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Autore: hes everything    24/08/2014    2 recensioni
"Comunque, non sono qui per parlare di quanto sia schifoso morire di cancro, né di quanto vorrei ancora poter vivere, ma, piuttosto, sono qui per lasciare qualcosa di me. Qualcosa che sia vivo, che in qualche modo ricordi chi ero prima della diagnosi una volta che me ne sarò andato.
E allora, parlerò di Louis.
Perché è tutto ciò che di vivo in me rimane."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordati di me



11 Settembre 2013.
 
Quando ero bambino, spesso mi capitava di sdraiarmi sull’erba bagnata del mio giardino ed osservare il cielo. Me ne stavo là, i ricci scompigliati dal vento, il sole a ferirmi gli occhi, lo sguardo intensamente rivolto verso quella macchia infinita e perfetta. Era un qualcosa che mi dava conforto, un rito che, in qualche modo, mi faceva sentire parte del mondo: ogni qualvolta i miei occhi si posavano sul cielo, io sentivo di appartenere a qualcosa, che non ero solo. Sapevo che in quello stesso momento – magari a Barcellona, Roma, o solo a pochi chilometri di distanza da me – qualcun altro lo stava osservando, ed io, anche se è stupido a dirsi, provavo un moto di gioia ed un senso di fratellanza nei confronti di quel volto sconosciuto. Mi sentivo più vicino a chi mi circondava, mi sembrava che i fili della mia esistenza e di quella altrui si incontrassero armoniosamente sotto un cielo purissimo.
 
 
 
 
13 Settembre 2013.
 
Se da bambino avevo questa abitudine, non l’ho poi persa crescendo.
Ogni pomeriggio, tornato da scuola, lanciavo lo zaino sul divano, scroccavo un biscotto, e salivo sul tetto di casa nostra. Un gesto che mia madre disapprovava fortemente, perciò mi beccavo quotidianamente i suoi turbati “Harry, non voglio tu salga sul tetto, cadrai e morirai, prima o poi!” E allora io la guardavo, i miei verdi occhi vispi e sarcastici nei suoi, azzurri e gentili, e la sua espressione si ammorbidiva, il sorriso spuntava sulla bocca. Ed io ridevo, mi avvicinavo, e mi chinavo per darle un bacio e sussurrarle “Io sono indistruttibile, lo sai.” Ma niente è indistruttibile, Harry, l’avresti dovuto sapere! Avresti dovuto capire – anche solo sospettare – che anche le navi inaffondabili – per un insieme di fattori conosciuti solo alla vita – prima o poi iniziano a creparsi nello scafo. Piano piano, in modo quasi impercettibile, iniziano ad andare giù, inesorabilmente, e quando te ne accorgi è troppo tardi. Oppure, affondano improvvisamente, un collasso incomprensibile, rapido, quasi indolore. Quante domande, quanto dolore, mi sarei risparmiato se solo l’avessi compreso con qualche anno d’anticipo! Ma io non potevo saperlo, la mia esistenza era un puzzle di pace, perfetta e serenissima normalità, e la vita non mi aveva ancora presentato il conto per i giorni di gioia concessimi.
Ho provato per ancora un paio d’anni quel meraviglioso senso di appartenenza che solo il cielo poteva darmi: non esisteva giorno in cui non osservassi le stelle, o le nubi tempestose, o le rondini volteggiare armoniose. Più lo facevo, più mi sembrava di capire il senso della vita, ma era ovviamente un’illusione infantile, dettata dal sicuro guscio di amore e felicità in cui vivevo quotidianamente. La verità, è che la vita la si capisce solo soffrendo. Capisci tanto, troppo, quando te ne stai sul letto consapevole di stare per morire, e vorresti avere più tempo, ma sai benissimo che non puoi. E allora, in un modo o nell’altro devi accettarlo, così capisci che la nostra esistenza non è niente. Noi stessi siamo delle nullità. Creature così fragili, così incostanti, apparentemente forti, ma precarie come le foglie sugli alberi d’autunno. Siamo realmente delle meteore, di passaggio, destinati al collasso. O, almeno, io ora mi sento una meteora. All’epoca, invece, questi dubbi esistenziali non c’erano: ero un comunissimo diciannovenne, pronto a succhiare il midollo della vita e ad essere felice sotto il mio cielo.
Ho smesso di guardarlo un paio di mesi dopo.



E' mezzanotte ed io, sofferente d'insonnia, ho ben pensato di aggiornare!
Come vedete, i miei non sono dei veri e propri capitoli, ma "pagine di diario" scritte da Harry: ne pubblicherò una o più alla volta, in base alla lunghezza delle singole.
Perdonate il ritmo, per ora lento, della FF, ma dalla prossima pubblicazione si entrerà nel clou della storia (#tears).

Per il momento, tolgo il disturbo e vi auguro una buona nottata,
un bacio.

P.S. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto - apprezzando o meno - questa storia; voi, quaranta persone sconosciute, avete fatto molto per me. Grazie di cuore.
  
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