Fumetti/Cartoni europei > Martin Mystère
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Autore: EvelynJaneWolfman    21/08/2014    4 recensioni
"Fenrir? Chi è?" Chiese Martin.
"Uno dei tre figli che Loki ebbe con una gigantessa. E' stasto legato con la Gleipnir ed esiliato sul lago Ámsvartnir. Solo al Ragnarörk, Fenrir si libererà dalla catena che lo tiene imprigionato, uccidendo tutti gli Dei. Si dice che spalancherà le fauci con tanta ferocia, che la mascella inferiore toccherà il suolo e quella superiore il cielo. Divorerà Odino e verrà sconfitto da Víðarr, con un colpo di spada al cuore."
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Diana Lombard, Martin Mystère
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Libri e Bufere



-Dov’è? Ah, maledetto!- Frugando nella misera e logora libreria delle due sorelle, Diana cercava disperatamente il sacro libro delle volve. Gudrun le aveva detto che li avrebbe trovato un’importante profezia. Il libro poteva essere letto solo dalla persona scelta da esso, infatti  il libro si apriva alla persona che doveva ricevere una sfortunata premonizione, e le volve erano in grado di capire chi fosse lo sfortunato, o la sfortunata.
-Gudrun, qui non c’è!- Diana stava per avere una crisi di nervi, stava cercando quel libro da un’ora, mentre Martin ed i due bizzarri fratelli erano a cerca di legna, per scaldare la piccola casetta dal gelo improvviso.
-L’ho trovato!- Esultò la ragazza, gettandosi con poca grazia su una delle vecchie sedie intorno al tavolo.  Si mise sul tavolo ed aprì il libro, le pagine erano bianche.
-Cosa? Gudrun, sei sicura che questo libro dovesse premonirmi qualcosa?- I nervi della ragazza minacciavano seriamente di crollare-.
-Certo, Diana, non mi sbaglio mai, ma il libro è un po’ burlone. A lui piace tenere sulle spine ahaha.- La dolce risata di Gudrun la fece rilassare, era la prima volta che la sentiva ridere. Doveva trovare Helsa, era l’unico modo per ridare la felicità a quella ragazza. Ancora non poteva credere che Odino, padre degli dei, avesse fatto una cosa del genere per paura, era inconcepibile.
-Ah, ti pareva, mai niente che fili liscio.- Sospirò, quello stupido libri, ci si metteva anche lui e poi, dove cavolo era Martin?  Era da mezz’ora fuori con pinco panco e panco pinco. Stava gelando, dov’era andato a prendere quella stupida legna?
-Eccoci!!- Martin aprì con un calcio la porta,  facendola scontrare con la parete di legno dietro e facendo cadere Diana dalla sedia per lo spavento.
-Brutto idiota! Ti sembra il modo di entrare?- Un violento pugno si schiantò sulla testa del ragazzo, che lasciò cadere i rametti di legno per il dolore.
-Ahia! Cos'ho fatto? Sei troppo violenta, ecco perché nessun ragazzo vuole uscire con te, non hai nulla di femminile, a parte l’aspetto!- Martin era veramente fuori di se, era stato a cercare legna per un’ora, solo per farla stare al caldo ed era questa la sua gratitudine?
Diana era rimasta immobile, le sue parole l’avevano ferita, e non sapeva nemmeno lei il perché, voleva rispondergli per le rime, ma per qualche strano motivo aveva solo voglia di piangere.
-Già, dev’essere questo il motivo.- Storse le labbra in un sorriso triste e si portò il libro al petto.
-Diana, scusa, non dicevo sul serio. Io … sono solo molto stanco.- Non voleva ferirla, era strano stupido e crudele. E poi, non era vero che nessuno voleva uscire con lei, molti ragazzi erano cotti, ma era troppo concentrata sullo studio per accorgersene.
-Non importa, hai ragione: non ho nulla di femminile, scusa.- Le lacrime minacciavano di uscire, così strinse di più il libro ed uscì correndo dalle porta.
-Diana! Dove vai? C’è una bufera in arrivo!- Martin cercò di fermarla, ma la sua figura era già scomparsa alla sua vista. –Dannazione!- Imprecò.
-Dobbiamo andare a cercarla o morirà.- Il piccolo Rorric era preoccupato, non voleva perdere anche lei. Per qualche strano motivo voleva molto bene a Diana, forse perché assomigliava molto a Gudrun, sia di aspetto sia nel carattere.
-Voi due, rimanete qui ed accendete il fuoco, io vado a cercarla.- I due piccoletti annuirono e Martin prese al volo due logore pellicce ed uscì di corsa.
I suoi piedi affondavano nella neve, bagnata dalle sue lacrime. Stava piangendo come una bambina e per cosa? Perché Martin aveva detto una delle sue stupide frasi pungenti? C’era abituata, allora perché le lacrime cadevano traditrici sulle sue guancie? Sfinita, si accasciò a terra, rannicchiandosi su se stessa, sentiva molto freddo e la neve cadeva giù molto più velocemente e sempre di più, doveva mettersi al riparo ed alla svelta. Si alzo con fatica e riprese a camminare, guardandosi attentamente intorno.
Stava per perdere le speranze, quando intravide una piccola grotta, scavata dentro una grande roccia e nascosta dalla vegetazione. Senza pensarci due volte liberò l’entrata dalle radici di una lunga pianta ed entrò dentro, ma sentiva ancora freddo.
-Diana! Diana, dove sei?- Martin camminava da un quarto d’ora, urlando come una donna ai saldi, ma di Diana nemmeno l’ombra. Era preoccupato, per colpa sua lei era in pericolo, se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato. Diana era molto più importante di quanto lui volesse ammettere ed in quel momento voleva solo stringerla e scaldarla da qual freddo pungente che sentiva fine dentro le ossa.
Camminò per altri dieci minuti, era stanco ed infreddolito. Notando una piccola grotticina decise di entrare per la notte, il sole stava calando ed avrebbe fatto ancora più freddo. Raccolse qualche riammetto per accendere un fuoco e si avvicinò all’entrata, notando sue lunghe gambe. Si fermò di colpo; solo una persona aveva quelle gambe …
-Diana?- Urlò il nome della ragazza, notando distintamente il corpo della persona in questione sussultare. Entrò nella piccola grotta, Diana si era rannicchiata su se stessa, gli faceva tenerezza e tristezza allo stesso tempo.
-Ehi Di? Scusami, non volevo dire quelle cose. Non è vero che nessuno vuole uscire con te, ci sono molti ragazzi che ti stanno dietro come dei poveri idioti, ma tu nemmeno te ne accorgi. Anche se è meglio così, meriti di più. Tu sei fantastica, hai degli occhi stupendi ed il profumo dei tuoi capelli è molto rilassa …- Martin si arrestò di colpo arrossendo, cosa cavolo stava dicendo la sua stupida bocca?
Diana lo guardava sorpresa, aveva sentito bene? Magari Martin aveva la febbre, si, poteva essere. Si avvicinò al suo volto e mise una mano sulla fronte. I loro volti erano vicini, troppo per Martin.
-C-che fai?- Martin era agitato, all’improvviso non aveva più freddo e non voleva sapere il perché.
-Non hai la febbre.- Tolse la mano, ma non si allontanò. La sua mano si mosse da sola sulla guancia del ragazzo ed iniziò ad accarezzarla. Martin era molto freddo, le sue guancie rosse e le labbra secche e rosse, le sarebbe piaciuto scaldargliele. Spaventata dal suo stesso pensiero, tolse la mano di scatto, come se si fosse scottata. Ritornò al suo angolino, rannicchiandosi di nuovo su se stessa, incapace di guardarlo mentre Martin si avvicinava a lei.
 
 
-Angolo bastarda ritardataria-
Si, lo so. Due mesi di ritardo, scusateeee! Mi si è rotto (di nuovo) il cellulare e non ho ancora il pc, quindi me ne lavo le mani(?) u.u
A parte gli scherzi, scusate. Spero il capitolo non faccia troppo schifo, ho approfittato del pc dello zio per scriverlo e l’ispirazione  saliva man man che scrivevo. Fatemi sapere se vi piace, se ci sono errori ecc …
A presto, Evy!
  
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