Fanfic su attori > Cast Merlin
Segui la storia  |       
Autore: SickOfLoveSong    24/08/2014    2 recensioni
, diede una rapida occhiata all’orologio e vedendo l’ora tarda aumentò il passo fino a quando non mise il piede su una lastra di ghiaccio, perse l’equilibrio e cadendo a terra batté la testa perdendo i sensi. -Dove la hai trovata?-
-Era nascosta dai cespugli-
-Perché indossa quegli strani vestiti?-
-Per favore volete tacere!-
Varie voci caratterizzate da varie tonalità si facevano spazio nella testa della giovane, si rese conto di avere un forte mal di testa e sebbene avesse ancora gli occhi chiusi sentiva che tutto intorno a lei stava girando; con molta attenzione e lentamente aprì le palpebre e porto le mani agli occhi per strofinarseli, era una delle tante abitudini che aveva non appena sveglia.
Le cose e le persone intorno a Rose iniziarono a mettersi a fuoco fino a notare un anziano signore con una lunga tunica rossa e dei capelli bianchi che la osservavano, la ragazza torno a strofinarsi gli occhi e si pizzicò una guancia.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Colin Morgan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Hold tight, it's gonna get hard to breath 


In quella fredda mattinata invernale, il traffico nella città di Mons non si fermava nemmeno se il tempo dichiarava guerra, nemmeno se iniziava a nevicare.

Place de Leopold era invasa da un continuo va e vieni di gente che entrava e usciva dalla stazione ; un ragazzo, alto e allampanato, cercava di proteggersi dei fiocchi di neve che avevano iniziato ad imbiancare le strade e le persone, si era rifugiato in una cabina che indicava le fermata degli autobus.
Sembrava che stesse aspettando qualcuno, i suoi occhi non abbandonavano ma l’entrata della stazione.Senza preavviso usci’ allo scoperto e inizio’ a seguire il grigio marciapiede facendo attenzione a non scivolare ; aumento’ il passo fino a ritrovarsi dietro una ragazza paffuttella
‘Avrebbe dovuto indossare qualcosa di più comodo’ penso’ mentre la osservava : indossava un vestito nero con la gonna a balze e per proteggersi dal freddo aveva indossato dei leggins, neri anch’essi ; il ricciolino sincronizzo’ i suoi passi con il rumore cadenzato prodotto dagli stivaletti della ragazza.

Un passo… Due passi… Tre passi…

Il tempo passava ma ancora nessuno era scivolato.

‘Diamine !’

Il ragazzo era irrequieto, doveva fare qualcosa, doveva agire, il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dal finire del marciapiede

‘Ora o mai più’

E fece un azione che andava contro la sua morale : spinse la ragazza facendola scivolare su una lastra di ghiaccio.
Continuo’ poi il suo tragitto, aspetto’ che si formasse una folla attorno alla ragazza e ritorno’ sui suoi passi.
-Permesso !! Sono un medico !! Fate spazio-
Si inginocchio’ e con due dita prese il polso ormai freddo della giovane, perfetto, c’era ancora battito
-Chiamate un ambulanza-
Finalmente ebbe del tempo per poterla osservare, gli era mancato quel viso, quanto tempo era passato dall'ultima che l'aveva vista ? Troppo tempo.
-Coraggio Rose ! Tieni duro- le sussurro’ all’orecchio in modo che nessuno potesse sentire.


Rose si sveglio’ in una stanza mai vista prima, fece fatica a mettere fuoco a causa della forte luce diffusa, non riusciva a capire da dove provenisse e né quanto grande fosse stata quella stanza.
La ragazza si fece forza e si alzo’, si guardo’ intorno e qualcosa di totalmente diverso attiro’ la sua attenzione : il vestito nero che aveva indossato il giorno dell’incidente.
Come era possibile ? L’ultima cosa che aveva indossato era una corazza di ferro sopra un vestito azzurognolo ; qualcosa non quadrava.

Tic… Toc…Tic… Toc..

Un rumore si fece spazio in quel silenzio diventato ormai insopportabile, Rose aveva perso la cognizione del tempo, non sapeva se fossero passate ore, giorni, settimana o addirittura mesi, nessun indizio la poteva aiutare, non sentiva nemmeno il bisogno di mangiare o di dormire.
Tutto inizio’ ad oscurarsi, a diventare più tenue, più pallido, più tetro fino a quando la stanza che la circondava divenne dello stesso colore del suo vestito.



Da quando Rose si era svegliata in quel letto di ospedale non aveva proninciato una parola, si limitava ad osservare il panorama offerto dalla finestra posizionata alla destra del suo letto ; non si capacitava, non riusciva a capire come tutto quello era accaduto.
Era davvero stata a Camelot ? O era frutto della sua immaginazione ? Cosa era successo ?
Quelle domande continuavano a tormentarla.

 

Le ore successive al suo risveglio erano state caratterizzate da un via vai di infermiere che controllavano che tutti i valori fossero in ordine : quelli del sangue, della tiroide, della pressione, se aveva subito dei danni al cervello ; e da i suoi genitori che non smettevano di piangere e ringraziare tutti i santi possibili e immaginabili.

Era stata in coma due mesi e non dava segno di volersi svegliare, eppure non aveva subito nessuno danno cerebrale ed era questo che faceva preoccupare tutti i medici che studiavano il suo caso, non sapevano come tutto quello fosse possibile ; cosi' le avevano detto.
Tutti i medici si preoccupavano, tutti tranne uno : l’unico che, oltre a Rose, sapeva cosa era davvero successo.

Rose era arrivata al suo limite di sopportazione.
Era stanca, stanca di quei colori opachi che la circondavano, stanca dei suoi genitori che non la mollavano un attimo, stanca di non potersi muovere, stanca di non sapere, stanca di non poter parlare senno’ l’avrebbero presa per matta oltre che uno strano caso.
Ormai erano passate due settimane e un idea sfioro’ la mente ormai stanca della ragazza.
Quel giorno si comporto’ normalmente, segui’ la routine ospedaliera : riabilitazione motoria la mattina, pranzo, riposo pomeridiano, psicologo, visita dei parenti, cena e lettura di un libro fino a quando le luci nei corridoi non venivano abbassate per permettere ai pazienti di poter dormire.
Rose fece attenzione a non essere vista, indosso’ un jeans che sua madre, premurosamente, le aveva portato da casa e una felpa ma purtroppo era a corto di scarpe quindi si accontento’ delle ciabatte a forma di Grande Puffo.
Apri’ lentamente la porta, facendo attenzione a non farla cigolare e usci’ nel lungo corridoio ; passo dopo passo attraversava le altre porte che davano su altre stanza riempite di pazienti, una strana sensazione iniziava ad impossessarsi di Rose, una strana inquietudine le attenagliava il cuore e qualla luce soffusa quasi tetra di certo non l’aiutava a calmarsi, aumento’ il passo, prima raggiungeva la porta d’emergenza e prima avrebbe respirato dell’aria pura, per quanto l’aria cittadina potesse essera priva di sostanze inquinanti.

Le mancava l’aria salmastra che l’aveva accompagnata durante la sua infanzia, quell’aria che le ricordava le campagne, le foreste e il mare, quell’aria che le ricordava il paesino natale ; se chiudeva gli occhi poteva quasi sentirsi a casa, vedeva la strada in salita che la portava a casa della nonna, poteva sentire l’odore della crostata di mele che si divertiva a mangiare la domenica.

Un altro passo e avrebbe potuto sentirsi libera, con la mano sfioro’ la maniglia di ferro, lentamente la abbasso’ assaporando il sapore di sentirsi libera, era fatta, un millimetro in più e sarebbe uscita.
-Dove crede di andare ?- una voce maschile, quasi familiare la interruppe e le sembro’ di essere tornata bambina quando i suoi genitori la scovavano un cucina mentre cercava di cucinare qualcosa.
-Esco a prendere una boccata d’aria- rispose senza esitazione
Da quando aveva passato quei mesi a Camelot, immaginari oppure no, aveva acquistato di nuovo fiduncia in se stessa e aveva capito chi davvero era.
-Non credo sia una buona idea-
Il signore, perché a dire dal timbro di voce di quello si trattava, si avvicino’ fino a sfiorarla, Rose ancora non aveva rotto il contatto con la maniglia ma riusciva a sentire il calore emanato dal corpo di quell’uomo, il suo profumo la stava cullando e lei, lentamente, stava facendo cadere le barriere che aveva imparato a costruirsi negli anni grazie alle innumerevoli delusioni e ferite provocate dalle persone a lei care.

La ragazza si volto’ lentamente e per poco non svenné.

-Me… Merlino-

Ma non riusci’ a dire niente altro perché il ragazzo aveva preso il sopravvento unendo le sue labbra a quelle carnose della ragazza.




SickOfLoveSong
buon giorno a tutti ^^ ormai é passato più di un anno dall'ultima volta che ho aggiornato, chiedo enormemente scusa ma pensavo che nessuno fosse più interessato fino a quando l'altra sera ho ricevuto un messaggio ed eccomi a qui a pubblicare di nuovo.
Ritornando alla storia, abbiamo lasciato Merlino sulle sponde di Avalon senza Artù e Rose.
Rose, uccisa da Mordred, cosi' come Artù.
Adesso ci ritroviamo in un contesto totalmente diverso: Merlino aveva avuto un'idea e per l'ultima volta era andato a visitare Kilgarrah.
Detto questo vi lascio alla lettura sperando di vedervi numerosi ^^
Baci e buona domenica ^^

 

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Merlin / Vai alla pagina dell'autore: SickOfLoveSong