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Autore: Sognatrice_2000    21/08/2014    1 recensioni
Shiho Miyano è una giovane ma bravissima dottoressa che svolge il suo lavoro con passione,guarendo anche le persone che apparentemente non hanno nessuna speranza. Il destino sembra giocarle un crudele scherzo,facendola innamorare di un paziente misterioso e affascinante affetto però da un grave tumore che non riesce a curare in nessun modo.
Egli,inizialmente attratto solo in modo fisico da lei,poco per volta svilupperà un sentimento più profondo nei suoi confronti,ammirato dal coraggio e dalla forza di quella giovane donna così matura e altruista che sembra decisa ad aiutarlo a superare la sua malattia a tutti i costi.
La storia d’amore che nasce tra di loro però comporta per Shiho,poco a poco,la rivelazione di una realtà sempre più assurda e inquietante,nonché la morte di sua sorella,unica testimone di quell’impensabile verità, avvenuta in circostanze misteriose.
Shiho si ritroverà coinvolta in un’incredibile avventura,catapultata in un passato ricco di intrighi,colpi di scena,odio,amore,speranze e sofferenze. Riuscirà ad affrontare i fantasmi di un passato crudo e doloroso, pronti a mettere in discussione tutta la sua vita e le sue convinzioni?
Genere: Drammatico, Erotico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Akemi Miyano, Gin, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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Capitolo 10:
 
 
“Coma sarebbe a dire? Non c’è proprio nessuna speranza?”Ho paura e allo stesso tempo voglio sapere la risposta. Mentre pronuncio queste parole avverto un nodo alla gola,mi costa tanta fatica pronunciarle e riuscire a trattenere le lacrime.
Il Dottor Agasa scuote rammaricato la testa,e improvvisamente mi sento mancare il terreno sotto i piedi. In tutto questo tempo mi sono solamente illusa come una sciocca,ho continuato a nutrire speranza per qualcosa che non si sarebbe mai avverato,non ho voluto rassegnarmi davanti alla verità… perché la verità era troppo crudele per essere accettata. Adesso mi sento obbligata,eppure non ci riesco in nessun modo,per quanti sforzi faccia.
“La prego,lei deve trovare una soluzione…”
“Mi dispiace tanto,ma come ti ho detto non è possibile.”
“Per quale motivo?”
“Il tumore è in stadio molto avanzato,purtroppo. Capisci,dopo un anno che si presentavano sintomi così ricorrenti… tosse con perdita di sangue,mancanza di appetito… con un semplice intervento chirurgico è impossibile rimuovere tutte le cellule malate. Si potrebbe provare con dei farmaci,ma non garantisco che siano davvero efficaci…”
“E’ comunque una strada da tentare. Lei è d’accordo?”
“Certo,potremmo provare… ma ho paura che non funzionino,i polmoni mi sembrano troppo compromessi,e gli effetti collaterali dovuti alla terapia medica potrebbero aggravare la situazione.”
“In… in che senso aggravare?”
“Potrebbe portare il paziente ad uno stadio di indebolimento fisico e mentale da cui è difficile riemergere,e con la situazione attuale c’è il rischio che…”
“Ho capito,basta così. Io direi che è il caso di provare comunque,non ho intenzione di lasciare niente al caso. Se necessario vedrò se è possibile adottare un’altra terapia.”Il professore mi guarda perplesso,forse sono stata troppo dura con lui,ma non ho potuto evitarlo. Mi rendo conto di apparire sciocca,non posso accanirmi contro l’evidenza,ma non posso nemmeno smettere di lottare. Io sono sempre riuscita a curare i miei pazienti,anche quelli con i casi più gravi,che non avevano nessuna speranza di guarigione. Devo farcela.
“Grazie per essere venuto,dottore”Gli stringo la mano con un sorriso per scusarmi di essere stata così brusca,e lui fa altrettanto.
“Di niente,potrai chiamarmi tutte le volte che vuoi in caso di emergenza. Dopotutto sei un’amica di Ran,e posso dire di conoscerti anch’io adesso. Non avevo mai trovato una dottoressa così in gamba e così interessata alla salute dei pazienti. Sei molto determinata,continua così.”
Sorrido senza entusiasmo e lo ringrazio. Non posso dirgli che la ragione che mi spinge a volerlo curare a tutti i costi è molto diversa dal semplice interesse per la salute degli altri…
“Ma in quanto a determinazione anche il tuo amico non scherza…”
“Prego?”
“Sì,l’uomo che ho visitato oggi mi è sembrato indifferente alla malattia,come se non lo riguardasse. Gliel’ho fatto notare,e lui mi ha detto che è davvero fortunato ad avere al suo fianco una dottoressa come te”Mi sorride,e io sento i battiti del mio cuore aumentare nel giro di un secondo. Non è possibile… non riesco a credere che abbia detto sul serio così…
“N-ne è sicuro?”
“Sì,certo… accipicchia!”Di colpo cambia tono e osserva terrorizzato l’orologio “Sono in ritardo per una visita. Devo proprio andare,spero di rivederti.”
Osservo ancora intontita la sagoma di quel buffo signore allontanarsi lungo il corridoio,e involontariamente mi ritrovo a sorridere,piena di gioia. Lui ha detto davvero quelle parole di me…
All’improvviso però avverto uno strano presentimento… ripercorro tutta la conversazione avuta con il Dottor Agasa senza che mi abbandoni la sensazione che ci sia qualcosa che non va…
 
 
“Il tumore è in stadio molto avanzato,purtroppo. Capisci,dopo un anno che si presentavano sintomi così ricorrenti… tosse con perdita di sangue,mancanza di appetito…”
 
“Da quando ha iniziato ad avere questa tosse?”
“Saranno più o meno un paio di mesi”
 
 
Spalanco gli occhi,incredula. I conti non tornano… lui mi ha mentito quando gli ho chiesto da quando presentava i sintomi del tumore? Ma perché? Forse non si fidava di me?
 
 
“Mi è sembrato indifferente alla malattia,come se non lo riguardasse. Gliel’ho fatto notare,e lui mi ha detto che è davvero fortunato ad avere al suo fianco una dottoressa come te…”
 
 
Allora,se è così… non può essere… no,mi rifiuto di crederci…
Senza pensarci entro decisa nella camera. Ho bisogno di un chiarimento,e subito. Lo trovo seduto sul letto,che mi guarda stupito.
“Cosa ci fai qui?”
“Tu lo sapevi fin dall’inizio,non è così?”Inizio con voce tremante,ignorando le sue domande. “Tu sapevi che eri malato,perché non me lo hai detto? Se l’avessi saputo prima,avremmo potuto fare qualcosa… perché?”Urlo quasi l’ultima parola,e senza riuscire a controllarmi mi getto addosso a lui,colpendo con pugni tremanti e privi di forza quel petto a cui desidero tanto appoggiarmi. Improvvisamente però mi vedo afferrare i polsi da una presa salda e sollevo lo sguardo verso di lui,che mi fissa intensamente.
“Calmati. Che cos’è questa storia?”
“Non negare”Singhiozzo,mentre il mio viso continua ad essere rigato da lacrime di rabbia e tristezza. “Mi avevi detto che i sintomi del tumore erano comparsi due mesi fa,e al professore che erano comparsi già da un anno… perché non me l’hai detto tu? Voglio sapere perché!”Esclamo infuriata,sempre piangendo.
Mi calmo non appena sento le sue braccia avvolgermi la schiena e cingermi in una stretta forte e dolce allo stesso tempo.
“Non volevo che tu ti preoccupassi per me”Sussurra piano al mio orecchio poco dopo,accarezzandomi la schiena con la stessa delicatezza usata con un fiore di cristallo. Anch’io sono così fragile,basterebbe così poco per rompermi in mille pezzi…
Non ce la faccio più a resistere e scoppio in un pianto ancora più disperato, rassicurata da quelle braccia forti che mi proteggono. “Sei uno sciocco,dovevi dirmelo subito…”
“Shh…”Mi accarezza piano i capelli,sorridendo come se si trovasse davanti ad una bambina capricciosa. “Ho capito subito appena ti ho vista”
“Cosa?”
Sorride misterioso,sfiorandomi appena le labbra. Mi stringo di più a lui,senza avere più la forza di provare rabbia. L’ha fatto per me…
Lo spingo verso di me e lo bacio con tutto il mio amore,ritrovandomi presto sotto il suo corpo. Facciamo l’amore con passione e disperazione,vogliamo ricordarci di appartenere l’uno all’altro,di aver bisogno di sentirci uniti,stretti,vicini.
Ansimo debolmente,ancora in preda a sensazioni travolgenti ed estasianti,e mi stringo al suo corpo nudo,sentendomi appagata e in pace con il mondo.
In un istante ho dimenticato la malattia,i problemi,il dolore,tutto. Ci siamo solo noi due e il resto del mondo non ha più senso,è offuscato dalla forza del sentimento profondo che ci lega.
 
 
**
 
 
Dove mi trovo? Intorno a me c’è un meraviglioso giardino,pieno di fiori e piante colorate,nel cielo azzurro splende un sole caldo e cocente.
Sono sdraiata sull’erba morbida e verde,in mezzo agli steli dei fiori,permettendo ai  raggi del sole di baciare il mio viso.
Improvvisamente sento due braccia avvolgermi e spingermi contro il corpo di qualcuno. Sollevo lo sguardo,e vedo Gin che mi sorride. Mi stringo al suo petto, accoccolata in quel caldo abbraccio,sperando che non finisca più.
“Sei qui…”Sussurro piano,per non rompere l’armonia di questo bellissimo momento.
“Non me ne sono mai andato”Sorrido ancora di più,stringendomi forte,e una lacrima di gioia mi sfugge sulla guancia.
Quanto vorrei restare così per sempre,vicina a lui…
“Shiho!”Una mano si posa sulla mia spalla,e i contorni di quel giardino si fanno sempre più sfocati. “Shiho,svegliati!”Una voce,prima ovattata,si fa sempre più squillante,e la mano mi scuote la spalla con più vigore.
“Shiho! Shiho!”Apro di scatto gli occhi,guardandomi intorno confusa,e mi scontro con l’espressione preoccupata di Ran,in piedi accanto a me. Era un sogno…
“Oddio,quanto ho dormito?”Biascico confusa stropicciandomi gli occhi e balzando subito in piedi dalla sedia di plastica.
“Meno di tre minuti”
Mi gratto la testa confusa e assonnata,correndo fino al distributore per prendermi un caffè. “Grazie,arrivo subito”
“Shiho”La voce ferma di Ran mi richiama “Quanto hai dormito stanotte?”
Mi volto sempre più confusa. “Ehm… un’ora?”
“Un’ora?!”Sbotta lei incredula,guardandomi accigliata. “Fila a casa,Shiho”
“Puoi scordartelo,i pazienti hanno bisogno di me”Finisco decisa di bere il mio caffè e corro in corridoio,seguita a ruota da Ran,che cerca invano di fermarmi.
“Aspetta,aspetta… Shiho… sono due settimane che non dormi”Io la ignoro, rispondendo alle richieste dei colleghi e visionando esami di ogni tipo mentre parlo con lei.
“Da quando è venuto il professor Agasa hai iniziato a non dormire più… mi spieghi perché?”
“Sì,lo farò subito”Sorrido rivolta a un’infermiera che mi chiede di visitare una paziente appena arrivata.
“Shiho,mi ascolti?”Esclama Ran esasperata,cercando di afferrarmi per un braccio “Dimmi perché non dormi più la notte?”
“Deve fare un esame del sangue e delle urine”Do una cartellina a un giovane infermiere e continuo a camminare,incurante dei richiami di Ran.
“Shiho”Si ferma davanti a me,sbarrandomi la strada “Non muovi un passo finchè non mi dici per quale motivo ti ostini a voler trascorrere le notti insonni”
Sto per aprire bocca e confidarle la verità,ma un'altra voce mi chiama.
“Dottoressa Miyano,abbiamo bisogno di lei!”
Sospiro stanca,ma cerco di non far trasparire il mio fastidio. “Arrivo subito.”Mi volto verso Ran accennando un sorriso. “Adesso devo andare,ne riparliamo più tardi. Stai tranquilla,ok?”
“Dottoressa!”
“Vengo subito! A più tardi,Ran”
 
 
Mi dispiace,ma temo che mi prenderesti per una stupida se ti dicessi il vero motivo per cui da due settimane a questa parte non chiudo occhio…
 
 
Finalmente,qualche ora più tardi,nel pomeriggio io e Ran riusciamo a incontrarci per un corridoio,e tra un esame e  l’altro riusciamo a parlare un po’.
“Il paziente della 10 deve fare un’ecografia addominale completa. No no,ho detto un’aspirina,non un antibiotico.”Affannata non faccio caso al sorriso beffardo di Ran, che continua a seguirmi in questa maratona.
“Allora,ti degnerai di rispondermi o no? Pronto,sono qui! E tu non fai altro che ignorarmi.”
“Hai ragione,scusami,è che ho molto da fare”Cerco di difendermi prendendo una cartellina.
“Tanto per cambiare”
“Dottoressa,la diagnosi di questo paziente?”
“Ipocondria”Sorrido ironica,allontanandomi con Ran alle calcagna.
“Dai,aspettami… ,insomma,mi spieghi una volta per tutte cosa stai combinando?”Il suo tono seccato mi ferisce,e i miei occhi si fanno lucidi.
“Studio testi di medicina”Rispondo vaga,evitando accuratamente il suo sguardo.
Ran rimane interdetta per un attimo,poi scuote la testa. “Non ti credo,Shiho. Per caso… per caso stai di nuovo cercando una terapia alternativa che distrugga le cellule tumorali? Senti,il professore ha detto che non possiamo fare niente,rischi di ammalarti se continui ad affaticarti così…”
“La mia fatica non è inutile”Preciso,punta sul vivo,ma non ho il tempo di aggiungere altro che arriva un’infermiera con una radiografia in mano.
“Dottoressa,il paziente della 2”
“Frattura composta del femore,lo operiamo subito. Arrivo”Rivolgo un’occhiata seccata a Ran e mi allontano senza aggiungere altro,irritata per il suo comportamento. Crede che per me sia facile questa situazione? Crede che mi stia divertendo o che stia giocando? Da quando le ho detto la diagnosi del Dottor Agasa si è rassegnata definitivamente,e quando gli ho raccontato che Gin mi aveva tenuto nascosto la malattia fin dall’inizio mi è sembrata molto perplessa e mi ha trasmesso uno strano dubbio…
 
 
“Stai dicendo che quando si è presentato qui per l’incidente sapeva già che era malato e non ha detto niente né a te né ad altri dottori?”
Avevo annuito,e lei era parsa pensierosa. “Mi sembra assurdo.”
“Ha detto che non voleva farmi preoccupare”
“E tu credi a questa sciocchezza? No,Shiho,qui c’è sotto qualcosa… lui sembra conoscerti benissimo,tu hai avuto delle strane visioni in sua presenza e tua sorella è morta proprio poco dopo che è arrivato lui… non sarà..”Mi lanciò un’occhiata che mi mise i brividi “… non sarà che ha simulato di proposito un incidente per venire in questo ospedale e rintracciarti?”
“Perché avrebbe dovuto farlo?”
Ran mi aveva sorriso: “In realtà questa è una teoria di Shinichi,che mi ha esposto quando gliene ho parlato. Secondo lui entrambi vi conoscevate già in passato,solo che non te lo ricordi più perché forse eri molto piccola…”
 
 
Scuoto la testa con forza,scacciando questi pensieri ridicoli. Non può essere così,è sicuramente una coincidenza. Una strana coincidenza.
 
 
**
 
 
“Perfetto,una dose di antidolorifico alla mattina e una la sera per sedare momentaneamente il dolore. Una radiografia al braccio,non alla gamba,per il paziente della 2.”Mi rivolgo a una mia collega consegnandole dei fogli,e quando si allontana il mio cellulare squilla. Perplessa lo estraggo dalla tasca del camice,e vedo il numero di Ran impresso sul display. Da una settimana non ci siamo più parlate,io la ignoro volutamente dopo quello mi ha detto. So di essere sciocca e orgogliosa,ma non mi importa,è lei che ha sbagliato,è come se volesse a tutti i costi frantumare le mie speranze. Oggi è il suo giorno libero, dev’essere per questo che mi chiama sul cellulare.
“Pronto?”Schiaccio seccata il tasto verde,chiedendomi per quale motivo mi disturba mentre sto lavorando.
“Ciao Shiho,scusami tanto se ti ho chiamata in questo momento,ma tu non fai altro che evitarmi e io ho bisogno di parlarti”
“Che cosa c’è? Su,sentiamo”Sospiro,sistemando al volo la flebo di un anziano sulla sedia a rotelle.
“Hai ragione ad essere arrabbiata,sono stata infantile e non ho tenuto conto della tua sensibilità. Mi perdoni?”
Tentenno un attimo,ma alla fine mi sciolgo in un sorriso: “Va bene,scuse accettate, non ti preoccupare. In fondo sono io che ho esagerato,ma in questo periodo sono proprio un fascio di nervi.”
“Dottoressa Miyano,mi scusi”Un mio collega si avvicina discretamente con un’ecografia in mano,e io copro il ricevitore per non far vedere che sono occupata. “Giù c’è un paziente con un’occlusione intestinale,potrebbe dargli un’occhiata?”
Sorrido,anche se un po’ incerta. “Ma certo,mi dia solo un minuto.”
Non appena si allontana riprendo il telefonino in mano. “Scusami Ran,ma adesso devo proprio scappare.”
“Fammi indovinare: l’ennesima chiamata dei colleghi?”
“L’ennesima chiamata”Confermo stanca,infilandomi nell’ascensore.
“Shiho,hai bisogno di riposarti,non puoi continuare così,marcirai lì dentro. Stasera vieni a cena da me, va bene? Così recuperiamo il tempo perso e potrai rilassarti un po’.“
“D’accordo,facciamo alle sette?”
“Sono le sette”Mi riprende Ran con aria di rimprovero.
“E mezzo. Alle sette e mezzo”Confermo guardando l’orologio che ho al polso e incastrando il telefono sulla spalla “Puoi prepararmi quello che vuoi,sono giorni che vado avanti a caffè e cracker,ingoierei anche le pietre.”
Ran ride. “Vedi? Ti ci vuole proprio un bello stacco. Allora mi metto subito al lavoro, e vedi di non fare tardi.”
“Sei un tesoro,a più tardi”Schiaccio il pulsante rosso con un sorriso mentre attraverso il corridoio,ma una strana e inspiegabile sensazione mi costringe a voltarmi. Mi sembra di vedere un’ombra alle mie spalle,ma un secondo dopo è sparita. Ha ragione Ran,la stanchezza mi sta dando perfino le allucinazioni.
Non devo pensarci,tra mezz’ora uscirò fuori di qui e passerò la serata con la mia migliore amica,come non succedeva da tempo. Non devo più dare peso a queste sciocchezze.
 
 
**
 
 
Esco dall’ascensore con il fiato corto ma contenta,e guardo l’orologio: segna un quarto alle otto,sono in ritardo. Mi stringo al mio impermeabile rosso e attraverso di corsa il parcheggio sotterraneo fino ad arrivare alla mia macchina. Apro la portiera e getto sul sedile accanto la mia borsa nera di pelle,ma quando sto per salire sento qualcosa di pesante puntato sulla mia tempia. Mi giro appena e il sangue si paralizza nelle mie vene: è una pistola… ma che sta succedendo?
“I’m sorry,my dear”Questa voce… è la voce di una donna,con un forte accento americano… mi sembra di averla già sentita,ma non ricordo né dove né quando.
Non faccio neanche in tempo a rendermi conto del pericolo che sto correndo,che sento un rumore sordo e improvvisamente la pistola cade a terra.
“Ma che cosa…?”Mi giro confusa,vedendo una donna dai lunghi capelli biondi e un fisico magro e slanciato che si tiene il braccio ferito con una mano e guarda furiosa davanti a sé. Seguo la direzione del suo sguardo,vedendo un uomo alto e robusto,avvolto in un lungo impermeabile nero che impugna una pistola. Ha il volto coperto e non riesco a capire chi sia,ma ha un’aria familiare…
In un attimo vedo la donna riafferrare la pistola e sparare un colpo verso di lui,che lo ferisce al petto,ma l’uomo non da segno di aver avvertito il dolore,e spara altri colpi in rapida successione disarmando la donna.
Assisto tutta la scena incredula: chi è quello che mi sta difendendo e per quale motivo lo fa? E questa donna cosa vuole da me?
Alzo lo sguardo e vedo l’uomo raggiungermi e,con mia sorpresa, mi circonda la vita con un braccio spingendomi contro il suo corpo. Il cuore mi batte forte nel petto… questa stretta sembra quasi… no,non è possibile…
“Lasciala stare,hai capito?”Urla alla donna,stringendomi ancora di più a sé,e io paralizzo all’istante. Questa voce…
Sollevo lo sguardo fino a incrociare i suoi occhi,e ho la conferma di quello che pensavo. “Tu sei…”Balbetto incredula,ma lui non mi da il tempo di finire la frase
“Shh,stringiti a me e non aver paura”Mi sussurra lui,e sento la sua stretta avvolgermi con più forza.
“Cos’hai intenzione di fare?”Bisbiglio terrorizzata,ma non ottengo risposta,solo una scarica di proiettili che vibra con violenza nell’aria. Mi tappo le orecchie e sprofondo sul suo petto tremando,con il cuore che mi batte a mille. Eppure mi sento così al sicuro,così protetta tra le sue braccia…
 Mi stacco appena e mi giro quando c’è di nuovo silenzio,appena in tempo per vedere la donna ferita che ci lancia un’occhiata carica d’odio.
“Tornerò”Sibila,prima di sparire nel buio.
A quel punto torno a respirare regolarmente e mi sciolgo da quell’abbraccio.
Sollevo lo sguardo verso l’uomo,che evita di incrociare i miei occhi.
“Gin…”Bisbiglio afferrando i lembi del suo impermeabile “Guardami… sei proprio tu, non è vero?”
I suoi occhi si posano sui miei e sorride,stringendomi con dolcezza. “E’ tutto finito,stai tranquilla.”
Chiudo per un attimo gli occhi,serena,ma li riapro subito di scatto. “No,tu sei ferito, devo subito medicarti. Come ti è saltato in mente di uscire dall’ospedale?”
“E’ solo un graffio…”
“Non che non è un graffio,è una ferita,e come tale deve essere medicata. Vieni,ti riaccompagno dentro,poi ho delle domande da farti.”Lo prendo per un braccio e lentamente ci dirigiamo verso l’entrata.
Mi giro un’ultima volta,rabbrividendo. Quella donna voleva uccidermi,ne sono sicura… ma perché?
 
 
**
 
 
“Stai fermo,per favore”Passo un batuffolo d’alcol sulla ferita con tocco delicato, notando divertita la sua smorfia. “Non avresti dovuto fare l’eroe se volevi evitare questa seccatura”Aggiungo mentre sistemo la fascia.
“Non potevo permettere che ti facessero del male…”Arrossisco alla sua risposta e mi affretto a cambiare argomento.
“Ora puoi rimetterti la maglia. Per fortuna la pallottola ti ha solo sfiorato,ma la ferita è abbastanza profonda,per questo devi riposarti. Stenditi sul letto”
Quando lui si sdraia gli sistemo le coperte e mi siedo lì accanto,accarezzandogli una guancia. “Devi spiegarmi cosa stava succedendo… chi era quella donna,cosa voleva da noi?”
“Non ne ho la minima idea”Risponde lui,ma non so perché,non mi convince. Esito un attimo,riflettendo… e un pensiero mi fa tremare.
“Dove… dove hai imparato ad usare una pistola?”
Sorride enigmatico. “Non te lo ricordi?”
Proprio in quel momento,dopo aver sentito quelle parole,una visione mi riempie gli occhi. La bambina dal camice bianco stringe una pistola con freddezza e la punta contro un uomo dalla sagoma indistinta.
“Non ti avvicinare o sparo”Grida lei,l’indice che trema sul grilletto.
Un attimo dopo le immagini si annebbiano e ho un tremito più forte. Che significa?
Mi alzo in piedi di scatto,con gli occhi sgranati. “Noi…”Deglutisco,rabbrividendo. “Noi due ci siamo già conosciuti in passato,non è così?”Incrocio i suoi occhi decisa, con sguardo fermo,ma la mia voce trema. “Voglio sapere… chi sei davvero e per quale motivo sei piombato così all’improvviso nella mia vita.”   
  
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