Film > Disney
Segui la storia  |       
Autore: h o r o    25/08/2014    3 recensioni
Raccolta di flashfic crossover disney villains-centric. Senza pretese. Raiting variabile, numero di capitoli da definire. Nota: alcuni capitoli potrebbero essere oneshot.
Odio e amo. Per quale motivo lo faccia, forse ti chiederai. Lo ignoro, ma sento che accade, e mi tormento.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Odi et amo.


[Chapter ten. Grimilde]
Sogno cremisi


Aveva conosciuto presto il sapore amaro della perdita, alla morte del suo primo marito. Aveva poco più di sedici anni quando Sigurd era stato ucciso a sangue freddo, colpito alle spalle, a tradimento, mentre era a caccia.
   Grimilde ricordava bene il colore del suo sangue sulla neve – rosso, mentre scendeva di corsa la scala ghiacciata dell'ingresso, rosso, mentre cavalcava verso la foresta, rosso mentre vedeva la lancia abbandonata a terra – ma ancora meglio ricordava il gusto di quel sangue, caldo sulle sue labbra, quando aveva fatto voto di vendicarlo. Era un colore destinato a tormentarla per sempre.
   Aveva visto il corpo morto di un marito che amava, privato persino delle vesti più nobili, privato delle armi e del mantello dalle mani della gente che pure lo adorava e lo venerava, perché giusto e saggio, ma che credeva anche che di quei vestiti usati non se ne sarebbe fatto niente. Era diventato un semplice involucro ormai vuoto, svuotato della vita e della forza, un vaso pregiato finito in mille pezzi, una voce meravigliosa zittita per sempre. E Grimilde aveva baciato quelle labbra fredde, sporche di sangue, aveva assaggiato il sapore della morte e, in quel preciso istante, aveva giurato che avrebbe fatto qualsiasi cosa fosse in suo potere per vendicarsi. Come arma aveva solo se stessa, regina di un regno in rovina, senza nessun re al suo fianco, e una bellezza destinata prima o poi ad abbandonarla.
   Poteva vedere ancora il sangue, rosso, non suo, scorrerle tra le dita. Poteva sentirne il sapore ferroso sulla punta della lingua, l'odore pungente e dolciastro nelle narici. Giurò di usare ogni brandello di carne, ogni centimetro di corpo, di anima e di mente, solo per sapere che quel sangue non era stato versato invano.

E così, come una dolce e devota giovane vedova, aveva sposato un gentiluomo tedesco la cui moglie era da poco morta di parto, aveva da quel giorno recitato una parte, finto di provare quello che un cuore ormai spezzato provare non può più. Fingeva di amare un uomo che non voleva, di amare una figlia che non era sua, mentre di Sigurd non restava che un’immagine nella neve, un corpo immobile e una pozza di sangue. Invidiò ogni barlume di felicità di quella famiglia fantoccio, di quell'ombra di pace e quiete, di pienezza interiore e spirituale, senza il peso di nessuna promessa sussurrata in una fredda mattina di novembre, a un corpo freddo che giaceva nella neve. Odiò come una bambina dolce e timida che avrebbe dovuto chiamare figlia stesse diventando sempre più simile a come sarebbe dovuta essere lei. Odiò ogni mattina silenziosa, che sapeva di rosa, spettro di un'infanzia finita troppo in fretta.
   Grimilde studiò le arti proibite della stregoneria, imparò come fare ad assicurarsi tutto ciò di cui aveva bisogno. Sopravvisse e basta, perché la morte l’aveva toccata già una volta, le aveva strappato l’anima dal petto e se n’era andata senza dire niente. Vivere era solo una parola vuota, ormai, una parola che era nata forte e vivida, quasi rosso fuoco, e si era sbiadita per strada come corallo. 
   “Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?”, chiedeva ogni sera allo specchio silenzioso della camera coniugale, quando suo marito si era ormai addormentato. Quanto tempo poteva avere prima di vedere quella pelle raggrinzirsi, quei capelli ingrigirsi, quel corpo perdere la sua bellezza? Quanto tempo le restava prima che quel riflesso mostrasse chi era davvero dentro, sotto la bellezza che le aveva permesso di resistere finora? Quand'è che non sarebbe stata più degna del ricordo di un uomo morto?
   Le sembrava sempre che a parlare fosse Sigurd, quando lo specchio che lei stessa aveva incantato le rispondeva: “Sei tu, mia regina”.

Una sera, dei messi le portarono una lettera. Avevano trovato il traditore, si nascondeva in una bettola a pochi giorni di cammino.
   Grimilde mandò uno dei suoi cavalieri scelti ad assassinarlo, si fece portare testa e cuore. Brindò alla vendetta, la sua unica compagna di vita, perché quel fantoccio nel letto coniugale non valeva niente. Non era che un mezzo: se ne stava tranquillo, ignaro del buio che le cresceva dentro, inconsapevole in un letto maledetto, zittito da baci senza amore. Felice e inconsapevole, con quel sorriso fiducioso e bonario sul viso ogni giorno più vecchio, con quel calore e con quell'affetto che lei non riusciva ad assorbire, ma rifletteva e basta. Respingeva, addirittura. Non come la figlioletta perfetta, che portava in bella mostra i sentimenti come una corona.
   Ma, per la prima volta da tanto tempo, Grimilde era soddisfatta. Non felice, no. Si sentiva solo piena, come se uno strano calore le fosse nato in fondo allo stomaco, come se avesse ritrovato qualcosa di prezioso e caro che aveva da tempo perduto. Bevve un altro sorso di vino. Era buono, le annebbiava la mente al punto da concederle di sorridere alla propria immagine riflessa. Le faceva rivedere Sigurd ancora vivo, senza quel colore traditore a incorniciargli il volto, come la criniera di un leone. Senza il rosso devastante che vedeva ogni notte in sogno.
   “Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?”
   In quello stesso istante le labbra di Grimilde toccarono la superficie dello specchio e l’entità oscura dall’altra parte del vetro reagì al tocco, rispose per quanto poté. Erano uguali, loro due, entrambi prigionieri di mondi diversi e divisi. Destinati a non toccarsi mai, nascosti dietro il velo scuro del lutto in una notte nera come la morte.
   “Sei tu, mia regina”.
   Sigurd.
   La regina fece un passo indietro e si concesse un altro sorriso.
   “Grimilde, con chi parli?”, chiese la voce impastata del vecchio re, dal letto. Lei gli prese una mano tra le sue, e sussurrò, con voce estremamente carezzevole: “Con nessuno. Torna a dormire.”
   La vendetta aveva lo stesso sapore del sangue di Sigurd. Stranamente, era un gusto cui non credeva di volere rinunciare.
   E forse fu per quello che non si sentì neanche così colpevole, quando stappò la boccetta del veleno e ne versò due gocce nel bicchiere d’acqua del marito, a lato del letto, e gli diede un ultimo bacio, che sapeva essere d'addio.

In un’eternità momentanea, mi consumo, semplicemente, per un sogno cremisi.
 
/chapter ten - end.
Sono di ritorno, in ritardo, ma meglio tardi che mai, anche se è un luogo comune.
Un capitolo un po' fuori dall'ordinario, che vi rifila un mezzo Grimilde-specchio e un mezzo personaggio inventato. Sigurd, o Sigfrido, è originariamente un eroe epico della mitologia norrena, un po' alla Beowulf, dalla cui storia si dice venga il nome di Grimilde. Sua moglie, Crimilde, effettivamente giurò di vendicarlo e ce la fece. Brava donna. (Wikipedia mi sia testimone.)
Il mio è un adattamento libero e di pura fantasia, perché non ho letto di persona le sue avventure grandiose e - diciamocelo - non mi veniva in mente nient'altro per andare avanti con questa raccolta. Spero che come capitolo sia almeno passabile.
Non so quando aggiornerò ancora, benché non abbia ufficialmente concluso la raccolta. Purtroppo si avvicina la fine dell'estate e la fine delle idee. Sui villain rimanenti non mi viene granché da dire e non vi proporrei mai qualcosa come un Gaston-Vanessa, perché lo considererei una soluzione facile e, per i miei canoni, troppo mainstream. Sì, voglio fare l'alternativa e non proporre coppie troppo convenzionali e usare la parte figa di Ursula non vale. E no, non voglio offendere i fan della coppia Gaston-Vanessa, ma visto quello che vi ho rifilato finora dovreste aver capito che il soggetto della raccolta è sempre una coppia particolare e che, se dovessi scrivere di Ursula, parlerei dell'Ursula grassa e coi tentacoli, che personalmente adoro. Chiedo scusa in caso qualcuno si sia sentito punto nell'orgoglio. Non odiatemi, non sono cattiva, è che mi disegnano così.
Ah, la frase finale viene dalla traduzione della Character song di Grell Sutcliff di Kuroshitsuji. Lo so, è la seconda volta che uso questo espediente, ma fioi, non avete idea di quanto sia difficile trovare titoli e conclusioni per i capitoli. E poi Kuroshitsuji ha fatto la mia infanzia, recuperare frasi e citazioni mi gasa tantissimo. La canzone si chiama Shinkou, comunque. Ve la linko perché non si sa mai: https://www.youtube.com/watch?v=grUQinm-ElY
Come sempre: grazie mille a tutti!

Tornerò non appena mi verrà in mente qualcosa di buono, perché per voi solo il meglio.
Baci,

h o r o
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Disney / Vai alla pagina dell'autore: h o r o