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Autore: Nerhs    22/08/2014    0 recensioni
Sentii la panca su cui ero seduta,scricchiolare di nuovo. La sua presenza di fianco a me era evidente. Lo sentii sospirare,stava fissando l’altare di fronte a lui.
-Quindi sono…quanti anni hai?- chiese rompendo il silenzio che si era formato nella piccola cappella
-Diciannove.-
-Sono diciannove anni che tu vieni a pregare qui?- chiese con un misto di innocenza e stupore
La mia risata suonò lì dentro,facendo comparire sul suo volto,un sorriso timido.
Lo guardai e scrollai la testa.
-Sono circa cinque o sei anni.- dissi
Lui annui e poi si mise seduto sull’inginocchiatoio davanti alla panca su cui ero seduta io.
Alzò il mio viso e mi fissò negli occhi.
-Ho…bisogno di te,Ester.- sputò
Ero sicura che le mie guance non fossero mai diventate così rosse come in quel momento.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo.
 
Ashton’s pov.
 
“Guarda un po’ chi si risente! Come stai amico mio?” mi chiese Luke, dopo avermi risposto al quarto squillo.
“Ehi Luke, io sto benone, e voi, lassù a Sidney?”
“Si va avanti. Ed Ester, lei come sta?” chiese tutto curioso
“Mi preoccupa un po’ ultimamente, a dire la verità…” mi sedetti su una panchina trovata libera nel parco, e poggiai la busta della caffetteria accanto a me
“Cosa vuol dire? Sta male? Credi voglia chiudere la vostra relazione?” si affrettò a chiedere
“Oh no. La nostra relazione va a gonfie vele. E’ la sua salute che mi preoccupa. Ha continui sbalzi d’umore. Vomita dopo ogni pasto ed è sempre stanca. Ha continui giramenti di testa e spesso è assalita dalle vertigini. E nonostante il vomito, mangia tantissimo.” Spiegai, facendomi assalire nuovamente dalla preoccupazione
“Forse…una mezza idea la ho. Ma non ne sono sicuro. Insomma…non sarebbe improbabile, ma…” iniziò
“Cosa…cosa pensi possa essere?”
“Beh, sono i tipici segni della gravidanza, Ash.” Disse secco
“…Devo andare a casa, Luke. Mi ha fatto piacere sentirti amico.” Buttai giù la chiamata e accellerai il passo verso casa.
 
Ma certo, una gravidanza. Come potevo essere stato così stupido?! Certo che non era improbabile. La domanda che ora mi tormentava ora era perché lei non mi aveva detto nulla? Forse neanche lei lo sapeva. Iniziai quasi una corsa per raggiungere l’appartamento in cui vivevamo ormai da diversi mesi e una volta raggiunto il portone, afferrai le chiavi, deciso a conoscere se veramente sarei diventato un papà o no.
 
Ester’s pov.
 
Un ennesimo conato di vomito mi costrinse a correre verso il bagno. Mi chinai sul WC e vomitai l’intera colazione e l’intera cena. Mi alzai senza forze e mi poggiai al lavandino. Mi sciacquai la bocca e spazzolai i denti. Alzai il viso verso lo specchio e notai le occhiaie che mi circondavano gli occhi.
Buttai lo sguardo nel cestino della spazzatura che tenevamo in bagno e notai la scatola nascosta del test di gravidanza.
Dovevo dirglielo, ad Ashton. Dovevo dirgli che da lì a nove mesi, sarebbe diventato papà.
Ma non avevo il coraggio. Non sapevo come l’avrebbe presa, se lo avrebbe accettato oppure no. Se mi avrebbe abbandonata o se sarebbe rimasto a prendersi cura di me e del bambino.
Sentii girare la chiave nella toppa e mi affrettai a tornare nel piccolo salotto del appartamento. Mi poggiai al bracciolo del divano e vidi Ashton entrare in tutta la sua straordinaria bellezza. Lo vidi sorridere non appena si accorse di me, poggiò sul piccolo tavolino che alloggiava all’entrata, una busta di una caffetteria e corse poi ad abbracciarmi. Mi strinse forte e respirò il mio profumo e probabilmente si accorse di qualcosa.
 
- Hai vomitato di nuovo?- mi chiese preoccupato
Mi limitai ad annuire e poi con una mossa, mi mise giù. Mi guardò nuovamente e mi prese per mano. Ci sedemmo insieme sul divano di pelle nera, e chiuse gli occhi, per poi respirare profondamente.
 
- Io non voglio che ci siano segreti fra noi. Lo sai. Io sono preoccupato per te. Vomiti dopo ogni pasto, hai continui sbalzi d’umore, sei sempre stanca…cosa ti succede, Ester? Ti prego dimmelo. Non posso continuare così.- piagnucolò
- I-io avevo solo paura Ash…non volevo farti preoccupare. Ho paura che tu poi possa abbandonarmi…- iniziai a piangere
- Io non ti abbandonerò per nessuna ragione al mondo, ma ora ti prego, dimmi cosa ti sta succedendo!-
-…Sono incinta Ashton. Aspetto, anzi, aspettiamo un bambino.-
 
Vidi i suoi occhi illuminarsi, e poi riempirsi di lacrime.
Un sorriso fece breccia sul suo viso e illuminò la stanza più di quanto potesse farlo la luce che entrava dalle finestre. Una lacrima lucida gli cadde sulla guancia e le mani corsero sul suo viso, per coprire lo stupore che lo affliggeva.
Mi strinse tra le sue braccia e mi portò su di lui.
 
- Lo sapevo, ah, io lo sapevo! Non posso crederci! Diventerò papà!- iniziò ad urlare
 
Mi lasciò andare tra le mie lacrime e i miei sorrisi sbilenchi e si avviò verso la porta finestra che dava sul piccolo balcone del salotto.
Si affacciò lungo la staccionata e iniziò ad urlare:“Diventerò papà! Ehi, tu, hai capito? Diventerò papà!”
Tornò verso di me, lasciando la finestra aperta e mi fece mettere in piedi sul divano. Si chinò verso la mia pancia e prese ad accarezzarla. Avvicinò il suo orecchio al mio ventre e lasciò qualche bacio.
 
- Ehi, piccolino, sono il tuo papà! Sbrigati ad uscire, non vedo l’ora di conoscerti!- sussurrò
 
Un pianto di gioia si scatenò sul mio viso, e i singhiozzi mi portarono via il fiato. Si inginocchiò davanti a me e feci la stessa cosa. Mi accarezzò il viso e lo guardai dritto negli occhi. Non mi ero mai sentita così innamorata di lui, come in quel momento.
 
 
- Ti amo. Okay? Ti amo e amo anche il piccolo esserino che porti nella pancia! Amo entrambi, infinitamente! Non ti lascerò mai, non vi lascerò mai. Ti amo.- mi baciò
- Io amo te, invece.- lo baciai a mia volta.
 
**
 
Mi guardai intorno in preda ai dolori e vidi il viso di Ashton teso dall’ansia.
Strinsi la mano e mi accorsi di star stringendo la sua.
 
- T-ti fa male?- mi chiese
- Oh, sto per partorire, tranquillo. E’ una passeggiata.- ironizzai
 
Lo vidi sorridere appena, e poi sentii la sua stretta potente sulla mia mano. Vidi entrare due dottori , dalla porta, che spalancarono gli occhi non appena videro gli schermi che mi contornavano. Uno dei due gettò di fretta la cartellina che teneva tra le mani in un angolo della stanza e staccò alcuni tubi che mi tenevano attaccata a varie macchine. Urlò un “portatela in sala, sta per partorire” e la paura si impossessò di me.
Non ero pronta, non potevo farcela da sola.
Ashton mi seguì e i dottori dopo aver appurato chi fosse, non fecero storie per farlo rimanere.
 
- Non posso farlo Ash, ho paura.- gli sussurrai
- Ci sono io qui con te. Non sei sola, tranquilla, amore mio.-
Passarono venti minuti.
Venti minuti di paura, terrore, orrore, felicità.
Felicità, perché ora tra le braccia stringevo il mio bellissimo bambino, il nostro bellissimo bambino.
Ashton piangeva come un ragazzino, mentre guadava stupefatto quella creatura così piccola.
Aveva le mani che tremavano non appena lo accarezzò sulla fronte.
 
- S-sei stata bravissima, piccola. E tu, tu sei così bello. Dio.- alzò gli occhi al cielo e sussurrò qualcosa tra se e se.
- Congratulazioni papà!- dissi
- Ah, papà! Congratulazioni mamma!- disse
 
Allungò le braccia per prenderlo in braccio e glielo lasciai.
Erano una visione, la visione più bella. Uno di quei momenti che vorresti prendere, fermarli e proteggerli dal tempo che passa, scattargli una foto e mantenerla per sempre con te. Come quella notte, sul aereo. Lui e la notte come sfondo. Lui e il nostro bambino, ora.
Gli accarezzò la guancia con il pollice e lo baciò sulla fronte.
 
- Benvenuto Brooks!- disse
- Ti piace Brooks?- sorrisi
- Si, e a te? Brooks Irwin.- sorrise
- Si, mi piace.-
 
Mi guardò e lo posò di nuovo sulle mie braccia. Si sporse verso di me e mi baciò.
Un’infermiera mi chiese se avesse potuto prenderlo per lavarlo e vestirlo e lo lasciai a lei, già gelosa del mio piccolo uomo.
Guardai Ashton e chiusi gli occhi sfinita.
 
- Ti amo, da morire!- disse con le mani che gli coprivano la bocca
- Ti amo anch’io Ash, grazie per quella piccola creatura.- sussurrai
- Grazie a te, amore mio.-
 
Ed eravamo così. Perfettamente imperfetti, con un piccolo ometto da crescere e a cui insegnare la vita. Forti delle nostre esperienze e ancora più forti dei nostri errori.
Ma sempre e comunque insieme.
 
 
 
 
 
 
Nerhs’s box.
 
Chissà se Charles li volesse veramente dei nipotini! Beh, direi che a questo punto, lui non abbia molta più voce in capitolo!
Sono tornata, reduce da un fantastico campo estivo e vi pubblico l’epilogo di questa storia!
Molte mi avevano augurato di trovare il mio “Ashton” e vi dico che ho trovato anche una specie di  “Connor” lol.
La maggior parte dei ragazzi che erano lì facevano girare la testa, giuro, ma molti erano anche fidanzati. Come il mio “Ashton”, ma va beh, capita!
Io spero veramente con tutto il cuore che la storia vi sia piaciuta nel complesso, comprendendo i miei ritardi e le mie schifezze <3
Ringrazio ognuna di voi per avermi seguita ed appoggiata, senza di voi, tutto ciò non sarebbe stato possibile!
Spero di rivedervi anche in altre occasioni e vi saluto!
Come al solito, ad ogni Ultimo Capitolo, lascio alle mie lettrici il mio account Twitter, se qualcuna di voi volesse contattarmi <3
Grazie mille ancora, siete tutte importanti <3
Nerhs xx
 
Twitter: @xlukesjeans
  
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