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Autore: Ruby Efp    17/08/2014    4 recensioni
Il diploma è un grande rito di passaggio. Non per Renesmee Cullen, che è alle prese con il suo primo anno di università al Trinity College Istitute, a Dublino, Irlanda. Tutto sembra andare per il meglio. Il college è pieno di ragazzi carini, amori, gelosie e amicizie false. Ma non è questo che tormenta Renesmee. Cosa sono le voci che la tormentano? Le voci che stanno cercando di aiutarla. Un detto recita -Il diavolo non muore mai, e tu devi continuare ad ucciderlo- L'oscurità si aggira tra le mura del college, costringendo Renesmee a tornare a casa. Ma anche lì il pericolo incombe su di lei.
Vita,morte,passione,dolore: tutto questo in Everside.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Successivo alla saga
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- Questa storia fa parte della serie 'The Beginnings '
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RUBY EFP


EVERSIDE


LE ORIGINI DELL'OSCURITA'
 
Il mio volto era completamente sfigurato. Dalle mie orecchie fuoriusciva del sangue, che non smetteva di colare nemmeno un secondo. Le piccole gocce cadevano sul pavimento bianco, decorando le piastrelle di un meraviglioso rosso sangue. La mia guancia era piena di lividi, e sulla mia pelle chiara erano apparse delle macchie di un leggero viola scuro. Sembrava che una biro mi fosse scoppiata in faccia. I miei piedi erano doloranti, le gambe piene di lividi. Non riuscivo a muovermi. Non riuscivo ad alzare un braccio. Non riuscivo a fare niente di niente.
Ecco di nuovo quella sensazione. Quella sensazione di debolezza, e di solitudine che mi aveva perforato il petto.
« Scappate da qui….scappate »
Sobbalzai da terra sentendo un dolore allucinante alla caviglia. Cos’erano quelle voci? Come avrei fatto a scappare? Chi aveva parlato?
« Chi sei? » urlai « Come devo fare per andare via da qui? »
Non ebbi nemmeno il tempo di voltarmi che un porticina di dimensioni minuscole si aprì da un angolo della stanza. Mi chiedevo come sarei riuscita ad arrivarci, visto che non riuscivo a muovermi. Forse avrei potuto strisciare, ma le mie ginocchia erano sbucciate e le calze erano inzuppate di sangue. Potevo solo strisciare.
Mi sdraiai a pancia in sotto allungando più che potevo i piedi. Con le unghie e le dita iniziai a darmi delle piccole spinte. La porta era quasi vicina. Stavo cominciando a sudare. Ero senza forze. Per un secondo mi fermai nel bel mezzo della stanza. Devo farcela. Devo farcela. Pensai tra me e me. Emisi un ruggito e iniziai a strisciare più forte che potevo su quel pavimento scivoloso. Lottai. Lottai con tutte le forze che potevo. Senza nemmeno rendermene conto, ero già arrivata a quella minuscola porticina. Vi entrai. Sembrava una specie di tunnel.
In lontananza si sentivano dei suoni strani. Suoni di passi. Qualcuno stava correndo così velocemente che quel buco stava per andare in pezzi.
Quando ne fui completamente dentro iniziai di nuovo a strisciare. Mi morsi un labbro nervosamente.
« Corri! Corri! » sentii sussurrare.
Chiusi la porta alle mie spalle, continuando a strisciare sul terreno roccioso di quel tunnel inquietante, ma che mi avrebbe salvato l’esistenza. Per un attimo mi parve la sensazione di sentirmi sospesa nel nulla. Tutto cadde in un incredibile silenzio. La luce che avevo visto qualche minuto prima in lontananza non c’era più. La piccola porticina alle mie spalle non ‘era più. Tutto cadde in un buio spaventoso. Rimasi ferma nel mezzo di quell’oscurità assordante quando sentii….un ruggito….
Deglutii metre il respiro mi si mozzò in gola. Non riuscii nemmeno a fare un passo, per ritornare indietro, che subito vidi una sagoma nera venirmi addosso e urlarmi contro.
« Questa è casa mia! Non potrai mai scappare di qui stupida ibrida che non sei altro. Marcirai qui dentro con me »
Sentii un brivido scorrermi dietro la schiena, mentre il tunnel iniziava a stringermi sempre di più, non lasciandomi nemmeno un po’ di aria per respirare. La mia parte umana non mi permetteva di continuare. Ma quella immortale si…
« Non voglio morire. Non voglio marciare. Io uscirò da qui. » urlai opponendomi.
Per un qualche secondo non sentii più nulla. Di nuovo quel silenzio da far venire i brividi.
Dietro il mio collo si sentivano dei lunghi respiri. Respiri caldi. Per un attimo provai un profondo rilassamento confortante. Ma…..non ero io….
Scappa, scappa, scappa… mi ripetevo.
Non potei fare nulla. La figura spaventosa comparve improvvisamente dietro di me e iniziò a urlare senza sosta. Sobbalzai violentemente portandomi le mani alle orecchie e stringendomi i denti.
« Vai via di qui! » mi urlò ancora più forte nell’orecchio.
Urlai.
Mi svegliai piena di sudore, con i capelli bagnati a causa del sudore e la camicia da notte bagnata – anch’essa – di sudore.


*Questo capitolo è stato revisionato con l'aiuto di SweetLuna*
   
 
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