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Autore: Aliak    24/08/2014    1 recensioni
250 anni sono passati dalla distruzione della sfera degli Shikion e l'eleminazione di Naraku, pian piano era tornata la pace in quelle terre, e tutto sembrava aver preso una buona piega, si eran creati accordi tra umani e alcuni demoni portando così una convivenza serena, anche se rimanevano alcuni focolai accesi fra le tante fila di entrambi. Qualcosa sta per cambiare, chi riporterà ora la pace, quando ormai i nostri vecchi eroi non ci sono più, e chi è rimasto sembra essersi estraniato dal mondo...
NB:Il personaggio principale di questa Fanfiction, sarà il figlio di Sesshomaru e Rin, saranno presenti anche altri personaggi presenti nel manga, anche se visto il periodo in cui si presenta la storia tutti i personaggi umani, saranno morti. Principalmente quindi saranno presenti quasi unicamente personaggi nuovi, o comunque secondari della storia, spero che piaccia.
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Jaken, Nuovo personaggio, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Passato - Presente - Futuro'
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Erano in viaggio avevano lasciato il vilaggio, e le loro terre per percorrere una strada che li avrebbe portati chissà dove, a dir la verità ancora non gli aveva detto dove erano diretti, ne gli avevo chiesto non era incline a rivelare i propri piani, e la conosceva abbastanza da sapere che sarebbe stato meglio non chiederglielo, a volte ci muovevamo in volo delle volte a piedi, seguendo i sentieri umani, raramente era capitato qualche attacco da parte, di mostri vari erano stati spazzati via con facilità, eravamo arrivati nei pressi di quello che sembrava un villaggio uman, ben nascosto nei monti la neve avvolgeva quel paesaggio, rendendolo etereo quasi irreale, le temperature erano molto basse, si sorprendeva che quel piccolo gruppo di umani riuscisse a sopravvivere, sembrava quasi essere in un inferno di ghiaccio, le temperature erano realmente basse, che anche il corpo di noi demoni sembrava quasi risentirne. -dobbiamo continuare per quel monte- indicò la cima di un'alta montagna che si stagliava contro il cielo, non si vedeva nemmeno la cima, la cima era avvolta da nuvole, possibile che non potesse sembrare aver fine, in volo sarebbe stato facile raggiungerla probabilmente, non era di certo un problema -siamo quasi arrivati ormai- quindi era quella la meta? non sembrava nulla di speciale quel monte, non avvertiva auree maligne, ne presenze di demoni, ma ora che ci pensava da quando eravamo lì non c'erano stati attacchi, anzi si poteva dire che quasi i demoni sembravano aver paura di quel luogo, e non riusciva nemmeno lui a capire il perchè, ma quando avevano varcato quel territorio, una strana sensazione aveva travolto il proprio corpo qualcosa gli diceva, di star lontano da lì, qualcosa nel suo subconscio, ormai lontani dal villaggio si erano alzati in volo in direzione di quel monte, prendendo la loro forma originale ma avevano riscontrato un enorme problema, sembrava che ci fosse qualcosa che li respingeva, non potevano avvicinarsi a quel modo, venivano riportati alla base del monte -ora come facciamo- avevamo ripreso quelle forme umane, e fissavo kami in attesa di una risposta, mentre la mia mente vagava "sarebbe stata utile, la lama rossa di Tessaiga per abbattere questa maledetta barriera" come se mi avesse letto nei pensieri commentò -sarebbe stata inutile anche lei- la vidi muovere dei passi verso quella fitta boscaglia del monte -ci toccherà a quanto pare, raggiungere quel luogo con le nostre gambe- la seguì quindi lungo quel percorso, diamine quel luogo era veramente freddo, avevo lasciato che la pelliccia si spostasse dalla normale posizione in cui la portavo di solito per avvolgermi cercando il calore della stessa, in quel momento avrebbe voluto il suo bianco e caldo manto della sua reale forma, anche lei seppur non lo dava a vedere cominciava a risentirne, notavo quel lieve tremore, e più salivano verso la cima, o almeno era quello che sembrava, e più quel gelo sembrava penetrare nelle loro ossa, alla fine ci decidemmo a fermarci per la notte in una piccola grotta, di quella montagna, avevamo cercato di accendere un piccolo falò ma anche quella fiamma stentava a vivere, e a confortarci con il suo calore. Avevo appena chiuso gli occhi, quando Kami si sollevò dalla posizione di prima, per poi sedersi accanto a me -domani all'alba ci svegliamo, quindi riposa- sentì il suo leggero tocco sul mio viso, aprì lentamente gli occhi per incontrare i lineamenti di lei, del suo viso non troppo distante dal mio forse anche troppo vicino, mi sfiorò delicatamente la piccola falce di luna con le sue labbra, come faceva quando ero bambino, prima che mi addormentassi, da quanto non dormivamo nella stessa stanza, in realtà non era mai stata incline nemmeno quando io ero molto piccolo, a farmi dormire negli appartamenti avevo sempre avuto una stanza nel castello tutta mia, e le servitrici si occupavano dei miei capricci allora, ma un giorno dopo estenuanti richieste riuscì a convincerla, nemmeno io so come forse semplicemente per esasperazione no quante volte era riuscita a farmi demordere, alla fine fino a quando aveva avuto circa 45 anni dormì insieme a lei, fino a quel fatitico giorno quando mia madre, la mia vera madre morì, dopo quel giorno mi rifiutai troppo il dolore kami per quanto mi avesse, e tutt'ora quasi la consideravo una madre, ancor di più di aki, per quanto facesse di tutto per farsi accettare, quel giorno qualcosa in me si spezzò e con quella morte, era morta anche la mia infanzia, seppur ancora molto piccolo da quel giorno cambiai radicalmente, mi chiusi in me stesso sotto una maschera di freddezza assoluta non avevo fatto più capricci, obbedivo a kami qualunque cosa mi dicesse, per quanto duri e faticosi fossero stati gli allenamenti, non mi ribellavo ne piangevo ne mi lamentavo, sembrava che il mio cuore si fosse spento del tutto lasciando solo un ricordo di quello che ero, un bambino solare vivace che guardava il mondo con occhi speranzosi, sperando di uscire da quelle mura del castello, e vedere quello che mi circondava e invece, non era stato più così se un tempo avevo tentato diverse volte di scappare, non fu più così non tentai mai più di varcare quella barriera di scappare dai soldati che si preoccupavano della mia incolumità, combatterli per raggiungere quella libertà senza farmi mai metterei piedi in testa. No tutto era morto in quell'istante -Iriumaru- sentì pronunciare il mio nome, ma lo sguardo come il mio viso era freddo come se fosse morto qualcosa, quei ricordi avevano fatto si ch tornasse quella freddezza e ora le parole che mi aveva detto Kami, prima di partire sul fatto di non abbandonarmi ai sentimenti, prendevano forma sostanza quel momento non era stato molto d'accordo ma si rese conto che aveva ragione, per cosa aveva abbandonato la sua maschera la una freddezza? per una donna, anche rin era stata una donna, era stata sua madre colei che l'aveva generato, dall'amore suo e di suo padre, e cosa aveva portato, con la sua morte, solo disperazione dolore e lontananza, si rese conto che doveva essere forte, e ignorare così quei sentimenti. -niente- dissi chiudendo quel discorso che non volevo nemmeno intraprendere, sapevo che lei aveva notato quel cambiamento in me, mi conosceva abbastanza bene da scorgere ogni piccola emozione, anche impercettibile si seddette quindi accanto a me senza dire altro. Si erano alla fine svegliati, ed eccoli di nuovo in cammino kami, sembrava spaesata non sapeva esattamente dove doveva andare, seppur era certa che fosse in quel luogo, il vento portava solo l'odore della neve, dei pochi animali selvatici che vivevano in quel luogo glaciale, sopravvivendo di stenti incontrammo un piccolo branco di lupi, si era appena avvicinato ma era rimasto li a fissarci da lontano non osando avvicinarsi a noi, avevano paura di noi o semplicemente normale riverenza, qualcosa era comunque cambiato il paesaggio sembrava lievemente mutato, non riuscivo a capire dove o come era sempre innevato non era cambiato nulla ma arrivavano nuovi odori, rumori suoni, aveva percepito odore di ciliegi, quello era impossibile, anche perchè con tutta quella neve, non potevano sopravvivere, ma era sicuro di aver percepito l'odore di ciliegi in fiore -sembra che siamo quasi arrivati- notò quel sorriso dell'altra mentre nelle aree si era sollevato il leggero e delicato suono di un flauto che intonava una strana melodia che non aveva sentito mai in vita sua, si avvicinarono a quella radura e quello che mi stupì inizialmente era quell'angolo di paradiso, dove l'erba ei fiori crescevano rigogliosi gli alberi erano in fiore, in quel luogo non vi era ombra di neve, ne di  nuvole in cielo, il sole illuminava quel luogo, sembrava quasi impossibile quel luogo. Al centro della stessa radura, c'era la figura della Inu-youkai sconosciuta ma non ne aveva viste di più belle, aveva qualcosa che altre non avevano portava con se un elegantissimo kimono viola, elegante dalle ampie maniche, con raffinati disegni stilizati, o forse semplicemente linee a casaccio, che però sembravano dargli un senso, contornato da una bianca pelliccia aveva idea che presentasse un lungo strascico, i lunghi capelli argentei ricadevano con boccoli dolci ampi sul corpo ricadevano a terra e a vederli dovevano strusciare minimo per 20 cm di lunghezza, per quanto potesse essere alta. Ancora manteneva gli occhi chiusi, la melodia stava lentamente rallentando fino a morire del tutto -Hana- pronunciò mia madre, la vide aprire lentamente gli occhi mostrando con grande stupore che gli occhi mostravano due pupille rosa come il colore dei fiori di ciliegio, non ne aveva mai visti in nessun clan, e nessuna famiglia, che venisse da terre straniere quella inu? ma dai lineamenti non sembrava affatto. Allontanò il flauto dalle sue labbra carnose, poggiandolo contro le proprie gambe -è bello rivederti Kami dopo tutto questo tempo- quello sguardo così particolare si era poggiato su di me, avevano quegli occhi qualcosa di magnetico, deglutii a fatica -immagino che lui sia il figlio di Sesshomaru- come faceva a saperlo, la vidi sollevarsi da terra, come avevo intuito i capelli erano così lunghi da strusciare a terra, si avvicinava sempre di più a noi -siamo qui perchè solo tu sai dove si trova Hotumaru- lo sguardo si spostò di nuovo su Kami -immaginavo, ho sentito che ultimamente ci sono stati un po' di problemi- uscì una risata dolce e cristallina, da quelle labbra -io ne sono stata fuori, finchè ho potuto ma quei maledetti, hanno cominciato a cercar di varcare il mio castello- ; -idioti- gli sentì pronunciare, mentre altri brevi passi aveva volto verso di me, fino a pararsi a meno di sue metri da me -qui sembra invece che tutto sia nella norma- disse Kami mentre lei allungava verso di me le sue mani affusolate, cercai di scansarmi e allontanarmi da quel contatto eppure ero pietrificato non riuscivo a muovermi -ci hanno provato, ma non sono riusciti a superare la barriera, sono morti prima di arrivare alle radici del monte- aveva preso il mio volto tra le dita -uhm sei particolare, vedo in te qualcosa di umano, eppure sei un demone puro- solo ora notai che i suoi occhi erano ciechi -la madre era umana- aggiunse kami -uhm.. ecco perchè molto interessante- non ebbi il tempo di reagire che sentì il suo tocco delle labbra sulle mie, e infine su uscirità.
   
 
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