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Autore: ayaka91    25/08/2014    2 recensioni
Cosa succede ad Hogwarts 19 anni dopo?
Kotone Isobel McGonagall ha compiuto 11 anni ad aprile e aspetta trepidante la sua lettera della scuola di magia e stregoneria di Mahoutokoro, ma qualcosa non va secondo i piani e si ritrova catapultata in un mondo che non le appartiene, lingua diversa, cultura diversa, cibo diverso.
[Il signor Malcolm seguì con lo sguardo la figlia, diede un colpo di bacchetta e la scodella si lavò da sola per poi levitare sul ripiano a sgocciolare. Pensieroso estrasse da sotto il secondo giornale due lettere: una dalla Mahoutokoro e l'altra da Hogwarts, erano indirizzate a sua figlia. Se le rigirò tra le mani e osservò la lettera da quella che era stessa un tempo anche la sua scuola.
Signorina Kotone Isobel McGonagall
Casetta nel bosco
Taira
Omachi
Nagano
Japan
Nonostante la mancanza di numero civico con i mille incatesimi per tenere la casa nascosta ad occhi indesiderati, sua zia era comunque riuscita a trovarla, anche dall'altra parte del mondo.]
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Da Epilogo alternativo
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Capitolo 7: Dolcetto o scherzetto


Le settimane ad Hogwarts passavano veloci e in men che non si dica era già arrivata la fine di Ottobre. Le giornate sempre più brevi e fredde costringevano i giovani studenti a passare più tempo dentro il castello, nelle sale comuni, in biblioteca o, come nel caso di Fred Weasley e James Potter, a sostare in corridoi nascosti in attesa del passaggio di ragazze carine o di matricole da prendere in giro.
Kotone aveva imparato a stare alla larga dai corridoi da cui provenivano studentesse arrabbiate e infastidite, studenti con abiti sporchi e laceri o con gli evidenti effetti di uno degli articoli del famoso negozio “Tiri vispi”. La cosa che più la sconfortava era come fosse possibile che nessuno degli insegnanti riuscisse a scovarli e farli smettere, per conto suo il loro ciò che mettevano in atto era a tutti gli effetti contro le regole della scuola, non si capacitava che sua zia potesse permettere una simile condotta.
Da parte sua James Potter non faceva nulla per risultare simpatico agli altri, ciò non toglieva il fatto che tra le case di Grifondoro e Tassorosso fosse molto popolare. Sempre seguito a ruota dal cugino Fred, formavano un duo degno dei leggendari gemelli Weasley o ancora prima della coppia Potter e Black, famosi per essere dei combina guai, mantenendo popolarità elevata e ottimi voti.
Accadeva nei luoghi comuni a tutti gli studenti della scuola, che Kotone si scontrasse o per sbaglio incontrasse lo sguardo di James Potter, ogni volta che ciò accadeva quest'ultimo sfoderava un sorrisetto strafottente e sicuro di sé, per poi dedicarsi ai compagni intorno a lui facendoli ridere tutti. Kotone non riusciva a sopportarlo e continuava a ringraziare il proprio autocontrollo, la infastidiva tutto di lui, tanto da desiderare di vederlo in infermeria.
Per fortuna la sua attenzione in quei giorni era completamente catturata dai preparativi per la festa di Halloween, si vedevano enormi zucche crescere nell'orto intorno alla capanna in cui viveva il professor Hagrid.
Questa era una delle cose strane di cui Kotone non si capacitava: perché con tutti gli uffici e le stanze per gli insegnanti all'interno del castello, il professore di Cura delle Creature Magiche vivesse in un rudere come quello fuori dal castello?
La risposta le venne data una sera mentre studiava con i suoi compagni in Sala Comune, dopo che Xylia lanciò in mezzo alle pergamene la propria penna.
“Basta! Se scrivo un'altra parola diventerò pazza” esclamò.
“Ragazzi mi dovete un galeone a testa” esordì Caleb.
“Cavolo Carroll! Non potevi resistere qualche secondo in più?” la rimproverò Roderic.
“Harper ci tieni alle tue sopracciglia?” lo minacciò Xylia.
“Su Roddie sgancia i soldi” continuò ad esortare Caleb.
“E ad Al non li chiedi?” ribatté Roderic.
“Io glieli ho dati nel momento in cui Xylie ha superato i dieci minuti su una pergamena” rispose Alec, scatenando un momento di ilarità generale.
“Anche io non ce la faccio più, i miei occhi chiedono pietà e il mio cervello è chiuso per sciopero”
“Perchè tu possiedi un cervello, Phemie?” disse Scorpius rivolto alla cugina.
“Ti smusso i lineamenti appuntiti che hai Malfoy!” gli rispose Euphemia.
“Rissa! Rissa! Rissa!” iniziarono a fare da coro Alec, Caleb e Roderic, a cui poi si unì anche Xylia.
Mentre gli altri continuavano a fare quel fracasso infernale, Kotone scrisse l'ultima parola per finire tutti i suoi compiti. Daffodil si era già defilata subito dopo l'inizio della disputa tra i due cugini e solo l'intervento severo del prefetto riportò la calma nella sala. In quel momento la parete della Sala Comune si aprì e apparve Geoffrey che in pochi passi fu vicino a Kotone.
“Kotone, hai visto le zucche enormi che ci sono nell'orto di Hagrid?”
“Oh sì, sono davvero grandi, nemmeno mia madre riesce a farle diventare di quelle dimensioni” rispose lei.
“Magari dovresti chiedere a tuo padre di chiederlo ad Hagrid. Ti direi di andarci tu stessa, ma sai...non è un professore molto gettonato tra i serpeverde. Mia madre mi raccontò, quando venne nominato professore. Fu un vero colpo. Insomma...un guardiacaccia che diventa un professore di Hogwarts, non si era mai sentita una cosa del genere”
“Immagino che scalpore” osservò Kotone sorridendo. “Geoffrey, secondo te...che ci va a fare in quella capanna? Pensi ci tenga qualche creatura strana?” chiese ancora, incuriosita dalle varie volte in cui ha visto il professore entrarci. Fu sorpresa dalla reazione dell'amico che scoppiò a ridere.
“Ma come?! Non lo sai?! Lui vive là dentro!”
“Eh? Ma i professori non hanno i loro alloggi qui nel castello?”
“Sì, ma non lui”
“Mi stai dicendo che continua a vivere nella catapecchia in cui stava quando faceva il guardiacaccia?” chiese Kotone esterrefatta.
“Esatto!” esclamò Geoffrey e riprese a ridere. “Kotone dovresti vedere la tua faccia in questo momento” disse tra le risate.

 

La vigilia di Halloween fece freddo, ogni studente del castello avrebbe volentieri dato via tutte le figurine di cioccorane collezionate in dieci anni per qualche minuto in più tra le soffici coperte calde.
“Perché i serpeverde devono patire più freddo rispetto agli altri?” commentò Kotone dopo aver starnutito e servendosi del tè bollente.
“Perché siamo i più fighi della scuola” rispose Alec, seduto al suo fianco e imburrando una fetta di pane tostato.
“In questo caso, sono pienamente d'accordo con te!” aggiunse Caleb.
Kotone sorrise e riportò l'attenzione alla propria colazione.
“Che orari abbiamo oggi?” domandò Xylia, seduta davanti a lei.
“Xylia, per Merlino! Continuerai a chiedere gli orari per tutto l'anno?” sbottò Daffodil esasperata.
“Non è colpa mia se ho perso gli orari e non me li ricordo”
“Cappello Parlante ti avrebbe dovuto spedire in Tassorosso” commentò Scorpius con un'espressione schifata, per poi aggiungere con un ghigno “Se non fosse per la tua lingua biforcuta”
“Ascolterò solo l'ultima frase e la prenderò come un complimento” sorrise Xylia. “Comunque nessuno mi ha risposto”
“Abbiamo pozioni e poi la nostra prima lezione di volo. Onestamente Xylia come puoi dimenticarti della lezione di volo?” disse Geoffrey.
“Chissà quale altro disastro combinerà Potter” commentò Euphemia in un ghigno sadico.
“Altri punti in meno a Grifondoro” aggiunse Caleb.
“Speriamo il professor Zabini resista ai suoi attentati sino alla fine dell'anno” intervenne Roderic.
“L'unico professore che sta dalla nostra parte e ce lo vogliono fare fuori” disse Daffodil.
Kotone non li stava più seguendo, osservava il ragazzino seduto un tavolo più in là, oggetto delle beffe dei suoi compagni. Albus Potter sedeva chino sulla propria colazione, nonostante non stesse mangiando nulla, era molto pallido e la Weasley al suo fianco sembrava stesse cercando di consolarlo.
“Kotone? Ehi?”
Kotone si voltò sentendosi chiamare. Euphemia la osservava, aggrottando la fronte. “Ti sei incantata...” e assunse un'espressione preoccupata che Kotone non seppe interpretare. “Andiamo a lezioni, vieni con noi o ci raggiungi?”
“Vengo con voi” rispose, saltando su dalla panca ed avviandosi con i compagni verso l'uscita della Sala. Non si accorse che per tutta la colazione due paia di occhi avevano seguito ogni sua mossa.
Il gruppetto dei serperverde entrò nell'aula dei sotterranei e presero posti nei soliti tavoli, ormai tacitamente diventati di loro proprietà e guai se uno dei grifondoro si fosse avvicinato.
Dopo qualche minuto arrivò il gruppetto dei grifondoro, Rose Weasley guardò verso Kotone e i suoi compagni con aria di sfida, schermando il giovane Potter dietro di lei.
“Weasley fai da cane guida al povero Potter? Gli soffi anche il naso?” la provocò Scorpius.
“Taci Malfoy se non vuoi essere spedito in infermeria” gli rispose a tono.
“Uuuuh che paura” continuò a sfotterla Scorpius e non si accorse dell'arrivo del professore. Kotone che sedeva vicino a lui gli pestò il piede per avvertirlo.
“Per Morgana! Cotton mi hai fatto male!” le urlò contro lui.
“Signor Malfoy, ha finito di fare salotto nella mia aula?” intervenne il professore. Scorpius si ammutolì immediatamente, litigare con i compagni era all'ordine del giorno, ma far innervosire un professore, amico dei suoi genitori per giunto era un affare molto rischioso. “Dato che la signorina McGonagall ha già provveduto a redarguirla, per stavolta passerò oltre”.
Appena il professore diede loro le spalle, Scorpius scoccò a Kotone un'occhiata infuocata. “Questa me la paghi Cotton” sibilò.
“Chiedo umilmente perdono per aver toccato i candidi piedi di sua maestà, la prossima volta lascerò che il professore vi punisca, sua eccellenza” lo prese in giro lei a bassa voce. Scorpius rispose con una smorfia e alle loro spalle si sentì il ridacchiare sommesso di Geoffrey e Roderic.
Il professore spiegò quale pozione avrebbero dovuto preparare e, dopo aver scritto gli ingredienti sulla lavagna, diede loro il via per cominciare.
“Ancora non capisco perché durante le lezioni di pozioni devo sopportarti” bisbigliò Scorpius.
“Perché io sono la migliore e tu sei una schiappa” fu la risposta che gli diede Kotone.
“Non ci provare”
“Sei stato tu a chiedermelo Malfoy, così tuo padre non ha motivo di vergognarsi di te”
“Mio padre non si vergogna di me”
“Non l'ho mai detto, riporto solo le tue parole” ribatté infine Kotone, per poi iniziare a tagliare le sue radici di valeriana. Scorpius non aggiunse più una parola e lavorò in silenzio, ogni tanto scopiazzando il lavoro della sua compagna.
Nel tavolo affianco al loro Rose portava avanti come se nulla fosse la propria pozione e stranamente anche Albus sembrava non avere difficoltà.
“Questa pozione non è tanto difficile” commentò il ragazzino, più sereno e tranquillo.
“Scorpius stai usando tu la lavanda?” chiese Kotone voltandosi verso il suo compagno.
“Cotton ma che dici? Non c'è la lavanda tra gli ingredienti!” rispose quello piccato.
Kotone allora annusò l'aria per individuare da dove provenisse e adocchiò il tavolo di Potter e Weasley. Per esclusione capì che fosse proprio Potter ad aver sbagliato pozione.
“Potter sta facendo un distillato soporifero” commentò a bassa voce.
“Sul serio?” ridacchiò Scorpius e guardò il libro di testo. “Quello scemo ha confuso la pagina della pozione obliviosa con quella del distillato soporifero” le fece notare indicando con l'indice le due pagine del libro.
“Ma come può non essersene accorto il professore?” osservò Kotone. Entrambi sollevarono lo sguardo e notarono il professor Zabini osservare divertito, con un velo di crudeltà, proprio il giovane Potter.
“Se n'è accorto, fidati. Sta solo aspettando il momento giusto per farglielo notare”
“Diabolico” commentò Kotone ed entrambi risero sotto i baffi.
Rose Weasley troppo presa dalla preparazione, non si era minimamente accorta che il suo amico stesse preparando una pozione completamente diversa, solo quando sollevò gli occhi e notò che la sua pozione era di un lilla delicato capì quello che il cugino stava combinando. La rossa iniziò ad aiutare e dare consigli al cugino per risolvere qualcosa nei limiti delle sue capacità. Da parte sua Potter iniziò ad agitarsi, facendo confondere anche la cugina. La pozione cambiò colore da lilla passò a verde per raggiungere un rosso acceso, le bolle aumentavano e dal calderone proveniva un suono sinistro, i due cugini fecero appena in tempo a ripararsi sotto il banco che la pozione esplose finendo sulla parete e su Kotone e Scorpius.
“Che diavolo sta succedendo?!” sbottò il professore che stava elogiando il lavoro di Geoffrey.
Kotone, inzuppata di pozione, iniziò a riempirsi di piaghe dolorose nei punti in cui la sua pelle era stata bagnata. Il professore esortò Geoffrey ad accompagnare sia lei che Scorpius in infermeria.
Mentre Kotone usciva dall'aula con la pelle in fiamme, sentì chiaramente la voce del professore tuonare contro la Weasley e Potter e levare punti alla loro casa.

 

In infermeria alla signora Abbott ci vuole un po' per capire cosa fosse successo esattamente, mentre Geoffrey cercava di spiegare, Scorpius continuava a lamentarsi, Kotone invece non aprì bocca, il dolore era così forte che, se l'avesse fatto, sarebbero uscito soltanto lamentele e piagnucolii esattamente come quelli di Scorpius.
I due passarono il resto del giorno lì, ad aspettare che le piaghe passassero. Scorpius dopo essersi lamentato per dolore, una volta alleviato questo, si lamentò dell'inettitudine di Potter e della lezione di volo persa.
“Malfoy ne ho abbastanza di sentirti borbottare” commentò Kotone, dopo due ore di continui piani vendicativi e insulti verso Potter. “Giuro che se non stai zitto, mi vendicherò io...ma lo farò su di te”
“Tu ti sei accorta che stava sbagliando! Perché non l'hai evidenziato platealmente?”
“Potevi farlo anche tu!”
“No! Io volevo vedere come l'avrebbe punito Zabini”
Kotone si voltò a guardarlo. “Non fare la santerellina Cotton, ammettilo! Anche tu aspettavi l'umiliazione a fine lezione di Potter” disse ammiccando.
“Un pochino sì” ammise.
“Sei una vera serpe”
“Tu di più”
“Grazie del complimento” le sorrise.
In quel momento si presentò di nuovo l'infermiera, esaminò entrambi e li lasciò andare.
“Meno male non ci siamo persi anche la cena di Halloween” commentò Scorpius.
“Sarebbe stato il colmo” continuò Kotone.
“Andiamo direttamente alla Sala Grande?” propose il biondo.
“Certo!”

 

La cena di Halloween fece dimenticare a tutti i malumori e le disavventure della giornata. Tutti si rimpirono la pancia, servendosi ogni tipo di prelibatezza presente sulle tavolate. Persino i fantasmi erano allegri e si divertirono un sacco a realizzare scenette raccapriccianti o raccontare storie terrificanti. Ogni tanto una sottile velo di nebbiolina bluastra aleggiava nella Sala Grande, per poi essere disperso da nugoli di pipistrelli. Le zucche lievitavano sopra le loro teste e da alcune pendevano enormi ragnatele argentate.
Quando si fece troppo tardi, la preside inviò tutti nelle proprie sale comuni augurando a tutti una notte terrificante.
Kotone insieme ai suoi compagni si avviò verso i sotterranei, quando da una parta socchiusa provvenì un odore pungente e familiare.
“Cotton che ti prende?” le chiese Scorpius, vedendola irrigidirsi e bloccarsi.
“Lo senti? Questo odore intenso?” gli chiese.
“No! E non è il caso di fare la stupida, se proprio vuoi fare uno scherzo, fallo a quel frignone di Potter”
“Hai paura Malfoy?” gli chiese sollevando un sopracciglio e sollevando l'angolo sinistro della bocca.
“Paura Cotton? Non farmi ridere” disse sprezzante, ma con una lieve incrinatura nella voce.
“Sì, sì...stai tremando” continuò a punzecchiarlo.
“Kotone ora che ci penso” li raggiunse Xylia “Tu sei giapponese!”
“Che acume Carroll” commentò Scorpius “Ci sei arrivata da sola?”
“Sta zitto Malfoy!” sbottò verso di lui “Kotone scommetto che tu sai storie molto più terrificanti, di quelle che ci hanno raccontato i fantasmi”
“Beh...in realtà, so solo quelle che raccontano i Babbani, le ho lette in un libro con una mia amica” spiegò Kotone.
“Eh? I tuoi genitori non ti hanno mai raccontato storie di paura?”
Kotone ci pensò su, suo padre qualche volta ci aveva provato, ma poi guardava sua madre e le diceva che gliele avrebbe raccontate più avanti. In effetti a parte alcuni incubi e l'improvvisa scomparsa di sua nonna, nella sua vita non c'è mai stato nulla di oscuro. Almeno prima di mettere piede ad Hogwarts.
“Mi dispiace Xylia” si giustificò.
“Ah fa nulla” disse lei un po' delusa.
“Però anche le storie babbane sono più terrificanti di quelle raccontate dai fantasmi” aggiunse.
“Davvero?!”
“Muovetevi ci stanno seminando” intervenne Scorpius.
“Dai raccontamene una” la pregò Xylia, mentre scendevano nei sotterranei.
“Ora?”
“Siii”
“Voi siete pazze” disse Malfoy.
Kotone iniziò a raccontare una delle sue storie preferite, quella di Teke-Teke. Quando finì di raccontare, Xylia la guardava con gli occhi spalancati e Scorpius era più pallido del solito.
“Malfoy?” si preoccupò Kotone.
In quel momento le lanterne del corridoio si spensero e in lontananza si sentì un rumore di passi, ma realisticamente simile al suono che emetteva Kotone per simulare lo spostarsi sui gomiti del personaggio della sua storia. Scorpius si gelò dalla paura e iniziò a piagnucolare, Xylia si aggrappò a Kotone.
“Non voglio essere tagliata in due!!” urlò la ragazza quasi stritolando Kotone.
Come la luce era andata via riapparve e nel corridoio non c'era nessuno.
“Ok! Direi che per oggi basta storie di fantasmi” asserì Kotone con un filo di voce e tutti e tre corsero dentro la Sala Comune.
“Se stanotte muoio d'infarto ti riterrò direttamente responsabile McGonagall!” sbottò Scorpius, salendo a tre a tre gli scalini per il suo dormitorio.
“Kotone andiamo” disse Xylia con un filo di voce. Senza lasciare la mano della compagna entrarono nel loro dormitorio.
“Eccovi! Che fine avevate fatto?” chiese Euphemia.
“Parlavamo” a malincuore Xylia lasciò la mano di Kotone e tremante si mise sotto le coperte.
Anche Kotone si era spaventata, ma ora si chiedeva se non fosse stato tutto solo un caso o se il castello avesse giocato con loro a “dolcetto o scherzetto”. Quel pensiero la fece sorridere, poteva anche essere così e molto più serena rispetto a Xylia, si mise a letto catapultando subito in un sonno profondo.


Ciao a tutti, eccomi di nuovo qui a postare il nuovo capitolo. Vi chiedo immensamente scusa per il ritardo, ma ho avuto tutta una serie di imprevisti che mi hanno impedito di scrivere. Questo capitolo è uno di quei capitoli di passaggio, sempre molto "amati", ci sono molti dialoghi e io non li amo particolarmente. Spero che la lettura sia piacevole e non una cantonata. 
Eventualmente se qualcuno avesse perplessità sulla presenza di Hannah Abbott in infermeria, ho utilizzato la notizia della sua domanda come Guaritrice nella scuola e in questa fanfiction ho deciso che venisse accolta u.u! 
Per la storia Teke-teke per chi non la conoscesse è una leggenda metropolitana giapponese.
Una donna il cui corpo è stato tagliato a metà, dopo una caduta sulle rotaie del treno, e vaga dopo il crepuscolo spostandosi sui gomiti e chi ha la sfortuna di incontrarla viene tagliato a metà. Il nome teke-teke è un onomatopea derivante dal suono dei suoi spostamenti sui gomiti.

Buona lettura! Al prossimo capitolo <3 

 

  
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