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Autore: Etoile_Noir    18/09/2008    1 recensioni
Non sento Brian da un secolo. Io gli scrivo ogni settimana, come mi aveva chiesto, ma lui che fa? Bè, lui non fa niente. Non chiama, non scrive messaggi, lettere o email. Non è nemmeno tornato ad Huntington come aveva promesso. Se qualcuno vi dice che una storia a distanza può funzionare, non credetegli, perchè non è vero. Le storie d'amore non sono facili e sopratutto non sono fiabe a lieto fine.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buenos dias !
Direte… Chi non muore si rivede uh?
Non avrete mica chiamato chi l’ha visto nel frattempo vero?XD
Stavolta avevo i capitoli pronti…E indovinate? Mi son dimenticata che dovevo aggiornare questa storia.
*Ahem*
Ora il momento dei ringraziamenti *-* …
OOgloOO: Ciao CaVa! Anche io non ci speravo più, sono tipo stata assente da efp per 6 mesi e poi c’era l’altra storia… Sono contenta di postare questa e ricevere il vostro parere. Dimmi se secondo te è noiosa, perché so che il mio difetto è dilungarmi troppo sulle descrizioni. Cercherò di sforzarmi e non farlo! Ein kuss fur dich auch.
lucilla_bella: Sìsì te lo assicuro, mai stata meglio in vita mia XD Oh come odi gli Atreyu? Povero Lexipooh, si metterà a piangere e finirà per tornare emo. XD Sì devo ammettere che nell’altra i periodi sono troppo ed esageratamente lunghi! E grazie, sono contenta che ti piaccia il mio modo di scrivere! :}
echelon1985: Grassie!Si forse il primo capitolo è troppo poco per dare giudizi ma ti prometto che la storia sarà movimentata. Moolto movimentata! *me sogghigna*
Elyrock: Luvah!!! *-* Cara lei! Grazie del tuo appoggio, è sempre importante per me. Sono contenta che ti piaccia questo inizio, spero di non averti deluso con questo nuovo capitolo. Eh, chi incontrerà? XD Bacioni Bubu. Mi manchi. <3
Dominil: E dici che sono io a farti dei complimenti? O.o Te mi hai riempito, non che la cosa mi dispiaccia! XD Anzi sono felicissima che il tuo parere sia così positivo, è importante per me sentirmi dire ‘ste cose. *.* Scusami se non ti ho ancora commentata, sono sicura che anche il tuo nuovo capitolo sarà bello come al solito. Spero che ti piaccia anche se non è troppo movimentato come capitolo. Buona lettura =D
Vi lascio con il solito… Enjoy it!


2.
Immobile



E' tutto uguale, troppo dannatamente uguale.
Il pavimento di mattonelle bianche è talmente pulito che le scarpe a contatto con esso fanno rumore e anche se tu pesassi un grammo, quella insulsa superficie di pseudo plastica ti farebbe fare la figura da cioccolatino ugualmente.
Per non dire che è così lucido e uniforme che riesce a riflettere esattamente come uno specchio il colore delle mutande delle cheerleaders quando e se le indossano.
Volendo parlare di cose che rimangono perennemente uguali e per di più indecenti non si finirebbe più.
Prendi gli armadietti per esempio, sono come al solito pieni di polvere tant'è che è impossibile non morire quando ti azzardi ad aprirne uno, per non parlare di riporre le tue cose sulla mensola interna, dovresti per lo meno indossare una maschera antigas e fare una disinfestazione.
L'ufficio del personale è collocato nella stessa stanza da decenni; un buco per intenderci, dove la segretaria stretta nel suo tajor è felicemente seria davanti al computer.
Sembra si diverta a passare il suo tempo battendo i tasti e abbassando il capo per consultare dei fascicoli cautamente appoggiati alla scrivania di compensato non curandosi di ciò che le accade intorno.
E' come se volesse essere lasciata sola con il suo lavoro, senza nessuna scocciatura di cui occuparsi.
La scocciatura, o piaga in questione sarei io e quelli della mia specie: in piedi esattamente davanti a lei tamburello ritmicamente il piede contro la dura superficie che è il pavimento, come se stessi scandendo il tempo di un brano musicale, una fantomatica traccia che perdura da una manciata di minuti, da quando sono arrivata qui insomma.
Mi fissa con i suoi occhi finemente truccati, desidera con tutte le sue forze che io sparisca all'istante.
Ma io sono come il suo peggior incubo, e non me ne andrò.
Mi schiarisco la gola pronta per lasciare andare quel vortice di parole poco gentili che avrei da riservarle; ma lei mi precede guardandomi dall'alto in basso per poi chiedermi annoiata per quale motivo mi fossi recata lì.
Come se io ci volessi venire davanti a questa faccia da idiota soltanto per litigare... Per sfogarmi per bene preferisco i bulletti, quei palloni gonfiati che scoppiano con qualche parola ben impostata.
"Sono venuta per l’orario delle lezioni, non credo che quello vecchio possa essere valido per due anni consecutivi", le specifico guardandola negli occhi così insistentemente che è costretta a distogliere lo sguardo.
"Non ti è arrivato a casa come a tutti gli altri, perché devi sempre distinguerti dagl’altri in ogni cosa che fai?"
Come se le potessi rispondere. Non sono uno di quelli strizzacervelli talmente poco normale che si analizza da solo invece di dedicarsi ai propri pazienti.
Le persone di solito non sanno perché agiscono in una determinata maniera, lo fanno e basta anche se alla fine se ne pentono.
"E tu saresti?", mi domanda come se volesse stuzzicarmi e punzecchiarmi sul punto più debole, l’orgoglio.
"Raynolds"
Non riesco a fare a meno di essere acida con questa stronza di segretaria. E’ una di quelle persone insopportabili e inutili proprio come i broccoli, perchè non la riuscirò a digerire nemmeno fra cent’anni.
Mi sta proprio sui nervi.
"Annika?", chiede come se non sapesse leggere.
"Annie, prego"
" E' riportato il nome Annika , e io la chiamerò così.", ammette senza repliche "E' sicuramente un bel nome. Non sei di origini americane, vero?"
"La mia famiglia si è stabilita qui da otto generazioni" e non rompere su cose che non sai, vorrei aggiungere.
"Annika. Come l’amica di Pippi Calzelunghe?"
Le rispondo affermativamente. Dura, perché l’ira mi pervade i sensi sia per questa donna che non la smette di blaterare su cose perfettamente inutili, sia per mia sorella Ashley, che è l'artefice di queste situazioni snervarti dato che scelse questo nome idiota quando aveva quattro anni e adorava il cartone animato svedese.
Annika mi sembra anche un nome stupendo rispetto a quello della protagonista, Pippilotta Viktualia Rullgardina Socciamenta Efraisilla Calzelunghe per gli amici Pippi, su cui mia sorella insisteva tanto.
Se credessi in Dio, lo ringrazierei tutte le sere per questo motivo.
E non sono nemmeno rossa di capelli, sennò direbbero che hanno sbagliato nome, cioè non che il mio colore di capelli sia molto più normale; ho i capelli tinti con un colore che adoro. Il Viola.
Annuisce e occhieggia al computer come se lui potesse la potesse capire.
E' completamente fuori di testa questa donna.
"Ah. Eccoti! ", dice seccata non volendomi assolutamente dar ragione " C'è una nota nel server secondario "
Lascio che queste siano le uniche parole che si possano udire nella stanza.
Dentro di me sto gioendo come non mai. Non lo ammetterei mai ma amo aver ragione.
"Non è possibile!", dice lei con voce allarmata.
"Mi scusi?", mi acciglio io.
Le sue pupille dorate dentro le mie;"Nulla"
Non rispondo perchè sarebbe inutile, ma resto fermamente convinta che le persone non dovrebbero fare commenti ad alta voce se non vogliono che siano rivolte domande a proposito.
"Signorina. Dovra’ fare un percorso scolastico standard per il momento"
"E quale sarebbe?", devo alzare il tono a causa del vociare insopportabile del corridoio, il che mi rimanda al fatto che non sono più in anticipo e che dovrò sudare per arrivare in aula in tempo.
La osservo le sue mani non così perfettamente curate sbloccare la serratura dell'archivio e poi le dita scorrere facilmente sui fascicoli degli studenti.
“Inglese, matematica, storia, arte…”,
“Ma manca un’ora. Se non sbaglio”
“Lei cosa vorrebbe fare?”
“Chimica Avanzata con il signor Brown”, ammetto quasi inconsapevolmente
“Non credo che lei sia adatta, ma non saprei dove altro inserirla e non voglio nemmeno preoccuparmene, signorina Annika
Questa volta non riesco a stare zitta, il mio limite di pazienza è stato esaurito una manciata di minuti fa’ quando ho dovuto guardare in faccia questa megera.
“Lei non può dirmi che cosa devo o non devo fare. Non sa di che sono capace e non credo nemmeno che riuscirebbe a valutare le capacità intellettive di una lumaca semmai ce le avesse, dato che il suo obbiettivo nella vita è stato arrivare fin qui, in una misera scuola di provincia!”
Il suo viso cambia espressione.
Sbianca.
Non riesce a trovare le parole e nemmeno a credere che io abbia osato parlarle così.
Non m’interessa ciò che prova, infatti dopo aver afferrato il foglio con l’orario m’incammino verso l’aula di inglese che è dalla parte opposta di quest’enorme edificio bianco.
Non mi lascia allibita il fatto che la gente pensa che io sia un’incapace dato che ho frequentato solo metà anno dell'anno passato in questa scuola, ma non è che provi che io la sia effettivamente. E chiunque sia, la prossima volta non dovrà nemmeno azzardarsi a pensarlo perchè giuro che lo prenderò a pugni.

  
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