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Autore: Gamblut    23/08/2014    2 recensioni
LA RAGAZZA GHIACCIO. Fredda. Impassibile. Con il cuore congelato. Cosa le sarà successo per farla diventare così "gelida"? Qualcuno riuscirà a sciogliere questo ghiaccio che le avvolge il cuore? Beh.. Forse. Un ragazzo misterioso, che non si fa notare, SOLO... MISTERIOSO COME L'ARIA.
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"Lei lo osserva, lo guarda. Non sa nemmeno per quale motivo, non lo comprende. Sa solo che quel ragazzo la incuriosisce, ma non capisce nemmeno perché."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Ghiaccio e Aria, un amore, un'avventura straordinaria.


Capitolo 3


Lei è Alice, adesso. In classe la chiamano così, e giorno dopo giorno, il nome si sta diffondendo in tutta la scuola. Quando lei passa nel corridoio sente persone che spettegolano fra di loro, sicuramente su di lei. "ah sì... quella è Alice!" "Ma non si chiamava Alaska?" "Alice è un nomignolo dato dai suoi compagni di classe. Assomiglia a quella della Disney." E altre voci. Beh, hanno ragione. Sin da piccola, oltre le Winx, Alaska vedeva i film Disney e ogni volta che vedeva "Alice nel Paese delle Meraviglie” sua madre le diceva che erano uguali, tranne che per il nome. Adesso anche per quello. Tutti le danno quel nomignolo nelle classi, tranne lui. Quel ragazzo di nome Stephen, sin dal primo giorno di scuola,  non si è fatto notare. Se ne sta là, in silenzio, all’ultimo banco e se viene interrogato risponde alle domande in modo perfetto e poi si siede al suo posto. Non si sono mai parlati. Lei lo osserva, lo guarda. Non sa nemmeno per quale motivo, non lo comprende. Sa solo che quel ragazzo la incuriosisce, ma non capisce nemmeno perché. Ha qualcosa di familiare. La curiosità della ragazza cresce sempre di più e non sa come fare, ma, si dà coraggio e alla fine della lezione di biologia, quando tutti stanno scendendo per pranzare, lei aspetta che tutti escano a e rimangono soli nell’ aula.
-Ciao..Stephen – dice lei. –Non so se mi conosci, non ci siamo mai parlati.. io sono Alaska..-
-Alaska Wane. So chi sei. – risponde lui. Entrambi sono un pochino sbalorditi, perché nessuno dei due si fa mai chiamare per nome. Il nome di lui viene sempre e solo pronunciato da John, poiché i suoi professori lo chiamano sempre per cognome e non parla mai con nessun compagno, e a lei nessuno la chiama Alaska, tranne la sua famiglia ovviamente, perché lei ormai è Alice.
-Piacere – dice lei porgendogli la mano. Lui non la stringe, ha sempre avuto un po’ paura dei contatti fisici.
-Capito, scusa, ma adesso ti potresti spostare? Dovrei andare alla mensa. –
-Va bene.. addio Aria. – dice lei senza nemmeno accorgesi di quello che ha detto.
-Aria? Ma con chi stai parlando?- chiede lui incuriosito.
-Beh,, perché tu non ti fai notare e sei semplice come l’aria ma complesso e cioè... – sta facendo un giro di parole.
-Quindi.. è come se fossi invisibile e considerato come il nulla? –
- Cioè... sì! Esattamente. O forse no...- non ha un rapporto normale con un suo coetaneo da almeno due anni, quindi non sa come comportarsi.
-Quindi, siccome tu hai un nomignolo di schifo, ne devi dare uno anche a me? Si vede che sei una persona fredda che non gliene frega niente di nessuno, non pensi nemmeno quando parli. E poi non sei nemmeno brava a inventare soprannomi, idiota. Si vede benissimo che sei la ragazza GHIACCIO. – Lei non dice niente, si sposta soltanto per far passare a Stephen. Lui esce e lei si siede nel suo banco, non scendendo nemmeno a pranzare. Sta nella sua sedia, appoggia la testa al banco e incomincia  a piangere. Ripensa a quelle parole. “Perché non posso essere normale? Perché non posso avere una vita decente? Perché tutti pensano che sono fredda? Perché non ragiono mai prima di parlare? Ci è rimasto veramente così male? Io volevo solo scherzare, però...Beh.. se a me qualcuno dicesse che sono il nulla, farei la stessa reazione. Che schifo che faccio.” E lui la sente singhiozzare, sente le lacrime che cadono, ma sta lì. Sa benissimo che tutti e due si trovano nella stessa situazione. Tutti e due soli. Ma lei è in cerca di un amico anche se non capisce che con le parole che dice senza pensarci, può ferire qualcuno. Invece lui vuole rimanere solo. Perché non vuole che qualcuno si affezioni a lui e poi quest’ultimo possa fargli del male senza accorgersene.. Si vede che sono compatibili, diversi o forse uguali ma comunque, compatibili. Ma in questo momento non si parla né di amicizia né di amore, solo di educazione... quindi lui scende alla mensa. Ovviamente è in un tavolino da solo, di fronte a quello dove sta di solito Alaska anche lei da sola, mentre è osservata da tutti. Prende il vassoio e ci mette dentro un panino, un po’ di pasta e uno yogurt. Mangia il primo piatto e poi esce dalla sala portandosi con sé il barattolino di yogurt alla fragola e il sandwich imbottito. Corre verso la sua classe e la vede. Lì, al primo banco, sola. Così bella. Capelli biondi che le arrivano alle spalle, chiarissimi. Come i suoi occhi, quasi celesti. E il suo fisico... un seno prosperoso e due gambe da urlo lunghissime. “Stupido! Non pensarla in quel modo.” si dice. Arriva accanto a lei e incomincia a parlarle,  però girato,  dandole le spalle.
-So che stavi piangendo. Ti ho sentito. Sono girato per la tua dignità, so che ti potrebbe dare fastidio farti vedere in questo stato. Tu non volevi essere cattiva con me, però non è che la gente può avere una belle reazione quando gli dicono che è il “nulla”. Non sei nemmeno scesa a mangiare.  Poi diventi più magra di quanto non sei. Tieni. –
Lei non risponde, prende solo quello che da dietro lui le offre e  poi sussurra un semplicissimo “Grazie”. Non sapendo più cosa dire, lui esce dalla classe e incomincia a passeggiare per il corridoio, mentre legge un libro che ha trovato qualche giorno fa nella libreria di John.. “Le pagine della nostra vita.” Leggendolo, il ragazzo ha capito che è troppo sdolcinato per i suoi gusti e non aveva mai pensato che uno come il signor John che gli aveva sempre prestato libri interessanti, poteva leggere libri così “diabetici.”  Intanto la ragazza sta mangiando, poiché già da prima stava morendo di fame e non aveva nemmeno fatto colazione perché si era stranamente alzata tardi. Inizia dal panino imbottito. Dà un morso e, può essere assurdo, ma è buono. Pomodoro, insalata e.. polpette. Lei ha sempre amato le polpette e queste stranamente sono state cucinate bene. Dà un altro morso al panino e poi incomincia a tossire. Probabilmente le è andato qualcosa storto. Prende l’acqua dallo zaino ma lo stesso non riesce a smettere di tossire. Le sue guance si gonfiano. Che le sta succedendo? Apre il panino per vedere se c’è qualcosa dentro di strano e vede.. quella spezia. L’ORIGANO. “Che cosa ho fatto?! Sono cretina!!” Non sa cosa deve fare: se correre e far sapere a tutti che la sua faccia bianchissima e pallidissima sta diventando gonfia e rossa con un peperone andato in vacanza  e si è pure ustionato oppure rimanere lì e chiamare sua madre al telefono. Esce dalla classe e c’è Stephen. Lei cerca di urlare il nome del ragazzo, ma lui non la sente poiché è entrato dentro il libro e poi la campanella inizia a suonare. Il corridoio che fino a un secondo prima era vuoto, si è riempito. Cerca di raggiungere il ragazzo ma troppe persone la spingono e lei riesce ancora meno a respirare. Tutti poi entrano in classe e Stephen rimane ancora fuori. Lei lo richiama e lui si gira. La guarda. Quella bella ragazza con cui aveva qualche minuto fa parlato, era scomparsa. I suoi occhi non si notano nemmeno più coperti dalle enormi guance rosse come tutta la sua faccia.
-Che è successo??- chiede preoccupato.
-Askfoglricnisrnvgndetivndor?!!!!- risponde lei. Lui crede che lei stia parlando in giapponese mischiato con l’arabo e aggiungendo anche un po’ di freestyle coreano. Le prende il braccio e incomincia a correre. Avrebbero marinato la scuola, non ci sarebbe stata altra soluzione. Tanto si trovano in America, possono saltare le lezioni qualche volta. E poi... di parlare con i professori o con i compagni non se ne parla, perché avrebbero iniziato a prenderli in giro più di quanto non lo fanno adesso. Lui si guarda intorno. Sa benissimo dov’è l’ospedale, e soprattutto sa che è molto lontano. Continua a correre e  a trascinarla, ma, girandosi, vede che le condizioni della ragazza sono peggiorate.  È ancora più rossa e stranamente... bollente. Lui cerca di fare l’autostop per vedere se qualche si ferma e possa portarli all’ospedale, ma tutti i guidatori guardandoli hanno una reazione orrenda pensando che dovrebbero dare un passaggio a Harry Potter e al peperoncino della Lete.  Loro continuano a camminare, però, fortunatamente, un uomo arriva verso di loro e dice di essere un dottore. Guarda il ragazzo.
- Stephen..- dice.
- Dottor. Gray. –
-Come stai, ragazzo? Mi dispiace..- continua a parlare, ma l’altro lo ferma.
-Sto bene. Qui c’è una mia compagna che sta morendo. Potremmo parlare in un altro momento? – dice indicando Alaska.
L’uomo si gira verso di lei e chiede a lui cosa fosse successo, ma non sa rispondere, non lo sa nemmeno il ragazzo. Lei cerca di spiegare qualcosa ma non si capisce niente di quello che dice. Dopo che analizza un po’ il viso della fanciulla, il dottore capisce che c’è stata una reazione allergica. Non chiede nemmeno loro se devono essere a scuola o se l’hanno marinata. Prende la macchina che è posteggiata lì e tutti e tre si dirigono verso all’ospedale per curare la ragazza.
-Devi chiamare i tuoi per dirglielo? – dice l’uomo porgendo ad Alaska il suo cellulare. Lei scuote la testa, probabilmente perché non li vuole far preoccupare. Arrivano all’ospedale e  il dottore prende immediatamente delle medicine, tra cui una Bentelan. Le porge alla ragazza e le dice di prenderle. La ragazza fa quello che le viene ordinato e, all’inizio sembra che niente migliori, ma , dopo qualche minuto, sembra che la faccia della ragazza sia meno rossa e gonfia. Poi salutano il dottore, lo ringraziano e escono dall’edificio.
-Adesso che si fa? – chiede la ragazza massaggiandosi la bocca.
-Adesso tu mi dici che è successo. – risponde il ragazzo.
-Dentro il sandwich che TU mi hai dato c’era dell’origano e io sono allergica a quella spezia. – dice con un tono accusatorio.
- Ma io non ho fatto niente! Anzi, sono stato gentile! Non darmi la colpa! – esclama lui.
-Ma chi ha detto che hai fatto qualcosa? Ma sei sordo per caso? Se vuoi possiamo ritornare all’ospedale a farti fare qualche visita! – risponde lei.
- Stai zitta che qui siamo dovuti venire solo per te e per la tua stupidità, potevi controllare prima se c’era l’origano, no? –
-Che ne posso sapere che mettono l’origano! È la prima volta che prendo un panino a scuola, io prendo sempre la pasta.-
- Proprio perché non lo sapevi dovevi controllare, idiota! – esclama lui prendendola in giro.
E continuano a litigare, mentre, dalla finestra del suo studio, il dottor Gray li osserva e pensa che sono proprio una bella coppia.
 
 
 
 
 
 
~ Spazio a me! ~
Ehy! Ragazzi.. sono riuscita a scrivere due capitoli in un solo giorno! RECORD! Anche se uno l'ho pubblicato all'una di notte e uno adesso, ma comunque...Questo diciamo che è il primo capitolo dove c'è l'azione dei personaggi e anche il loro incontro. Da come si parlano, all'inizio, si vede che entrambi sono un po' stupidi e chiusi in se stessi perché sono entrambi soli, però sono.. compatibili. Se volete esprimere elogi, critiche o quant'altro, recensite! Ringrazio tutti quelli che fino a ora mi seguono, sono felice che la mia prima "storia originale" stia piacendo :) 
Al prossimo capitolo :3
-Gamblut
  
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