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Autore: Soly_D    23/08/2014    8 recensioni
«Sai, Freddie, tu mi hai sempre ispirato sesso sfrenato e violento».
[Sam/Freddie]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fredward 'Freddie' Benson, Samantha Joy 'Sam' Pucket
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Perché è Sam il vero maschio alfa


Sam era arrivata senza preavviso. Una mattina Freddie se l’era ritrovata sulla soglia del suo appartamento ed era rimasto senza parole perché quella giovane donna bionda era la ragazzina che un paio d’anni prima era sparita da Seattle e poco dopo gli aveva telefonato direttamente da Los Angeles avvertendolo dell’apertura della sua nuova attività di baby sitting con una certa Cat. Forse avrebbe dovuto sbatterle la porta in faccia − lo aveva abbandonato poco dopo la partenza di Carly senza nemmeno salutarlo e in quei due anni era sempre stato lui a telefonarle, era stato lui ad averle fatto direttamente visita − ma non resistette. La afferrò per la vita e la sollevò facendola volteggiare un paio di volte. Poi la strinse a sé e restarono abbracciati finché lo stomaco di Sam non reclamò cibo.

Sam alloggiava a casa di Freddie ormai da qualche giorno. C’erano state lunghe chiacchierate, sguardi languidi e occhiate sfuggenti, sorrisi, risate, un paio di carezze e perfino un mezzo bacio nel cuore nella notte. E la cosa non poteva rendere Freddie più felice, anche se avrebbe voluto tanto sapere il motivo del suo ritorno e la durata della sua permanenza.
«Sai, Freddie, tu mi hai sempre ispirato sesso sfrenato e violento», gli disse quel giorno Sam dopo essersi fatta la doccia.
I capelli bagnati gocciolavano ancora sulle spalle nude mentre l’asciugamano la avvolgeva fino a metà coscia.
Freddie la fissò a bocca aperta, mentre lei si sedeva con nonchalance sul divano, accavallava le gambe e si portava alle labbra una birra. La guardò scolarsi l’intera bottiglia per poi passarsi il dorso della mano sulla bocca con quel suo solito atteggiamento da maschiaccio, eppure Freddie non l’aveva mai trovata così sexy. Continuò a guardarla con insistenza, come se si aspettasse qualcosa. E quel qualcosa arrivò nel momento in cui Sam poggiò la birra sul tavolino e si voltò verso di lui. Lo guardò per pochi secondi, poi scoppiò a ridere. «O mio dio, avresti dovuto vedere la tua faccia!».
Freddie ingoiò a vuoto, la risata di Sam che gli rimbombava nelle orecchie. A lui non veniva da ridere, proprio per nulla. Forse perché per un attimo ci aveva creduto davvero, forse perché aveva sperato che Sam non avesse mai smesso di provare per lui qualcosa di più della semplice amicizia.
Lei rideva ancora e Freddie pensò che non era mai stata così bella, così donna.
«Peccato», mormorò con finta indifferenza, voltando lo sguardo di lato.
Sam smise improvvisamente di ridere. «Cosa?».
«Oh, niente», rispose Freddie, scrollando le spalle. Ma evidentemente Sam aveva capito benissimo perché pochi secondi dopo se la ritrovò addosso senza capirci niente, solo la sensazione delle viscere che si contraevano mentre lei lo baciava con foga.
Sesso sfrenato e violento, continuava a ripetersi mentalmente, incredulo. Non che non avesse mai fatto un pensierino su lui e Sam in quella situazione, ma non riusciva a credere che stesse accadendo davvero e in quel modo. Ma avrebbe dovuto aspettarselo... quella era Sam Puckett, impetuosa e aggressiva persino nei momenti intimi. Ma ogni elucubrazione mentale andò a farsi benedire nel momento in cui a Sam cadde l’asciugamano a causa dei movimenti e vedersela nuda e a cavalcioni su di lui gli fece palpitare il cuore. E anche qualcos’altro.
Sam gli sbottonò la camicia e gli slacciò la cintura mentre lui si sfilava i pantaloni e la attirava a sé per un altro bacio. Poteva sentire le loro intimità sfiorarsi da sopra la stoffa dei boxer e si riscoprì desideroso di farla sua lì e in quel momento. Ma era Sam il vero maschio alfa, e quando tentò di togliersi i boxer, le sue mani gli bloccarono i polsi. «No, Freddie, qui comando io».
Gli mise le braccia intorno al collo per spingerlo contro di sé e baciarlo, e da quel momento Freddie non ci capì più niente perché Sam aveva cominciato a muoversi sinuosa e a strusciarsi contro di lui. Lo voleva torturare anche in quel momento, ma era una tortura ben più piacevole rispetto a tutte le volte che l’aveva picchiato. La poteva sentire, lì, sopra di sé, eccitata almeno quanto lui. Le posò le mani sui fianchi e stette al gioco, baciandole e mordendole il collo, mentre lei decideva che non era abbastanza e scendeva sempre più giù con le mani, andandolo a stuzzicare lì dove non batte il sole.
«Sam», si lasciò sfuggire, impaziente, e lei gli sorrise.
«Tranquillo, Freddie, siamo solo all’inizio». Gli sfilò finalmente i boxer e si guardarono negli occhi per pochi secondi.
«Questa è la parte in cui tu mi dici che sei vergine...», scherzò Freddie, accarezzandole un fianco. «Sei vergine, no?», chiese subito dopo, facendosi serio.
Sam sorrise dandogli un innocuo pugno sulla spalla. «Diciamo che dopo di te non ho avuto storie importanti». Intravide Freddie sospirare di sollievo.
«Okay, ora che ho ammesso di aver preservato la mia purezza solo per te, tu dovresti dirmi qualcosa tipo “Tranquilla, piccola, non ti farò male”». Scoppiarono entrambi a ridere. «Dovrò stare attento...o sarai tu a farmi male!». La fece ridere di nuovo. Adorava la sua risata.
«Ma allora non scherzavi prima... riguardo al sesso sfrenato e violento?».
Sam sorrise. «Certo che scherzavo! Ho preso quella battuta da un film visto di recente... ero curiosa di vedere come avresti reagito. In fondo chi vorrebbe farsi un nano nerd e rompiscatole come te?».
«Be’, allora possiamo anche smetter−». Sam lo baciò prima che potesse dire altro.
«Fredward, non complicare le cose. Non è facile ammettere che ti trovo attraente dopo anni di insulti, pestate e−».
Questa volta era stato Freddie a baciarla per poi stringersela contro il petto. «Non sono più un nano», le fece notare e poi invertì le loro posizioni.
Ora era lui a stare sopra e Sam notò che in effetti, con quelle spalle così larghe, quelle braccia muscolose e quei pochi centimetri di altezza in più, Freddie non aveva più niente a che fare con il puffo di qualche anno prima.
«Chi ti ha dato il permesso di stare sopra?», lo rimproverò sollevando un sopracciglio e, con un movimento brusco, tentò di riportarlo sotto di sé, ma finì solo per spingerlo giù dal divano e cadere su di lui. Sbatterono la fronte l’uno contro l’altro e, mentre Sam se la massaggiava mormorando a denti stretti «Dannato Freddie Benson!», lui ne approfittò per tornare sopra di lei. «Concedimi di domarti almeno in questa situazione».
«Per questa volta passi», rispose lei, allacciandogli le braccia al collo. «Ma datti una mossa, Benson, prima che cambi idea!».
Freddie la baciò dappertutto. Sembrava così fragile e indifesa tra le sua braccia. «Lo sai che non ho mai smesso di amarti, no?».
«Aaah come sei sentimentale, Freddison». Lo baciò e quasi Freddie restò deluso dall’indifferenza mostrata dalla ragazza nei confronti della sua dichiarazione, ma poi Sam gli afferrò la mano conducendola sul suo petto. Il cuore le batteva fortissimo. Forse bastava come risposta.
Si sorrisero, labbra contro labbra, infine Freddie le baciò la fronte e affondò piano in lei.
Il mattino dopo si sarebbe svegliato con i capelli di Sam sparsi sulla faccia e il vago ricordo di un «Ti amo, Freddie» sussurrato al silenzio della notte.
E allora sarebbe stato certo che Sam era tornata per lui, che non importava quanto sarebbe rimasta e che l’attesa degli ultimi anni passati lontano l’uno dall’altro era valsa a qualcosa. A molto più di qualcosa.










Note dell'autrice:

Ho scritto questa fanfiction un mese fa ma ho esitato a pubblicarla perchè non ero sicura che potesse piacere... Ci sono tante storie simili nel fandom e forse la mia non farà la differenza, ma ci tenevo comunque a scrivere la mia personale visione di come potrebbe avvenire il ritorno di fiamma tra Sam e Freddie. Fatemi sapere cosa ne pensate, grazie! ♥ Per chi si sta chiedendo cosa ne sarà della mia raccolta, sappiate che ho una mezza ideuccia e spero di poter stendere un altro paio di capitoli prima di martedì (giorno in cui parto per Londra).

Soly Dea
  
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