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Autore: Red1701    25/08/2014    2 recensioni
Dal testo...
"Ho un piano. Non sto dicendo che sia buono, non dico nemmeno che funzionerà, ma sicuro come l'inferno è meglio che rimanere qui e farmi considerare ancora come la bambina inutile e noiosa che ero una volta."
[Sono talmente dipendente dalla SasuSaku da doverne scrivere una per dare sfogo alle mie fantasie]
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Heart on fire.






Ero in preda al panico e quella frase bastò per farmi capire che gli era successo qualcosa che forse, per la mia salute mentale, era meglio non vedessi. Lui però ora era qui davanti a me, chiedendomi aiuto e implorandomi di non portarlo all'ospedale.
Corsi al piano inferiore per prendere delle candele che portai li mesi fa e vagai per alcuni minuti alla ricerca di fiammiferi che sembravano essere scomparsi nell'ombra, perciò ritornai al piano superiore con solo le candele mentre lui era ancora li, che tossiva quello che probabilmente era sangue.
"Sasuke, riesci ad accederle?"
"N-no.Non riesco neanche più a camminare, o a sentire la potenza del mio chakra.
"Dimmi i segni che devo fare!"
"Pecora,scimmia,caval..." mi sussurrò stremato. L'ultimo lo pronunciò talmente piano che ormai credevo non ci fosse più nulla da fare.
Riuscii ad accedere quelle dannate cose e le posizionai vicino al letto e un pò sparse per la stanza.
Presi Sasuke per il busto e lo tirai sul letto facendo attenzione a non muoverlo troppo bruscamente creandogli ulteriore dolore, gli appoggiai la testa sul cuscino e mi allontanai da lui un instante in modo da poter capire la sua condozione generale.
Non sembrava più nemmeno lui: l'occhio sinistro sanguinava come quella volta in cui cercò di uccidermi, il braccio destro aveva assunto una forma particolarmente innaturale e con il braccio sinistro si teneva la parte destra del petto in cui aveva probabilmente qualche costola rotta. La coscia gli sanguinava copiosamente da uno squarcio profondo e molto doloroso.
"Cosa diavolo ti è successo?!"
"Mi hanno attaccato subito dopo la fine della guerra, non avevo più chakra per combattere.
"Chi?"
"Erano spadaccini molto bravi, forse erano nukenin delle nebbia"
Pronunciò quella frase con una voce così agonizzante che mi precipitai a curargli la ferita nella gamba, quella che ritenevo la più grave.
Più gli passavo chakra più quella ferita sanguinava e lui stava peggio.
Mi venne un attacco di panico così potente da non lasciarmi neanche più l'aria, ma ero una dei migliori ninja medici e dovevo far finta di nulla, deglutire e continuare sperando in un qualche cambiamento che non arrivava.
"Non riesco, devo portarti all'ospedale!" sbottai
"No, io ho bi-bisogno di te..."
"Ma tu hai bisogno di qualcuno migliore di me!"
"Tu sei la migliore, Sakura."
Sasuke Uchiha mi aveva davveto detto quelle cose? Mi aveva sempre considerato una ragazzina inutile e debole, e ora mi stava ritenendo la migliore?
La situazione doveva essere davvero pessima.
"Senti Uchiha, se non mi dai retta ti lascio sul quel letto a morire, ok? Ti prometto che farò di tutto e non ti lascerò solo neanche un momento, ma ti prego fatti portare in ospedale."
"O-o-okay..."
Avevo convinto il ragazzo più cocciuto del mondo promettendogli solamente che sarei rimasta con lui, e pensai che probabilmente se lo avessi fatto tempo fa non ci saremmo trovati in quella situazione.
"Hai ragione, avrei dovuto ascoltarti prima" mi confermò mentre lo prendevo in braccio.
Riusciva anche a leggermi dentro adesso?
"Ma come hai..." chiesi sconcertata
"L'hai pensato ad alta voce" mi dichiarò
Lasciai perdere tutto ed a tutta velocità mi diressi in ospedale sperando che Tsunade-sama facesse ancora il turno di notte.
Spalancai le porte con un calcio e cominciai ad urlare il nome della mia maestra in modo che potesse correre per darmi una mano.
"Sakura perché urli?" mi chiese sbucando fuori da una stanza con la testa
"Nn-n-n-non so cosa gli sia successo" risposi farfugliando immobile davanti a lei, con quello che era il ragazzo che amavo tra le braccia.
Non aggiunse nulla: prese la barella, ci sistemai Sasuke sopra e chiamando i medici più bravi corse verso la sala operatoria.
"Tu non puoi entrare Sakura, sei troppo coinvolta" disse sbarrandomi la strada con il suo corpo
"Gli ho promesso che non l'avrei mai lasciato qualsiasi cosa succeda. Non posso lasciarlo ora!"
"Sakura devo operarlo al più presto, e tu non saresti d'aiuto così come sei ora"
"La prego, se non fosse stata per quella promessa non sarei mai riuscita a portarlo all'ospedale"
"Mi dispiace, non puoi" disse infine poggiandomi una mano sulla spalla
Andai verso la sua barella per dirgli parole che non avrei mai dovuto dirgli visto cosa gli avevo promesso a casa.
"Sasuke-kun, sarò qui quando uscirai. Tieni duro ti prego" lo implorai con gli occhi sommersi di lacrime
"Avevi promesso..."
"Lo so, ma Tsunade-sama non me lo permette" ammisi con un groppo in gola e uno al cuore
"Posso esprimere il mio ultimo desiderio? " chiese
Calde lacrime cominciarono a scendere sulle mie guance.
"Non ti azzardare neanche, tu non stai morendo!" gli urlai contro piangendo
"Abbassati per favore, noiosa"
Mi abbassai per capire cosa volesse prima di lasciarlo andare.
Forse definitivamente.
"Parla con Kakashi-sensi"
Con le poche forze rimaste si sollevò leggermente, prese il mio viso tra le mani e mi diede un bacio così intenso e così carico di sentimenti che sembrò durare una vita intera.
"Sarò qui quando aprirai gli occhi, questa è una promessa che intendo mantenere anche a costo della mia vita, Sasuke-kun"
"Smettila di darmi l'appellativo kun, noiosa" mi disse con un mezzo sorriso distrutto dal dolore fisico che stava provando
Furono le ultime parole che sentii pronunciare da quel ragazzo che amavo più della mia stessa vita.

Corsi dietro a Tsunade giusto in tempo prima di vederla scomparire dietro alla porta della sala operatoria.
"La prego"
"Farò tutto il possibile ed anche oltre"
Le mollai il braccio e la lasciai entrare in quella stanza.


Il mio cuore era in fiamme.
   
 
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