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Autore: DreamWriter    21/08/2014    3 recensioni
[STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA. Mi scuso con tutti coloro che la seguivano, ma al momento non ho ispirazione per continuarla]
C'era una volta una città piena di magia, in un mondo in cui la magia non esiste.
Storybrooke.
Terra di principesse, pirati, regine e streghe.
Terra di uomini e donne che devono sempre scontrarsi con il cattivo di turno per mantenere il bene.
Terra di uomini e donne che devono superare i loro demoni interiori per essere felici.
Terra che ora, misteriosamente, inizia a riempirsi di neve e ghiaccio.
- «Bene. Andiamo a fare pupazzi di neve, Swan!» - [Dal I capitolo]
Capitoli:
-When the days are cold (Emma, Killian)
-When your dreams all fail (Robin, Regina, Marian, David, Emma, Killian, Henry)
-With the beast inside (Rumple, Belle, Robin, Marian, Henry || Emma, David, Killian, Walsh)
-We still are made of greed (Emma, Killian, David, Whale, Walsh || Zelena, Regina delle Nevi)
-This is my kingdom come (Henry, Robin, Marion, Belle, Rumple || Emma, Walsh, Killian, David)
*Ambientata subito dopo la 3x22*
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Elsa, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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WITH THE BEAST INSIDE

I want to hide the truth
I want to shelter you
but with the beast inside
there’s nowhere we can hide
 

[“Voglio nascondere la verità
voglio proteggerti
ma con la bestia dentro me
non c’è posto per nascondersi”] 

~Demons, Imagine Dragons

 

La fede fece risplendere la mano di una luce nuova e Tremotino si ritrovò a pensare se fosse giusto. Per tanti anni aveva creduto che nessuno mai avrebbe potuto innamorarsi di lui, il Signore Oscuro, una Bestia nel corpo di un uomo in realtà fragile.
Aveva amato ed era stato tradito.
Aveva ricevuto amore ed aveva tradito a sua volta.
Ed ecco che i pensieri iniziarono a volare, come accadeva fin troppe volte, quasi come se fossero stati spruzzati dalla polvere di fata.
L’immagine della polvere gli fece venire in mente il volto di suo padre, un viso che oscillava tra la gioventù e la vecchiaia. Malcolm avrebbe voluto essere giovane per sempre, ma si era ritrovato a morire da adulto. Era morto come Malcolm, pur avendo vissuto gran parte della sua vita come Peter Pan.
La sua bambola…
Tremotino strinse le mani, come se potesse di colpo far ricomparire quel simbolo del suo passato.
Ma la bambola Peter Pan si era dissolta esattamente come aveva fatto l’uomo Peter Pan.
E un sospiro rivelò la sua irrequietezza.
«C’è qualcosa che non va?» la voce leggiadra di Belle fece dissolvere, per la seconda volta, entrambi i Peter Pan dalla mente del marito.
«Nulla. Io…mi chiedevo in quale scaffale riporre questo libro» Tremotino cercò di mascherare i suoi pensieri, mostrando alla donna la copertina del grosso tomo che aveva in mano.
«Oh, ‘Cime Tempestose’! Nel secondo scaffale, qui a destra!» Belle accarezzò dapprima la copertina, per poi posare una mano sul viso di Gold e accennare una lieve carezza. «Sei stato gentile a volermi aiutare qui in biblioteca!» esclamò stringendo tra le braccia una decina di piccoli libri da mettere a posto.
«In mia assenza tu hai gestito il mio negozio. Era il minimo che potessi fare per sdebitarmi!» Gold seguì le istruzioni di Belle e posizionò il libro nello scaffale indicato.
«Detta così sembra un semplice scambio di favori! Siamo marito e moglie ora. Aiutarsi a vicenda non è un peso. Non per me, almeno!» la donna sistemò i libri che aveva in mano, ordinandoli secondo il nome dell’autore. Qualche secondo di silenzio le confermò che Tremotino in realtà non stava ascoltando le sue parole. Sembrava distante quel giorno, come se la sua mente non fosse lì con lei.
«Sicuro che sia tutto a posto?» Belle si avvicinò a lui, scoccandogli un bacio e stringendolo forte. «Voglio che tra noi due non ci siano segreti. Se hai bisogno di confidarti puoi farlo. Devi farlo…» le mani della bibliotecaria accarezzarono i grigi capelli dell’uomo e Tremotino sentì una fitta al cuore.
Sì, aveva bisogno di confidarsi, di parlare con qualcuno.
Ma non con lei.
Le aveva mentito, aveva giurato che non si sarebbe vendicato di Zelena, le aveva dato un finto pugnale come promessa. E poi aveva fatto tutto l’opposto di ciò che Belle si era fatta promettere.
Di colpo rivide gli occhi impauriti di Zelena nei suoi, prima che diventasse statua.
E si chiese se fosse stato giusto ucciderla.
Ma il senso di colpa durò pochi secondi: giusto il tempo di sostituire allo sguardo di Zelena quello morente di Baelfire.
Suo figlio, quel figlio per cui aveva tanto lottato, pianto, sofferto e fatto soffrire, non c’era più.
E non ci sarebbe mai più stato.
Quel pensiero lo riempì di ulteriore tristezza, ma lo convinse che in fondo uccidere Zelena era stata la scelta migliore.
Belle non avrebbe mai perdonato il suo gesto, sarebbe rimasta delusa e avrebbe sofferto.
Ecco perché era meglio non dirglielo.
Pensava di essere cambiato, ma la Bestia non l’avrebbe mai lasciato andare.
«Belle, davvero, non c’è nulla che non va. Sono solo un po’ stanco. Ma questo non mi impedirà di offrirti una cena stasera. Potremmo andare da…» il suo discorso rimase incompleto, disturbato dal suono del campanello.
Generalmente la biblioteca rimaneva sempre aperta, ma quel giorno avevano deciso di chiuderla per fare ordine.
«Avevo chiesto a Ruby di portarci un po’ di cibo, per pranzare in mezzo ai libri. Credo che sia lei!» il volto di Belle venne incorniciato da un sorriso e la donna si staccò dall’abbraccio per salire le scale e aprire la porta.
Tremotino la seguì, lasciando anche lui i sotterranei della biblioteca e salendo al piano superiore.
Quando arrivarono sopra entrambi non poterono che strabuzzare gli occhi: dalle finestre aperte si vedeva chiaramente la strada ricoperta di neve.
Belle aprì la porta, senza riuscire ad esclamare nulla, sperando che Ruby avesse spiegazioni da darle. Ma di fronte a lei non c’era la cameriera del Granny.
«Robin, Henry…» Belle guardò dubbiosa la donna che li accompagnava, chiedendosi chi fosse.
«Belle, perdona il disturbo, non credevamo che la biblioteca fosse chiusa. Ma la questione è urgente» Robin parlò tutto d’un fiato, indicando la neve circostante.
«Cosa sta succedendo?» Tremotino si intromise nella conversazione, arrancando verso di loro.
«Neve! E ghiaccio! E mio figlio ha visto dei mostri di ghiaccio circolare in giardino!» la donna accanto a Henry e Robin intervenne in maniera angosciata, gesticolando e passandosi nervosamente le mani tra i capelli.
«Con chi ho il piacere di parlare?» la frase di Tremotino, pur essendo cortese, rivelava un tono duro e sospettoso.
«Lei è Marian…mia moglie» Robin indugiò prima di indicare Marian come sua moglie, chiedendosi se quell’attributo fosse ancora valido.
«Oh! Ora ricordo! È un piacere vederti qui, sana e salva!» Belle, spontaneamente, abbracciò la donna, ricordando quando lei e Tremotino avevano spiato da lontano Robin che salvava una Marian incinta con la bacchetta magica rubata al Signore Oscuro.
Tremotino inarcò un sopracciglio, chiedendosi come avesse fatto la donna a tornare in vita, dopo che Robin aveva detto a tutti che sua moglie era morta da tempo.
«La mia bacchetta magica ha salvato la tua vita…» c’era un pizzico di ironia nelle parole del signor Gold «…normalmente chiedo un patto in cambio di un favore. Questa volta, dearie, mi limito a chiederti come hai fatto a sconfiggere la morte una seconda volta!».
Henry, fino ad allora in rispettoso silenzio, decise di intervenire.
«Mamma ha viaggiato nel tempo..» deglutì «..mamma Emma!» specificò. «Ha salvato Marian dopo che era stata imprigionata dalle guardie di Regina e l’ha riportata qui. Ma forse ora è meglio concentrarsi su quello che sta accadendo qui fuori!». Il suo tono era impaziente, pur rivelando sempre una certa soggezione verso l’uomo che non aveva ancora mai chiamato ‘nonno’.
Tremotino annuì, ripromettendosi di farsi spiegare la storia per bene, poi invitò i nuovi arrivati a sedersi accanto ad un tavolo della biblioteca.
«Emma dovrebbe sapere che non si gioca con la magia: cambiare qualcosa del passato può avere effetti molto negativi anche sul presente» esclamò il signor Gold dopo che tutti avevano preso posto.
«L’unico effetto negativo è stato scoprire che mio marito si è innamorato della Regina Cattiva!» intervenne Marian, con una punta di amarezza.
Robin distolse lo sguardo, senza risponderle.
«La situazione potrebbe essere molto più grave! Marian, sono felice che Emma ti abbia salvata, ma siamo sicuri che non abbia combinato qualcos’altro che magari ora ha a che fare con questa neve?» Belle si grattò la nuca, lanciando uno sguardo interrogativo verso i presenti.
«È anche per questo che siamo qui: la città è imbiancata e di certo si tratta di magia. Noi ci chiedevamo se qui in biblioteca esiste qualche libro che parli di qualcosa del genere! Per avere un punto da cui iniziare l’Operazione Orso Polare!» rispose Henry.
Tremotino sorrise impercettibilmente, stando bene attento a non farsi scoprire.
Quel ragazzino era così sveglio! A volte gli ricordava Baelfire. In fondo era suo figlio e quindi questo faceva di Henry un pezzo importante della sua famiglia.
Per un attimo fu tentato di accarezzargli i capelli, sorridergli e parlargli in maniera confidenziale.
Ma lui e Henry avevano poca complicità, perciò rimase con la sua espressione impassibile, guardando Belle.
«Potrei cercare sì…credo che abbiamo qualche libro del genere. Forse proprio nei libri che abbiamo catalogato oggi. A te risulta, Rumple?» Belle lo guardò a sua volta.
Tremotino non aveva fatto molto caso ai libri messi in ordine. Ricordava solo ‘Cime Tempestose’ perché Belle aveva letto il titolo prima di metterlo a posto.
Eppure quella situazione non gli sembrava nuova.
Neve, ghiaccio, freddo, mostri.
Una treccia.
Vestito azzurro.
Una donna.
«Elsa!» il nome che pronunciò fu quasi un sussurro, al punto che nessuno comprese.
«Cosa?» fu Robin a chiedere, ma gli occhi di tutti rivelavano la stessa domanda.
«Io…niente, vedrò di darvi una mano a trovare il libro che cercate!» Tremotino accennò un sorriso.
Era meglio prima capirne qualcosa in più da solo, per poi spiegare anche agli altri.
L’ultima volta che aveva visto Elsa era stato quando l’aveva imbottigliata.
Da allora era rimasta in una stanza dove vi erano altre cose pericolose e sconosciute.
E lì sarebbe dovuta rimanere per sempre.
«Comunque Emma dovrebbe evitare di viaggiare nel tempo, la prossima volta. Potrebbe portare con sé disgrazie oltre che persone gradite, come Marian» la voce di Tremotino era stizzita, convinto che fosse stata Emma a liberare in qualche modo Elsa dalla sua prigione.
Senza aggiungere altro si congedò, scendendo nei sotterranei della biblioteca.
Belle, Henry, Marian e Robin lo seguirono a ruota, ma prima il ragazzino si premurò di inviare un messaggio a sua madre.
 

«Operazione Orso Polare in corso! Belle e il signor Gold ci aiuteranno a trovare libri utili. Gold ha detto che dal passato non sempre si portano cose piacevoli! Ci aggiorniamo!» Emma lesse il messaggio ad alta voce, sentendosi in colpa.
«Quindi sono stata io?» quel pensiero la fece rabbrividire.
«Emma, ora danno tutti la colpa a te perché è facile farlo. Ma sono sicuro che non è così» David cercò di rassicurarla, reggendo con cautela il volante.
«Allora io inizierei a preoccuparmi, Swan: in genere tuo padre sbaglia ogni sua previsione!» il sorrisetto sarcastico di Killian cercava di dissimulare la sua preoccupazione.
Lui sperava che non fosse stata colpa di Emma, perché la fidanzata non se lo sarebbe mai perdonato. In effetti lui l’aveva accompagnata in quel viaggio nel passato e l’unico problema creato, il mancato primo incontro tra David e Mary Margaret, era stato risolto.
Non poteva essere stata colpa di Emma.
«Fermati!» il grido impaurito della donna fece inchiodare David in mezzo alla strada e l’auto danzò un po’ sul ghiaccio prima di arrestarsi.
«Ma, cosa…» Killian era andato a sbattere contro il sedile e si massaggiò il viso. «Cosa hai visto?».
Senza rispondere Emma si precipitò fuori dall’auto, dimenticando la strada ghiacciata e cadendo a terra.
«Emma, va tutto bene?» David la aiutò a rimettersi in piedi, stando attento dove camminare.
«Ma brava Swan: vuoi imitarmi?» Killian si rese conto che, nel prendere in giro la fidanzata, aveva fatto dell’ironia anche su se stesso.
«Smettila, pirata!» David si girò stizzito verso di lui «Emma, cosa hai visto?» chiese tornando a posare lo sguardo sulla figlia.
«Quell’albero…è caduto per il peso della neve. E quelle sembrano essere delle gambe..» la Salvatrice si staccò dalla presa del padre e si avvicinò cautamente all’albero. Sotto i rami crollati sembrava esserci una persona.
Si inginocchiò accanto alle gambe distese dell’uomo, tolse via i rami e le foglie, allontanò la neve e si rese conto che l’uomo doveva essere svenuto.
Era a faccia in giù ma non aveva sangue accanto a sé e non sembrava avere ferite.
Prese delicatamente l’uomo per le spalle e lo girò per vederlo in viso.
E il suo cuore perse un colpo.
«Walsh!».

 

 

   
 
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