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Autore: Bellis    19/09/2008    10 recensioni
L'ascesa di Voldemort ha causato la morte di molti Maghi e Babbani. Due di loro hanno pagato un prezzo peggiore della stessa dipartita, spingendo coloro che ancora ispirano la loro esistenza alla Magia Bianca, i membri dell'Ordine della Fenice, ad un estremo, disperato atto di fiducia.
Quale sarà l'esito?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, I Malandrini, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per tutti coloro che hanno desiderato trovare un senso in questa FanFiction e l'hanno seguita dalla sua nascita alla sua conclusione.

(Risposte alle Recensioni e Ringraziamenti a fine Capitolo, per motivi strettamente funzionali. Scusate l'inconveniente.)

Eccoci al dunque.
Buona Lettura!

Capitolo XIX - La Fine di Ogni Cosa

Tutto, nell'ombra, si avvitò lentamente intorno a lui, e Remus Lupin, istintivamente, seppe cosa stava per accadere.

"Che sia ancora una volta la Foresta. Un'ultima volta..."

Era un eco, che rimbombava nel suo animo più intimo, scandito dai battiti del suo cuore, dal lieve suo respiro, cose che in verità non gli appartenevano più, ma gli erano donate da quest'ultima possibilità di sapere, di conoscere, di rendersi utile.
Di vivere.

Desiderò che Dora, la sua amata moglie e sorella, fosse accanto a lui, ma si rese inconsapevolmente conto che quello non era il tempo in cui i suoi desideri si dovevano realizzare.

Fu una strana sensazione.
Il suo animo, che era stato svuotato da ogni emozione o percezione, d'improvviso fu nuovamente consapevole del Mondo.
Il fruscio delle foglie, lo scricchiolio di rametti, il mormorio flebile e costante del vento, come una voce lontana che parli della tua infanzia più tenera... egli fu subitaneamente presente a tutto ciò.

Tuttavia, non fu un'esplosione di gioia.
Anzi, sconforto e panico presero il posto della tranquillità nel suo essere indebolito.

Nuovamente insieme a loro, nuovamente nella Foresta, teatro di tante avventure giovanili e di tante spensierate, spericolate, folli corse.
Sfondo di una cruenta battaglia, ora Essa portava in grembo i corpi senza vita di troppi giovani Maghi.

Avrebbe cullato anche loro, mentre definitivamente si assopivano?
Avrebbe rassicurato il suo animo perso, spezzato, smarrito?

Mentre si risvegliava alla Terra, mentre i suoi occhi si aprivano, per l'ultima volta, al verdeggiante sipario proibito, il suo sguardo incontrò quello di James Potter, di fronte a lui.
Era lo specchio della fierezza, della fermezza, della calma. Come lo ricordava in vita, ma pervaso da una saggezza che oltrepassava la materialità.

L'immagine della sua parte migliore, più pura e colma di Magia Bianca, del coraggio e della nobiltà che si erano mostrate, in vita, pallide ed offuscate, appannate, come un elegante Cervo di cristallo coperto da un sottile velo di polvere amara.

Si rilassò istantaneamente, completamente, mentre il suo animo si destava, definitivamente, alla realtà, e le sue iridi chiare si focalizzavano sul giovane ragazzo dinanzi a lui.
Cresciuto, maturato nel corpo oltre che nella mente, sarebbe stato la copia imperfetta di James.

Harry Potter dischiuse le palpebre e li guardò.

Remus Lupin abbozzò un sorriso pieno d'affetto, inspirando inconsciamente l'aria fresca e familare del Bosco che lo sfiorava e lo accarezzava senza lasciar traccia alcuna sulla sua persona.

Capì.
Conobbe il proprio destino.
Non un'ombra di turbamento occupò il suo spirito mutato.
Si sentiva giovane, migliore, e avrebbe vissuto per non dimenticare...

***************

James Potter sentiva di esser appena riemerso da un lungo ed agitato sonno, per un ultimo momento di veglia.

Sapeva di avere accanto a sè la moglie.
Avvertiva la sua quieta presenza ora come l'aveva sempre percepita, quella di un angelo silente e leggiadro, portatore di tranquilla consapevolezza.

Di fronte a lui, Remus.
Il buon, vecchio amico, la Coscienza dei suoi giorni di superbia ed orgoglio.
Colui che l'aveva tante volte corretto, fatto sentire in colpa, ma che - James lo sapeva benissimo - non era mai riuscito a togliersi dalle spalle il pesante fardello della propria maturità.
Era mai stato ragazzo, Lupin?
James non sapeva accertarlo.
Lo ricordava come un fanciullo cupo, silenzioso, dal volto segnato, che si lasciava andare alla sfida e alla baldanza solo a causa dei suoi Malandrini colleghi.

Alla sua destra, dov'era sempre stato e sempre sarebbe rimasto, Sirius.
Disinvolto e sorridente, molto simile a quel giovane che il corpo docente di Hogwarts aveva conosciuto a spese della propria pazienza.
Osservava Harry con una buona dose di orgoglio impresso nello sguardo spavaldo.
Fissava il suo figlioccio, che era cresciuto, forse troppo in fretta, aveva superato pericoli che Maghi adulti non erano stati minimamente capaci di fronteggiare.
E senza aiuto.

Harry.

Suo figlio Harry.
Era alto come lui, e la chioma l'aveva evidentemente ereditata dal padre, perchè sfoggiava lo stesso grado di ribellione e di scompostezza.

Occhi verdi, profondi, che si posavano su James Potter con un lieve stupore, con un terrore vuoto, che lasciava l'animo inerte ed incapace di reagire.

Harry, figlio mio.
Dopo tanti anni, questo dono.

Voleva parlare, Ramoso, ma non vi riuscì affatto.
Sentiva un groppo in gola.
Curiosamente, dopo tanto torpore e tanta insensibilità, riuscì ancora a riconoscere i sintomi del disagio e della commozione.

"Sei stato molto coraggioso." venne la tiepida e tremante voce di Lily.
La bella Strega si scostava i capelli rossi e lunghi dal volto, mentre i suoi occhi studiavano ogni centimetro del volto di Harry, come se non potessero mai stancarsi di frugare i lineamenti amati.

James serrò la mascella, ricacciando indietro le lacrime.
Riusciva, stranamente, a controllarsi piuttosto bene, ma questo non lo lasciò sorpreso.
Si trovava in quella dimensione beata ove le emozioni assalgono il cuore senza turbarne i battiti.

Il giovane Mago, incantato, scrutava con infantile avidità il profilo della madre, e l'Animagus si rivide ragazzo, abbacinato dalla bellezza e dal carattere dell'affascinante Evans... ma capì che il sentimento che colmava il petto di Harry era più puro e più innocente di quanto il suo non fosse mai stato.

"Ci sei quasi." mormorò, ed il suo tono era fioco e fermo, "Sei molto vicino. Noi siamo... fieri di te."

Le parole svanirono in un bisbiglio, in una ventata d'aria che sollevò i capelli neri dalla fronte del giovane Studente.

"Fa male?" intervenne Harry, e parlava con la gola strozzata e chiusa.

Una lama invisibile trapassò il petto di James.
Fu tacitamente grato ai due amici che risposero al posto suo.

"Morire?" replicò Sirius, con perspicacia, la sua voce noncurante che si perdeva nel Cielo e si spandeva delicatamente intorno, "Niente affatto. E' più veloce e più facile che addormentarsi."

"E lui vorrà che sia rapido. Vuole farla finita." puntualizzò Lupin, con un cenno del capo lieve e secco, come a confermare il concetto.

Il più vecchio Potter si accorse di aver abbassato lo sguardo, e si affrettò a posarlo nuovamente sul magro viso di ragazzo che gli stava davanti.
Vide un'ondata di buia disperazione invaderlo, un fiotto di rammarico e di gelo.

"Io non volevo che moriste." sussurrò, istintivamente, Harry, "Nessuno di voi. Mi dispiace..." e si rivolse al Licantropo, che sorrideva amaramente notando la sua commozione.
"... avevi appena avuto un figlio... Remus, mi dispiace..."

"Dispiace anche a me." si affrettò a rispondere Lupin, gentilmente, "Mi dispiace perchè non lo conoscerò mai... ma lui saprà perchè sono morto e spero che capirà. Stavo lottando per un mondo in cui lui possa vivere una vita più felice." spiegò, con la solita aria d'imperturbabile tranquillità che lo contraddistingueva e non escludeva un forte accento di malinconia.

Una lunga pausa, interrotta solamente dall'ululato del vento.
James attendeva, paziente.
Non avrebbe detto a Harry di andare.
Non avrebbe mosso un muscolo, per forzare la decisione di suo figlio.
Una parte del suo animo, quella che ancora si curava delle emozioni, avrebbe subito qualsiasi tortura piuttosto che spedire il ragazzo a morte certa.
L'altra parte, pervasa da una consapevolezza più definitiva, sapeva che era necessario lasciare che fosse lui ad agire.

"Resterete con me?"

L'Animagus deglutì.
"Fino alla fine." rispose, istantaneamente, e con sollievo sentì che il tono era rassicurante e calmo.

"Non possono vedervi?" chiese ancora Harry, mentre nei lineamenti pallidi affiorava una solida risoluzione.

"Siamo parte di te." venne la voce brusca di Sirius, come da molto lontano, "Invisibili a chiunque altro."

Le iridi verdi cercarono quelle più simili a loro e le trovarono, nel bel volto incorniciato da lunghi capelli rossi.
"Stammi vicino." fu un bisbiglio di preghiera, d'implorazione, di conforto.

Poi il giovane Grifondoro si volse e si avviò.
James lo seguì, passeggiando sul soffice tappeto d'erba.

Era uno strano corteo, quello di cui si trovava a far parte.
Un silente corteo di fantasmi per un Mago rannicchiato sotto il vecchio Mantello dell'Invisibilità.

Il padre non si stupì affatto di riuscire a scorgere la figura di Harry anche sotto la protezione che tante volte aveva celato i Malandrini, nè parvero stupirsene i suoi muti compagni, che avanzavano con scioltezza, senza curarsi dei rumori.

Videro Yaxley e Dolohov, li scorsero e grazie a loro conobbero il luogo ove Lord Voldemort si rintanava.

Camminarono ancora, incoraggiando coi gesti e coi sorrisi il fanciullo per il quale erano morti, proteggendolo con la loro aura Bianca dal gelo dei Dissennatori...

Il fanciullo che accompagnavano alla morte, perchè potesse vivere.

Ma i sentimenti non erano nulla, nello spirito dei Quattro.
Il tempo non era nulla.
Frammenti di un'Epoca perduta, avevano una sola missione.

Infine giunsero a lui.
Senza rabbia e senza rancore, con una serenità che non si sarebbero mai aspettati e che non regnava nel cuore terrorizzato e adolescente di Harry.

Voldemort, al centro dei suoi Mangiamorte riuniti in un cerchio di perdizione e di malvagità, un antico simbolo della loro pari condizione di schiavitù.

"Nessuna traccia di lui, mio Signore." era la voce di Dolohov, che tutti conoscevano anche troppo bene.

L'Oscuro Sire era immobile, impassibile, le pupille rosse e serpentine fisse sul fuoco che divampava, come la sua anima ardente.

"Mio Signore..." proruppe Bellatrix, adorante, e James scorse un fremito di odio affiorare sul volto tirato del figlio.

Voldemort alzò la bacchetta, e tutto tacque.

"Credevo che sarebbe venuto." sibilò la sua voce metallica ed acuta, "Mi aspettavo che venisse."

Non un respiro, non un lamento, non un'esclamazione.
Attendevano l'ira del loro signore, senza accorgersi che il giudizio al quale si sottomettevano era demoniaco e diabolico.

"A quanto pare, mi... sbagliavo."

"No."
Era stato Harry a parlare, ed i quattro volti calmi dei suoi Patroni si volsero all'unisono verso di lui, consapevoli di ciò che sarebbe successo.
Il giovane studente lasciò cadere la Pietra.

Con un ultimo guizzo dei loro sorrisi, essi svanirono, dissolvendosi senza un lamento.

Per l'ultima volta...

Addio, figliolo.

***************

"James?"

"Sono sempre qui, Remus."

Si stavano allontanando dalla Foresta, e da qualsiasi percezione terrena.

"Ora, dove...?"

"Te l'ho detto. Avanti."

"James, Harry...?"

"Riuscirà. Ne sono certa. Prenderà la decisione giusta." era stata Lily a parlare, la sua voce dolce acquietò l'animo di tutti.

Una lieve pausa, come una piuma che si posi su un liscio ripiano di marmo ed ivi confonda il proprio bianco con la perfezione della roccia.

"Ma..." la voce di Lupin esitò.

"Sì?" era stato Sirius ad esortarlo.

"... se vi dicessi che... ho paura... mi chiamereste ancora..."

L'animo razionale di Remus ancora non lasciava il controllo allo spirito, nel quale regnava, sovrana, la somma conoscenza.

Una corta risata, simile ad un latrato.

"No, Remus." rispose James, con una certa tenerezza paterna, "Non lo faremmo."

"E' come salire sull'Espresso per Hogwarts, Lunastorta. Varcare una soglia arcana e senza possibilità di ritorno, come quella dell'Età." squittì una vocetta timorosa.

Una quarta presenza si era unita a loro.

"Vi ho aspettati."

"Grazie, Peter." replicò in un sussurro Sirius. "Dobbiamo andare, ora."

E mentre infine si spostavano, mentre distendevano all'unisono le mani perchè si toccassero, prima di compiere il gran balzo, una quinta voce sussurrò, al fianco di Remus Lupin.
"Non mi hai mai abbandonata..."

Ed ogni parvenza di solitudine o timore abbandonò quello spiritò, che lentamente si estraniava dalle costellazioni lontane o dal duro Pianeta vicino.

Fu l'ultimo ricordo dei Malandrini, loro e di tutti, una briciola di esperienza che permeava l'aria...

Sirius correva a perdifiato lungo uno stradone lastricato.
L'illuminazione Babbana di Godric's Hollow doveva decisamente essere perfezionata.
Ad ogni piccolo rumore proveniente dalle zone in cui il buio della notte era sovrano, l'Animagus sussultava.

Continuò a muoversi con la maggiore rapidità possibile, la bacchetta stretta convulsamente nella destra.
Sentiva dei passi dietro di sè, lo seguivano.
Poi una esclamazione lo raggiunse, mentre un uomo dai capelli castani striati di grigio gli si affiancava a fatica.

"Sirius! Ferma..." non riuscì nemmeno a finire la frase, che fu interrotto dalla mancanza di fiato, e, soprattutto, dal'udire risate gracchianti in lontananza.

Un villino, discosto lievemente dal centro del Villaggio, era in fiamme.
Verdi lingue di fuoco, unite al normale scoppiettio dei colori caldi, indicavano l'orribile verità: un Incantesimo aveva causato quello sfacelo.

Di fronte all'edificio, cinque alte figure ammantate torreggiavano su un uomo riverso al suolo, accasciato ed immobile.
Ridevano, i cinque assalitori, sguaiatamente, tra offese ed imprecazioni.

"Se la sono cercata. Hanno dato rifugio ad una sporca famiglia di Babbani!" ringhiò uno dei Mangiamorte, e con uno scatto la sua bacchetta fu puntata sul corpo a terra, che si contorse e gridò.
Un urlo di dolore e disperazione insieme.

Sentendo il proprio cuore battere furiosamente contro le costole, Sirius udì la voce straziata del suo amico James intervenire, in un mormorio esausto dal quale si riuscì a distinguere solo un confuso, "Assassini!".

L'Animagus non attese un millisecondo.
Fece qualche passo avanti, prese la mira con una crudeltà che lo rendeva molto simile alla cugina Bellatrix, e ruggì, "Stupeficium!"

Uno dei Maghi Oscuri crollò, sbalzato indietro dalla potenza dell'Incantesimo.
Gli altri quattro, voltatisi di scatto verso l'improvviso assalitore, immediatamente ingaggiarono una lotta senza esclusione di colpi.

L'abilità di Lupin e Black, unita alla loro agilità, non dava segno di poter resistere a lungo, quando, con uno schiocco abbacinante, un Mago ed una Strega si Materializzarono al loro fianco.

"Petrificus Totalus!" strillò Lily Potter, il volto pallido per la concentrazione, colpendo con precisione il petto di Tiger.

Sirius approfittò del diversivo per dare un'ulteriore prova della sua rapidità.
Schivando un paio di getti di luce rossa diretti alla sua volta, riuscì a raggiungere Potter, vicino alla porticciola del villino.
"James! Mi senti?" esclamò, più che chiedere, afferrandolo per un braccio, e trascinandolo di peso dietro il basamento di una vicina statua.

Potter lo fissò per un attimo con sguardo opaco.
Poi, spostò le iridi scure sulla casa in fiamme.
Con un sobbalzo di tutto il corpo, fece per alzarsi.
Il giovane Black lo trattenne a fatica.
"Non fare pazzie!" lo rimproverò, aspramente, "Quello è Ardemonio!... Gli Auror saranno qui tra poco, James." aggiunse poi, misurando il tono, ed abbassandosi mentre un paio di scintille verdi rimbalzavano verso di lui, "Stai calmo ora, va bene?"

"Voglio combattere." sillabarono le labbra esangui dell'amico.

"Senza bacchetta?" ribattè l'altro Animagus, immediatamente, con un'alzata di sopracciglia.

James, desolato, sembrava quasi arrendersi all'opinione del fedele compagno di avventure, quando, improvvisamente, un grido più forte degli altri raggiunse le sue orecchie.

"Incarce..."
Uno scoppio, una donna che tratteneva il fiato, un trambusto assordante.

"Lily?..."

Potter esitò solamente un attimo.
Con uno spintone al suo improvvisato custode, si rialzò in ginocchio, le gambe che tremavano violentemente sotto il suo peso.
Rotolò di lato, riportandosi vicino al cancellino, il cui antistante sentiero era invaso ormai da fiamme violacee.

Ansimando, raccolse la propria bacchetta nel punto dove era stato Disarmato.
Fece appena in tempo a difendersi dall'attacco di Amycus, che lo incalzava.

Sirius, scuotendo il capo per snebbiarsi la mente, non potè far altro che porsi a fianco dell'amico, duellando contro un adirato Goyle, pronto ad accorrere in aiuto di Potter qualora le sue forze avessero ceduto.

Un sibilo, dei forti crac, tutti intorno.
Gli Auror stavano arrivando.

Sollievo.
"Remus, Lily, Pete! Via di qui!" sbraitò Black, con l'aria di un vecchio sergente istruttore.
Colse al volo la distrazione dei due avversari per afferrare l'avambraccio di Ramoso e volteggiare su se stesso, Smaterializzandosi.

... la disgustosa compressione del Nulla... l'aveva sempre odiata...

... poi polvere, un tonfo sul legno, mentre atterravano e scivolavano entrambi su un pavimento tarlato.
Altri tre forti rumori annunciarono che il resto della squadra d'incursione li aveva seguiti.

"James..." sussurrò la bella Lily, avvicinandosi al marito mentre Sirius cercava di tirarlo in piedi.

"Sto bene, sto bene." borbottò lamentosamente lui, pallidissimo, cercando di sottrarsi alla presa dell'altro Animagus.

Black trasalì interiormente, percependo quanto, istintivamente, Potter lo utilizzasse come sostegno, malfermo, mentre prendeva posto su una sediola di legno traballante.

Fu una lunga notte di silenzio.
Passato il caos della battaglia, l'animo aveva tutto il tempo di dedicarsi alla tragedia della perdita.

Sirius e Lily si erano collocati vicino a James, su due sgabelli vecchi e polverosi.
Remus, seduto sul divano, sorreggeva il mento coi due pugni chusi.
Rannicchiato su una poltrona, Peter singhiozzava senza alcun pudore, il volto rosso affondato nelle mani.

I signori Potter erano stati uccisi.
E ciascuno di loro aveva un motivo di indicibile disperazione in questo fatto.

Sirius ripensava con amarezza straziante al tempo in cui li aveva considerati suoi genitori, una famiglia accogliente e generosa.
Scavò dentro il proprio animo mentre il Sole sorgeva e tingeva ogni cosa di rosa con le dita sottili.
Scoprì che la sua considerazione non era mutata, ed una ferita lancinante squarciò il suo petto agitato.

Gli occhiali di James caddero con un sordo rumore metallico sul tavolo, mentre copriva gli occhi con le mani tremanti.

"James..." ripetè la donna, in un dolce mormorio spezzato.

Potter sollevò lo sguardo annebbiato.

"E' bene che tu sappia una cosa, prima che..."

Lupin aveva spostato lentamente le iridi chiare sul volto elegante di lei, con aria vagamente interrogativa.
Black aggrottò le sopracciglia, preoccupato.

"Tu vedrai nostro figlio, James. Lo vedrai perchè sia il tuo orgoglio e il tuo sostegno, nella vita e nella morte." ella parlava con amorevolezza estrema, con una tranquillità ed una decisione superiori alla rozza composizione del mondo esterno.

"Nostro... figlio?" balbettò, la voce roca, Potter.

La moglie si limitò ad annuire graziosamente, facendo ondeggiare la chioma leggermente mossa.

"E sei venuta... lo stesso... in pericolo..." bisbigliò lui, gli occhi sgranati e fissi sul viso sereno e angelico.

"Se ti avessi lasciato... solo..." la donna riuscì a trattenere le lacrime solo per il tempo necessario a terminare la frase.
"Io... Avrei corrotto la mia stessa anima, James."
Scosse il capo, lasciando che i capelli le schermassero il volto piangente.
Il marito, sopraffatto ed allibito, le cinse le spalle con un braccio, traendola a sè.

Sirius non potè far altro che poggiare la destra sulla schiena dell'amico, mentre un flebile ma inevitabile sorriso gli danzava in volto.
Lupin e Peter rimiravano, estatici, la coppia, emblema stesso della speranza e della vita...

***************

Epilogo

Harry Potter sedeva, solo, nel Dormitorio maschile dei Grifondoro.
Aveva riposto entrambe le bacchette (quella di Sambuco e la sua) in cintura, stanco della lunga nottata e della lotta.

Ancora un senso di irrequietezza esterrefatta non lo abbandonava.
Gli sembrava impossibile che tutto fosse finito in così poco tempo.
Ritornare ad una vita normale, dopo tanti mesi (anzi, anni) di ansia, di aspettazione, di difese, di terrore... era improbabile, nella sua mente.

Tuttavia, era così.

Rivolse alla Foresta Proibita una rapida occhiata, attraverso le vetrate lustre.
Il luogo dove aveva incontrato, per l'ultima volta, i suoi genitori.
E Sirius.
E Remus.

Un nuovo pensiero sovrastò improvvisamente il senso di solitudine che questa riflessione stava generando, inevitabilmente, e che già gli opprimeva il petto.

Ritornò con la mente a quella lunga marcia sotto la fioca luce lunare.

Si rese conto di aver già da lungo tempo capito, che quelle presenze erano il motivo per il quale era giunto sino in fondo, aveva fatto la scelta giusta, si era abbandonato all'amore ed alla morte, piuttosto che alla malvagità ed alla sopravvivenza.

Essi sono parte di me.

Noi tutti esistiamo nella percezione altrui.
Dopo la dissoluzione materiale, viviamo nei ricordi di coloro ai quali abbiamo fatto del bene.
O avvampiamo, dolorosamente, nell'odio di coloro ai quali abbiamo fatto del male.

Harry non aveva ereditato solamente i capelli dal padre, nè solo gli occhi dalla madre.
Quei ricordi vaghi ed infantili di tenerezza, di abbracci e di risate, essi permanevano nel più profondo recesso del suo cuore.

Le parti migliori dei suoi cari vivevano in lui.

E gli si erano palesate, quella notte, non per uno strano vezzo o scherzo del Destino, ma perchè le aveva implorate di unirsi a lui, di guidarlo, di essere suoi esempi un'ultima volta, per non morire invano.

Per non sopravvivere invano.

Un'ultimo fugace ricordo, orribile ma illuminato da una nuova splendente stella.

Severus Piton, dopo aver evitato il suo sguardo per tanti anni, lo aveva cercato allora, prima della fine, e si era perso in quelle profonde iridi verdi, mentre esalava l'ultimo respiro.

Un frammento di Lily aveva sempre albergato nella sua anima avvilita...

... Uniti... .

[United We Stand - Fine.]

Ringraziamenti

Dal profondo del cuore, ringrazio elipotterina94_n6, germana (Benvenuta! :D), Mizar, Mote_Ely, Novalee, Sally90 e sihu per avermi seguito in questa avventura, mantenendo la mia Fanfiction nei loro Preferiti! :)
Sono fiera di avervi avuto come Pubblico, siete straordinari! :D

Un particolarissimo GRAZIE a jomarch che mi ha seguito dall'inizio alla fine, dandomi coraggio ed esempio nelle sue Recensioni lunghissime e stupende. Mi hai sempre insegnato tanto, mi hai dato ispirazione e spunto per ogni nuovo Capitolo, facendomi comprendere sempre di più ciò a cui mi stavo avvicinando... ed io infine ti ringrazio enormemente di questo :) Io, vedi, concordo con te sulla tua idea di giustizia poetica, come sempre capisci molto più di me, scavi all'interno dei testi, tutti quelli che commenti. I Malandrini si ritrovano ora, per l'ultima volta, proprio nella Foresta...
A presto, Psicologa! :D

Un enorme ringraziamento anche a Caillean, ed una grandissima scatola di fazzoletti! Mi spiace se ti ho fatto piangere, anche perchè tu sei sempre così gentile e lusinghiera nei tuoi Commenti, che io sono sempre inorgoglita, ultimamente. Sono veramente lieta che ti sia piaciuto anche il penultimo Capitolo, spero che questo non ti deluda! :S. Dimmi, ti prego, se sei contenta della piccola apparizione che ho scelto per Dora Tonks (non la chiamo col nome completo sennò esce dalla storia e mi trasforma in una pantegana :P)
Alla prossima! :)

Ciao, Padfoot_07, grazie del commento corto ed incisivo, sei veramente gentilissima a farmi tanti complimenti! :D :$ Spero che anche questo Capitolo ti piaccia, è l'ultimo eh!
Ci si rivede comunque in giro! :D

Ehilà, HarryEly, come al solito mi fai arrossire coi tuoi complimenti lusinghieri e le tue Recensioni spontanee... siamo giunti alla fine, e un po' di ciascuno sarà disvelato per arrivare al messaggio finale :) A proposito del Club, ti ho iscritta come Inquisitrice Suprema, va bene? :P La paga è di otto zellini al mese, vedi, è un po' scarsa, ma non sono mica Strega Purosangue con eredità di famiglia io :P
A presto! :D

Ciaooooo oOoPRONGSIEoOo, sì, siamo alla fine della storia, ed anche a me dispiace un pochetto di lasciare questi personaggi ai quali mi sono affezionata... ma in fondo, è una cosa temporanea :) (mwahaha). Sempre ti auguro di continuare bene con la Scuola, vedrai che sarai bravissima! :D Ti prego di dirmi, con tutta sincerità, se questo Capitolo finale (+ Epilogo omaggio) è all'altezza delle tue aspettative :D Con comodo, quando hai tempo, ovviamente :)
A prestissimo! :)

Ecco SaCh_La PottermaniacaXD! Grazie tanto tanto, davvero, per il Commento bellissimo e colmo di complimenti! Anche a me piace trovare dei Flashback nelle storie che leggo, così non ho potuto fare a meno di inserirne qualcuno nella mia :D Spero veramente che questo ultimo stralcio della loro vita non ti deluda, e non temere, presto sarò qui con una nuova storia, se vuoi (ovviamente sui Malandrini :P), ma prima ci vuole una lunga pausa di riflessione, o non riuscirò a chiarirmi le idee :D Una piccola postilla, l'ultima cosa che voglio è darti un dispiacere, quindi, se esagerassi con la drammaticità, ti prego di farmelo notare :S
Ciauuu! :)

Ho finito le Recensioni a cui rispondere, e concludo con un ultimo saluto a tutti quanti coloro che hanno letto e mi hanno fatto tanti complimenti.
Forse hai capito che per me il Tuo incoraggiamento è stato fondamentale, anche in relazione al periodo che sto passando attualmente.
Spero vivamente che questa FanFiction Ti sia piaciuta :)

Ai Commenti su questo ultimo Capitolo risponderò via email, attraverso il Form "Contatta Autore".
A presto, dunque!

Un abbraccio collettivo, sincero e naturalmente emotivo!

Bellis

   
 
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