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Autore: LilBlue_Hedggie    19/09/2008    12 recensioni
Traduzione a cura di Trinh89: prima fic a rating inferiore al rosso che traduco XD...cmq il team 7 ha una nuova missione...occuparsi di un bambino che ruberà tutte le attenzioni del nostro Naruto, cosa farà Sasuke a questo punto? Fic consigliata a tutti, ragazzi compresi e coloro che vogliono vedere Sasuke fare qualche figuraccia davanti ad un bimbo ^^.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Traduzione | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
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Autore originale: LilBlue-Hedggie

Autore originale: LilBlue-Hedggie

Traduttrice: trinh89

Lingua originale: inglese.

Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.

Pairing: SasuNaru.

Rating: shounen-ai, humor/romance.

 

Mi scuso per non aver risposto ai vostri commenti, che sono davvero stupendi T__T, ma ora come ora sto cercando di ingranare per mettere più capitoli possibili da parte dato l’imminente inizio dell’università. Oltre a questa ‘banale’ scusa, c’è che ho iniziato una nuova traduzione a carta e mi occupa tutto il tempo che mi rimane libero per ora. Quindi scusate ancora.

 

-Capitolo 7: Saltare intorno.

 

Passo n°1.

 

Se mai fosse stato possibile, quello era stato uno dei giorni più strani della sua vita. Naruto non aveva mai visto Sasuke sorridere così tante volte, MAI. I due si erano messi d’accordo per allenarsi insieme e ora stavano facendo ritorno dai campi di allenamento per pranzare. Normalmente Sasuke attraeva molti sguardi, ma quel giorno la cosa stava sfiorando il ridicolo, la gente non lo stava solo fissando, ma lo guardava come inebetita, con la bava alla bocca e i cuori negli occhi e per di più c’era chi occasionalmente nascondeva le emorragie al naso.

 

Voltando il capo per capire quale fosse esattamente il motivo di tutto ciò, iridi azzurre si socchiusero per cogliere cosa ci fosse di diverso nel suo amico quel giorno. I vestiti di Sasuke sembravano un po’ stretti, come se fossero stati di qualche taglia più piccola. Forse il moro aveva avuto una brutta giornata con il bucato e quelli erano gli unici abiti che aveva. Scrollando le spalle Naruto riprese a camminare, non avrebbe mai compreso la ragione per cui la gente sbavasse così tanto dietro ai vestiti attillati. Una volta giunto all’Ichiraku Ramen, come ordinò il suo solito piatto, tutti i suoi pensieri al riguardo cessarono all’istante Ance se continuò a chiedersi per cosa fossero tutti quei sorrisi…

 

Sasuke imprecò a bassa voce, non aveva funzionato! Nella migliore delle ipotesi Naruto stava sicuramente pensando che qualcosa non andasse con la sua lavatrice. Aveva preso alcuni dei suoi vestiti più stretti così da lasciar spazio all’immaginazione del biondo. Aveva attratto lo sguardo di tutti, eccetto quello di Naruto. Dannazione!

 

Qualche giorno più tardi Naruto, che era seduto sotto ad un albero, alzò lo sguardo sul moro con un sopracciglio inarcato. Oggi invece di abiti attillati, Sasuke si era vestito di meno e al posto degli usuali pantaloni da Shinobi indossava dei calzoncini. Dov’era il senso in tutto ciò? Quei pantaloni non avevano lo strato protettivo contro gli attacchi esterni. Forse Sasuke aveva semplicemente molto caldo.

 

Dopo aver terminato i loro allenamenti il ragazzo dai capelli corvini se ne andò ancora una volta infuriato come non mai. Niente, di nuovo NIENTE! Naruto credeva fosse stupido non indossare i pantaloni protettivi e lo aveva dimostrato puntando sempre a colpirlo sulle gambe per l’intera sessione di allenamento.

Doveva provare ancora qualcos’altro, forse Naruto preferiva un bel viso più che un bel corpo…

 

Che hai fatto ai capelli, Sasuke?”

 

“Che cos’hanno che non va?”

 

Che senso ha quella bella capigliatura? Tanto dopo ti si scompiglieranno e basta. E hai uno strano odore oggi; ti sei buttato addosso una bottiglia intera di acqua di colonia?”

 

“Sta zitto usuratonkachi”

 

“Non chiamarmi così teme!”

 

A quanto pareva neanche questo funzionava con il biondo…

 

Sasuke provò la medesima tattica per diverse settimane, ma senza successo. Era sul punto di arrendersi quando un giorno notò Naruto intento a fissarlo. E non era per il suo aspetto…il biondo stava osservando con attenzione il modo in cui si muoveva quando combatteva. Anche se non ci aveva mai badato, il moro immaginò che i suoi movimenti fossero aggraziati. Avrebbe dovuto saperlo, Naruto aveva sempre amato esprimere le cose attraverso i movimenti, doveva essergli piaciuta la fluidità che mostrava.

 

Abbassando lo sguardo, il moro catturò gli occhi dell’altro e ghignò. Naruto arrossì all’istante e distolse lo sguardo il più veloce che poté. Huh, forse il piano di Kakashi avrebbe funzionato dopotutto.

 

KONOHA: PRESENTE.

 

“No, no Sasuke, così!”

 

Mani brunite ne coprirono un paio diafane guidandone i movimenti.

 

Questo sarebbe stato romantico…se non fossero stati intenti a cambiare pannolini.

 

“Vedi Sasuke? Lo avvolgi così e poi leghi i lati, ma non farli troppo stretti o troppo molli”

 

“Ricordami di nuovo perché sto facendo tutto questo”

 

Perché ti sei offerto! E poi non volevi ridar vita al tuo clan? Un giorno dovrai comunque affrontare tutto questo, quindi meglio imparare queste cose prima che sia troppo tardi”.

 

Hn…”

 

Heh, fai così solo perché sai che ho ragione”

 

Tutto ciò che Narto ricevette fu un’occhiataccia.

 

Alla quale il ragazzo rispose con una linguaccia.

 

“Ora vediamo cosa dobbiamo ancora imparare?” disse Naruto picchiettandosi il mento con fare pensieroso, poi schioccò le dita. “Ho trovato!”

 

Cosa devo imparare ora?”

 

Che ne dici di come dar da mangiare a Toppuu?”

 

“E’ un bambino quanto difficile vuoi che sia?”

 

(10 minuti più tardi)

 

Sasuke uscì dalla cucina col volto coperto di salsa di mela. Ruggendo mise con forza un cucchiaio in mano al biondo. “Bene, fa vedere”.

 

Naruto sorrise, “Sapevo che l’avresti vista come me”.

 

Tornando in cucina il biondo prese un asciugamano dal bancone e pulì con dolcezza il viso di Toppuu prima di prendere un cucchiaio di salsa. Con un sorriso lo portò alla bocca del bimbo. “Apri la bocca Toppuu-chan! Guarda che arriva lo shuriken!”

 

Shuriken?”

 

“Zitto tu! Hai un’idea migliore? Almeno mangia per me!”

 

E infatti il piccolo aprì la bocca felicemente al cucchiaio in arrivo.

 

Tsk, stupido moccioso! Probabilmente non sa niente di meglio”.

 

“Ehi-” l’attenzione del biondo fu distolta da un  pizzicotto al braccio. Girandosi identificò il colpevole, Toppuu. Ghignando Naruto ricambiò il favore. Dopo un attimo di stupore il piccolo lo pizzicò di nuovo, poi Naruto pizzicò Toppuu e il bimbo ripizzicò il biondo fino a quando non si trasformò in una guerra all’ultimo pizzicotto.

 

“Arrenditi bimbetto! Nessuno può sconfiggere l’invincibile Uzumaki Naruto!”

 

Sasuke sospirò alla loro stupidità. Sul serio, perché diamine si era offerto? Fu riscosso dai suoi pensieri quando una pallottola di salsa di mela lo colpì sulla nuca. Voltandosi velocemente vide un Toppuu sogghignante tanto quanto Naruto, entrambi con un cucchiaio nelle loro mani.

 

“NARUTO!”

 

KONOHA: QUATTRO ANNI DA ADESSO.

 

Passo n°2.

 

“Sasuke, mi stai davvero facendo innervosire”

 

Perché mai?”

 

“Beh, sei sempre così…”

 

“Così come, Naruto?”

 

“No, niente”

 

Mormorando tra sé Naruto girò sui tacchi e si allontanò dal campo di allenamento lasciando il moro solo con i suoi pensieri.

 

Il secondo passo del grande piano sembrava aver funzionato alla perfezione, anche se aveva leggermente un po’ infastidito Naruto.

Il biondo era perplesso sulla ragione per cui le mani di Sasuke sfiorassero il suo corpo più volte del necessario. Ma ciò di cui il moro era davvero orgoglioso era il suo viaggetto per il piano del filo. Infatti, con molta discrezione, il giorno precedente Sasuke aveva piazzato un filo finissimo, difficilmente visibile ad occhio nudo e come scusa a quello che aveva architettato avrebbe detto che probabilmente qualche squadra novella si era allenata sulle trappole, una scusa più che plausibile e poi Naruto sarebbe stato così imbarazzato dalla situazione che non si sarebbe mai chiesto come avesse potuto il “Grande Sasuke Uchiha” cadere in una trappola così banale.

 

Il giorno seguente Sasuke agitò leggermente la mano per catturare l’attenzione di Naruto era in piedi al solito posto, giusto oltre il filo opportunamente piazzato. “Ohi, usuratonkachi, già sveglio?”

 

“Non sono un usuratonkachi, teme!” voltando la faccia nella direzione della voce di Sasuke, il biondo lo fissò il più minacciosamente che poté con le mani sui fianchi. Un’abitudine che Naruto aveva preso da Sakura e che per sua sfortuna era spesso oggetto di commenti sul quanto sembrasse una casalinga infuriata.

 

Hn

 

Ancora un attimo, ci siamo…ecco!

Sasuke era arrivato al filo e stava cadendo e…dannazione aveva mancato il suo obiettivo, pensieri demoralizzanti presero ad assalirlo, ma un momento…ne stava per colpire uno migliore, questo piano era geniale!

 

Dal punto di vista di Naruto, il ragazzo vide il moro cadere in avanti; no, era un replay dell’accademia, quella volta ebbe dolori per giorni a causa delle fans dell’Uchiha ed ora non era ancora pronto a ripetere l’esperienza! Senza pensare ai suoi piedi, Naruto reclinò il capo facendo sì che Sasuke mancasse le sue labbra e continuasse a cadere. Il sollievo del biondo fu breve come il viso dell’amico cadde proprio contro le sue parti basse.

 

Sasuke era in paradiso, certo c’era il tessuto dei pantaloni di mezzo, ma era come se i suoi sogni fossero diventati realtà. Perso nel momento Sasuke inalò profondamente e si accoccolò ulteriormente nel calore. Il sogno terminò presto come un dolore lancinante eruppe a lato del suo capo e finì lanciato a diversi metri di distanza.

 

“P-P-PERVERTITO!”

 

Aspetta, Naruto è stato un incidente!”

 

Sasuke non ebbe l’opportunità di continuare poiché Naruto aveva afferrato un ceppo vicino e scagliandoglielo dietro il biondo lo colpì sulla testa facendolo cadere immediatamente privo di sensi.

 

Svegliandosi diverse ore più tardi Sasuke non poté fare a meno di pensare…

 

Ne è valsa la pena”.

 

KONOHA: NOVE ANNI DAL PRESENTE.

 

“…Come puoi mangiare quella roba…?”

 

“Hm?”

 

Naruto sollevò lo sguardo dalla sua ciotola di ramen…con gelato, ketchup e acciughe tutto assieme.

 

“E’ buono Sasuke, davvero! Dovresti provarlo!”

 

“…credo che passerò per questa volta…”

 

Il biondo si scrollò le spalle, “Fa come credi, ma non sai che ti perdi”.

 

Sasuke era leggermente perplesso, Naruto si stava comportando in modo più strano del solito e mangiando cibi strani. Forse c’era qualcosa che non andava con il biondo? Oramai erano sposati da un anno, Uchiha Naruto si era infuriato da morire per il fatto che non aveva potuto tenere nel suo nome almeno il suo cognome Uzumaki, Naruto glielo avrebbe detto se ci fosse stato qualcosa che non andava?

 

Qualche giorno più tardi dopo aver convinto Naruto che sarebbe stato bene andare a fare un controllo medico da Tsunade, considerati tutte le strane combinazioni di cibo che stava mangiando,che si era rifiutata categoricamente di lasciare che qualcun altro fosse il dottore del biondo. Sebbene in un primo momento Naruto aveva protestato, alla fine aveva ceduto dicendo che si era sentito un  po’ diverso ultimamente.

 

“Hm, non capisco cosa ci sia che non va a parte…” impregnando la mano di brillante chakra verde, tipico dei ninja medici, Tsunade posò la mano sul ventre di Naruto. Nessuno dei due ragazzi ne fu stupito, vedendolo come qualcosa che non andava con lo stomaco del biondo.

 

Raddrizzandosi Tsunade sorrise, “Beh, sembra che tu sia completamente sano Naruto!”

 

“Davvero?”

 

“Sì, infatti devo farvi le mie congratulazioni”.

 

“…Non mi piace questo, l’ultima volta che lo hai detto-”

 

“Diventerai madre!”

 

Sia Naruto che Sasuke svennero seduta stante.

 

(Circa nove mesi più tardi, stesso anno).

 

Dopo aver accertato che era stata a causa di Kyuubi, dannate volpi senza sesso, Naruto e Sasuke si trovarono presto a loro agio all’idea di avere bambini. Se ne erano già presi cura di uno in passato, quindi non c’erano problemi. Inoltre, questa notizia aveva allietato molto i consiglieri del villaggio ed i suoi abitanti, dal momento che volevano più bambini ninja. Erano stati dei strani mesi, e per il biondo quello delle voglie; Sasuke si considerò fortunato che Naruto non avesse particolari cambi d’umore, il biondo tendeva ad arrabbiarsi al fatto che la sua schiena e tutto il resto del suo corpo dolesse come l’inferno più che al fatto che Sasuke ne fosse la causa.

 

Per le ultime settimane, Naruto era stato un po’ preoccupato sul come sarebbe nato suddetto bambino, dal momento che Kyuubi aveva semplicemente creato una bolla di chakra per creare una placenta e curare tutti gli stiramenti o danni provocati agli organi interni. Questo significava che il biondo non poteva partorire come tutte le altre donne, a meno che Tsunade non operasse un cesareo, con il quale il problema era risolto.

 

Così ecco che ora i nostri due amici si trovavano in questa situazione…

 

 “Dannazione Sasuke…quando questa storia sarà finita ti castrerò con il kunai più affilato che troverò!”

 

Il cesareo era una soluzione perfetta…ma ciò non impediva che il dolore fosse comunque infernale, non importava quanti antidolorifici e sedativi gli venissero dati. E kyuubi non lo aiutò nemmeno, perché chi aveva mai detto che alla volpe non piacesse vedere gli altri soffrire?

 

Sasuke squillò debolmente in risposta, Naruto stava lentamente stritolando la sua mano.

 

Quando questa storia sarà finita, troveremo qualche altro modo per ridare vita al clan!”

 

Orioke no jutsu forse?”

 

“Non,” grugnì Naruto, “nella tua vita Sasuke-teme”.

 

E non fu che qualche ora più tardi che l’erede degli Uchiha nacque.

 

“Guarda, ha i miei occhi”.

 

E i tuoi capelli a quanto pare”.

 

“Ehi, ehi, ehi, io ho già visto questi capelli anni fa!”

 

“Per qualcuno che ha appena partorito da poche ore sei pieno di energie”.

 

“Vuoi partorire tu la prossima volta? Sono sicura che troveremo un modo”.

 

“Ti amo oh grande portatore dei miei bambini”

 

“Questo è ciò che immaginavo avresti detto”.

 

Continua…

 

 

 

 

 

 

 

  
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