ma una punta di orgoglio gli riempì il cuore.

- E tu? L’hai mai provata? -

- Maya, non hai idea… - la sua voce si fece improvvisamente fredda e tagliente e Maya fu tentata di voltarsi - Credo di aver portato quel sentimento ad un livello superiore, la mia era feroce, mi spingeva a fare cose incredibili. Anche se ero cosciente che non avresti mai ricambiato i miei sentimenti non sopportavo l’idea che altri ti toccassero -

Maya si fermò a pensare in quali occasioni poteva averla vista in atteggiamenti particolari e iniziarono a tornare a galla alcuni ricordi… Shigeru, Ryo, Sakurakoji… anche l’ultima volta il bacio durante le prove! Ma io… Si morse la lingua piena d’angoscia e rimase in silenzio.

- E ora? - sussurrò posando una mano sulla sua, adagiata sulla pancia.

- Anche - ammise lui candidamente.

- Ma come?! - si meravigliò lei rimanendo però sempre di spalle.

- È più forte di me - ridacchiò lui stringendola - Potrei arrivare ad uccidere qualcuno… -

- Non ce ne sarà bisogno - mormorò lei pensando alle prove della Dea Scarlatta e alla quantità di volte che avrebbe dovuto baciare, abbracciare o toccare Sakurakoji… Ma per me è solo recitazione… io non provo niente…

- Scusa per la camicia, ma non ho trovato la mia borsa - gli disse sbadigliando dopo qualche attimo di silenzio. Era una meraviglia stare abbracciata a lui nel calore del letto.

- Ti sta benissimo - le sussurrò Masumi affondando il viso nei suoi capelli profumati. Maya rabbrividì e si avvicinò ancor più a lui in modo innocente.

- Domani… - mormorò assonnata - C’è una cosa che devo darti… è tua, te l’ho riportata - sbadigliò di nuovo e si girò passandogli un braccio intorno al collo, una gamba sottile in mezzo alle sue e poggiando la testa su di lui.

Masumi rimase immobile affascinato dal suo modo spontaneo di muoversi, il cuore che infuriava nel petto e spingeva il sangue veloce nelle sue vene.

Maya… come diavolo posso restare…

Sospirò e le scostò dei capelli dal viso. Respirava lentamente, completamente abbandonata addosso a lui ed era la visione più dolce e sensuale che avesse mai visto. Poteva sentire ogni sua forma senza contare il calore che emanava. Si rassegnò, l’avvolse chiudendo le braccia e cercò di addormentarsi mentre tutti i sensi erano solleticati dal suo odore e dalla sua morbidezza.

Addormentarmi? Ma come faccio? Chissà cosa mi ha portato…

Avrebbe voluto trascorrere tutta la vita a guardarla così, anzi no, voleva trascorrere tutta la vita a guardarla così e ora sembrava davvero possibile. Lasciò scorrere le dita lungo il suo braccio abbandonato e avvertì una scossa attraverso la pelle. Lei si mosse di nuovo, lentamente, aderendo a lui, ed emise un sospiro delicato che lo fece fremere.

Era nuda, nel suo letto, con addosso solo la sua camicia… no, doveva trovare un modo per distrarsi e non pensare a svegliarla e…

… e cosa?! È solo una ragazzina! Sì... quel vestito le stava meravigliosamente, poi c’è quella… biancheria… ma…

Chiuse gli occhi serrandoli e cercò di rilassarsi. Sentiva il cuore martellare nel petto. Si accorse che non aveva ancora appoggiato la testa sul cuscino e aveva mantenuto quella posizione in tensione, così si lasciò andare espirando tutto il fiato.

Fissò il soffitto e spostò i suoi pensieri su suo padre e Shiori.

Ecco… così va meglio...


   
 
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