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Autore: poseidon_daughter    22/08/2014    1 recensioni
ciao a tutti, mi sono iscritta pochi giorni fa a questa pagina. Mi chiamo Noa. questa storia sarà la prima di vari capitoli. inizialmente arriverò fino a 10 capitoli, poi, se ho idee, continuo. Questa storia parla di sei mezzosangue, di cui due siamo io, figlia di poseidone, e sara, figlia di atena. spero vi piaccia. commentate sotto se vi va. Queste storie saranno fatte in collaborazione con la mia migliore amica Sara, che mi è stata vicino nei momenti più difficili.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Nico di Angelo, Percy Jackson, Travis & Connor Stoll
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-è così io sono un semidio, ovvero il figlio di un mortale e un dio, e mio padre è Ermes? E tu sei mio fratello? Fico!-
-ma non avevi lasciato un biglietto a tua mamma in cui hai scritto che scappavi perché la scoperta di questo mondo era troppo per te?- chiese Connor stranito accomodandosi sul sedile dell’autobus.
-ah, quella era una scusa per scappare di casa- disse Diego e, vedendo la faccia stupita del fratello, continuò-insomma mia mamma è insopportabile!-
Il posto vicino a Diego era vuoto e Penelope  se ne approfitto subito per occuparlo.
-ciao, io sono Penelope, figlia di Afrodite- disse lei con tanto di sorriso perfetto e occhi dolci.
-hey bambola- rispose lui facendole l’occhiolino.
Devo ammetterlo però. E’ irresistibile, assomiglia a Zac Efron! E lo vedrei tantissimo insieme alla “Bambola”.
-ragazzi io dormo. Chiamatemi quando arriviamo ad Ottawa- dissi io interrompendo i loro sguardi svenevoli. Mi sistemai in braccio al mio ragazzo e mi addormentai con la sua mano che mi accarezzava la guancia destra e il suo sorriso stampato sulle labbra.
“Niente erba. Nessuna cartina. Il suo sorriso sballa più della cocaina.”
***
-Connor ridammi le patatine!- Era Sara.
Connor le aveva rubato il cibo. Mai rubare il cibo alla gente! Mi era sbagliato il suo nome per svegliarmi. Dei, quanto lo amo.
“Quel nome mi metteva in circolo il sangue ancora prima che il cervello si svegli e ne abbia dato ordine al cuore di pomparlo per farlo scorrere dentro le vene”
 -amore ridalle le patatine- riuscì a biascicare riprendendomi dal mondo dei sogni.
-ragazzi si è svegliata- disse sentendo il mio lamento –buongiorno piccola-disse poi dandomi un leggero bacio sulla fronte.
-hey. Siamo arrivati?-
-più o meno 5 minuti e poi ci siamo- rispose lui mettendomi una ciocca ribelle dietro le orecchie.
-sembra che siate scopando- disse ad un tratto Diego, suscitando le risate di Penelope.
-fine il ragazzo- disse Percy sarcastico –e comunque non dire certe cose di mia sorella-
-dobbiamo scendere, svegliatevi- disse Gemma con il suo solito tono “gentile”.
-sempre simpatica- mi sussurrò Connor all’orecchio, provocandomi brividi per tutto il corpo.
-gia. Mi sa che devo alzarmi- dissi tristemente al mio ragazzo.
-se vuoi puoi rimanere qua, se vuoi. A me piace-
-proposta allettante, ma dobbiamo andare- dissi alzandomi e trascinandolo giù dall’autobus, sulla strada.
Eravamo arrivati.
***                                                                              
Se Chirone ci avesse avvertiti che Alexander Blackthorne è una star del cinema non avrei dovuto prendere a calci le sue fidate guardie del corpo e irrompere nella sua stanza come una fan in preda ad una crisi ormonale! Per non parlare della sua faccia quando gli ho detto di non volere  un suo autografo e che non sapevo neanche chi fosse. Un arrogante patentato! Così, oltre ad aver fatto il solito discorso “tu sei un semidio e bla bla bla”, mi sono dovuto sorbire la sua risposta: “bhe, secondo te sto bene con una spada in mano?”.
Ma ti do un pugno!
Ma a quanto pare non sono l’unica a non sopportarlo. Gemma lo detesta proprio! Ha passato tutto il tragitto a litigare con lui.
Proprio quando stavo per urlargli contro Sara disse-io e Annabeth abbiamo fatto due calcoli. Se prendiamo l’aereo delle 7:30, possiamo arrivare al campo mezzosangue verso le 20:00 e quindi in tempo per il giorno dopo, che è il compleanno della nostra Noa!-
-non mi sembra di avere accettato di prendere un aereo!- dissi io irritata
-dai sorellina, questa è l’ultima volta- disse Percy in tono supplichevole.
Avevo gli occhi di tutti puntati addosso e quindi biascicai un “va bene”. Così ci incamminammo all’aeroporto.
***
-Noa attenta!- una gorgona mi stava attaccando alle spalle. Cos’ mi girai e gli conficcai Tornado direttamente nel petto.
Mentre ci stavamo dirigendo verso l’aeroporto delle gorgoni ci hanno attaccato. YEAH!
Io stavo proteggendo quello stupido di Alexander che, oltre alla sua bellezza e ad il suo ego smisurato, non aveva alcuna arma.
-i miei poveri capelli- disse la “star” quando lo buttai a terra per evitare che venisse ferito.
-scusami se…- ma non feci in tempo a finire la frase che qualcosa mi scaraventò a terra, facendo rotolarela mia spada lontanissimo da me. Cercai di alzarmi ma un’arpia mi bloccava.
Mi sentivo sospesa nel vuoto. La mia testa, il mio corpo. Sotto di me c’erano 1000 m di scogliera. E poi il mare.
Adesso stavo cadendo, il mostro mi aveva mollato.
Il mio corpo pesava come una pietra.
Prima di essere risucchiata dalle fredde acque del mare sentì  una voce che gridava il mio nome.
Era Connor.
“ti amo” pensai.
E poi sprofondai.
***
-ciao ragazzi- dissi a cavallo de mia onda.
-omg, pensavamo fossi morta…- disse Sara con gli occhi rossi per il pianto e una tristezza nella voce che non avevo mai sentito prima.
-ma è il mio regno- dissi guardando Percy –tu avresti dovuto saperlo. Più di tutti!- un po’ ero offesa. Cercai Connor tra i semidei, tutti sporchi di icore. Non c’era. –dov’è lui?-
-si è buttato. Per te-
Senza pensarci due volte mi ributtai dalla scogliera.
Dovevo trovarlo.
***
-Connor! Connor svegliati!- stavo piangendo sul suo corpo immobile e freddo.
Dopo averlo trovate, in mare aperto, alla deriva, ero la persona più felice del mondo perché l’avevo trovato. Ma adesso… adesso era…
Lo avevo perso. Non aveva battito.
-ti prego. Ti prego- stavo facendo tutto il possibile per salvarlo.
Ma niente.
Iniziai a pregare gli dei. Poseidone soprattutto.
“Padre ti prego, salvalo”.
Intanto che li imploravo, i ricordi felici passati con lui mi scorrevano nella mente.
Le lacrime continuavano a scendere.


“these wounds won’t seem to heal
these pain is just to real
there’s just to much that time cannot erase”

Ma un colpo di tosse mi riportò alla realtà.
Era Connor
Era vivo!
Ora le lacrime di tristezza stavano lasciando spazio alle lacrime di gioia.
“E’ vivo”.
-Connor. Sono qua. Guardami- dissi dolcemente accarezzandogli la guancia e prendendo la sua mano.
-cosa è successo?- chiese lui frastornato.
-mi hai salvato la vita. Sei vivo- dissi scoppiando a piangere più forte di prima.
E lui sorrise. E i suoi occhi sorrisero con lui.
Era vivo e stava bene.
“Oggi c’eri tu. Con quei sorrisi di sempre e gli occhi non avevano fine. E poi c’ero io che, credimi, m’ero persa soltanto a guardarti”
  
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