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Autore: Silversa    21/08/2014    3 recensioni
E l'osservai, una stella che cadeva in quel cielo scuro. L'osservai e chiusi gli occhi.
Voglio baciarlo.
Due parole, quindici lettere, un'emozione che volevo sperimentare.
Anche lui lo notò. E mi sorrise.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Calum Hood, Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ALL OF THE STARS












La storia descritta in questa fanfiction é di pura fantasia.
Il titolo della storia é preso dalla canzone di Ed Sheeran, proposta per il film "colpa delle stelle".
Calum e Luke sono i protagonisti ASSOLUTI, si parlerà di loro e della loro amicizia che verrà coltivata ogni giorno, e la loro cake é trattata come Romance.











Capitolo 5









In quel mese che eravamo insieme, Luke mi faceva sentire amato.
Quando stavo con lui, i momenti che passavo insieme a lui, stesi sul letto, abbracciati, mi sembravano ampliati: i battiti del mio cuore acceleravano ad ogni suo bacio, che partiva dalla tempia e scendeva fino ad arrivare alle mie labbra e sfiorarle, per poi continuare fino a pizzicare il collo, risalire e unire le nostre labbra in un bacio perfetto, completo. Ed era proprio come mi sentivo io: completo.
Luke era la mia ancora di salvezza, e pensavo che senza di lui io non avrei potuto esistere.
Ma ogni cosa prende sempre la piega sbagliata.
O la piega sbagliata c'era stata da tutta la vita.
Sapevo che qualcosa non stava andando nel verso giusto.
Gli avvertimenti erano state le parole che Luke mi rivolgeva, con quel suo fare saccente, ma che nella mia mente assumevano il tono di parole come altre.
E invece sotto c'era l'imboscata.


"É il passaggio verso il cielo"

"Un giorno, quando sentirai questa canzone, mi penserai"

"Prima o poi tutte le strade si separano"

"Non lasciarmi mai, Cal"


Avrei dovuto iniziare a sospettare qualcosa anche dalle continue visite di Jack e Ben, che, da due volte al mese, avevano iniziato a recarsi qui a Perth  una volta alla settimana, e li incontravo non appena mettevo piede a casa di Luke, ma dicevano che erano di passaggio, quasi fosse stato un caso che si trovassero nelle vicinanze.
E per me, che non ci avevo mai creduto, non si trattava di un caso.
Volevo sapere cosa stava succedendo, e il perché nessuno mi faceva sapere quel grande segreto che circondava la famiglia Hemmings, ma nessuno me ne dava modo: Liz non era quasi mai presente in casa, e Luke ignorava le mie domande, limitandosi a farmi cambiare argomento, spingendomi sul letto e iniziando a farmi dei baci che non mi aveva mai dato, e quando gli domandavo il motivo, lui mi rispondeva con le solite frasi "non abbiamo tutto il tempo del mondo"
Mia madre mi vedeva sorridere, ma ancora non gli avevo detto niente su di me e Luke, la mia mente possedeva un punto fisso su di lui, pensavo di essere ossessionato da lui, ma in realtà ero solo preoccupato.


E, anche quel giorno, come ogni mattina, mi recai da lui, ma la stranezza si era fatta viva quando al suo posto venne ad aprirmi Liz, una madre che, con i capelli arruffati e il viso sciupato pareva aver visto la morte in faccia. Lei,  che teneva i farmaci tra le mani, e i cui occhi azzurri mi guardavano terrorizzati.
"Calum" ricordo ancora il tono di voce tremolante che aveva assunto
"Ciao Liz" sorrisi, cercando di smascherare la tensione: "Sono venuto a trovare Luke", avrei voluto aggiungere 'come ogni mattina' ma non lo feci, sapendo che avrebbe capito.
Ma il velo di terrore nel suo sguardo c'era ancora, e doveva spiegarmelo, stavolta, perché davvero, io non capivo.
"Luke non é in casa" disse, neutra.
"No?" Ci pensai un po' su, controllando il telefono "strano, non mi ha mandato nemmeno un messaggio,,,"
"Davvero non sai niente?" Domandò, stupita. Annuii. Non sapevo ma volevo scoprirlo. Perché era così difficile?
"Liz...se mi devi dire qualcosa.." Borbottai, non sapendo come continuare.
"Vieni dentro, Calum" mi disse
Quella fu la seconda frase che mi spaventò, dopo ciò che mi rivelò da li a poco.
E mi ero reso conto che era impossibile che il mondo potesse crollare per una frase del genere, ma, in quel divano della sua casa, posso dire di aver sentito il mio cuore spezzarsi, e non c'era modo per riparare al danno, perché non sarebbe bastata nemmeno le di Luke.





L'ascensore sembrava non arrivare mai alla meta.
In quello spazio ristretto, dove da un lato si trovava lo specchio e dall'altro i bottoni, la mia mente rielaborava le immagini di me e Luke in sequenza cronologica: dal giorno in cui eravamo diventati migliori amici, alla sera prima, quando, distesi sul letto avevamo terminato di guardare un film che lui aveva considerato 'banale' perché "non esistono i lieti fini nella realtà".
E ci credevo, in quel momento, perché nessuno ci da la garanzia che questa vita sia facile, eppure l'accettiamo. Perché?
I baci che ci scambiavamo, le parole dette, gli sguardo. Tutto tornava alla mente in quell'ascensore, che sicuramente non avrei più preso.
E poi la vidi, la stanza 49C.
I metri che mi separavano da quella stanza erano paragonabili al rumore dei pezzi del mio cuore, che s'infrangevano e il cuore andava il ritmo dei passi che mi distanziavano da quella porta bianca. E l'aprii.
I miei occhi vennero catturati subito dall'unica figura presente in quella stanza che aveva lo sguardo rivolto verso la finestra, ignaro di tutto, forse, ignaro del fatto che io potessi sapere, con gli aghi attaccati ad ogni parte del suo corpo che cercavano di alleviare il suo dolore.
E il mio dolore chi lo allevierà, Luke?
Mossi qualche passo verso lui, e immediatamente si voltò.
Ci guardammo.
Occhi scuri negli occhi celesti.
Boccheggiò, prima di "Te l'ha detto" dire, come prime parole.
Annuii "Tua madre" .
"Mi dispiace" disse.
E mi arrabbiai. : "Mi dispiace?" Ripetei ciò che aveva detto, usando un tono sarcastico, anche se dentro volevo morire, e poi ripetei più a voce alta: "Mi dispiace?" Le lacrime minacciavano di uscirmi dagli occhi, ma le ricacciai, dovevo terminare il mio discorso: "Speravi di uscirtene davvero con queste parole? Luke, tu sei....malato e non mi hai mai detto niente! Ti rendi conto? Noi due siamo migliori amici da tutta la vita, e tu, per tutto questo tempo che lo sapevi non mi hai mai detto niente! Che volevi? Credevi di rimanere zitto per sempre? Che io non l'avrei scoperto?" Gridai, con quanta più voce avevo nel corpo,  l'ultima frase: "Volevi morire senza di me?".
Lo vidi strabuzzare gli occhi, colto in fragrante a quelle mie parole.
Allora abbassai il tono di voce, rendendomi conto di esser stato troppo duro con lui: "Perche?" Domandai.
Deglutì: "Te lo avrei voluto dire, davvero. Quella sera, la sera delle stelle cadenti, te lo volevo dire. Ma..il nostro rapporto poi si é evoluto é..non ce l'ho fatta" rivelò.
Mi avvicinai a lui: "Quando avresti avuto un'altra opportunità per dirmelo?" Chiesi.
"Non lo so..." Abbassò lo sguardo, e un dolore lancinante al petto mi costrinse a chiudere la mano in un pugno, oltre a soffocare le lacrime che si facevano spazio nei miei occhi, dove tutto diveniva lucido.  Luke puntò i suoi occhi nei miei e allora ne fui sicuro. Sicuro, perché era ciò che volevo. E se non lo fossi stato, non avrei detto quelle parole che uscivano dal profondo del mio cuore, perché sapevo che, anche se non me l'avesse mai detto, lui ricambiava quei sentimenti
"Io ti amo, Luke" gli dissi. Alzò subito il viso nel mio: "Mi hai capito? Ti amo, e non ti lascerò qui, da solo" era la prima volta che mi comportavo da uomo, ma quelle parole erano vere, e solo per lui.
Lui scosse la testa: "no, no, no...Cal...non puoi...non puoi dire questo." Disse, tremando.
Afferrai la sua mano "Perché?" Gli chiesi "é la verità" alzai le spalle.
"Perché amare é una cosa difficile, e noi non sempre possiamo prendercene cura" disse, usando ancora quel tono da saccente  che si ostinava a non abbandonare.
Sorrisi: "Io ormai mi sono preso cura di te, Luke e non ti abbandonerò" accarezzai il suo volto: "e non lasciarmi in disparte, adesso, perché ti ho rivelato il mio amore e non ti lascerò mai" sussurrai quelle parole.
Lo vidi deglutire: "Baciami, Cal" e lo disse con un'urgenza che mi fece rabbrividire, ma portai le mie labbra sulle sue, per dargli un bacio che sapeva di tutto.
Volevo fargli capire l'amore che gli stavo dando, un'amore che non poteva sconfiggere il cancro, ma forse avrebbe sconfitto la sua paura di rivelarsi finalmente a me.











OCCHI A ME!

Abbiamo capito tutti perché Luke é strano! O.O
Non uccidetemi, anche perché io l'ho scritto che questa mini-long avrebbe avuto sette capitoli, e io non voglio prepararvi a brutte sorprese (forse) ne a belle sorprese, voglio lasciarvi appese al filo fino all'ultimo, anche se ormai mancano due capitoli lol
Spero che sia chiaro il motivo per cui Luke non ha detto niente a Calum, inoltre la malattia di Luke é presente sin dalla sua nascita e si, é il cancro D:
Calum invece é testardo e non lo vuole abbandonare per nessun motivo, tanto da rivelargli il suo amore, dicendogli che lo ama e mi dispiace se ai vostri occhi non é scritto bene, questo é il massimo che riesco a fare, le mie idee quando vengono devono essere sfruttate al massimo, ed é ciò che sto facendo.
Aspetto delle recensioni, ci sentiamo al prossimo capitolo!






- Silver.
  
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