Libri > Orgoglio e Pregiudizio
Segui la storia  |       
Autore: WickedSwan    23/08/2014    2 recensioni
Ciao a tutti, questa è la mia prima fanfiction, leggete e commentate quanto volete, non può farmi altro che piacere! Ho deciso di riprendere i personaggi del mio libro preferito ed adattare la loro celebre storia al mondo attuale. Spero che vi piaccia, buona lettura (:
DAL TESTO
"Vorrei che ammettessi che ti manca.”
A questo punto non ho altre carte da giocare, dato che come sempre Jane ci ha azzeccato in pieno. Ma ciò non vuol dire che lo ammetterò. Ho una reputazione da difendere. E non importa se in fondo è vero che Will mi manca da morire, non importa se quando ripenso alle nostre conversazioni così semplici eppure così intime mi viene da piangere, non importa che, se non fosse per il mio orgoglio, adesso sarei ancora in quel pub a bere la birra che mi avrebbe volentieri offerto, non importa se ogni volta che lo vedo vorrei dimenticare tutto quello che è successo tra noi e ricominciare. Non si può dimenticare il passato e certamente non posso abbandonarmi alle mie debolezze, sarebbe un passo indietro e da adesso in poi voglio solo andare avanti.
AU.
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Bennet, Fitzwilliam Darcy, George Wickham, Jane Bennet, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 4 - E come stai? Domanda inutile.

 

Dopo aver girato per una buona mezz'ora nelle vie laterali di Rose Hill mi abbandono su una panchina, alzo gli occhi al cielo ed inizio a contare le stelle, cercando di distrarmi per non pensare. Ma la mia mente logica si mette subito in moto ed i miei occhi si inumidiscono di nuovo. Non riesco a credere di aver sbagliato così tanto nel giudicare George: come ho fatto ad essere così tremendamente cieca e distratta?

Adesso le lacrime scendono libere sulle mie guance infreddolite ed arrossate. Guardo l'orologio: mezzanotte e mezzo. Non posso andare a casa in queste condizioni, mia madre mi starà aspettando e vedendomi così inizierebbe a tempestarmi di domande. Le voglio bene, ma stasera non posso sopportare anche lei.

Le mando un messaggio, dicendole che andrò a dormire da Jane o Charlotte e lei, tutt'altro che preoccupata, mi risponde che non devo preoccuparmi di dire che mi fermerò dal mio ragazzo e mi chiede di salutare “il caro George” da parte sua. Neanche so cosa risponderle a questo punto, così scelgo di non farlo. Ci sarà tempo per spiegare la situazione e non vorrei che al sapermi di nuovo single le venga un attacco di nervi. La cosa dovrà essere affrontata con calma.

Decido di chiamare Jane ma una voce all'altro capo del telefono mi informa che il suo cellulare è staccato e così accade anche per gli altri due tentativi che faccio. Charlotte torna domani dalla Cornovaglia, quindi ovviamente stasera non potrà aiutarmi.

Benissimo, sono sola, infreddolita e senza un fidanzato e non ho le mie amiche a consolarmi. Scorro un po' la rubrica ma mi rendo conto di non avere nessun altro da poter chiamare.

Mi correggo, non sono sola, sono terribilmente sola. Ho tanti conoscenti con cui poter andare a cena fuori o al cinema ma nessuno di loro può aiutarmi in questo momento. Alla fine sullo schermo del mio cellulare appare il nome della persona che, mi rendo conto, vorrei davvero chiamare. Sarebbe così assurdo cercare rifugio in lui che in questa sfolle serata sembra l'unica mossa sensata da fare. Ci penso circa dieci secondi, poi chiudo gli occhi, quasi come per allontanare da me il gesto che sto per compiere, e premo il tasto chiamata.

Il telefono squilla quattro volte ed il mio coraggio è già scomparso: sto per terminare la chiamata quando finalmente qualcuno dall'altra parte risponde.

“Elizabeth?” Will sembra sorpreso, quasi preoccupato, ma non infastidito. Strano, io lo sarei al suo posto, rispondendo ad una chiamata dell'ultima persona al mondo con cui vorrei parlare.

“William..?” Improvvisamente mi rendo conto di non sapere cosa dire. Mi sento vuota ed inutile e l'unica cosa che vorrei fare adesso è andarmene a letto e restarci una settimana.

“Lizzie..stai bene?” Chiede lui dubbioso, interpretando correttamente il mio silenzio.

“Io..non lo so William, davvero non lo so.” Rispondo, dopo averci pensato qualche secondo. Non so che altro aggiungere e così me ne resto lì sulla panchina, muta ed immobile a fissare il vuoto, aspettando che per una volta qualcuno venga a salvarmi.

“Elle, dove sei?” Chiede ancora lui, alzando improvvisamente la voce. Questo è il tono dello Will maniaco del controllo, il tono che mi fa innervosire sempre. In più ha usato di nuovo quel soprannome che odio ed anche adesso che pensavo di non avere le forze per fare niente, fa risvegliare in me l'anima ribelle con cui affronto sempre le nostre conversazioni.

“Perchè?” Chiedo quindi, con una sfumatura irriverente ma sorprendentemente stanca.

“Perchè??” Sibila allora lui, infuriandosi. “Mi chiami nel bel mezzo della notte, evidentemente in lacrime e sola e adesso fai anche la bambina viziata? Dimmi. Dove. Sei” Conclude, imperterrito. Alla fine anche le ultime forze mi abbandonano e mi accascio sulla panchina.

“Sono da sola di fronte all'albero di Natale, in Lucas Square. Ed ho freddo.” Lo informo, aspettando di capire cosa vuol farne di questa informazione. Dopo pochi secondi di silenzio lo sento chiudere un portone.

“Aspettami lì.” Mi dice. “Sto arrivando.”

Appena chiudo la comunicazione mi rendo conto di quello che è appena successo. Avevo bisogno di aiuto, ho chiamato William ed ora non ho idea di cosa fare.

Faccio un rapido calcolo e capisco di avere ancora dieci minuti per poter scappare, prima che arrivi. Osservo l'albero di Natale, già illuminato in attesa del gran giorno. E' veramente meraviglioso, non so come ho fatto a non notarlo prima.

Come ogni anno è stato decorato con i colori dello stemma della città: l'oro, il blu ed il rosso e le migliaia di lucine bianche creano un'atmosfera particolarmente festosa.

Mi ritrovo a sorridere, ricordando tutti i Natali passati in questa stessa piazza; la nostra città non è molto grande e ci conosciamo praticamente tutti.
Siamo una grande ed eterogenea famiglia e per questo la notte di Capodanno viene sempre organizzato un grande ballo durante il quale festeggiamo tutti insieme sotto il “Grande Albero”.

C'è anche una pista di pattinaggio, non molto grande ma sempre piena di bambini che si divertono come matti. A quest'ora però è rimasta solo una coppia di innamorati, anche piuttosto imbranati a quanto sembra.
Mentre li osservo mi salgono di nuovo le lacrime agli occhi, George aveva promesso che mi avrebbe insegnato durante queste vacanze natalizie ed ora non imparerò mai.

Mi alzo, decidendo che in fin dei conti adesso non ho voglia di vedere William, ma proprio quando sto per allontanarmi dalla panchina lo vedo camminare verso di me e mi blocco a fissarlo. Accidenti a lui, sempre in orario.

Come sempre ha i capelli tutti arruffati e le guance arrossate per il vento gelido. Il contrasto che formano con il viso pallido è affascinante. Nonostante stanotte la temperatura sia sotto zero indossa il suo caratteristico giacchetto di pelle, e non si è cambiato, ha ancora i vestiti con cui era al ristorante. Non ho mai capito come fa ad essere sempre così sicuro di sé: anche adesso che sicuramente starà morendo di freddo sembra che abbia il completo controllo della situazione.

E' bello William, di una bellezza quasi sfrontata. Sarà la stanchezza, sarà il freddo o il tremendo mal di testa che sento salire inesorabile, ma mi trovo ad ammettere a me stessa che probabilmente è il ragazzo che più di tutti abbia mai attirato la mia attenzione.
Non è alto come George, pur superandomi di una buona spanna ed ha un fisico slanciato, esaltato da quel cipiglio con cui si muove che tanto mi fa innervosire.

Lo sto ancora fissando imbambolata (per il sonno, ovviamente), quando capisco che ormai è di fronte a me. Restiamo immobili a fissarci e credo di scorgere nel suo sguardo un momento di tenerezza, come se..stesse soffrendo, per me.

Si avvicina ancora e senza dire niente mi abbraccia. E' un gesto inaspettato ma la mia risposta è veloce e spontanea. A mia volta cingo la sua vita e mi abbandono al calore del suo corpo intorno al mio.
Soltanto adesso mi accorgo delle lacrime che di nuovo si sono fatte strada sulle mie guance e che in questo momento stanno inondando anche la sua camicia.
Allora cerco di allontanarmi, dicendo di non voler sporcare i suoi vestiti con il mascara, ma lui prende la mia testa con entrambe le mani cercando di incrociare il mio sguardo. Alzo gli occhi sui suoi e capisco che mi sta parlando, anche se non riesco a mettere a fuoco ciò che dice. Alla fine la voce, familiare e lontana, diventa più chiara.

“Andiamo, ti porto a casa.” Dice.

Hello Everyone!

Sto capitolo è un pochino cortino..ma mi serviva per introdurre la nuova fase della notte, quella interessante e romantica, quella in cui tutti i nodi verranno al pettine
e le verità salteranno fuori come funghi.
Ho deciso definitivamente che tutta la storia avrà luogo durante la notte e la mattina successiva, magari con un epilogo finale che avrà un salto temporale un pochino più ampio.

Scusate davvero se è un pò cortino, ma questa settimana non ho avuto molto tempo da dedicare alla scrittura e ne sono molto dispiaciuta! Comunque qualcosa l'ho tirato fuori lo stesso dai..(:

PS: LIZZIE E DARCY ANDRANNO A CASA DI LUIIIIIIIIIII (hehehehehehehe.. i genitori in vacanza, il ripiano della cucina, il letto vuoto della sorella che studia lontano..)
PPS: Volete che metta delle foto, per mostrare come immagino i personaggi..oppure preferite che rimangano soltanto le descrizioni perchè ognuno si faccia la propria idea in testa? Fatemi sapere,

XoXo

-Bea (:

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Orgoglio e Pregiudizio / Vai alla pagina dell'autore: WickedSwan