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Autore: Layla    18/09/2008    7 recensioni
Una nuova ficcy, ambientata nella tokio moderna in una scuola d'arte un po' speciale...ok...la scuola è modellata su quello che l'artistico è stato per me in questi cinque anni. spero vi piaccia, se mi conoscete saprete già quali sono i paring principali, ovvero naru-hina, sasu-saku, neji-ten, ino-shika.hope ya like it!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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59)PEACE AFTER ALL

 

Il sole calava lentamente sulla città, inondando tutto di una luce dorata e facendo sovrastare la città da un vivace cielo infuocato.

La luce entrava anche dalla sua finestra, ma lei non l’aveva notata, sdraiata sul letto si rigirava continuamente in preda al nervosismo.

Voleva, doveva vendicarsi, ma come?

Passò in rassegna varie ipotesi, tornare a colpire il suo rendimento scolastico  era impensabile, Sakura era stronza ma doveva renderle l’omaggio dell’intelligenza, non si sarebbe fatta fregare due volte.

Lanciò il cuscino contro il muro, ma finì per colpire una mensola sopra la scrivania e tutte le candele caddero per terra con un rumore sordo, nemmeno due secondi dopo qualcuno bussò alla porta.

“Nee-chan! Cosa succede?”

Non si curò di rispondere e finì di passare in rassegna il resto delle ipotesi, far incontrare la piattola con un ragazzo bruttissimo e poi diffondere le foto oltre che puerile, sarebbe stato ingiusto nei confronti di Sasuke.

SAsuke frenava i suoi piani, perché quel povero cristo era davvero innamorato di Haruno e lei, Yukari era sinceramente affezionata a lui, voleva colpire lei senza che soffrisse lui.

Tirò un pugno al muro, il dolore l’aiutò a pensare e le suggerì l’unica soluzione: pestarla nei bagni.

Molto da teppista, molto scorretto, molto pericoloso dato che la stronza in questione praticava arti marziali già nella pancia di sua madre, ma era l’unico modo.

Un vecchio, virile duello, una sana scazzottata per sfogarsi e sistemare vecchi rancori.

Sorrise in modo impercettibile, poi scoppiò in una lunga folle risata.

“E una cosa è decisa, mo pensiamo al resto…”

Il resto era il famoso “dove, come  e perché?”ovvero i dettagli di organizzazione pratica, raccolse il cuscino da terra e lo rimise sul letto, urgeva pensare.

Umino-sensei aveva annunciato che il giorno dopo avrebbero dovuto sistemare il suo cassetto delle tavole e Ino si era offerta volontaria, quella biondina si sarebbe buttata nel fuoco pur di evitare una lezione di geometrico…

Sbattè un pugno sul letto, non sapeva perché aveva pensato a Yamanaka, ma quello le aveva dato la soluzione, malvagia al punto giusto, ma per questo in grado di funzionare.

Lo stereo cambiò cd, fino a quel momento aveva trasmesso Ligabue, ora invece era partita “Like I want” degli Shandon e lei aveva iniziato a saltellare a ritmo, come faceva sempre quando era eccitata per qualcosa.

“I like to go without a way
So please don’t ask me that again

OH OH OH
YOU CAN CALL IT ROCK’N’ROLL
BUT I CALL IT LIKE I WANT”

Si buttò a peso morto sul letto, approfittando dell’assenza di Ino avrebbe potuto mandarle un messaggio con il suo cellulare, fregato in precedenza e attirare il mostro in bagno, poi l’avrebbe raggiunta e l’avrebbe sistemata.

“Sei mortaaaa. Sei mooortaaa!”

Urlò imitando “sono morto” dei tre allegri ragazzi morti e mentre si dimenava come una tarantolata, udì suo fratello mormorare da dietro la porta:” No, mamma io non chiedo a mia sorella cos’ha, perché io ho paura di mia sorella!”

Scoppiò a ridere di gusto.

 

Il sole era calato lentamente, lasciando la città immersa in un crepuscolo freddo e limpido, il vento di gennaio scuoteva gli alberi del suo giardino e disperdeva il fumo della sua sigaretta.

Lei guardava la brace rosseggiare e si dava mentalmente della stupida: aveva infilato una serie di errori madornale, nemmeno una decerebrata avrebbe saputo fare meglio di lei.

Sakura guardò la sigaretta, era un vizio che aveva iniziato in Inghilterra, lei convinta salutista e non sapeva nemmeno perché o forse non voleva saperlo, aveva già abbastanza casini.

Il primo errore era stato rifiutare l’offerta di pace di Yidashi, lo sapeva che lamora non era tipo da ripetere due volte una proposta del genere senza garanzie a tutelarla, ma, non per giusticarsi, lei era in piena fase distruttiva.

Avrebbe potuto risparmiarsi gli insulti all’aeroporto all’andata e il sarcasmo al ritorno, ma non sapeva cosa le era preso o forse si.

Era la complicità che c’era tra Sasuke e Yukari a disturbarla, lui con lei era suo agio, rideva, scherzava, si era aperto, mentre con lei era sempre stato chiuso.

Gelosia.

In nome della gelosia si erano compiute stragi e distrutte vite e lei stava per distruggere la sua, dopo il bacio ad Itachi la mora non l’avrebbe mai perdonata, nemmeno se lei avesse strisciato su dei chiodi, pregandola in akan.

Spense la sigaretta con un colpo secco.

Cosa doveva fare?

Farsi pestare, subire qualsiasi cosa Yidashi avesse deciso, era l’unica risposta.

Purtroppo.

 

Era nervosa, le mani le tremavano mentre disegnava, era arrivato il giorno.

Non credeva sarebbe stato così difficile, ma lei in vita sua non aveva mai pestato nessuno, era una tipa calma in linea di massima, se non quando veniva ferita in profondità.

Cercò di calmarsi pensando a una canzone dei rancid, ma la voce di Tim Armstrong taceva, lasciandola priva di conforto.

Sospirò e si portò una mano tra i capelli, Itachi quella mattina aveva provato a parlarle, ma lei l’aveva evitato, sapendo che se lui le avesse detto qualcosa non sarebbe riuscita a fare niente.

Ormai era in gioco, doveva giocare, così con mani tremanti compose un messaggio con il cellulare della Yamanaka, Sakura poco dopo si alzò e uscì dalla classe.

^Dai Yukari!”

Alzò la mano, sperò che la voce non le tremasse.

“Professore posso andare in bagno?”

“Si, Yidashi; vai pure tu! Ho una dannata classe di incontinenti!”

La mora alzò gli occhi al cielo e uscì dalla classe.

Il cuore riprese a batterle furiosamente mano a mano che si avvicinava ai bagni.

Aprì la porta, erano deserti, solo la rosa le rivolse un’occhiata spaventata, yidashi sogghignò e chiuse la porta.

“Ciao Haruno…”

Le si avvicinò, la rosa indietreggiò fino ad arrivare contro la parete, in un angolo.

“Yidashi…parliamone…”

“MO? Ora che sai che sta per arrivare la punizione vuoi parlarne Haruno?”

“che sei? Chuck Norris?”

“Ma sei incredibile!”

“Scusa Yidashi, scusa.

Credo di avere esagerato!”

“Credi?

Senti Haruno, non avrei mai voluto arrivare a questo, mi ci hai portata tu!

IO mi aspettavo una ripicca, una qualsiasi ripicca.

Avresti potuto smerdarmi in qualsiasi modo, dire che ho un secchio in cui vomito e che lo chiamo Antonio, che sono alta un metro e una banana e larga come una sequoia, che mi facciole canne, che mi nutro di psicofarmaci come House , che dormo in una bara e che trucido bambini e li sacrifico a Sid e non avrei detto niente perchè sapevo di meritarmelo ma…

Non avresti dovuto toccare Itachi!

Non dopo tutto quello che ho passato, non dopo tutti i pianti!

Perché tu lo sapevi cara mia quanto ci ero stato male, lo so che tu e Ino vi sentivate in msn!

Devo punirti lo capisci?

E questo è l’unico modo in cui posso farlo senza fare soffrire altra gente!”

“Chi, YIdashi? Chi?”

“Sasuke razza di imbecille patentata! Non perché voglio farmi i due fratelli e me lo devo tenere buono come sta macchinando il tuo cervello bacato, ma perché è mio amico e io ai miei amici ci tengo!”

“A sasuke non importa nulla di me!”

“Taci, regina delle ottuse, che se non hai capito che è cotto di te, meriteresti uno sbrettone aggiuntivo!”

Senza preavviso le mollò una sberla, le sue cinque dita si stamparono sulla guancia pallida di Sakura.

Fu il segnale.

In un’attimo si ritrovarono ad accapigliarsi per terra come delle furie, Haruno picchiava duro, ma lei non era da meno e riusciva a difendersi discretamente, ora capiva cosa intendesse l’espressione :”La forza della rabbia”.

Stava per darle un ‘altro pugno, quando qualcuno la fermò.

Si voltò e si ritrovo faccia a faccia con Sasuke.

“SAsuke?!”

“In persona. Smettila Yukari, non sei così!”

Le lasciò andare il polso e lei si alzò in piedi sorpresa.

“Ti sta piacendo pestarla?”

Ci pensò per un’attimo, la verità era una sola…

“NO.”

“E allora smettila, se non lo farai inizierà una faida infinita.

vuoi questo?

Vuoi che io mi ritrovi  a decidere tra la mia migliore amica e la ragazza che amo?

So che non vuoi farmi soffrire, ma non è questo il modo.”

YIdashi abbassò gli occhi, si sentiva una perfetta idiota, lei non era tagliata per fare  la teppista.

“Scusa SAsuke…io sono troppo impulsiva…

Anche se penso e ripenso alle cose, non lo faccio mai abbastanza e finisco per fare danno.”

Si voltò verso Sakura che non si era mossa da terra e la guardò dritta negli occhi.

“Scusa Sakura.

Mettiamoci una pietra sopra.

Tu hai fatto del male a me e io ne ho fatto a te, ora siamo pari, vero?”

“SI.

Scusa mi YUkari davvero, anch’io avrei dovuto stare più calma.”

Si sorrisero, il primo vero sorriso da persone in pace.

La mora abbracciò Sasuke,gli sussurrò :”Grazie! Ora vedi di chiarire pure tu!” e uscì dal bagno.

 

Sakura rimase seduta a terra, le gambe raccolte contro il petto, lottando contro la voglia di piangere.

Aveva combinato un casino, cosa sarebbe successo adesso?

Non trovava una risposta e ne aveva disperatamente bisogno.

“Sakura…”

Sasuke si era accucciato accanto a lei.

“SAsuke…che casino abbiamo fatto?”

“Non lo so. Prima ero io a essere confuso, poi tu.

Il giorno che hai baciato NAruto ti ho visto, stavo per venire a darti la risposta alla domanda, parlare con YUkari mi aveva fatto capire che a te ci tenevo.”

“Ma dopo quello che hai visto hai avuto qualche dubbio…come darti torto?

Avevo un casino  in testa!

Tu mi piacevi, ma non mi rispondevi e Naruto era li e io ero incazzata e per una volta ho voluto pensare solo a me stessa.”

“Capisco.”

“E adesso?”

“IO ti piaccio?”

“Si.”

“Allora proviamoci, almeno non avremo rimpianti…”

“Ma funzionerà?”

“è importante? E comunque chi può saperlo?”

“Nessuno…hai ragione…

SAsuke….lo sai perché ero così incazzata con Yidashi?”

“NO, me lo sono chiesto spesso.”

“Perché tu con lei ridevi, capisci?

Lei era riuscita dove io avevo fallito!

E mi chiedevo se ….”

“Tra noi non ci fosse qualcosa?

No Sakura, non c’è niente tra noi.

Siamo amici, per una serie di circostanze assurde ci siamo avvicinati e in lei ho scoperto una brava persona nonostante le sue perenni crisi, l’apparente freddezza e misoginia.

Lei sbuffa sbuffa , ma poi aiuta.

A me lei non interessa, a me interessi tu, anche se mi sono sempre comportato da stronzo.”

“Non ti capirò mai UChiha.”

“Ti regalerò un libretto di istruzioni, se accetti di prendermi.”

Sakura scoppiò a ridere, Sasuke era innegabilmente cambiato  e forse per assurdo doveva ringraziare YUkari.

“Come posso rifiutare una tale offerta?”

“In effetti non puoi…”

Erano sempre più vicini.

“Allora Haruno?”

“hai vinto Uchiha…”

Iniziarono lentamente a baciarsi.

 

ANGOLO DI LAYLA

 

Credo faccia schifo, ditemi i vostri pareri e lo sistemerò.

Ringrazio:

 

HINANARU

 

DIANA88

 

SHIZUE ASAHI

 

_VIDEL_

 

LAURETTA 92

 

RA92

 

BECKILL

 

 

ICEQUEEN 88

 

 

   
 
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