The Edge of Infinity
Ogni
capitolo richiama una parte di canzone dei Lunatica, band
metal gothic svizzera sfortunatamente poco conosciuta…
Dopo
“Eclipse”, molte cose sono cambiate nella grigia e
piovosa cittadina di Forks.
Jacob
Black ha rivendicato e ottenuto il ruolo di capobranco per via della
sua
discendenza, e sorveglia insieme agli altri licantropi Quileute
l’insediamento
indiano di La Push; intanto, col suo permesso di infrangere il Patto,
Isabella
Swan ha finalmente sposato il vampiro Edward ed è stata a
sua volta trasformata
in una figlia dell’oscurità, diventando
l’ottavo membro della potente famiglia
Cullen.
Ora,
tutto sembra essere ricominciato nel migliore dei modi… o no?
Introduzione
“It's
time to forget about the artificial frontiers that our intellect is
inflicting on us.
Prepare yourself for the greatest journey you've ever made.
Dream on until you've reached the edge of infinity.”
Introduction – Lunatica
Shirley
McAlpine era seduta sulla sua poltrona preferita, in
salotto, con le mani intrecciate sopra un grosso e voluminoso libro di
pelle
marrone. Il salotto era arredato nello stile semplice ed essenziale che
le
piaceva tanto, ma sulla parete davanti alla poltrona si spalancava un
affresco
molto elaborato: uno splendido lago velato di nebbia, che pareva quasi
abbracciare la terra verde e ricca. Sottili rami di salice danzavano
tra
impossibili folate di vento, mentre cigni aggraziati e turbini di
foglie
volteggiavano tra gli sbuffi di nebbia.
Non
avrebbe mai creduto di vedere quel giorno.
Finalmente,
dopo più di trent’anni di solitudine, sarebbe
tornata
da lui. Il ricordo
dell’uomo alto e
attraente che aveva sposato palpitava nella sua mente come una
splendida
farfalla. La profonda ferita al torace aveva spezzato la sua vita, ma
non il
suo amore.
Le
dita ossute di Shirley salirono a sfiorare l’elegante
medaglione d’ambra grigia che portava al collo. Era un
oggetto molto bello, che
pareva racchiudere l’essenza del vuoto cosmico e delle nubi
oceaniche, e al suo
tocco s’illuminò leggermente. Il medaglione
d’ambra, il dono di nozze di Jason.
Quasi
le sembrava di sentire la voce bassa e un po’ rauca di
lui… La
sua memoria disegnò un uomo alto e muscoloso, con folti
riccioli castani che
incorniciavano un viso angoloso e un sorriso amabile. Quando rideva
socchiudeva
leggermente gli occhi, caldi nonostante la brillante
tonalità zaffiro: un
dettaglio che Shirley rammentava molto bene.
Jason…
Provò
una stretta al cuore. Quanti anni aveva trascorso in attesa
di quel momento… quante lacrime aveva asciugato, quante
ferite si erano aperte
nel suo cuore ora distrutto. Ma finalmente la felicità era
lì, a un soffio da
lei.
Sua
figlia Renée era già troppo vecchia –
il dono della Chiave
rimaneva attivo fino ai diciannove, massimo vent’anni
– ma sua nipote,
Isabella, aveva l’età perfetta.
Isabella
cara…
l’ultima volta che ti ho vista eri una bambina che si reggeva
a malapena in
piedi, una creaturina delicata e fragile da proteggere da ogni
pericolo. Ora
sei la mia unica salvezza… mia e di Jason.
Shirley
guardò fuori dalla finestra, verso il pesante cielo grigio
ferro. Londra era una bella città, ma aveva proprio voglia
di una vacanza.
Possibilmente
negli Stati Uniti, e precisamente a Phoenix.
Tucker
s’inginocchiò a terra, annusando cautamente
l’aria intrisa
dei profumi boschivi, e l’odore che gli giunse alle narici
gli cancellò
qualunque dubbio dalla mente. Il dolore gli affondò
all’improvviso nel ventre
come una lama avvelenata. Victoria era stata lì. Victoria
era morta lì.
Victoria era stata uccisa
lì.
Da
tempo, forse un paio di mesi, quei sessanta giorni in cui lui
era stato in Italia con l’inutile speranza di convincere il
clan Volturi a
massacrare i Cullen.
Il
rimorso lo azzannò, acuendo il dolore. Se solo fosse stato
al
suo fianco, anziché tra quegli stupidi vampiri con la
stupida testa piena di
stupide idee…
Lei
sarebbe
ancora viva.
La
sofferenza s’inasprì ulteriormente, spalancando un
vuoto
assurdo laddove avrebbe dovuto trovarsi il suo stomaco.
Dopo
la seconda morte di Tess, Victoria gli era sembrata l’unica
creatura al mondo in grado di salvarlo dalla più nera
disperazione. Da un certo
punto di vista si assomigliavano: entrambe selvatiche e dai capelli
rossi,
entrambe dannate per l’eternità.
Entrambe
morte.
A
causa sua.
Tucker
s’accasciò sul morbido terreno erboso. Le aveva
perdute per
sempre, irrevocabilmente; Tess in quel maledetto deserto, Victoria in
quel
bosco.
L’odore
leggero ma inequivocabile di un licantropo gli riempì i
polmoni. Odio e incredulità lo invasero: cosa
c’entravano i licantropi?
Victoria voleva solo liberare il mondo da quegli assassini dei Cullen,
ecco
tutto! Liberarsi degli sporchi traditori che avevano distrutto il suo
clan…
Tucker
si tirò lentamente su. Sotto i ribelli capelli neri, gli
occhi fiammeggiavano. Era stata tutta una trappola! Gli odori
raccontavano la
storia al posto di colei che non avrebbe più potuto
farlo… gli odori raccontavano
di una fiera vampira, di un vampiro neonato e di uno traditore, di uno
sporco
licantropo e di una debole umana tutti riuniti nello stesso posto,
nello stesso
momento.
Victoria…
Tucker
emise un ringhio gutturale e profondo, bestiale. Prima Tess,
ora Victoria. Era tempo di affidarsi a ciò in cui Tess aveva
sempre creduto, a
quella Trasmigrazione dell’Anima in cui lui non aveva mai
voluto credere.
Se
quella
storia del Regno Occulto è vera, Tess, tornerai presto da
me. Tu e Victoria… vi
voglio entrambe, siete entrambe parte della mia esistenza.
Abbassò
le palpebre. Una volta, Tess gli aveva detto che nella sua
famiglia c’era un certo dono, chiamato semplicemente
‘il dono della Chiave.’ In
lei era già morto: non importava se il suo aspetto era
quello di una
diciottenne, in realtà aveva più di
sessant’anni e il Dono richiedeva un limite
di venti; questo perché, aveva spiegato, solo
nell’infanzia e nell’adolescenza
si può sviluppare un Dono basato sulla fede in un mondo
inesistente. In ogni
nuova generazione il Dono risorgeva, cresceva nella mente del bambino e
moriva
quando questo si trasformava in un adulto, in un ciclo infinito e senza
tempo,
ma erano trascorsi secoli dall’ultima volta che un Dono era
stato utilizzato
per invocare il Regno Occulto, la landa della morte uccisa, delle gemme
celesti, degli antichi spiriti dorati.
Il
Regno dove ancora palpitavano le anime di Tess e Victoria.
Tess
non era, non poteva essere l’ultima erede della sua famiglia.
Tucker avrebbe trovato qualche moccioso suo parente e
l’avrebbe costretto a
risvegliare il proprio Dono, a richiamare il Regno Occulto.
A
liberare Tess e Victoria.
Tucker
si alzò in piedi e corse via, nel cuore dei boschi,
lasciandosi alle spalle la delicata fragranza di Victoria,
l’ultimo ricordo che
la vampira gli aveva regalato.
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Ed
ecco la mia prima fan fiction su Twilight e seconda in
assoluto! Cos’avranno in comune una vecchia umana e un
vampiro, a parte una
connessione con questo Dono? Cos’è questo
famigerato Regno Occulto?
Spero di avervi
interessati, almeno un pochino ^^
Aloha
a tutti :)