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Autore: Etoile_Noir    10/08/2008    5 recensioni
Non sento Brian da un secolo. Io gli scrivo ogni settimana, come mi aveva chiesto, ma lui che fa? Bè, lui non fa niente. Non chiama, non scrive messaggi, lettere o email. Non è nemmeno tornato ad Huntington come aveva promesso. Se qualcuno vi dice che una storia a distanza può funzionare, non credetegli, perchè non è vero. Le storie d'amore non sono facili e sopratutto non sono fiabe a lieto fine.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER:'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

Cari lettori!
Dunque...
parto oggi pomeriggio e sto via una settimana, e dato che avevo qualcosina di pronto e che voglio bene ai miei quattro gattini, mi sono detta 'perchè non postare un assaggino della la nuova Fiction ai tempi della scuola su Synyster?'
Voglio avvertiri che questa volta mica c'è Alex o chissà chi ma lui sarà l'unico e inimitabile protagonista di questa storia.
Vado che devo finire di preparare la valigia.
Enjoy it!
Ps: I commenti non fanno male alla mia salute, lo sapete vero? XD



Prologo


Warner Ave, 27 agosto 1998.
Sembra l'intestazione di una lettera, in verità sono solo le parole che nella mia testa continuano a risuonare incessanti come il suono di un trapano che trivella il duro, quasi indistruttibile manto stradale.
La strada gigantesca si estende per tutta la costa di Huntington spalleggiando la Pacific Coast Highway, luci rosse fermano la corsa degli automobolisti e la strada che era vuota solo un momento fa, ora è stipata di macchine sfarzose e tirate a lucido perfettamente come se fossero un gioiello da far brillare per far sì che sia notato; ce ne sono di ogni tipo esattamente come i pendenti che sfavillano al collo delle signore di classe.
Il profilo imponente della Oceans View High comincia a delinearsi ad ogni passo che compio, e l'incrocio con Gothard Street si fa talmente vicino che il palo che indica il nome della via diventa all'improvviso imponente, minaccioso come se volesse annunciare qualcosa di brutto.
Non riesco a fissare dritto davanti a me quando svolto e il mio sguardo automaticamente cade sull'asfalto che già sfavilla sotto i raggi del sole debole e tiepido delle prime ore della mattina. Non so esattamente cosa sto cercando di evitare agendo così, ma accettando la verità che improvvisa illumina la mia mente come un lampo squarcia il cielo durante una tempesta, capisco che ho paura delle facce, per la precisione delle parole taglienti che persone che troverò di nuovo a scuola mi rivolgeranno.
So che il cancello d'entrata mi sovrasta con tutta la sua maestosità ed è come se mi sfidasse a proseguire a correre questo rischio; camminare sul selciato sudicio e trasandato della Ocean non mi era mai sembrato così strano, e ora è quasi grottesco.
L'ampio parcheggio si apre sotto i miei occhi quando superati gli alberi centenari sto direttamente di fronte alla buffa facciata dell' edificio che sembra stata rubata ad una parata carnevalizia con quella sua enorme scritta che pare aver volontà propria per emergere da quello che sembra cartone.
Quando mi avvicino, questa illusione sparisce assieme a quella minima traccia di sicurezza che ero riuscita a mettere insieme mentre il panico e l'angoscia crescono e raggiungono il picco massimo nel momento in cui la mia mano tocca la maniglia antipanico per farmi strada ed entrare a scuola.
Quello stesso edificio dove mi sono recata per tre anni e che ora mi fa agitare talmente tanto che sento il mio stomaco rivoltarsi più volte per l'ansia.
La hall è quasi deserta mentre qualche gruppetto di ragazzi, probabilmente matricole, stanno osservando e provando le combinazioni dei loro armadietti nuovi di zecca.
A me toccherà il solito, il 307 direttamente davanti all'aula di quell'inutile e insulsa materia chiamata matematica; io la odio quella cosa, in quattro anni sono solo riuscita ad essere promossa solo una volta, per la precisione quest'anno, per tutti i restanti tre anni; bhè quella è una bella storia, ho dovuto fare i corsi estivi...
Sì, avete sentito bene quegli assurdi e noiossissimi corsi che ti fanno fare per recuperarla e dare l'esame prima dell'inizio del nuovo semestre.
Però per qualche strana ragione mi sono divertita, c'erano sempre quel gruppetto di fanatici del hardcore o del punk che si davano man forte per far passare più velocemente il tempo, ma solamente una volta è stato veramente mitico ovvero l'estate dopo la fine del secondo anno; quei cinque ragazzi erano davvero divertenti, ma non ricordo il loro nome, poi sicuramente non sono rimasti gli stessi, e non ho avuto mai avuto l'occasione di incontrarli di nuovo nè avrei avuto mai il coraggio di fermare e parlare con gente praticamente sconosciuta in mezzo al corridoio e tantomeno ci sarei riuscita l'anno scorso quando tutto sembrava vano.
Torno a guardare di fronte a me e lascio che siano le mie gambe a portarmi, come se avessi appena inserito la modalità ' pilota automatico', incurante di tutto ciò che può aspettarmi mi lascio trasportare verso la segreteria.

  
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