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Autore: m o o n l i g h t    25/08/2014    6 recensioni
[RACCOLTA MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Dal secondo capitolo ~
[...] Si scrutano, si cercano, si amano. Tutto nel modo in cui lo facevano vent'anni fa, come lo facevano dieci anni fa, come lo fanno adesso.
Si guardano, perchè con quegli sguardi scavano nell'animo reciproco, cercando fino in fondo l'ancora che li ha salvati a vicenda tante volte.
Si cercano, perchè sono insignificanti senza l'altro. Perchè sono parte di un mondo formato da milioni e milioni di esseri viventi, eppure l'unico di questi che riesce davvero a farli stare bene è lì di fronte.
Si amano incondizionalmente. Lo fanno perchè non riescono ad immaginarsi una vita privata dalla persona che è rimasta al loro fianco da sempre e per sempre [...]
Prima raccolta di One Shot che faccio.
L'AU varierà di volta in volta. E sarà scelto da voi.
Ho deciso di rendervi partecipi a questa cosuccia facendomi consigliare dai lettori l'AU per i vari aggiornamenti.
Spero l'idea vi abbia stuzzicato, ed anche lo spezzone iniziale ;)
Che dire, se lo ha fatto, venite a leggere. Mi rendete felicissima ^^
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo : La casa sull'albero
AU : School!AU
Personaggi : Hiccup, Merida, Jack, Rapunzel, altri
Pairings : Mericcup
Rating : Verde (Linguaggio scurrile)
Song : Welcome to my life - Simple Plan
Note : Eccomi con la prima One shot! ^-^ Alloora, è una School!AU, anche se non sarà totalmente ambientata nella scuola. Prima di tutto, vorrei precisare un po' alcune cose, così che possiate capire meglio il testo. I quattro ragazzi si sono trasferiti a Londra per gli studi, per frequentare l'istituto superiore Birkbeck; cconvivono in un'appartamento a qualche chilometro dalla scuola; vivono lontano dai genitori, che sono dovuti rimanere nelle loro città per il lavoro; hanno diciotto anni e frequentano il quarto anno
Ci sarebbero altre annotazioni da scrivere, ma ve le dirò a fine capitolo per non spoilerarvi(?) nulla ;D
Che dire, buona lettura :3


 

La casa sull'albero.

 

Londra, 2005

-Merida, alzati, o faremo tardi-.
'Perchè cazzo sono andata a letto alle tre ieri?'.
-Mmh...si...subito, Hic- borbotta la rossa.
-Ti aspetto di là- risponde il ragazzo, sorridendo e uscendo dalla camera.
'E perchè lui deve sempre sorridere?'
La ragazza comincia ad aprire finalmente gli occhi. Una forte luce bianca la obbliga a schermarsi il viso con una mano. Abituatasi alla luminosità dell'ambiente, si mette a sedere, e rimane a stirarsi per qualche minuto.
Abbassa la testa, facendo scivolare giù tutti i riccioli cremisi, per vedere se anche Rapunzel, nel letto di sotto, sta ancora dormendo.
Ovviamente, no.
La ragazza alza le coperte e poggia un piede sopra il primo gradino della scaletta del letto a castello.
Una mosca le vola davanti al naso e, per scacciarla via sventolando la mano, perde l'equilibrio e ruzzola fino al pavimento, sbattendo pesantemente la testa.
-Ma porca di quella maledetta mamma insetto!- urla irata, sfregandosi col palmo della mano il punto sbattuto. Immediatamente, la porta della stanza si spalanca. 
Due grandi occhi verdi la fissano preoccupati. Dalla bocca, sporca di dentifricio, spunta fuori il manico dello spazzolino viola.
I biondissimi capelli lunghi tenuti su da due matite incrociate, la camicia da notte rosa con stelle e lune colorate.
-Co-a è u--esso?!- chiede spaventata la bionda, avvicinandosi a Merida.
-Nulla, sta tranquilla- risponde assonnata la rossa, facendosi aiutare dall'amica a rialzarsi.
-Chi è stato?!-.
Un'altra voce si fa sentire.
'Ma che bel giorno che si prospetta quest'oggi' pensa sarcastica la ragazza.
Sulla porta, una massa di capelli bianchi fa irruzione nella camera. Due occhi celesti strabuzzati. Sulle labbra rimasugli di cereali, che tiene stretti in una ciotola blu nella mano.
-Me-ida è ca-uta!- risponde subito Rapunzel, lo spazzolino ancora in bocca.
-Che ha detto?- chiede l'albino, alzando un sopracciglio con aria confusa.
-Sono caduta! Adesso volete lasciarmi in pace?!- esclama stanca Merida, strattonandosi dalla presa della bionda. Questa la guarda mortificata.
-Dai, andiamo Punzie. Nemmeno oggi è di buon'umore- dice infastidito Jack, portando via anche Rapunzel e lanciando un'occhiata di rimprovero alla rossa, che distoglie lo sguardo.
Appena i due amici sono usciti, lei sbuffa sonoramente, sbattendo la porta e dirigendosi verso l'armadio.
Apre bruscamente le ante di legno e, senza nemmeno guardare, tira fuori gli indumenti. Una larga camicia scozzese verde e dei jeans aderenti blu. Decide di mettere, sotto la camicia, anche una canottiera bianca.
Una volta vestita, esce dalla camera e si dirige verso la cucina.
'Ecco, forse così mi risolleverò il morale' pensa, con la prospettiva di una buona colazione di Rapunzel.
Arrivata al tavolino, trova già il suo piatto colmo di cibo. Omlette ricoperte di sciroppo, un'uovo, una striscia di bacon dorato e croccante e una tazza di latte freddo.
Contenta, si siede e comincia a divorare tutto.
-Hic, hai visto i miei pennelli?- chiede una voce cristallina dalla porta della cucina. Poco dopo, fa la sua entrata la bionda. 
Merida la guarda di sottecchi, continuando a sorseggiare dalla sua tazza.
Ora, i capelli dorati solo raccolti in una lunga coda alta, portata di lato sulla spalla. Le lunghe ciglia ricoperte da un sottile strato di mascara nero. Invece dell'infantile camicia da notte, ora indossa un maglioncino viola aderente e dei bermuda di jeans, che fanno risaltare tutte le curve. 
Appena Rapunzel si accorge della rossa, la guarda ancora con un velo di tristezza.
Mettendo da parte il suo orgoglio, Merida distoglie lo sguardo e borbotta un
-Scusami per prima, avevo sonno-.
A queste parole, lo sguardo della bionda si riaccende e subito corre ad abbracciare l'amica.
-Non importa, ti voglio bene perchè sei Merida, e Merida fa queste cose!- dice gioiosa, sorridendo.
La rossa ricambia sorridendo a sua volta, grata di avere un'amica come lei.
-Voi due, se continuate così perderete miele al posto del sudore- dice scherzoso Jack, entrato nella stanza da un paio di minuti.
Tutti e tre scoppiano in una breve ma divertita risata.
-Ecco i pennelli, Punzie!- un'altra voce spezza le risate. Hiccup entra sorridente in cucina, porgendo gli arnesi per dipingere a Rapunzel.
Questa sorride e li prende, per poi correre verso la camera sua e di Merida.
-Santo cielo! Siamo in ritardissimo!- urla la voce limpida della bionda, dall'altra parte dell'appartamento.
A queste parole, tutti cominciano a scorrazzare per i corridoi. 

 

*  *  *

-NO! ASPETTACI!-
-NON SIAMO ANCORA SALITI!-
-MA PORCO ZEUS, VUOI FERMARTI?!-
-FOTTUTO AUTISTA, TIRA QUEL CAZZO DI FRENO!-
Le urla e lo sbraitare dei quattro ragazzi sono inutili, l'autobus è ormai lontano.
Il quartetto smette di sventolare le braccia, accorgendosi degli sguardi estraniati della gente.
-Perfetto! Che facciamo ora?- chiede esasperato Hiccup, guardando gli amici.
-Io un'idea ce l'avrei...- dice con tono vacuo Jack, lanciando un'occhiata maliziosa a Merida, che risponde con un sorriso beffardo.
Rapunzel e il castano, accorgendosi degli sguardi degli amici, spalancano gli occhi e cominciano protestare.
-No! Non voglio ancora rischiare di essere investita da un camion!- urla la bionda, guardando male la rossa, che ride al ricordo.
-Ed io non voglio morire d'infarto come l'ultima volta per le tue acrobazie da quattro soldi!- dice irato Hiccup, lanciando un'occhiataccia verso Jack, che assume subito una finta espressione mortificata.
-Ma non c'è altra scelta, a meno che non vi facciate spuntare delle ali o non diventiate dei ''guardiani del vento''. Dobbiamo per forza usare le moto!- osserva sicura Merida, cercando di convincere gli amici.
-Esatto! Se volete, possiamo cambiare qualcosa però...- le da man forte Jack, catturando gli sguardi confusi degli altri tre ragazzi.
Dieci minuti e sono tutti e quattro a bordo delle moto.
Merida sulla sua Yamaha nera e bianca, la vita stretta da un Hiccup terrorizzato e con occhi chiusi.
Jack, invece, a bordo della sua Volkswagen azzurra, dietro di lui Rapunzel è poggiata sulla sua schiena, anche lei spaventata.
Entrambe le moto sfrecciano veloci sull'asfalto, superando le autovetture ferme nel traffico.
-Giuro che la prossima volta mi metto a correre pur di non salire su questo affare- borbotta il castano, aprendo per un'attimo gli occhi.
La rossa ride divertita, e, con un movimento del piede, aumenta la velocità.
-Non è così male, basta abituarsi- dice Jack, rivolto alla bionda.
-Preferirei non abituarmi- risponde lei, cercando di mantenere un tono gentile.
Di fianco a loro la moto nera di Merida sfreccia veloce, sorpassandoli. La rossa sorride con aria di sfida verso l'albino.
-E' così che la metti, eh?- chiede sarcastico lui, accettando l'invito a una gara dalla ragazza.
-C-che volete fare?- balbetta spaventata Rapunzel, guardando gli amici sull'altra moto.
-Ora vedi- risponde divertito Jack, girando uno dei manubri e cominciando a prendere velocità.

-MAI PIU'- afferma stordito Hiccup, sbrigandosi a scendere dalla vettura. Rapunzel gli da manforte annuendo, anche lei leggermente scossa dalla corsa.
-Ma dai, è stata solo una tranquilla passeggiata mattutina- afferma ironico Jack, facendo ridere Merida.
-Al ritorno voglio la rivincita però!- esclama sicura lei, incrociando le braccia e guardando l'albino.
-Certamente- risponde lui, battendo una pacca sulla spalla dell'amica.
In lontananza, la campanella dell'istituto suona, attirando l'attenzione dei quattro e di altri ragazzi fermi al parcheggio.
-Merda, abbiamo chimica alla prima ora- esclama nervosa Merida, prendendo la sua cartella e quella di Hiccup. Subito Jack la imita, prendendo il suo zaino e la borsa di Rapunzel.
Tutti cominciano a correre verso l'entrata della scuola.
Sopra il portone un grosso cartello con una scritta a caratteri cubitali ''Istituto Superiore Birkbeck''.
Una volta dentro, i ragazzi si dirigono velocemente verso i rispettivi armadietti. 
'Dove cazzo è finito quel fottuto libro di Chimica' pensa presa dall'ansia la rossa, frugando in mezzo al disordine dell'armadietto di metallo.
-Ci sei Merida?- chiede Hiccup.
-S-si, voi cominciate ad andare!- risponde lei. Gli amici annuiscono ed entrano in classe.
-Forse cerchi questo, ricciolina?-.
Una voce maschile la fa sobbalzare. Una voce familiare, tanto odiata al punto di provocarle la nausea solo a sentirla. Senza girarsi, chiede con voce piatta
-Perchè ce l'hai tu?- ma, al posto di una risposta, la mano del ragazzo chiude bruscamente l'antina metallica. Questa, presa da una rabbia crescente, si gira verso il ragazzo.
Capelli scuri e mossi intorno ad un viso ovale ed allungato, naso adunco e occhi azzurri, freddi.
Di certo non si può dire che sia un brutto ragazzo. Alto, muscoloso, affascinante con quel lungo ciuffo perennemente sugli occhi. Oltretutto, è più grande di lei di un'anno, va nella quinta classe, e tutti sanno che i ragazzi più grandi sono sempre più fighi.
E', però, il figlio di un commerciante, amico del padre di Merida. La sua famiglia è molto ricca e benestante. I genitori della ragazza hanno sempre avuto un debole per quegli individui, compreso 'ciuffo', soprannome datogli da Jack.
-Si dà il caso che tu l'abbia dimenticato in classe, ma io, da vero gentiluomo che sono, te l'ho riportato- dice sorridendo lui, porgendo il libro alla rossa.
Questa lo prende malamente dalle mani del ragazzo e comincia a camminare verso la classe.
Improvvisamente, una mano stringe il suo polso. Subito volta il capo e si ritrova a pochi millimetri dalla faccia del capellone.
-Tu continua pure ad evitarmi, ma prima o poi sappi che non avrai più modo di scappare. I tuoi genitori mi adorano, e presto lo farai anche tu- sussurra lui, guardando intensamente la ragazza. Merida non sposta nemmeno per un secondo lo sguardo, e, dopo aver strattonato la mano dalla presa di lui, lo guarda in cagnesco.
-I miei genitori non ti conoscono quanto me, Macintosh. E sappi che, se mai ti adorerò- dice l'ultima parola come fosse una parolaccia -Mi ucciderò prima di rendermene conto- Soffia tra i denti. Subito dopo un'ultima occhiata furente, gira i tacchi ed entra nella classe.
-Sei una sporca put...- ma non riesce a sentire il resto perchè si chiude la porta alle spalle.
'Tua madre' pensa irata Merida.

-DUMBROCH! Sono le otto e sedici minuti! E' in ritardo! Come sempre, del resto-.
Il benvenuto gentile e premuroso della professoressa accoglie la ragazza. Questa, si gira verso la classe, cercando gli occhi dei suoi amici.
I primi che incontra sono quelli verde primavera di Rapunzel, che, con sguardo preoccupato, muove le labbra a formare un ''Dov'eri''. La rossa distoglie lo sguardo, ma, per sbaglio, incontra quello di Hiccup. Questo la guarda con tristezza e delusione. Ecco quello che prova Hic verso Merida. Delusione.
Jack, di fianco al castano, la guarda confuso.
'Ti ammazzerò prima o poi, ciuffo' pensa irata. La rossa si limita a girare la testa, incontrando gli occhi furenti della professoressa.
-Senta, sono stufa del suo comportamento sprovveduto e irrispettoso! Quest'oggi convocherò qui i suoi genitori! E non usi la scusa che non abitano qui, so bene che oggi verranno a trovarla! Avranno una spiacevole sorpresa- soffia sprezzante la donna.
Di solito, Merida si salva dai colloqui coi genitori con la scusa del ''Vivo qui da sola, non possono venire'' e questo ha sempre zittito tutti i professori. 
Ma questa volta, il pensiero della reazione di sua madre la percorre come brivido lungo la schiena. Ma è obbligata ad annuire e incamminarsi verso il banco vicino a Rapunzel.
Senza abbassare lo sguardo, si siede sulla sedia di fianco all'amica. Questa subito le posa una mano sulla gamba.
-Merry, che è successo?- sussurra dolcemente la bionda, guardando la rossa -Ancora lui?- chiede, sempre mantenendo la voce bassa.
Merida si limita ad annuire impercettibilmente. Rapunzel guarda per qualche minuto l'amica. Subito dopo ricomincia a sussurrare.
-Devi dirlo. Devi dire a qualcuno di Macintosh. Non puoi andare avanti così- le dice la bionda, guardandola.
-A chi? A chi dovrei dirlo, Punzie? I miei genitori? Non crederebbero ad una sola parola, mi reputano una bugiarda, egoista, sclerata con gli ormoni impazziti- soffia Merida, guardando per la prima volta Rapunzel.
'Ed hanno ragione'.
La bionda la guarda per qualche secondo, sul viso un'espressione triste. Si gira verso i due ragazzi, che non hanno mai smesso di fissarle.
Jack guarda l'amica ancora confuso, Hiccup, invece, disegna con le labbra la parola ''Macintosh''. Come risposta, Rapunzel annuisce provata.
Il castano distoglie nervoso lo sguardo. Lui e l'albino cominciano a discutere a bassa voce.
Merida li guarda di soppiatto, da lontano. Per un secondo, incontra di nuovo gli occhi verde prato di Hiccup. Solo muovendo le labbra, il castano dice
''Devi reagire''
''Cosa dovrei fare, mettermi a piangere?''
''Non dico questo, dico solo che non puoi rimanere a non fare nulla''
''Per poi passare io per la stronza'' e con questo sposta lo sguardo sulla lavagna. Improvvisamente, due battiti sulla porta attirano l'attenzione dell'intera classe.
-Avanti!- dice ad alta voce la professoressa.
L'uscio si apre ed entra Macintosh.
Rapunzel, Jack e Hiccup lo guardano con occhi sprezzanti. Lui, ignorandoli, si gira a guardare Merida. Questa abbassa lo sguardo.
-Ho un messaggio dalla professoressa Wood- dice pacatamente il ragazzo, senza smettere di fissare la rossa. Poi comincia a parlare con la donna.
Dopo una decina di minuti, consegna un foglio alla professoressa e muove alcuni passi verso la porta. Prima di arrivarci, però, si volta  verso Merida, sorridendo.
Il rumore di sedia trascinata cattura l'attenzione di tutti. 
Hiccup si è alzato di scatto, fissando in cagnesco Macintosh. I pugni serrati sul banco. Jack gli posa una mano sul braccio, trascinandolo lentamente giù.
-Che le prende, Haddock?- chiede confusa la professoressa, guardando perplessa prima il castano, poi il ragazzo.
-Nulla, nulla- parla per l'amico Jack.
Macintosh lancia un'occhiata ad Hiccup e subito esce dalla classe, sbattendosi la porta alle spalle. 
Merida si gira velocemente verso il castano, che subito incontra il suo sguardo.
''Che ti prende?'' chiede lei, sempre senza l'uso della voce.
''E' uno stronzo'' fa spiccio lui, sbrigandosi a voltare il capo verso la lavagna.
La rossa lo imita, ancora perplessa.

 

*  *  *


-Sentite, sapete che oggi deve venire mia madre, no? Devo andare a prenderla alla stazione, quindi non verrò a casa con voi- dice lievemente nervosa Merida.
-Okay- risponde Rapunzel, guardandola con apprensione.
-E che farai? Nel senso, quella zoccola della prof vuole vederla, che le dirai?- chiede Jack.
-A-ancora non lo so. Vedrò di inventarmi qualcosa- risponde la rossa.
-Oppure le potresti dire tutto sul quel bastardo- borbotta a bassa voce Hiccup. La rossa, pur avendolo sentito, lo ignora.
-Comunque ora devo andare, o farò tardi- dice Merida, guardando l'orologio sulla parete del corridoio.
-Va bene. Ci vediamo dopo allora- afferma rassicurante Rapunzel, poggiando una mano sulla spalla dell'amica.
-Forse- osserva Jack, beccandosi poi una gomitata dalla bionda.
Merida sorride e cammina verso l'uscita. I ragazzi la guardano allontanarsi.
-Io vado un'attimo da Jamie, mi deve dare gli appunti di informatica- continua l'albino, avviandosi verso l'aula mensa.
-Voi aspettatemi al parcheggio- conclude, salutandoli.
-Va bene!- risponde Rapunzel, sventolando anche lei la mano.Lei e Hiccup vanno verso l'uscita.

'Che cazzo le dico a mia madre ora? Quella si trasformerà in un'orso appena lo saprà' pensa sempre più nervosa Merida.
Ha appena varcato il portone della scuola e sta camminando verso la sua moto.
'Porcamerda. Proprio oggi quel deficiente doveva farmi fare tardi'.
Arrivata a qualche metro dalla sua vettura, viene pesantemente urtata alla spalla. Il colpo la fa barcollare.
-EHI!- urla infastidita, girandosi.
Davanti a lei una ragazza bionda, capelli raccolti in una treccia. Due occhi blu la guardano con aria di sfida. La bocca incurvata in un sorriso.
-Merry! Che piacere incontrarti- dice la ragazza, senza smettere di sorridere.
-Senti, Astrid, vedi di non rompermi, Oggi non ho tempo per le tue minchiate- dice irritata la rossa, guardando la ragazza di fronte a lei con astio.
-Non osare insultarmi! Brutta zoccola!- urla irata Astrid, mollando uno spintone a Merida.
Questa, mettendoci tutta la buona volontà del mondo, cerca di ignorarla, dirigendosi verso la moto.
-E non ignorarmi! Tu sai cosa voglio!- urla ancora la bionda, tirando un foglio di carta appallottolato sulla schiena di Merida.
-Lo so! Ti ho detto mille volte che non mi interessa Macintosh! Puoi tenertelo tutto per te quel bastardo...- grida di rimando la rossa, finalmente dando retta ad Astrid.
-Sì, certo...guarda che vi ho visti sta mattina! Non sono stupida! Devi lasciarlo perdere perchè lui è troppo per te! Non ti merita!-
-Ah sì? Lui non mi merita?!- urla sempre più irata Merida, avvicinandosi furiosamente ad Astrid.
-Sappi che quel puttaniere non lo merito io, e nemmeno tu. Apri gli occhi, Astrid- soffia fra i denti.
La bionda, dopo l'insulto a Macintosh, comincia a diventare rossa dalla rabbia, e molla un pugno un faccia a Merida.
Questa, ormai al limite della pazienza, risponde con un'altro pugno nello zigomo di Astrid.
-Sei una stronza, Dumbroch!-.
La bionda tira un calcio nel fianco della rossa.
-Sei tu che non capisci di che pasta è fatto quello!-.
Merida risponde con una ginocchiata nello stomaco di Astrid.
Continuano così per qualche minuto; insulti, pugni e calci che volano da una parte all'altra.
Dopo poco,i gemelli Testa Bruta e Testa di Tufo (sempre soprannominati così da Jack), vengono in aiuto della bionda.
Un numeroso gruppo di ragazzi, della scuola e non, si accerchia intorno alla scena.
Alcuni schiamazzi come ''Ancora!'' o ''Datevele di santa ragione! Così!'' o anche ''Io punto dieci sterline che vince la riccia''.
'Morite tutti'.

 

*  *  *


-Senti, Punzie, facciamo che vai te su quell'affare infernale con Jack. Io prendo il treno- dice Hiccup.
-Okay. Non c'è problema- risponde gentilmente la bionda, sorridendo.
Stanno camminando verso l'uscita, per andare al parcheggio ed aspettare Jack.
-Senti Hic...tu cosa ne pensi? Di Macintosh intendo- sussurra nervosa Rapunzel.
-Non lo so. E' un bastardo, ma è un bastardo furbo-soffia irritato il castano.
-Già, hai ragione. Secondo me potremmo...- ma le parole le si fermano in gola. Entrambi i ragazzi notano una massa numerosa di gente nella zona vicino alle moto.
-Che succede?!- chiede preoccupata Rapunzel. Lui, come risposta, la prende per un braccio e la trascina verso la calca.
Arrivati dal gruppo di ragazzi, li spintonano per riuscire ad avvicinarsi alla scena che stanno tutti guardando.
-No...- sussurra Hiccup, spalancando gli occhi davanti alla rissa.
-M-merida...- dice titubante Rapunzel, allungando una mano verso l'amica.
La rossa è trattenuta dai gemelli, che la tengono per le braccia. Astrid sta tirando pugni e Merida risponde con calci furiosi.
Il castano tira lentamente giù la mano della bionda. Merida, improvvisamente, si accorge dei due amici.
Li guarda con occhi tristi. Una lacrima silenziosa le riga lo zigomo livido.
L'istinto di Hiccup lo porta a fare un passo verso la ragazza. Ma cosa potrebbe fare lui? E' più debole di Merida e di tutti loro. Non potrebbe fare nulla.
Però deve, deve aiutarla. Deve perchè...
Ma il pensiero sfuma per uno spintone che sposta il castano e Rapunzel.
Jack si è fatto velocemente strada fra la calca, ed ora sta tirando pugni e calci, aiutando Merida. Lividi scuri si disegnano sugli arti di tutti e cinque.
Il naso dell'albino comincia a sanguinare, ma non smette di far volare pugni ai gemelli.
Hiccup, ormai inorridito dalla scena violenta, si dirige a passo fermo verso i litiganti. 
Prende Jack per le braccia e lo trascina fuori dalla rissa. L'albino continua a malmenare colpi all'aria, imprecando.
Rapunzel imita subito l'amico, andando da Merida e portandola fuori dalla furia di Astrid.
Gambe di Pesce e Moccicoso, amici di Astrid e dei gemelli, portano via questi ultimi.
-Sei una puttana, Dumbroch! Muori!- urla la bionda, trascinata pesantemente via da Moccicoso.
-Vai a fare in culo, Hofferson! Tu e quei due deficienti- grida di rimando Merida, dimenandosi dalla presa di Rapunzel.
Lentamente, insieme a sbuffi contrariati, la massa di ragazzi si allontana, spargendosi nella scuola e in giro.
-Ma che diavolo ti è preso?! Potevate farvi seriamente male!- urla Hiccup, avvicinandosi alla rossa.
Questa, piena di tagli e lividi, si libera dalla presa di Rapunzel e si allontana dal gruppo.
La bionda si affretta a prenderla per mano, obbligandola a girarsi.
-Che mi è preso? Mi ha spinto! Okay?!- ringhia Merida, fissando il castano.
-E tu stavi facendo a botte per un fottuto spintone?! Ma mi prendi per il culo?!- chiede Jack allibito, avvicinandosi alla rossa.
-Merry, devi cercare di mantenere di più la calma. Potrebbe succedere qualcosa di veramente grave...- dice calma Rapunzel, guardando l'amica.
-Punzie ha ragione! Non capisci? Poteva andare peggio! Potevi essere all'ospedale ora!- dice nervoso Hiccup.
-Ma cosa ne volete sapere voi?!- urla ormai distrutta Merida, guardando gli amici. Gli occhi cominciano a diventarle lucidi.
-Tu!- e indica Rapunzel -Tu sei perfetta! Tutti ti vogliono bene! Tu non sai com'è voler essere un'altra persona! Non sai com'è alzarsi la mattina, guardarsi allo specchio e pensare 'Perchè non sono come lei'. Tu non ti sei mai sentita fuori posto!- urla la rossa contro l'amica.
Questa, ancora fissando gli occhi di Merida, comincia a sentire le lacrime arrivare agli occhi. In un attimo sta singhiozzando.
-I-io n-non...n-non sap-pevo...- farfuglia, presa dai sussulti del pianto, Rapunzel, passandosi le mani sulle guance bagnate dalle lacrime.
-Lei non c'entra nulla!- grida Jack, passando un braccio sulle spalle della bionda e cercando di consolarla.
-Ovviamente! La stronza sono sempre io! Anche tu, Jack, anche tu non sai com'è voler scappare via! Chiudersi in camera ed accendere la musica per non far sentire i tuoi urli! Tu che sei il re dei sorrisi falsi! Pensi che non mi accorga di quanto anche tu stia male?! Invece sì! Ma sei sempre lì pronto con qualche cazzo di battuta e un sorriso falsissimo!- grida all'albino.
Questo cambia improvvisamente espressione. Subito distoglie lo sguardo e posa gli occhi sull'asfalto.
-Merida, ora basta- sussurra Hiccup, facendo per posarle una mano sulla spalla..
Questa con uno scatto si allontana, fissa il castano con occhi truci. Lacrime silenziose le rigano il viso.
-E tu...tu più di tutti. Perchè fai sempre così- e indica con un gesto tutto il ragazzo. Questo ritira la mano.
-Perchè sei sempre pronto ad aiutarmi, quando dovresti solo riempirmi di botte! Perchè non mi dici mai quello che pensi veramente?! Sei gentile, sempre! Anche quando ti trattano male! Tu non sai com'è essere sull'orlo di crollare senza avere nessuno li' a salvarti! Perchè tu mi aiuti, ma non mi salvi! Non succede nulla se qualche volta mi mandi a fanculo! Me lo merito!- ma tronca la frase perchè singhiozzi selvaggi non le permettono di continuare.
I tre ragazzi si guardano, incapaci di dire una parola.
-E'-è come sentir-rsi persa...essere la-lasciata fuori al buio....esser-re colpita qua-ando sei giu'- dice fra i singhiozzi isterici la rossa.
Arretra di qualche passo, guardando ancora gli amici. Dopo qualche secondo, si volta è corre via.
Rapunzel fa per seguirla, ma viene bloccata da Jack. La bionda lo guarda, gli occhi arrossati. Lui si limita a scuotere la testa e allontanarsi.
Lei lo segue.
Hiccup rimane qualche secondo immobile, ancora metabolizzando le parole di Merida.
Certo, ha sempre saputo che lei non fosse una ragazza aperta o propensa ad esternare i sentimenti. Ma non credeva che si tenesse tutto questo dentro.
Ha sempre cercato di mostrarsi gentile, con Merida, perchè infondo, anche se lei talvolta lo tratta male, non lo fa con cattiveria, e lui lo sa. Ma non pensava che questo la facesse solo stare peggio.
''Tu non sai com'è essere sull'orlo di crollare senza avere nessuno li' a salvarti! Perchè tu mi aiuti, ma non mi salvi!''
Quelle parole rimbalzano ancora nella mente del ragazzo.
Si gira verso la direzione in cui Merida è corsa via. E' andata verso il quartiere di Kings Cross
Sa per certo dove si sarà fermata. E corre per seguirla.


*  *  *


'Non dovevo'
'Ma l'ho fatto'
'Con ciò non significa che è stata la cosa giusta'
'Non me ne frega un cazzo se era giusto. Sono stanca'
'Stanca di cosa?'
'Di tutto e di tutti! Mi hanno rotto...'

I pensieri contrastanti si sovrappongono nella mente della ragazza. 
Le capitano spesso questo genere di guerre interiori. Da una parte la Merida razionale, dall'altra quella impulsiva
'Non mi è mai venuto in mente che potrei sbagliare anche io? Se non ne parlo con nessuno, come posso pretendere che gli altri lo sappiano' continua a rimuginare.
'Sono miei amici! Dovrebbero accorgersene se sto male!'
'Ma forse, chiudendomi in me stessa, non permetto nemmeno di aiutarmi'

Esasperata, si distende sul pavimento di legno.
Dopo la sfuriata con i ragazzi, è scappata via. Ha corso per qualche minuto, senza una meta precisa.
Poi nella sua mente un'immagine si è fatta strada. 
La casa sull'albero.
La casa sull'albero che avevano costruito lei e Hiccup da bambini, quando venivano a Londra per colpa del lavoro dei genitori.
E' molto piccola, una catapecchia. Ma è molto più accogliente di quanto possa esserlo tutto il mondo esterno.
Sul tetto cadente, un buco lascia entrare dei raggi di sole, che la obbligano a schermarsi gli occhi con le mani. Quel buco lo avevano fatto a posta, per guardare le stelle di notte.
Hiccup ci aveva messo un sacco di tempo per insegnarle il nome delle costellazioni più importanti, ora nemmeno le ricorda tutte. 
Però, una ancora è fissa nella sua mente. La sua preferita.
La costellazione d'Orione.
Ritrae, mettendoci molta fantasia, un'uomo inginocchiato che, con una mano tiene un'animale morto, con l'altra l'arma con cui l'ha ucciso.
Le piace per il semplice fatte che è stata la prima che Hiccup le ha mostrato.
Quel ragazzo...perchè gli ha parlato così?
Lui è sempre stato gentile e disponibile, pronto a tenderle la mano. A consolarla, ad aiutarla, a difenderla.
E come lo ha ringraziato lei? Urlandogli a dosso.
E lo stesso con Jack e Rapunzel.
Tutto si meritano quei ragazzi tranne che una sfuriata come quella fatta.
'Che mi succede...' chiede a sè stessa, posandosi una mano sulla fronte.
Tutto in quel periodo le sembra buio, oscuro. Oblio.
Come se fosse risucchiata sempre di più da il vortice della rabbia, incapace di uscirne.
Probabilmente, a quest'ora sua madre sarà già in stazione, sbuffando per la figlia rincoglionita che si è ritrovata.
Al pensiero di Elinor che borbotta spazientita, caccia una leggera risatina divertita.
Ma la risata le muore in gola, perchè le facce dei suoi amici le sfilano davanti agli occhi. Rapunzel con gli occhi rossi per il pianto, Jack con lo sguardo basso, Hiccup che ritrae la mano.
-Sono una stronza...scusatemi-
-Già fatto-.
Una voce la fa sobbalzare, scatta in piedi picchiando la testa sul tetto. Si gira verso l'entrata della casetta.
Davanti a lei c'è Hiccup.
Lei arretra di qualche passo, fino a sbattere contro la parete di legno opposta.
-Ehi, non pensavo di essere così spaventoso- dice ironico lui, entrando nella casa.
-N-no...cioè...tu...non dovresti- farfuglia lei.
-Eppure sono- risponde calmo lui. Comincia a guardarsi intorno, osservando le travi usurpate dal tempo.
-E dire che da bambini ci sembrava la cosa più fica del mondo- dice divertito, posando una mano sulla parete di legno. Lei lo guarda, ancora leggermente confusa.
-Senti, io...- comincia, ma viene subito interrotta.
-Ti ricordi le stelle?- chiede lui, guardandola negli occhi e indicando col dito il buco sul soffitto.
Lei annuisce.
-Quanto tempo ci ho messo per farti imparare tutte le costellazioni. Eri proprio cocciuta!- ride divertito. Anche lei sorride al ricordo.
-Eppure, alla fine ce l'hai fatta. Le sapevi tutte alla perfezione- conclude il castano, avvicinandosi alla ragazza.
-Non m'importa quanto tempo ci vorrà, alla fine impareremo anche a vivere. Insieme?- sussurra lui, ormai solo qualche centimetro li divide.
-Insieme- sussurra di rimando lei, guardandolo fisso negli occhi.
Improvvisamente, senza motivo, sente lacrime farsi strada verso gli occhi, gridando a gran voce di uscire. Lei non riesce a fermarle in tempo, e queste scendono giù sulle sue guance.
Hiccup, senza dire una parola, la chiude in un'abbraccio.
Lei all'inizio rimane immobile nella stretta, ma poi si lascia andare completamente. Singhiozzi furiosi e selvaggi la scuotono tra le braccia dell'amico.
Lei affonda il viso nella spalla di Hiccup, che la stringe sempre più forte.
Insieme, scivolano fino a sedersi a terra, senza mai mollare la presa.
Lacrime silenziose rigano anche il viso del castano, che subito, imitando Merida, affonda la faccia nella spalla della ragazza.
-Sono qui. Ci sarò sempre- sussurra lui.
-L-lo so-o- risponde tra i singhiozzi violenti lei, schiacciando ancora di più la faccia nella maglia dell'amico.
-S-scusa-ami- continua, sempre la voce rotta dal pianto.
Lui non risponde. Comincia ad accarezzarle dolcemente i capelli, passando le dita fra i riccioli cremisi.
Dopo quella che a entrambi è sembrata un'eternità, cominciano a lasciare la presa. I singhiozzi della ragazza smettono, lasciando solo le righe bagnate sul viso.
-Non ti meritavi quello che ho detto. Non lo meritavate. Non lo penso davvero, senza di voi sarei una persona finita. Grazie per esserci, e scusate se faccio sempre la stronza. Mi viene naturale- dice lei, ritrovando un tono divertito.
-Già. E anche molto bene- aggiunge Hiccup, ridendo.
-Vero- osserva lei, imitando l'amico. Dopo qualche secondo, la rossa nota un particolare sulle guance del ragazzo.
Anche lui ha righe bagnate che gli attraversano gli zigomi.
-Tu...anche tu stavi piangendo?- chiede titubante, guardando intensamente il castano.
Questo distoglie lo sguardo.
-No...tu non devi piangere. Non piangi mai. E' colpa mia. Tutta co...-ma viene interrotta bruscamente dallo stesso Hiccup che, prontamente, si è avvicinato al viso di lei e le ha posato le labbra sulle sue.
Lei inizialmente si dimena appena, ma, dopo pochi, attimi risponde al bacio.
Le labbra si toccano, si sfiorano con dolcezza. Lentamente, entrambi si stringono nuovamente in un'abbraccio. Le braccia di lui circondano i fianchi della rossa, attirandola a se.
Lei passa le mani fra i capelli spettinati di Hiccup.
I due corpi si stringono, si muovono e si attirano.
Le mani si muovono sinuosamente sulla pelle, provocando talvolta piccoli tremiti.
Due anime che si accavallano, creando una melodia perfetta.
Due cuori, diversi tra loro ma indispensabili l'uno per l'altro.
Due figure che si attorcigliano, disegnando un quadro elegante ed intenso.
Dopo minuti, o ore, o giorni interi, separano le labbra.
Gli occhi acquamarina di lei incontrano quelli verde prato di lui.
Si guardano per molto tempo, scavando nell'animo dell'altro.
Le labbra gonfie dal bacio appena dato si muovono, in cerca di parole che però non escono.
Infine, Hiccup, posando una mano sul viso di Merida, sussurra
-Quando sarai ancora sull'orlo di crollare, puoi star certa che ci sarò io a salvarti, a costo di cadere insieme a te-.
Lei annuisce.
-Tu mi hai salvato-.




 






Note¹ :  E rieccomi ^-^ Allora, prima di tutto, spero vi sia piaciuta :D
In realtà è uscita fuori una cosa più deprimente di quello che intendessi x'D Chiedo venia.
Quindi, cominciamo con la seconda parte degli appunti : Le due moto le ho prese completamente a caso; ho scelto Astrid come ''cattiva'' perchè, molto sinceramente...mi sta antipatica; avevo pensato di rendere Hiccup movente per la rissa, ma Astrid,  a parer mio, è una che va dietro ai tipi fighi, e Hiccup qui non è un figo (Eheheh...non per lei almeno e.e); la costellazione d'Orione è presa completamente a caso ^o^ L'ho vista cercando su internet e mi piaceva; il nome della scuola idem, mini-ricerca sul web e il nome mi ispirava; per chi, come me, ama Harry Potter, avrà notato la piccolissima citazione con Kings Cross *^* La maggior parte delle frasi dette da Merida durante la sfuriata, vengono proprio dal testo della canzone Welcome to my life, cercavo una specie di colonna sonora per questa One shot e, ascoltando questa, ho pensato ''cazzo, è perfetta''; per la rissa mi sono ispirata tantissimo a quella di Narnia - Il Principe Caspian (Amore mio, Caspian, aspettami *^*),  più che altro per la parte in cui Jack va ad aiutare Merida, ricorda molto quando Edmund va ad aiutare Peter; Merida sembra una tipica adolescente depressa xD Non volevo renderla così stereotipata D: Bene, ho finito :3
Ah, ho un piccolo annuncio da farvi...*rullo di tamburi*...l'AU della prossima One shot lo sceglierete voi! ^-^
Ebbene sì, ho deciso di rendervi partecipi a questa cosuccia scegliendo il prossimo AU tra uno consigliato da voi. Ovviamente, gli altri che mi consiglierete saranno pubblicati in futuro. Tutti verrete accontentati ^o^
Quindi, su su, aspetto delle recensioni ^-^ Non siate timidi, la tastiera non morde (forse), e così potreste rendermi taaanto felice.

Spero di non aver fatto una cavolata con questa idea D:

Al prossimo capitolo (°3°)


S.

PS : Volvevo avvertirvi che, fino a quando non finirò la long sui Big Four (I quattro doni, mi farebbe un'enorme piacere se ci faceste un salto ^-^ ) questa raccolta andrà avanti un po' più lenta :)

   
 
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