CAPITOLO 8
Dopo qualche ora Davide si risvegliò... Non ricordava bene cosa era successo, aveva solo un vago ricordo di quello che poteva essere accaduto. Nella sua mente si susseguivano immagini confuse, vedeva lui, Leo e Toni giocare a basket con altri ragazzi, poi gli era venuta una forte fitta al cuore e poi nulla... Più si sforzava di ricordare, più non ci riusciva. Inoltre non capiva neanche bene dove si trovasse, di certo non era la sua stanza quella...
Alfredi: -Ciao Davide... Come ti senti?-
Il ragazzo si voltò stancamente verso il proprietario di quella voce, lo guardò con aria confusa, curiosa e un po' spaventata a dir la verità. Non lo riconobbe immediatamente, aveva la mascherina che gli copriva quasi tutta la faccia ma per fortuna se la tolse così da poterlo riconoscere. Aveva già visto quel medico, Leo gli aveva parlato di lui come di uno molto bravo e diverso dalla maggior parte dei dottori.
Davide: -Bene...-
Rispose con voce tremolante e stanca. La gola gli faceva male ed aveva una gran sete! Intuendo i suoi pensieri, Alfredi lo aiutò a bere qualche sorso d'acqua fresca.
Davide: -Ma cosa mi è successo? Dove sono?-
Alfredi: -Non ricordi nulla?-
Davide: -Poco... Ricordo che ero sul campetto da basket con Leo e Toni... Poi sono arrivati dei ragazzi... Abbiamo fatto una partita... E poi...-
Alfredi: -Sei stato male... Sei svenuto... Hai avuto un attacco di cuore. Siamo dovuti intervenire d’urgenza. Ora la situazione è migliorata... Questa è una camera un po' speciale, siamo stati costretti a metterti qui perché ci sono tutti questi strumenti... Vedi? -
Davide: -Dove sono i miei genitori?-
Alfredi: -Qui fuori... Domani ti riportiamo nella tua camera e potrai vederli.
Anche i tuoi amici ti aspettano! Sono stati in corridoio tutto il tempo...-
Davide: -Ma da quanto sono qui?-
Alfredi: -Alcuni giorni... Ora però basta con le domande. Devi riposare-
Detto questo il medico si alzò, posò la sua mano sulla testa di Davide, scottava... ma era comprensibile dopo quello che aveva passato.. E si avviò verso l'uscita. Non gli aveva accennato né all'operazione né al fatto che sarebbe stato trasferito in un altro ospedale... Per il momento doveva solo riposarsi e non preoccuparsi di nulla.
La notte passò velocemente, il giorno dopo verso le 10.00 Davide venne riportato nella sua stanza. Ad attenderlo c'erano tutti! C'era suo padre, Lilia, Nicola e tutti i suoi amici! Gli si fecero incontro e lo abbracciarono! Avevano preparato una specie di festicciola molto tranquilla... C'erano diversi palloncini ed il tutto era condito da Piera che si era per l'occasione vestita da pagliaccio!
Ulisse: -Piano, piano! Non stancatelo!-
Lisandri: -Ulisse ha ragione... Davide ti abbiamo riportato qui ma non pensare neanche lontanamente di alzarti!-
Leo: -Non si preoccupi! Davide non si alzerà!-
Toni: -Giusto!-
Davide: -Che palle però...-
Lilia: -Davide!-
E così, tra l'allegria e spensieratezza generale, arrivò sera. I Braccialetti non si erano mossi quel giorno! Avevano passato tutto quel tempo in camera senza uscire... Leo aveva suonato, con la chitarra che Davide gli aveva regalato, molte canzoni famosi e no; Toni e Cris si erano sfidati in una specie di karaoke, anche se il più delle volte sembravano delle vere cornacchie! Vale e Davide ridevano a crepa-pelle, sopratutto perché il Furbo aveva un modo tutto suo di interpretare i versi! Erano passati solo pochi giorni da quando erano stati tutti insieme, eppure sembrava essere passata un'eternità! A breve Davide sarebbe stato trasferito e chissà quando avrebbero passato nuovamente una giornata così... Il Bello ancora non sapeva nulla, era stato stabilito che sarebbero stati i medici e i suoi genitori a dirgli la verità. Il compito dei Braccialetti era solo quello di distrarlo un po' e di tranquillizzarlo il più possibile!
Lilia ed il compagno li avevano lasciati soli, sapevano che ognuno di loro aveva bisogno di “quel momento”. Non sapevano perché ma quello tra il figlio e quei ragazzi era un legame talmente forte e speciale che andava ben oltre la semplice amicizia. Quello che li univa era qualcosa di misterioso ed inspiegabile, che andava aldilà dell'età, delle condizioni sociali e di tutte quelle barriere che, spesso, sono da ostacolo in un qualsiasi rapporto. Vederli insieme era una gioia, era come guardare un castello di carta... Bastava toglierne una che tutto sarebbe crollato all'istante. Ognuno era il sostegno per l'altro, si completavano... Tanto diversi ma anche tanto uguali.
Verso l'ora di cena entrarono la Lisandri, Alfredi, De Grandis e i genitori di Davide, la dottoressa dovette usare tutta la sua “pazienza” per convincere Leo, Vale, Toni e Cris a tornare nelle rispettive stanze.
Leo: -Ci vediamo domani!-
Cris: -Notte!-
Toni: -E mi raccomando Davide, se hai bisogno dillo a Rocco che poi lui l'ho dice a me!-
Davide: -Si, si! Ora andate però...-
Una volta usciti, i cinque adulti si rivolsero al Bello, era giunto il momento di dirgli come stavano davvero le cose...
Nel frattempo i ragazzi si diressero alla proprie camere. Leo, ad un certo punto, vide Ruggero in compagnia dei suoi amici.
Leo: -Raga andate pure... Io devo fare una cosa-
Detto questo il Leader si avvicinò al gruppetto di ragazzi più grandi chiedendo di poter parlare con Ruggero.
Ruggero: -Che c'è?-
Leo: -Ti volevo ringraziare... Senza di te ora Davide sarebbe morto-
Ruggero: -Non ho fatto nulla di speciale-
Leo: -Nulla di speciale dici? Lo hai rianimato e dici che non hai fatto nulla? Ho avuto l'impressione che lo avessi già fatto...-
Ruggero: -Be si... Prima dell'incidente ero un volontario della croce rossa...-
Leo: -Incidente?-
Ruggero: -Si... C'era stata un'emergenza, un incendio in una scuola. Arrivati sul posto la situazione era molto critica... C'era fumo dappertutto. Vidi che c'era un bambino intrappolato al primo piano e decisi di entrare comunque nell'edificio. Purtroppo mentre stavamo uscendo mi è caduto addosso una trave e mi ha schiacciato delle vertebre... Non ricordo molto cosa è successo dopo, ricordo solo di essermi risvegliato qui in ospedale. I dottori mi dissero che cosa mi era accaduto... Da allora sono su questa carrozzina-
Leo aveva ascoltato quel racconto in rigoroso silenzio. Era stato troppo frettoloso nel giudicarlo. Si pentì di come lo aveva trattato...
Leo: -Mi dispiace...-
Ruggero: -Non farlo! Odio chi prova pietà-
Leo: -Non è pietà la mia...-
Ruggero: -Piuttosto come sta il tuo amico?-
Leo: -Meglio... Ma devono operarlo-
Ruggero: -Sono sicuro che ce la farà... E' un bel tipetto!-
Leo: -Già… Un bel tipetto…-
Detto ciò Ruggero se ne andò seguito dai suoi compagni.
Angolo mio:
Scusate tantissimo il ritardo!!!!!! Ma ero via.. Ringrazio chi segue la storia e chi l'ha messa tra le preferite e/o seguite... Spero che anche capitolo vi sia un pochino piaciuto... :)
Criss