Tornata
a casa,mi buttai a letto e telefonai alla mia migliore amica
-Anna
ti devo parlare-
-dimmi
tutto! Ti sento triste.. -
- Sto
male, ho appena rivisto la spiaggia dove andavo con Andy tutte le
estati, Alex me ne ha parlato, non ce l'ho fatta, gli ho chiesto di
riportarmi a casa. - -Laure, non piangere.. che ti ha detto? -
- Mi
ha raccontato che quella spiaggia rappresenta per lui Andy, ci
stavano sempre da piccoli a giocare.. - mi fermai chiusi gli occhi
per evitare ancora lacrime poi continuai – dopo quel maledetto
incidente Alex non aveva mai portato nessun altro , tranne me. -
-
Questo ti dimostra che ci tiene veramente a te stella..-
- Mi
manca da morire Andy, per quanto io possa amare Alex, nessuno sarà
mai come lui, nessuno amerò quanto Andy o per lo meno non allo
stesso modo.. e questo mi distrugge -
- A te
sembra sia così, puo' capitare sai.. ma devi farti forza e
ricordarlo in modo positivo e devi sorridere perchè lui ti vuole
bene, la vita va avanti Laure.. anche se spesso è difficile.. -
Le sue
parole mi tranquillizzarono: è proprio la migliore amica del mondo
– Ti
voglio bene Anna, sul serio -
- Te
ne voglio anche io tesoro, non scordarlo mai.. - .
Qui
chiusi la chiamata, mi feci una doccia e mi addormentai.
Quanto
è bello avere una migliore amica. A lei puoi dire tutto,
puoi piangere e ti tirerà fuori sempre un sorriso. Ti
dirà che va tutto bene, perchè sul serio, se c'è lei va tutto
bene. Finchè ci sarà lei io sarò al sicuro e felice e
tutto andrà bene ma non sono più quella di prima. Ero così
maledettamente fragile, anche se sapevo di dover guardare avanti.
Andy
non sarebbe più tornato. Non sarebbe stato facile abituarsene, per
quanto sia passato del tempo a me mancava come sempre. A volte mi
pareva quasi di dimenticarlo, in compagnia di Alex. Ma poi ci
ricascavo, la sera prima di addormentarmi. Pensavo ai momenti
passati insieme. Mi capitava anche di odiare la mia stanza ogni
tanto, mi ricordava tutte le notti che avevamo dormito insieme.
Tutti i pomeriggi passati a studiare e a baciarci. C'erano ancora
tante fotografie di noi due insieme che non avevo il coraggio di
mettere in uno scatolone. E poi nel mio armadio c'era ancora appesa
la sua felpa grigia, quella che aveva dimenticato il giorno prima
dell'incidente. Ogni tanto la guardavo e piangevo, urlavo e mi
nascondevo sotto le coperte. Al buio, dove nessuno poteva vedere
quanto io fossi così debole.
Ero
cambiata, il mio cuore era cambiato. Prima ero sempre felice, ero
sempre io a convincere gli altri che la vita andava avanti, che
bisognava essere felici. Ma poi furono gli altri a consolarmi e
capii quanto era difficile provare a ricominciare. Capii però
quanto fossero importanti le parole che mi dicevano le persone: un
“ti voglio bene” cambiava.
Mentivo
spesso a me stessa, non riuscivo più a guardare la realtà. Mi
illudevo, mi perdevo. Avevo paura di dimenticare Andy se ero troppo
felice. E mi sarei odiata se così fosse capitato. Le persone
importanti non si dimenticavano mai. L'amore non si lasciava
perdere, l'affetto non andava mai messo da parte.
Se non
avessi rivisto quella spiaggia non ci avrei così intensamente
pensato.
Sarei
stata d'accordo con Anna: andava tutto bene. Ma mi illudevo. Anche
se c' era lei con me. No, non ero affatto la stessa Laure che rideva
sempre, che era sempre di buon umore, che consolava tutti, quella
che aveva una soluzione per ogni problema. Ai problemi degli altri
certo, ai miei non trovavo mai la giusta soluzione. Combinavo sempre
pasticci. Forse innamorarmi di Andy era uno di questi, o innamorarmi
di Alex. O entrambe le cose. Sta di fatto che quella notte dormii
con la felpa di Andy addosso.