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Autore: Ruby Efp    23/08/2014    2 recensioni
Il diploma è un grande rito di passaggio. Non per Renesmee Cullen, che è alle prese con il suo primo anno di università al Trinity College Istitute, a Dublino, Irlanda. Tutto sembra andare per il meglio. Il college è pieno di ragazzi carini, amori, gelosie e amicizie false. Ma non è questo che tormenta Renesmee. Cosa sono le voci che la tormentano? Le voci che stanno cercando di aiutarla. Un detto recita -Il diavolo non muore mai, e tu devi continuare ad ucciderlo- L'oscurità si aggira tra le mura del college, costringendo Renesmee a tornare a casa. Ma anche lì il pericolo incombe su di lei.
Vita,morte,passione,dolore: tutto questo in Everside.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Successivo alla saga
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- Questa storia fa parte della serie 'The Beginnings '
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RUBY EFP

1x01 - Pilot

 
 
Mi svegliai con i capelli pieni di sudore, e con la camicia da notte completamente inzuppata. Solo quando tornai cosciente, mi resi conto che ero nel bagno femminile del college. Mi guardai un’attiamo intorno e mi alzai di scatto andando verso la porta. Come avevo fatto a finire nel bagno? Pensai tra me e me. Primo giorno di college e le cose andavano già male. Corsi subito in camera mia, sperando che nessuno riuscisse a vedermi. Era mattina presto, era quasi impossibile che qualcuno potesse essere sveglio a quell’ora. La sera prima mi ero promesso che mi sarei svegliata tardi, in modo che avrei potuto utilizzare i bagni tranquillamente. Presi degli indumenti e un asciugamano  dal cassetto che era posto sulla parte sinistra della stanza, dove era messo il mio letto. Mio padre – prima di partire – mi aveva stilato una lista con tutte le regole da seguire, che costudivo con tanta cura nel mio comodino. Non parlare con gli sconosciuti. Abbi cura di te stessa. Comportati come un’adulta, ormai sei al college.
Erano questi gli avvertimenti di mio padre, che mi considerava ancora una sedicenne alle prese con il terzo anno di liceo. Cavolo, avevo diciannove anni. Mi ero diplomata, e non sarei cresciuta più di tanto. Mi sarei fermata lì. La mia crescita non sarebbe andata oltre. Prima di andare al college conducevo una vita strana. Crescevo a dismisura. Il giorno prima ero uno e sessanta il giorno dopo ero diventata una gigante da un metro e settanta. Stavo diventando quasi come mio padre, perché è sproporzionalmente alto. E stavo diventando più alta anche di Jake. Per il momento gli arrivavo alla spalla.
Sospirai presi la mia roba e mi diressi di corsa verso i bagni, prima che qualcuno potesse occuparli. Quando vi entrai, non c’era nessuno. Nemmeno un’anima viva. Si sentiva solamente il rumore delle gocce d’acqua che fuoriuscivano dal rubinetto. Mi denudai dei miei vestiti e m’infilai sotto la doccia facendo scivolare quella meravigliosa acqua calda lungo il mio corpo. Sembrava che mi fossi nascosta dal mondo. Chiusi gli occhi, mentre mi passavo le dita tra i miei capelli. Il tutto fu interrotto quando la doccia si chiuse e quella magnifica brezza di rilassamento puro scomparve nel nulla.
Kate.
«So che ci conosciamo solo da poche ore….ma che ne diresti di uscire da qui sotto e lasciarmi per qualche minuto la doccia? »
Sgranai gli occhi.
«Solo se mi passi l’accappatoio» risposi regalandole un sorriso a trentadue denti. »
La ragazza con molta pazienta, si voltò, prese l’accappatoio e me lo porse con molta gentilezza. Kate ed io avevamo insistito per farci mettere nella stessa stanza, perché eravamo molto simili. Ma alla fine lei finì con una matta di nome Rebecca Burwell, e io in una camera singola.
Presi alla svelta l’accappatoio e me lo infilai velocemente. Uscii dalla doccia e facendo spazio a Kate.
«Ehi, i presi ha avvertito tutti che dopo c’è una riunione nella stanza dove si tengono le assemblee. Non dimenticartene, altrimenti perderai alla tua preziosa camera singola. »
Mi fece un occhiolino accompagnato da un suo splendido sorriso. Kate era la classica bella ragazza, che non si accorgeva delle qualità che aveva. I suoi capelli biondi ora, che le incorniciavano il viso, gli cadevano dietro la schiena mostrando tutta alla chioma fluente. I suoi occhi azzurri ricordavano molto il colore del mare e aveva un fisico e delle forme stupende.
«Potevi dirmelo prima! Comunque ci andrò sicuramente. Ti aspetto lì Raune. »
Avvolsi i capelli in un asciugamano e sgattaiolai di corsa nella mia stanza. Io ero stata una delle “fortunate”, a possedere una camera singola. E infondo è meglio così, soprattutto per la mia natura. Se la mia compagna di stanza mi avrebbe detto: He, ma non ingrassi di un chilo. Che cosa avrei potuto dirgli? Sai, faccio molta palestra.
Sarei stata costretta a raccontare bugie a non finire, e il come mi dispiaceva. In vita mia sono stata sempre costretta a mentire sulla mia identità. Ora volevo godermi il college.
Mi tolsi l’accappatoio di dosso lasciando il mio corpo completamente nudo. Indossai i miei indumenti intimi e poi andai verso l’armadio. Che cosa avrei dovuto mettere? Quel tassello mi avrebbe tormentato ogni mattina. Dovrei preparare i vestiti la sera prima pensai.
Alla fine scelsi una camicetta verde a quadroni, con dei jeans attillati e le mie solite converse ai piedi. Avevo assunto lo stesso stile di mia madre quando andava al liceo.
L’unica cosa che mi toccava fare, era asciugarmi i capelli più velocemente possibili. Stavo per fare tardi, e mai in vita mia avevo fatto ritardo a qualche lezione o annuncio mattutino, mai. E non avrei di certo voluto iniziare oggi.
Presi lo asciugano capelli, che erano posti proprio sulla scrivania marroncina in stile barocco. Infilai la spina in una presa accanto alla finestra e premetti il tasto per l’accensione automatica del fon. L’aria era così calda che mi sentivo la testa in fiamme.
Quando mi resi conto che i miei capelli erano più che asciutti iniziai a pettinarli in modo più che delicato, perché durante l’asciugatura si erano intrecciati tra di loro. Quando i capelli furono perfetti allo specchio, mi arresi e poi la spazzola sul letto.
Diedi un’ultima sbirciatina al look mattutino e poi uscii dalla mia camera, chiudendomi la porta alle spalle.
Cominciai a camminare per il corridoio, ormai stracolmo di matricole, verso la sala delle assemblee. Per un’attiamo mi sentii quasi osservata, ma in mezzo a tutta quella gente poteva essere solo un mio presentimento. E invece mi sbagliavo…
«Ehi per la di carota! »
Sentii un sussurro nel mio orecchio sinistro, che mi fece sobbalzare e urlare allo stesso tempo. Tutte le matricole si voltarono verso di me alzando un sopracciglio, e qualche secondo dopo ripreso a camminare.
«Alex, sei uno stronzo! » urlai dandogli una gomitata nel fianco.
Il ragazzo scoppiò a ridere a crepapelle. Aveva una risata che m’irritava parecchio. Avevo conosciuto Sean proprio quando ho conosciuto Kate. Quando i ragazzi del quarto anno ci avevano dato il benvenuto nel college e ci avevano fatto da guida turistica tutto il giorno.
Sean era un ragazzo molto divertente e giocherellone, ma anche molto irritante. Aveva i capelli di un rosso scuro, e gli occhi verde lucido. La sua maglietta bianca lasciava a vedere i suoi addominali scolpiti – che erano nascosti sotto la maglia. I suoi jeans neri facevano notare i possenti muscoli alle gambe, e ai piedi portava delle semplici vans.
«Dai stavo scherzando. Ti chiedo scusa va bene? »
«Beh sarà meglio. » esclamai
«Stai andando anche tu ad ascoltare l’annuncio del mattino per le matricole vero? »
Come me, anche Sean era una matricola. Era il primo ragazzo che avevo conosciuto al Trinit College. Mi aveva anche dato una mano a portare i bagagli nella mia camera, sotto gli occhi indiscreti di mio padre.
«Sì. Kate mi ha detto che ci avrei rimesso la mia camera se non ci sarei andata. Ed io voglio la mia camera. Non la cederei per nulla al mondo» risposi fissando il pavimento nel corridoio.
«Il mio compagno di stanza è un depravato di prima categoria. Cioè….è vero, quale uomo non possiede un briciolo di perversità? Però lui è troppo….dice di volersi scopare Natalie. »
In quel momento emisi un sospiro di gioia e cominciai a ridere. Conoscevo Natalie solo di vista ma sembrava una ragazza molto ingamba. Ma si vedeva da kilometri che Sean aveva una cotta per lei.
«E tu….ovviamente sei geloso » ironizzai.
La mia espressione diventò seria, poi mi sbarrò la strada ponendosi davanti a me.
«Ascolti bene per la di carota. A me Natalie non piace. E’ quel mio compagno di stanza che è strano, insomma ha passato tutta la notte a fare chissà cosa sotto le coperte».
Scoppiai in una risata sonora immaginandomi la scena. Sean era più che geloso. Sarebbe saltato addosso al suo compagno di stanza peggio di un leone quando sta per sbranare una capretta indifesa. Da quanto avevo capito Sean non riusciva a controllare la rabbia.
«Prova a parlargli. Digli che deve smetterla di pensare solo al sesso. Altrimenti parli con il preside che cerchi di farti cambiare coinquilino. »
La campanella suonò il preciso istante rumorosamente, costringendomi a tapparmi le orecchie. Mi morsi un labbro per il nervosismo.
Il Professor Young era già all'entrata della sala, mentre chiedeva agli studenti di firmare in una piccola casella, che confermava la partecipazione a quello strano annuncio mattutino.
Sean mi fece cenno di seguirlo e insieme ci dirigemmo verso la sala.

 
*NOTE DELL'AUTRICE*
Salve a tutte lettrici, sono trovata con il primo capitolo ufficiale della storia.
Lo so, ci saranno sicuramente un paio di errori, ma non ho proprio avuto il tempo di revisionare tutta la storia. 
Il capitolo potrà sembrare banale, ma spero che piaccia lo stesso.

Spero che la storia vi piaccia e che recensirete in molti.
Un bacione :*

Elisa;



 
   
 
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