La Seconda Parte Della Storia

Come erano entrati in città, Gaara Shiriu Haruka e Shino avevano già preso strade diverse. Temari, davanti a tutti, non si era accorta di niente e aveva continuato a camminare e parlare da sola per minuti e minuti, prima di voltarsi.
-Vedo che ci siamo organizzati alla grande. Tanto meglio, scoprirò da sola le informazioni che cerchiamo, alla faccia loro! Da dove potrei cominciare?
La ragazza addocchiò un locale pieno di gente e ci si infilò, sedendosi al primo posto libero vicino ad un bancone. Venne raggiunta subito da quello che doveva essere il barista.
-Che vuole?
“Strano concetto di educazione c’è da queste parti” -Solo un paio d’informazioni.
L’uomo alzò pericolosamente un sopracciglio.
“Ecco, l’ho già fatto insospettire” -Informazioni… sulla specialità della casa, ovviamente!
-Come vuole.
Il barista scomparve sotto il bancone, mentre la voce di un giovane cliente attirò l’attenzione di Temari.
-Mi è parso di capire che stai cercando delle informazioni, o sbaglio?
“Mi è parso di capire… oddio questo vuole provarci” -Certo, mi piacerebbe sapere in che pianeta “no, così capisce che sono straniera”… cioè, che posto è quest “non va ancora bene!”… insomma dove ci troviamo “uuuh, adesso basta!” Senti, vengo da fuori città e non so nulla di questo posto né di cosa sia successo negli ultimi cinque giorni. Puoi illuminarmi?
-La principessa ha ordinato massima ostilità nei confronti degli stranieri. Se ti concedo un’eccezione, cosa ricevo in cambio?
-Una sorpresa.
-Bella o brutta?
-Dipende da te.
-Affare fatto. Però qui è troppo affollato. Andiamo…
-Qui va benissimo.
-Allora ti racconterò solo degli ultimi tre giorni.
-Mi accontento.

Il piano di Shino riguardo alla raccolta di notizie era molto diverso da quello della kunoichi. Stando appostato su un tetto, il ninja lasciava che fossero gli insetti a visitare ogni minimo anfratto della città, facendone i suoi occhi e le sue orecchie. Fra i suoni che riuscì a captare, delle urla di terrore. Non ci badò.

Shiriu e Haruka, rimasti l’uno di fianco all’altra, da un vicolo erano sbucati direttamente nella piazza principale, luogo in cui appena mezz’ora prima era avvenuta la cattura di Mister Satan. La prima cosa che colpì la loro attenzione fu la loro navicella, situata al centro della piazza, col portellone ancora aperto.
-È intatta, fortunatamente. Però mi stupisce il fatto che nessuno l’abbia sequestrata- disse Haruka.
-Semplice. Trovandosi sotto gli occhi di tutti, se i proprietari vorranno riprendersela verrebbero scoperti subito- rispose Shiriu –ci conviene non toccarla, per il momento.
-Ma la tua armatura è rimasta dentro. Come farai quando ti servirà?
-Potrei chiedere la stessa cosa riguardo alla tua spada.
-Touchè. Beh, torniamo alla nostra missione. Orecchie aperte.
La ragazza in realtà non riuscì a concentrarsi, presa com’era dai suoi pensieri.
“Avevi proprio ragione, Michiru, come al solito. Devo ammettere che sono cambiata in questi anni. Una volta dubitavo di tutto e di tutti, anche quando dovevamo affrontare un nemico comune. Ora invece sono molto più aperta alle novità. Ma non posso fare a meno di invidiarti lo stesso, sei finita in squadra con Hotaru e so quanto stravedi per lei. Io non mi posso comunque lamentare dei miei compagni, se non per quel Satan che non ho ancora capito cosa sia venuto a fare, e per quel Gaara. Forse sbaglio a diffidare di lui, anzi me lo auguro…”
Le stesse urla di terrore captate da Shino attirarono l’attenzione di Haruka e Shiriu. La ragazza fece per correre in quella direzione, ma l’uomo la bloccò per un braccio.
-Se accorriamo a vedere, attireremo i sospetti della gente. Per il momento è più sicuro rimanere dove siamo.

Di fronte a Temari, il ragazzino cominciò il suo racconto.
-Dopo la sua impresa, la principessa ha conquistato il cuore di tutti ed è diventata in breve tempo la nostra nuova sovrana. E non a caso: tre volte al giorno, grazie al suo potere di controllare i venti, fa piovere dal cielo una montagna di cibo.
-Dev’essere proprio una benefattrice.
-Lo è.
-E allora perché è così severa nei confronti degli stranieri? E perché ne ha catturato uno?
-Per spiegartelo dovrei raccontarti dei primi due giorni…
-Lascia perdere. Dimmi almeno dove hanno portato quello sfigato.
-Dove vuoi che l’abbiano portato? Nella prigione, ovviamente. Si trova sottoterra, proprio sotto il castello della principessa. È l’edificio più alto della città, lo si può vedere da qualsiasi punto. Fine del racconto! Qual è la sorpresa?
In quel momento riapparve il barista con un intruglio in un bicchiere sporco: la famigerata specialità della casa.
-Ecco la sorpresa, ti concedo l'onore di offrirmi da bere. Ciao!
-Aspetta, dove vai?
Temari uscì dal bel localino, ascoltando alle sue spalle la vocina del malcapitato che diceva di non avere un soldo, seguita dal rumore inconfondibile di una rissa.
“Non parlerà per un po’. Riguardo a quel che ha raccontato, combacia in pieno con quello che pensa Gaara. La principessa benevola che offre il cibo a tutti grazie al potere del vento, lo stesso potere del drago che stiamo cercando. Ha parlato anche di una certa impresa. Se scopro di che si tratta avrò completato il puzzle. Ma sì, in fondo non mi è andata poi tanto male…”
Il trambusto della rissa impedì alla kunoichi di sentire le urla di terrore e lo scatenarsi di un fuggi fuggi generale a qualche isolato da lei.

-Dimmi tutto quello che sai.
Gaara teneva sollevato da terra un poveretto, stringendolo per il collo. Dietro di lui le altre persone erano scappate via gridando.
-Non te lo ripeterò di nuovo. Dimmi tutto quello che sai su Ryu Shenron.
-Fermo dove sei!
Diversi soldati avevano circondato il ninja, il quale lasciò andare il malcapitato e si concentrò sui nuovi arrivati.
-Lo chiederò a voi. Dov’è Ryu Shenron?
-Deve essere complice del tizio di prima. Catturiamolo!
Ingenui. Gaara respinse l’intero plotone con una piccola tempesta di sabbia, schiacciando tutti gli uomini contro un muro.
-Ryu Shenron. Ditemi dove si trova…
-Bene bene bene, ecco chi sta creando trambusto.
Per il vicolo risuonò un rumore metallico di passi. Alle spalle del ninja era apparso il comandante.
-Sei solo un ragazzino, ma credo che prendendo te a pugni mi divertirò di più che con l’altro buffone.